SINDROME DI WEST

MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO

NOTE INFORMATIVE
  

La Sindrome di West è una rara encefalopatia epilettica che si manifesta tipicamente nella prima infanzia.

Caratterizzata da una triade sintomatica specifica, questa condizione richiede una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo per mitigare i potenziali effetti a lungo termine sullo sviluppo neurologico del bambino.

Epidemiologia
    • Incidenza: La Sindrome di West colpisce circa 1 bambino su 2.500-4.000 nati vivi.
    • Distribuzione per sesso: È leggermente più comune nei maschi rispetto alle femmine.
    • Età di insorgenza: L’esordio tipico si verifica tra i 3 e i 7 mesi di età, con un picco intorno ai 5 mesi. Raramente può manifestarsi prima dei 3 mesi o dopo i 12 mesi.
Eziologia e Genetica

La Sindrome di West è una condizione eterogenea con molteplici cause potenziali. In circa il 70-80% dei casi, è possibile identificare una causa sottostante, mentre nel restante 20-30% dei casi la sindrome è considerata criptogenica (di origine sconosciuta).

Le cause più comuni includono:

      • Anomalie cerebrali strutturali: Malformazioni corticali, lesioni ischemiche, emorragie cerebrali, displasie, facomatosi.
      • Anomalie genetiche: Mutazioni in diversi geni, tra cui ARXCDKL5STXBP1TSC1TSC2. Queste mutazioni possono essere ereditate o verificarsi de novo.
      • Infezioni prenatali o perinatali: Citomegalovirus, toxoplasmosi, rosolia.
      • Errori congeniti del metabolismo: Fenilchetonuria, malattia delle urine a sciroppo d’acero.
      • Sindrome da deprivazione di ossigeno: Asfissia perinatale.
Patogenesi

La patogenesi della Sindrome di West non è ancora completamente compresa. Si ritiene che l’attività epilettica anomala, caratterizzata da scariche di onde lente (chiamate “ipsaritmia”) nell’elettroencefalogramma (EEG), interferisca con il normale sviluppo delle reti neuronali, portando a deficit cognitivi e motori.

Manifestazioni Cliniche

La Sindrome di West è caratterizzata da una triade sintomatica classica:

      • Spasmi infantili: Brevi contrazioni muscolari involontarie che coinvolgono in genere il tronco, gli arti superiori e il capo. Gli spasmi si presentano spesso in serie (cluster) e possono manifestarsi in diverse forme:
          • Flessione: Il bambino si piega in avanti, flettendo il capo e le braccia verso il petto.
          • Estensione: Il bambino si inarca all’indietro, estendendo le braccia e le gambe.
          • Miste: Combinazione di flessione ed estensione.
      • Regressione dello sviluppo psicomotorio: Arresto o perdita delle abilità precedentemente acquisite, come il sorriso sociale, il controllo del capo, la capacità di stare seduto.
      • Ipsaritmia: Un pattern EEG caratteristico, consistente in onde lente ad alto voltaggio e disorganizzate.
Procedimenti Diagnostici

La diagnosi di Sindrome di West si basa su:

      • Osservazione clinica: Valutazione degli spasmi infantili e della regressione dello sviluppo.
      • Elettroencefalogramma (EEG): Individuazione dell’ipsaritmia.
      • Neuroimaging: Risonanza magnetica (RM) o tomografia computerizzata (TC) per identificare eventuali anomalie cerebrali strutturali.
      • Test genetici: Analisi del DNA per identificare mutazioni genetiche associate alla Sindrome di West.
      • Esami metabolici: Per escludere errori congeniti del metabolismo.
Prognosi

La prognosi della Sindrome di West è variabile e dipende da diversi fattori, tra cui:

      • Eziologia: La presenza di una causa identificabile e trattabile può migliorare la prognosi.
      • Età di insorgenza: Un esordio più precoce è generalmente associato a una prognosi meno favorevole.
      • Gravità degli spasmi: Spasmi frequenti e intensi possono indicare una prognosi più sfavorevole.
      • Risposta al trattamento: Una buona risposta alla terapia può migliorare significativamente la prognosi.

In generale, la Sindrome di West ha un impatto significativo sullo sviluppo neurologico del bambino. Molti bambini presentano ritardo mentale, disturbi del linguaggio, difficoltà di apprendimento e epilessia farmacoresistente. Tuttavia, con una diagnosi precoce, un trattamento adeguato e un supporto multidisciplinare, alcuni bambini possono raggiungere uno sviluppo relativamente normale.

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Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona
Ancona (AN)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Aosta (AO)
Azienda Ospedaliera S.G. Moscati
Avellino (AV)
Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari
Bari (BA)
Ospedale “San Paolo”
Bari (BA)
Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo
Benevento (BN)
Ospedale Papa Giovanni XXIII
Bergamo (BG)
Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna
Bologna (BO)
Ospedale Centrale 
Bolzano (BZ)
IRCCS Eugenio Medea – Associazione La Nostra Famiglia
Bosisio Parini (LC)
Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini
Brescia (BS)
Presidio Ospedaliero “Di Summa – Perrino”
Brindisi (BR)
Azienda Ospedaliera G. Brotzu
Cagliari (CA)
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari
Cagliari (CA)
Azienda Ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano”
Caserta (CE)
Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”
Catania (CT)
Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto
Catanzaro (CZ)
Ospedale Policlinico SS. Annunziata
Chieti (CH)
Polo Regionale IRCCS “E. Medea”
Conegliano (TV)
Presidio Ospedaliero “ANNUNZIATA”
Cosenza (CS)
Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer
Firenze (FI)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti”
Foggia (FG)
Istituto Giannina Gaslini
Genova (GE)
Ospedale Policlinico San Martino
Genova (GE)
Ospedale “Vito Fazzi” 
Lecce (LE)
Presidio Ospedaliero di Mantova
Mantova (MN)
Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”
Messina (ME)
Ospedale Maggiore Policlinico
Milano (MI)
Istituto Neurologico Carlo Besta
Milano (MI)
Ospedale San Raffael
Milano (MI)
Ospedale Fatebenefratelli e oftalmico
Milano (MI)
Ospedale Niguarda
Milano (MI)
Ospedale S. Paolo
Milano (MI)
Ospedale dei Bambini V. Buzzi
Milano (MI)
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena
Modena (MO)
Ospedale San Gerardo
Monza (MB)
Azienda Ospedaliera Specialistica “Dei Colli”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”
Napoli (NA)
Azienda Ospedale Università di Padova
Padova (PD)
Policlinico San Matteo
Pavia (PV)
Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico “Fondazione Mondino”
Pavia (PV)
Azienda Ospedaliera di Perugia
Perugia (PG)
Ospedale Civile Spirito Santo
Pescara (PE)
Ospedale Santa Chiara
Pisa (PI)
IRCCS Stella Maris
Pisa (PI)
Presidio Ospedaliero di Pordenone
Pordenone (PN)
Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo
Potenza (PZ)
Istituto Neurologico Mediterraneo
Pozzilli (IS)
Ospedale di Ravenna
Ravenna (RA)
Arcispedale S. Maria Nuova
Reggio nell’Emilia (RE)
Policlinico Umberto I
Roma (RM)
Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore
Roma (RM)
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Roma (RM)
Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”
Salerno (SA)
Ospedale Sant’Anna
San Fermo della Battaglia (CO)
Casa Sollievo della Sofferenza
San Giovanni Rotondo (FG)
Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari
Sassari (SS)
Azienda Ospedaliera Universitaria Siena
Siena (SI)
Presidio Ospedaliero Centrale “SS. Annunziata”
Taranto (TA)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Torino (TO)
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara”
Trento (TN)
Polo Ospedaliero Ca’ Foncello
Treviso (TV)
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo
Trieste (TS)
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Associazione Oasi Maria SS. ONLUS
Troina (EN)
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”
Udine (UD)
Ospedale Polo Riabilitativo Provinciale
Verona (VR)
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata
Verona (VR)
Ospedale San Bortolo
Vicenza (VI)
Farmaci Specifici

L’obiettivo principale del trattamento farmacologico è controllare gli spasmi e migliorare lo sviluppo neurologico. I farmaci più comunemente utilizzati includono:

      • Ormone adrenocorticotropo (ACTH): considerato il trattamento di prima linea per la Sindrome di West, l’ACTH è un ormone steroideo che può ridurre significativamente la frequenza degli spasmi. Tuttavia, può avere effetti collaterali significativi, come ipertensione, aumento di peso e irritabilità.
      • Vigabatrin (Sabril): un farmaco antiepilettico efficace nel controllo degli spasmi, in particolare nei casi di sclerosi tuberosa. Può causare restringimento del campo visivo, quindi è necessario un monitoraggio oculistico regolare.
      • Prednisolone: un corticosteroide con un’efficacia simile all’ACTH, ma con un profilo di effetti collaterali potenzialmente più favorevole.
      • Benzodiazepine: come il clonazepam e il nitrazepam, possono essere utilizzate in combinazione con altri farmaci per controllare gli spasmi.
      • Altri farmaci antiepilettici: come la lamotrigina, il topiramato e il valproato, possono essere considerati in caso di resistenza ai trattamenti di prima linea o per il controllo di altri tipi di crisi epilettiche.

La scelta del farmaco e del dosaggio dipende da diversi fattori, tra cui l’età del bambino, l’eziologia della Sindrome di West e la presenza di altre condizioni mediche.

Altri Trattamenti

Oltre alla terapia farmacologica, altri trattamenti possono essere utili per la gestione della Sindrome di West:

      • Dieta chetogenica: una dieta ricca di grassi e povera di carboidrati che può aiutare a controllare le crisi epilettiche in alcuni bambini.
      • Terapia fisica e occupazionale: per migliorare le capacità motorie, la coordinazione e l’autonomia.
      • Logopedia: per favorire lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione.
      • Supporto psicologico: per i genitori e la famiglia, per affrontare le sfide emotive e pratiche associate alla Sindrome di West.
      • Chirurgia: in casi selezionati, come la presenza di una lesione cerebrale focale, la chirurgia può essere un’opzione per ridurre la frequenza delle crisi.
Gestione della Malattia

La gestione della Sindrome di West richiede un approccio olistico che tenga conto delle esigenze individuali del bambino e della sua famiglia. È fondamentale:

      • Una diagnosi precoce: per iniziare il trattamento il prima possibile e migliorare la prognosi.
      • Un monitoraggio regolare: per valutare l’efficacia del trattamento e gestire gli effetti collaterali.
      • Un supporto continuo: da parte di un team multidisciplinare di professionisti sanitari.
      • L’educazione e la formazione: per i genitori e i caregiver, per comprendere la Sindrome di West e le sue implicazioni.