SINDROMI AUTOINFIAMMATORIE EREDITARIE/FAMILIARI

MALATTIE DEL SISTEMA IMMUNITARIO

NOTE INFORMATIVE
  

Le sindromi autoinfiammatorie ereditarie/familiari sono un gruppo eterogeneo di malattie rare caratterizzate da episodi ricorrenti di febbre e infiammazione sistemica, spesso accompagnati da manifestazioni cutanee, articolari, sierose e neurologiche.

Queste patologie sono causate da un’attivazione anomala del sistema immunitario innato, in assenza di infezioni o stimoli autoimmuni.

Epidemiologia

Incidenza: Le sindromi autoinfiammatorie sono considerate rare, con una prevalenza stimata complessivamente tra 1/10.000 e 1/100.000 individui a livello globale. Tuttavia, l’incidenza precisa varia a seconda della specifica sindrome e dell’area geografica considerata. Alcune forme, come la febbre mediterranea familiare, sono più frequenti in determinate popolazioni, come quelle del bacino del Mediterraneo.

Distribuzione per sesso: La maggior parte delle sindromi autoinfiammatorie colpisce in egual misura uomini e donne, sebbene alcune forme possano mostrare una leggera prevalenza in un sesso o nell’altro.

Età di insorgenza: L’esordio delle sindromi autoinfiammatorie si verifica tipicamente nell’infanzia o nell’adolescenza, ma può manifestarsi anche in età adulta.

Eziologia e Genetica

Le sindromi autoinfiammatorie sono causate da mutazioni genetiche che alterano la regolazione del sistema immunitario innato. Queste mutazioni sono ereditate con modalità autosomica dominante o recessiva, a seconda della specifica sindrome.

I geni coinvolti codificano per proteine che svolgono un ruolo chiave nei processi infiammatori, come:

      • Recettori Toll-like (TLR): Riconoscono componenti microbici e attivano la risposta immunitaria.
      • Inflammaosomi: Complessi proteici intracellulari che regolano l’attivazione di citochine pro-infiammatorie, come l’interleuchina-1 (IL-1).
      • Proteine del complemento: Mediano la risposta immunitaria umorale e l’infiammazione.
Patogenesi

Le mutazioni genetiche responsabili delle sindromi autoinfiammatorie determinano un’attivazione eccessiva e incontrollata del sistema immunitario innato, con conseguente produzione di citochine pro-infiammatorie, come IL-1, TNF-α e IL-6. Questo processo innesca una cascata di eventi che culminano nell’infiammazione sistemica e nelle manifestazioni cliniche caratteristiche di queste patologie.

Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche delle sindromi autoinfiammatorie sono variabili e dipendono dalla specifica sindrome. Tuttavia, alcune caratteristiche comuni includono:

      • Febbre ricorrente: Episodi febbrili di durata variabile, spesso accompagnati da brividi, malessere generale e mialgie.
      • Infiammazione sierosa: Pleurite, pericardite, peritonite.
      • Manifestazioni cutanee: Eruzioni cutanee di vario tipo, come eritema, orticaria, pustole.
      • Artralgia/artrite: Dolore e infiammazione articolare, che possono coinvolgere una o più articolazioni.
      • Manifestazioni neurologiche: Cefalea, meningite asettica, convulsioni.
      • Amiloidosi: Accumulo di amiloide in vari organi, in particolare nei reni, con conseguente insufficienza renale.

Dizionario dei termini medici:

    • Pleurite: Infiammazione della pleura, la membrana che riveste i polmoni e la cavità toracica.
    • Pericardite: Infiammazione del pericardio, la membrana che riveste il cuore.
    • Peritonite: Infiammazione del peritoneo, la membrana che riveste la cavità addominale.
    • Eritema: Arrossamento della pelle causato da vasodilatazione.
    • Orticaria: Eruzione cutanea caratterizzata da pomfi pruriginosi.
    • Pustole: Piccole lesioni cutanee contenenti pus.
    • Artralgia: Dolore articolare.
    • Artrite: Infiammazione articolare.
    • Meningite asettica: Infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale, non causata da batteri.
    • Amiloidosi: Malattia caratterizzata dall’accumulo di amiloide, una proteina anomala, in vari organi e tessuti.
Procedimenti Diagnostici

La diagnosi delle sindromi autoinfiammatorie si basa su:

      • Anamnesi familiare e personale: Raccolta di informazioni sui sintomi, la storia familiare e l’eventuale presenza di altre patologie.
      • Esame obiettivo: Valutazione clinica del paziente per rilevare eventuali segni di infiammazione.
      • Esami di laboratorio: Emocromo, VES, PCR, dosaggio delle citochine pro-infiammatorie, analisi delle urine.
      • Test genetici: Identificazione delle mutazioni genetiche responsabili della malattia.
      • Imaging: Radiografie, ecografie, TC, RMN per valutare l’eventuale coinvolgimento di organi interni.
Prognosi

La prognosi delle sindromi autoinfiammatorie è variabile e dipende dalla specifica sindrome, dalla gravità delle manifestazioni cliniche e dalla tempestività della diagnosi e del trattamento.

In generale, la diagnosi precoce e l’inizio tempestivo della terapia consentono di controllare i sintomi, prevenire le complicanze e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Tuttavia, alcune forme possono avere un decorso cronico e progressivo, con possibili complicanze a lungo termine, come l’amiloidosi e l’insufficienza renale.

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Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona
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Aosta (AO)
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Avellino (AV)
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Aviano (PN)
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Bari (BA)
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Barletta (BT)
Ospedale Papa Giovanni XXIII
Bergamo (BG)
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Bologna (BO)
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Bolzano (BZ)
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Brescia (BS)
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Brindisi (BR)
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Cagliari (CA)
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari
Cagliari (CA)
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Catanzaro (CZ)
Azienda Ospedaliera di Catanzaro Pugliese Ciaccio
Catanzaro (CZ)
Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto
Catanzaro (CZ)
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Chieti (CH)
Presidio Ospedaliero “ANNUNZIATA”
Cosenza (CS)
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Ferrara (FE)
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Firenze (FI)
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Firenze (FI)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti”
Foggia (FG)
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Genova (GE)
Ospedale Policlinico San Martino
Genova (GE)
Ospedale di Imperia
Imperia (IM)
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L’Aquila (AQ)
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Lavagna (GE)
Ospedale “Vito Fazzi”
Lecce (LE)
Ospedale di Magenta
Magenta (MI)
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Mantova (MN)
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Milano (MI)
Ospedale San Raffaele
Milano (MI)
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Milano (MI)
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Milano (MI)
Ospedale Niguarda
Milano (MI)
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Milano (MI)
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Napoli (NA)
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Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”
Napoli (NA)
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Padova (PD)
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Palermo (PA)
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Palermo (PA)
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Parma (PR)
 Policlinico San Matteo
Pavia (PV)
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Perugia (PG)
Ospedale Santa Chiara
Pisa (PI)
Presidio Ospedaliero di Pordenone
Pordenone (PN)
Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo
Potenza (PZ)
Ospedale di Ravenna
Ravenna (RA)
Ospedali Riuniti di Reggio Calabria
Reggio di Calabria (RC)
Arcispedale S. Maria Nuova
Reggio nell’Emilia (RE)
Ospedale S. Eugenio e Ospedale CTO Andrea Alesini
Roma (RM)
Policlinico Umberto I
Roma (RM)
Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore
Roma (RM)
Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico
Roma (RM)
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Roma (RM)
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Salerno (SA)
Casa Sollievo della Sofferenza
San Giovanni Rotondo (FG)
Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari
Sassari (SS)
Ospedale San Paolo
Savona (SV)
Azienda Ospedaliera Universitaria Siena
Siena (SI)
Presidio Ospedaliero “G. Mazzini”
Teramo (TE)
Azienda Ospedaliera S.Maria
Terni (TR)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Torino (TO)
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara”
Trento (TN)
Ospedale “Treviglio-Caravaggio”
Treviglio (BG)
Polo Ospedaliero Ca’ Foncello
Treviso (TV)
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo
Trieste (TS)
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”
Udine (UD)
Ospedale “Filippo Del Ponte”
Varese (VA)
Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi
Varese (VA)
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata
Verona (VR)
Farmaci Specifici

La scelta del farmaco specifico dipende dal tipo di sindrome autoinfiammatoria e dalla gravità dei sintomi. I farmaci più comunemente utilizzati includono:

      • Colchicina: è il farmaco di prima linea per la febbre mediterranea familiare (FMF), la sindrome autoinfiammatoria ereditaria più comune. La colchicina riduce la frequenza e l’intensità degli attacchi di febbre e previene le complicanze a lungo termine, come l’amiloidosi.
      • Farmaci biologici: come gli inibitori del TNF-alfa (etanercept, adalimumab, infliximab), gli inibitori dell’IL-1 (anakinra, canakinumab, rilonacept) e gli inibitori dell’IL-6 (tocilizumab, sarilumab). Questi farmaci sono utilizzati in diverse sindromi autoinfiammatorie, tra cui la sindrome periodica associata al recettore del TNF (TRAPS), la sindrome da criopirinopatie (CAPS) e la malattia di Still dell’adulto (AOSD).
      • Inibitori della Janus chinasi (JAK): come il tofacitinib e il baricitinib. Questi farmaci sono utilizzati in alcune sindromi autoinfiammatorie, come la sindrome da iper-IgD (HIDS) e la sindrome da deficit di mevalonato chinasi (MKD).
Altri Trattamenti

Oltre ai farmaci specifici, altri trattamenti possono essere utili per gestire i sintomi e migliorare la qualità di vita dei pazienti con sindromi autoinfiammatorie:

      • Farmaci sintomatici: come gli analgesici, gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e i corticosteroidi, possono essere utilizzati per alleviare il dolore e l’infiammazione durante gli attacchi acuti.
      • Fisioterapia e riabilitazione: possono aiutare a mantenere la funzionalità articolare e muscolare, prevenire le deformità e migliorare la mobilità.
      • Supporto psicologico: può essere utile per affrontare l’impatto emotivo e sociale della malattia cronica.
Gestione della Malattia

La gestione delle sindromi autoinfiammatorie richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti, tra cui:

      • Medico genetista: per la diagnosi e la consulenza genetica.
      • Reumatologo: per la gestione farmacologica e il follow-up clinico.
      • Immunologo: per la valutazione del sistema immunitario e l’individuazione di eventuali complicanze.
      • Altri specialisti: a seconda delle manifestazioni cliniche specifiche, possono essere coinvolti anche altri specialisti, come il dermatologo, il gastroenterologo, il neurologo, l’oculista e il nefrologo.