TIROSINEMIA

MALATTIE DEL METABOLISMO

NOTE INFORMATIVE
  

La tirosinemia è un gruppo di rare malattie genetiche del metabolismo caratterizzate dall’incapacità dell’organismo di metabolizzare correttamente l’aminoacido tirosina.

Questo difetto metabolico porta all’accumulo di tirosina e dei suoi metaboliti tossici nel sangue e nei tessuti, causando una varietà di sintomi che possono colpire diversi organi, in particolare il fegato e i reni.

Epidemiologia

La tirosinemia è una condizione rara, con una prevalenza stimata che varia a seconda del tipo e della popolazione considerata.

    • Tirosinemia di tipo I: È la forma più comune, con una prevalenza di circa 1 caso ogni 100.000 nati vivi a livello globale. Tuttavia, la sua incidenza è significativamente più alta in alcune popolazioni, come quella del Quebec (Canada) e della Finlandia, dove si osserva una prevalenza di 1 caso ogni 16.000 nati vivi.
    • Tirosinemia di tipo II: È molto più rara della tirosinemia di tipo I, con una prevalenza stimata di 1 caso ogni 250.000 nati vivi.
    • Tirosinemia di tipo III: È la forma più rara, con pochissimi casi riportati in letteratura medica.
Eziologia e Genetica

La tirosinemia è causata da mutazioni in geni che codificano per enzimi coinvolti nel metabolismo della tirosina.

    • Tirosinemia di tipo I: È causata da mutazioni nel gene FAH, che codifica per l’enzima fumarilacetoacetato idrolasi. Questo enzima è coinvolto nell’ultima tappa della via metabolica della tirosina.
    • Tirosinemia di tipo II: È causata da mutazioni nel gene TAT, che codifica per l’enzima tirosina aminotransferasi. Questo enzima catalizza la prima tappa del catabolismo della tirosina.
    • Tirosinemia di tipo III: È causata da mutazioni nel gene HPD, che codifica per l’enzima 4-idrossifenilpiruvato diossigenasi.

Tutte le forme di tirosinemia sono ereditate con modalità autosomica recessiva. Ciò significa che un individuo deve ereditare due copie del gene mutato (una da ciascun genitore) per sviluppare la malattia.

Patogenesi

L’accumulo di tirosina e dei suoi metaboliti tossici, in particolare l’acido succinilacetone nella tirosinemia di tipo I, è responsabile del danno a diversi organi e tessuti.

    • Tirosinemia di tipo I: L’acido succinilacetone è tossico per il fegato e i reni, causando danni progressivi che possono portare a cirrosi epatica, insufficienza renale e carcinoma epatocellulare.
    • Tirosinemia di tipo II: L’accumulo di tirosina causa principalmente problemi oculari e cutanei.
    • Tirosinemia di tipo III: I metaboliti tossici accumulati possono causare problemi neurologici.
Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche della tirosinemia variano a seconda del tipo e della gravità della malattia.

    • Tirosinemia di tipo I:
      • Forma acuta: Insorge nei primi mesi di vita con ittero, vomito, diarrea, scarso accrescimento, epatomegalia, disturbi della coagulazione e un caratteristico odore di “cavolo bollito” nelle urine. Senza trattamento, può rapidamente progredire verso insufficienza epatica e morte.
      • Forma cronica: Si manifesta più tardivamente con ritardo di crescita, rachitismo, neuropatia periferica, crisi neurologiche acute e insufficienza renale.
    • Tirosinemia di tipo II: Si caratterizza principalmente da lesioni oculari (fotofobia, cheratite, ulcere corneali) e cutanee (ipercheratosi palmo-plantare). Possono anche essere presenti ritardo mentale e disturbi comportamentali.
    • Tirosinemia di tipo III: È caratterizzata da ritardo mentale, convulsioni e atassia.
Diagnosi

La diagnosi di tirosinemia si basa su:

    • Esami del sangue: Misurazione dei livelli di tirosina e dei suoi metaboliti (acido succinilacetone nella tirosinemia di tipo I) nel sangue.
    • Esami delle urine: Ricerca di metaboliti anomali nelle urine.
    • Test genetici: Identificazione delle mutazioni nei geni FAHTAT o HPD.
    • Screening neonatale: In molte nazioni, la tirosinemia di tipo I è inclusa nei programmi di screening neonatale.
Prognosi

La prognosi della tirosinemia dipende dal tipo, dalla gravità e dalla tempestività della diagnosi e del trattamento.

    • Tirosinemia di tipo I: Senza trattamento, la prognosi è infausta, con elevata mortalità nei primi anni di vita. Il trattamento con nitisinone e dieta a basso contenuto di tirosina e fenilalanina ha notevolmente migliorato la prognosi, riducendo la mortalità e le complicanze a lungo termine. Tuttavia, il trapianto di fegato può essere necessario in alcuni casi.
    • Tirosinemia di tipo II: La prognosi è generalmente buona con il trattamento dietetico a basso contenuto di tirosina e fenilalanina.
    • Tirosinemia di tipo III: La prognosi è variabile e dipende dalla gravità dei sintomi neurologici.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo

Benevento (BN)

ASST Papa Giovanni XXIII – Ospedale Papa Giovanni XXIII

Bergamo (BG)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Aziende AUSL di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini – ASST Spedali Civili, Brescia

Brescia (BS)

Azienda Ospedaliera G. Brotzu

Cagliari (CA)

AOU Renato Dulbecco di Catanzaro

Catanzaro (CZ)

Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto

Catanzaro (CZ)

ASL 2 Chieti – Ospedale Policlinico SS. Annunziata

Chieti (CH)

Azienda Ospedaliera di Cosenza – Presidio Ospedaliero “ANNUNZIATA”

Cosenza (CS)

Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer

Firenze (FI)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti” – Foggia

Foggia (FG)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano

Milano (MI)

Ospedale Niguarda di Milano – ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda

Milano (MI)

Ospedale S. Paolo di Milano -ASST SS. Paolo e Carlo

Milano (MI)

Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco

Milano (MI)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena

Modena (MO)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

U.L.S.S. 6 – Euganea

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ospedale Maggiore

Parma (PR)

IRCCS Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico “Fondazione Mondino” di Pavia

Pavia (PV)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

Azienda USL di Piacenza – Ospedale Guglielmo da Saliceto

Piacenza (PC)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo di Potenza

Potenza (PZ)

Azienda Sanitaria Locale di Potenza (ASP)

Potenza (PZ)

Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova”

Reggio nell’Emilia (RE)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

AULSS 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso – Ca’ Foncello

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

Esistono farmaci specifici e altri trattamenti per la tirosinemia.

Il trattamento principale per la tirosinemia di tipo I è il nitisinone, un farmaco che blocca la produzione di metaboliti tossici della tirosina. Il nitisinone ha rivoluzionato il trattamento della tirosinemia di tipo I, riducendo notevolmente la necessità di trapianti di fegato.

Oltre al nitisinone, il trattamento della tirosinemia comprende:

    • Dieta a basso contenuto di tirosina e fenilalanina: È essenziale limitare l’assunzione di questi aminoacidi per ridurre l’accumulo di sostanze tossiche.
    • Trapianto di fegato: In alcuni casi, il trapianto di fegato può essere necessario se il danno epatico è grave o se il trattamento farmacologico non è efficace.
    • Terapia di supporto: Potrebbero essere necessari altri trattamenti per gestire le complicanze della tirosinemia, come problemi renali, neurologici o oculari.