SINDROME DI SCHMIDT

MALATTIE DELLE GHIANDOLE ENDOCRINE

NOTE INFORMATIVE
  

La Sindrome di Schmidt, nota anche come poliendocrinopatia autoimmune di tipo 2 (APS-2), è una malattia rara caratterizzata dalla disfunzione di più ghiandole endocrine a causa di un attacco autoimmune.

Epidemiologia
    • Incidenza: La sindrome di Schmidt è una malattia rara, con un’incidenza stimata di 1-2 casi per 100.000 persone all’anno.
    • Distribuzione per sesso: Colpisce prevalentemente le donne, con un rapporto femmine:maschi di circa 3:1.
    • Età di insorgenza: L’esordio si verifica generalmente in età adulta, con un picco di incidenza intorno ai 30 anni, ma può manifestarsi anche in età pediatrica o senile.
Eziologia e Genetica

La sindrome di Schmidt ha una patogenesi autoimmune, il che significa che il sistema immunitario attacca erroneamente i tessuti del proprio organismo, in questo caso le ghiandole endocrine.

      • Fattori genetici: La predisposizione genetica gioca un ruolo importante. Alcuni geni, in particolare quelli del complesso maggiore di istocompatibilità (HLA), sono fortemente associati alla malattia. In particolare, gli alleli HLA-DR3 e HLA-DR4 sono presenti nella maggior parte dei pazienti. Tuttavia, la sindrome di Schmidt non segue un modello di ereditarietà mendeliana semplice, suggerendo che siano coinvolti fattori poligenici e ambientali.
      • Fattori ambientali: Alcuni fattori ambientali, come infezioni virali, stress e carenze nutrizionali, potrebbero contribuire allo sviluppo della malattia in individui geneticamente predisposti.
Patogenesi

La patogenesi della sindrome di Schmidt è complessa e non completamente compresa. Si ritiene che una combinazione di fattori genetici e ambientali porti all’attivazione di linfociti T autoreattivi che attaccano le ghiandole endocrine. Questi linfociti, insieme ad autoanticorpi specifici, causano la distruzione progressiva del tessuto ghiandolare e la conseguente insufficienza ormonale.

Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche della sindrome di Schmidt sono variabili e dipendono dalle ghiandole endocrine coinvolte e dalla gravità dell’insufficienza ormonale. I sintomi più comuni includono:

      • Morbo di Addison: astenia, debolezza muscolare, perdita di peso, ipotensione, iperpigmentazione cutanea, nausea, vomito, dolori addominali.
      • Tiroidite autoimmune: ipotiroidismo (stanchezza, aumento di peso, intolleranza al freddo, stipsi, depressione) o ipertiroidismo (nervosismo, perdita di peso, palpitazioni, tremori, intolleranza al caldo).
      • Diabete mellito di tipo 1: sete eccessiva, poliuria, perdita di peso, fame eccessiva, visione offuscata.

Oltre a queste manifestazioni, possono essere presenti sintomi legati ad altre patologie autoimmuni associate, come:

      • Vitiligine: perdita di pigmentazione cutanea.
      • Anemia perniciosa: anemia causata da un deficit di vitamina B12.
      • Gastrite autoimmune: infiammazione cronica della mucosa gastrica.
      • Alopecia areata: perdita di capelli a chiazze.
      • Ipoparatiroidismo: bassi livelli di calcio nel sangue, con conseguenti crampi muscolari, tetania e convulsioni.
Procedimenti Diagnostici

La diagnosi di sindrome di Schmidt si basa su:

      • Anamnesi: raccolta dei sintomi e della storia familiare.
      • Esame obiettivo: valutazione dei segni clinici.
      • Esami di laboratorio:
          • Dosaggio ormonale: per valutare la funzionalità delle ghiandole endocrine (cortisolo, ACTH, ormoni tiroidei, insulina, glicemia, calcio, paratormone).
          • Ricerca di autoanticorpi: per confermare la natura autoimmune della malattia (anticorpi anti-tiroide, anticorpi anti-surrene, anticorpi anti-isole pancreatiche).
      • Esami strumentali:
          • Ecografia tiroidea: per valutare la morfologia della tiroide.
          • TC o RMN surrenali: per visualizzare le ghiandole surrenali.
Prognosi

La prognosi della sindrome di Schmidt è generalmente buona se la diagnosi è tempestiva e la terapia adeguata. La terapia si basa sulla sostituzione ormonale per correggere l’insufficienza delle ghiandole endocrine colpite.

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Brescia (BS)
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Genova (GE)
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Milano (MI)
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Milano (MI)
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Milano (MI)
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Modena (MO)
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Napoli (NA)
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Napoli (NA)
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Napoli (NA)
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Padova (PD)
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Pavia (PV)
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Pisa (PI)
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Pisa (PI)
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Roma (RM)
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Roma (RM)
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Roma (RM)
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Roma (RM)
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Salerno (SA)
Ospedale Sant’Anna
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Siena (SI)
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Torino (TO)
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Trento (TN)
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Trieste (TS)
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Udine (UD)
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Verona (VR)
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Vicenza (VI)
Farmaci Specifici

I farmaci principali per la gestione della Sindrome di Schmidt sono:

      • Farmaci antitiroidei:
          • Metimazolo e propiltiouracile: inibiscono la produzione di ormoni tiroidei. Sono utilizzati per controllare l’ipertiroidismo e possono migliorare l’oftalmopatia.
          • Effetti collaterali: rash cutaneo, prurito, disturbi gastrointestinali, raramente agranulocitosi (grave diminuzione dei globuli bianchi).
      • Beta-bloccanti: come il propranololo, alleviano i sintomi dell’ipertiroidismo come palpitazioni, tremori e ansia.
      • Corticosteroidi: come il prednisone, sono potenti antinfiammatori utilizzati per trattare l’oftalmopatia infiltrativa, soprattutto nelle fasi acute e gravi.
          • Effetti collaterali: aumento di peso, iperglicemia, osteoporosi, disturbi del sonno.
      • Immunosoppressori: come l’azatioprina e la ciclosporina, possono essere utilizzati in casi di oftalmopatia grave e resistente ai corticosteroidi.
          • Effetti collaterali: tossicità epatica e renale, aumento del rischio di infezioni.
      • Acido ialuronico: iniezioni di acido ialuronico possono essere utili per migliorare la mobilità oculare e ridurre la diplopia (visione doppia) nei pazienti con oftalmopatia.
Altri Trattamenti

Oltre ai farmaci, altri trattamenti per la Sindrome di Schmidt includono:

      • Radioiodio: distrugge le cellule tiroidee iperattive, portando all’ipotiroidismo che viene poi gestito con la terapia ormonale sostitutiva.
      • Chirurgia: la tiroidectomia (asportazione della tiroide) può essere indicata in alcuni casi, soprattutto in presenza di gozzo voluminoso o sospetto di cancro alla tiroide.
      • Terapia orbitaria: in caso di oftalmopatia grave, possono essere necessari interventi chirurgici per decomprimere l’orbita, proteggere il nervo ottico e migliorare l’aspetto estetico.
          • Decompressione orbitaria: rimozione di parte delle ossa dell’orbita per creare più spazio per i tessuti infiammati.
          • Chirurgia dei muscoli extraoculari: correzione dello strabismo e della diplopia.
          • Blefaroplastica: correzione delle palpebre retratte.
Gestione della Malattia

La gestione della Sindrome di Schmidt richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge endocrinologi, oftalmologi, radiologi e altri specialisti. È fondamentale:

      • Controllare l’ipertiroidismo: con farmaci antitiroidei o radioiodio, per prevenire complicanze cardiache e ossee.
      • Gestire l’oftalmopatia infiltrativa: con corticosteroidi, immunosoppressori o chirurgia, per preservare la vista e migliorare la qualità di vita.
      • Proteggere gli occhi: con lubrificanti oculari, occhiali da sole e, se necessario, lenti prismatiche per correggere la diplopia.
      • Smettere di fumare: il fumo peggiora significativamente l’oftalmopatia.
      • Monitoraggio regolare: con visite endocrinologiche e oftalmologiche periodiche per valutare l’evoluzione della malattia e adattare la terapia.
      • Supporto psicologico: la Sindrome di Schmidt può avere un impatto significativo sulla qualità di vita, quindi è importante offrire supporto psicologico ai pazienti.