SINDROME FETALE DA IDANTOINA

ALCUNE CONDIZIONI MORBOSE DI ORIGINE PERINATALE

NOTE INFORMATIVE
  

La Sindrome Fetale da Idantoina (SFI), anche conosciuta come embriofetopatia da fenitoina o sindrome fetale da diidantoina, è una condizione rara che si verifica nei bambini nati da madri che hanno assunto il farmaco anticonvulsivante fenitoina durante la gravidanza.

La fenitoina è utilizzata per controllare le crisi epilettiche, ma l’esposizione ad essa durante la gestazione può interferire con lo sviluppo fetale, causando una serie di anomalie congenite e problemi di sviluppo.

Epidemiologia
    • Incidenza: Nonostante la SFI sia una condizione riconosciuta, la sua esatta incidenza è sconosciuta e difficile da determinare con precisione. Questo è in parte dovuto alla variabilità delle manifestazioni cliniche e alla difficoltà di distinguere gli effetti della fenitoina da quelli di altri fattori, come l’epilessia materna o l’uso di altri farmaci. Si stima che circa il 10% dei bambini esposti alla fenitoina in utero sviluppi la SFI in forma completa, mentre un ulteriore 20-30% presenta alcune caratteristiche della sindrome.
    • Distribuzione per sesso: La SFI colpisce maschi e femmine in egual misura.
    • Età di insorgenza: Le manifestazioni della SFI sono presenti fin dalla nascita.
Eziologia e Genetica
    • Eziologia: La causa principale della SFI è l’esposizione del feto alla fenitoina durante la gravidanza, in particolare durante il primo trimestre, periodo cruciale per lo sviluppo degli organi. Il meccanismo esatto con cui la fenitoina causa i difetti congeniti non è completamente compreso, ma si ritiene che possa interferire con l’assorbimento dell’acido folico, essenziale per la corretta formazione del tubo neurale e di altri tessuti.
    • Genetica: La SFI non è una malattia genetica ereditaria nel senso classico, ma la suscettibilità individuale agli effetti della fenitoina può essere influenzata da fattori genetici. Studi hanno dimostrato che variazioni in geni coinvolti nel metabolismo della fenitoina possono influenzare il rischio di sviluppare la sindrome.
Patogenesi

La fenitoina attraversa la placenta e raggiunge il feto, dove può interferire con diversi processi di sviluppo. Si ritiene che i meccanismi patogenetici principali includano:

      • Stress ossidativo: La fenitoina può aumentare la produzione di radicali liberi, che danneggiano le cellule e il DNA.
      • Alterazione della proliferazione e differenziazione cellulare: La fenitoina può interferire con la crescita e la specializzazione delle cellule, in particolare quelle del sistema nervoso e del tessuto connettivo.
      • Disfunzione mitocondriale: La fenitoina può compromettere la funzione dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule, con conseguente deficit energetico e morte cellulare.
Manifestazioni Cliniche

La SFI presenta un ampio spettro di manifestazioni cliniche, che possono variare da lievi a gravi. Le caratteristiche più comuni includono:

      • Disabilità intellettiva: Può variare da lieve a grave e può influenzare l’apprendimento, la comunicazione e le capacità di adattamento.
      • Ritardo dello sviluppo: I bambini con SFI possono presentare ritardi nell’acquisizione delle tappe fondamentali dello sviluppo, come camminare, parlare e controllare gli sfinteri.
      • Difetti craniofacciali:
          • Microcefalia: Circonferenza cranica inferiore alla media.
          • Ipertelorismo: Aumento della distanza tra gli occhi.
          • Epicanto: Pieghe cutanee che coprono l’angolo interno dell’occhio.
          • Ptosi palpebrale: Abbassamento della palpebra superiore.
          • Labbro leporino e/o palatoschisi: Fessura nel labbro superiore e/o nel palato.
          • Orecchie a basso impianto e malformate: Orecchie posizionate più in basso rispetto alla norma e con forma anomala.
          • Naso piccolo con ponte nasale piatto: Naso corto e con la radice del naso appiattita.
      • Anomalie degli arti:
          • Ipoplasia delle falangi distali: Sviluppo incompleto delle ultime falangi delle dita delle mani e dei piedi.
          • Iposviluppo delle unghie: Unghie piccole e sottili.
      • Difetti cardiaci: Come difetti del setto interatriale o interventricolare.
      • Anomalie genitali: Come ipospadia nei maschi.
      • Ernia ombelicale o inguinale: Protrusione di un organo o tessuto attraverso un punto debole della parete addominale.
      • Ritardo della crescita: Sia prenatale che postnatale.
      • Problemi comportamentali: Come iperattività, difficoltà di attenzione e disturbi dell’umore.
Procedimenti Diagnostici

La diagnosi di SFI si basa principalmente sulla storia clinica materna di esposizione alla fenitoina durante la gravidanza e sulla presenza di caratteristiche cliniche compatibili con la sindrome. Non esiste un test specifico per la SFI. Alcuni esami che possono essere utili per valutare le anomalie e le complicazioni associate alla sindrome includono:

      • Ecografia prenatale: Può identificare alcune anomalie fetali, come la microcefalia o i difetti cardiaci.
      • Esame obiettivo neonatale: Per identificare le caratteristiche fisiche della SFI.
      • Radiografie: Per valutare le anomalie scheletriche.
      • Ecocardiogramma: Per valutare la funzione cardiaca.
      • Valutazione dello sviluppo: Per identificare eventuali ritardi nello sviluppo psicomotorio.
      • Test genetici: Possono essere utili per escludere altre condizioni genetiche e per valutare la suscettibilità individuale agli effetti della fenitoina.
Prognosi

La prognosi per i bambini con SFI è variabile e dipende dalla gravità delle manifestazioni cliniche. Alcuni bambini possono presentare solo lievi anomalie fisiche e un ritardo dello sviluppo lieve, mentre altri possono avere disabilità intellettiva grave e multiple anomalie congenite.

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Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona
Ancona (AN)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Aosta (AO)
Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari
Bari (BA)
Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo
Benevento (BN)
Ospedale Centrale
Bolzano (BZ)
Presidio Ospedaliero del Levante Ligure – “Ospedale S.Andrea”
La Spezia (SP)
Ospedale San Raffaele
Milano (MI)
Ospedale S. Paolo
Milano (MI)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”
Napoli (NA)
Azienda Ospedale Università di Padova
Padova (PD)
 Ospedale Maggiore
Parma (PR)
Azienda Ospedaliera di Perugia
Perugia (PG)
Arcispedale S. Maria Nuova”
Reggio nell’Emilia (RE)
Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore
Roma (RM)
Azienda Ospedaliera Universitaria Siena
Siena (SI)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Torino (TO)
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara”
Trento (TN)
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo
Trieste (TS)
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”
Udine (UD)
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata
Verona (VR)
Farmaci Specifici

Non esiste un farmaco specifico per curare la Sindrome Fetale da Idantoina. I danni causati dall’esposizione alla fenitoina durante la gravidanza sono, purtroppo, irreversibili.

Tuttavia, a seconda dei sintomi specifici presentati dal bambino, possono essere prescritti farmaci per gestire le diverse problematiche:

      • Difetti cardiaci: Se il bambino presenta difetti cardiaci, potrebbero essere necessari farmaci per controllare la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna o per prevenire la formazione di coaguli di sangue. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.
      • Ritardo dello sviluppo: Per i bambini con ritardo dello sviluppo, possono essere utili farmaci per migliorare l’attenzione, il comportamento e l’apprendimento.
      • Problemi di crescita: In caso di problemi di crescita, potrebbero essere prescritti ormoni della crescita per aiutare il bambino a raggiungere un’altezza adeguata.
      • Convulsioni: Se il bambino sviluppa convulsioni, saranno necessari farmaci anticonvulsivanti. È importante sottolineare che la fenitoina non deve essere utilizzata in questi casi.
Altri Trattamenti

Oltre ai farmaci, altri trattamenti possono essere utili per gestire i sintomi della Sindrome Fetale da Idantoina:

      • Terapia fisica: La fisioterapia può aiutare a migliorare la forza muscolare, la coordinazione e l’equilibrio.
      • Terapia occupazionale: La terapia occupazionale può aiutare il bambino a sviluppare le capacità necessarie per svolgere le attività quotidiane, come vestirsi, mangiare e lavarsi.
      • Logopedia: La logopedia può aiutare a migliorare le capacità di comunicazione e linguaggio.
      • Intervento chirurgico: In alcuni casi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per correggere difetti fisici, come la labiopalatoschisi o i difetti cardiaci.
      • Supporto psicologico: Il supporto psicologico può essere utile per i genitori e per il bambino per affrontare le sfide emotive e sociali associate alla Sindrome Fetale da Idantoina.
Gestione della Malattia

La gestione della Sindrome Fetale da Idantoina richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti, tra cui:

      • Medico pediatra: Il pediatra coordina le cure del bambino e monitora la sua crescita e sviluppo.
      • Neurologo: Il neurologo valuta e gestisce eventuali problemi neurologici.
      • Cardiologo: Il cardiologo valuta e gestisce eventuali problemi cardiaci.
      • Genetista: Il genetista può fornire informazioni sulla sindrome e sul rischio di ricorrenza in future gravidanze.
      • Fisioterapista, terapista occupazionale e logopedista: Questi professionisti aiutano il bambino a sviluppare le sue capacità fisiche, cognitive e comunicative.