SINDROME DI RETT

MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO

NOTE INFORMATIVE
  

La Sindrome di Rett (RTT) è una malattia neurologica rara che colpisce quasi esclusivamente le femmine. È caratterizzata da uno sviluppo apparentemente normale nei primi 6-18 mesi di vita, seguito da una regressione con perdita delle capacità acquisite, in particolare del linguaggio e dell’uso funzionale delle mani.

La RTT è una delle cause più comuni di grave disabilità intellettiva nelle bambine.

Epidemiologia
    • Incidenza: La sindrome di Rett colpisce circa 1 bambina su 10.000 nate vive.
    • Distribuzione per sesso: La RTT è causata da mutazioni in un gene legato al cromosoma X. Le femmine, avendo due cromosomi X, hanno una probabilità molto maggiore di ereditare una mutazione in questo gene. I maschi con una mutazione nel gene MECP2 di solito muoiono poco dopo la nascita o presentano una grave encefalopatia neonatale.
Eziologia e Genetica

La RTT è causata nella maggior parte dei casi da mutazioni nel gene MECP2 (methyl-CpG binding protein 2), situato sul cromosoma X. Questo gene codifica per una proteina che regola l’espressione di altri geni importanti per lo sviluppo e la funzione del cervello. Le mutazioni in MECP2 alterano la produzione o la funzione di questa proteina, con conseguenti anomalie nello sviluppo del sistema nervoso.

Patogenesi

La proteina MeCP2 si lega a specifiche regioni del DNA e regola l’espressione genica, agendo come un “interruttore” che accende o spegne i geni. Le mutazioni in MECP2 compromettono questa funzione, causando un’espressione genica anomala in diverse aree del cervello, in particolare nella corteccia cerebrale, nell’ippocampo e nel cervelletto. Queste alterazioni portano a una serie di problemi nello sviluppo e nella funzione neuronale, con conseguente regressione delle capacità cognitive e motorie.

Manifestazioni Cliniche

La RTT si manifesta in quattro stadi principali:

      1. Stadio di Arresto dello Sviluppo (6-18 mesi): Rallentamento o arresto dello sviluppo psicomotorio, diminuzione dell’interesse per l’ambiente circostante, rallentamento della crescita della testa.

      2. Stadio di Regressione Rapida (1-4 anni): Perdita delle capacità acquisite, come il linguaggio e l’uso funzionale delle mani, comparsa di movimenti stereotipati delle mani (torsioni, battiti, “lavaggio” delle mani), irritabilità, disturbi del sonno, difficoltà respiratorie, perdita di coordinazione motoria.

      3. Stadio di Pseudo-Stazionario (2-10 anni): Miglioramento del comportamento, riduzione dell’irritabilità, miglioramento del contatto visivo e della comunicazione non verbale. Tuttavia, persistono i problemi motori, le difficoltà di linguaggio e le disabilità intellettive.

      4. Stadio di Deterioramento Motorio Tardo (oltre i 10 anni): Progressiva riduzione della mobilità, scoliosi, debolezza muscolare, spasticità. Le capacità cognitive e comunicative tendono a rimanere stabili.

Procedimenti Diagnostici

La diagnosi di RTT si basa principalmente sulla valutazione clinica dei sintomi e sull’osservazione del decorso della malattia. I criteri diagnostici includono la presenza di uno sviluppo iniziale normale seguito da una regressione con perdita delle capacità acquisite, movimenti stereotipati delle mani, disturbi della comunicazione e del comportamento. L’analisi genetica per identificare mutazioni nel gene MECP2 conferma la diagnosi nella maggior parte dei casi.

Prognosi

La RTT è una malattia cronica e progressiva che porta a grave disabilità. Non esiste una cura, ma le terapie di supporto, come la fisioterapia, la logopedia e la terapia occupazionale, possono aiutare a migliorare la qualità di vita delle pazienti e a gestire i sintomi. L’aspettativa di vita è ridotta, ma molte persone con RTT vivono fino all’età adulta con cure adeguate.

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Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona
Ancona (AN)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Aosta (AO)
Azienda Ospedaliera S.G. Moscati
Avellino (AV)
Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari
Bari (BA)
Ospedale “San Paolo”
Bari (BA)
Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo
Benevento (BN)
Policlinico – S.Orsola Malpighi
Bologna (BO)
Ospedale Centrale 
Bolzano (BZ)
Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini
Brescia (BS)
I.R.C.C.S. “Eugenio Medea”
Brindisi (BR)
Azienda Ospedaliera G. Brotzu
Cagliari (CA)
Azienda Ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano”
Caserta (CE)
Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”
Catania (CT)
Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto
Catanzaro (CZ)
Ospedale Policlinico SS. Annunziata
Chieti (CH)
Polo Regionale IRCCS “E. Medea”
Conegliano (TV)
Presidio Ospedaliero “ANNUNZIATA”
Cosenza (CS)
Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi
Firenze (FI)
Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer
Firenze (FI)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti”
Foggia (FG)
Ente Ospedaliero Ospedali Galliera
Genova (GE)
Istituto Giannina Gaslini
Genova (GE)
Ospedale Policlinico San Martino
Genova (GE)
Presidio Ospedaliero di Mantova
Mantova (MN)
Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”
Messina (ME)
Istituto Neurologico Carlo Besta
Milano (MI)
Istituto Auxologico Italiano
Milano (MI)
Ospedale Fatebenefratelli e oftalmico
Milano (MI)
Ospedale Niguarda
Milano (MI)
Ospedale S. Paolo
Milano (MI)
Ospedale dei Bambini V. Buzzi
Milano (MI)
AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera Specialistica “Dei Colli”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”
Napoli (NA)
Azienda Ospedale Università di Padova
Padova (PD)
Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico “Fondazione Mondino”
Pavia (PV)
Azienda Ospedaliera di Perugia
Perugia (PG)
Ospedale Civile Spirito Santo
Pescara (PE)
Ospedale Santa Corona
Pietra Ligure (SV)
Ospedale Santa Chiara
Pisa (PI)
IRCCS Stella Maris
Pisa (PI)
Presidio Ospedaliero di Pordenone
Pordenone (PN)
Istituto Neurologico Mediterraneo
Pozzilli (IS)
Ospedali Riuniti di Reggio Calabria
Reggio di Calabria (RC)
Arcispedale S. Maria Nuova
Reggio nell’Emilia (RE)
Policlinico Umberto I
Roma (RM)
Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore
Roma (RM)
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Roma (RM)
Policlinico Tor Vergata
Roma (RM)
Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”
Salerno (SA)
Ospedale Sant’Anna
San Fermo della Battaglia (CO)
Casa Sollievo della Sofferenza
San Giovanni Rotondo (FG)
Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari
Sassari (SS)
Azienda Ospedaliera Universitaria Siena
Siena (SI)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Torino (TO)
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara”
Trento (TN)
Polo Ospedaliero Ca’ Foncello
Treviso (TV)
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo
Trieste (TS)
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Associazione Oasi Maria SS. ONLUS
Troina (EN)
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”
Udine (UD)
Ospedale Polo Riabilitativo Provinciale
Verona (VR)
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata
Verona (VR)
Ospedale San Bortolo
Vicenza (VI)
Farmaci specifici

Non esistono farmaci specifici per la RTT, ma alcuni farmaci possono essere utilizzati per trattare i sintomi associati alla malattia, come:

      • Epilessia: Le convulsioni sono comuni nella RTT. Farmaci antiepilettici come il valproato, la lamotrigina e il topiramato possono essere utilizzati per controllare le crisi.
      • Disturbi del sonno: Molte ragazze con RTT soffrono di disturbi del sonno. La melatonina può essere utile per regolare il ciclo sonno-veglia.
      • Problemi gastrointestinali: Stitichezza, reflusso gastroesofageo e altri problemi gastrointestinali sono frequenti nella RTT. Lassativi, antiacidi e procinetici possono essere prescritti per alleviare questi sintomi.
      • Disturbi del movimento: La levodopa e altri farmaci dopaminergici possono essere utilizzati per migliorare la rigidità e la distonia.
      • Ansia e agitazione: Benzodiazepine come il lorazepam o antipsicotici a basso dosaggio come la risperidona possono essere utili per controllare l’ansia e l’agitazione.
Altri trattamenti

Oltre alla terapia farmacologica, diverse terapie non farmacologiche possono essere utili per migliorare la qualità di vita delle persone con RTT:

      • Fisioterapia: La fisioterapia è essenziale per mantenere la mobilità, prevenire le contratture muscolari e migliorare la postura.
      • Terapia occupazionale: La terapia occupazionale aiuta a sviluppare le capacità di autonomia nelle attività quotidiane, come vestirsi, mangiare e lavarsi.
      • Logopedia: La logopedia può aiutare a migliorare la comunicazione, sia verbale che non verbale, attraverso l’utilizzo di sistemi di comunicazione aumentativa e alternativa (CAA).
      • Musicoterapia: La musicoterapia può favorire il rilassamento, la comunicazione e l’interazione sociale.
      • Idroterapia: L’idroterapia può aiutare a migliorare il tono muscolare, la coordinazione e l’equilibrio.
      • Supporto nutrizionale: Le difficoltà di alimentazione sono comuni nella RTT. Un supporto nutrizionale adeguato è fondamentale per garantire una crescita sana e prevenire la malnutrizione.
Gestione della malattia

La gestione della RTT richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge medici, terapisti, educatori e familiari. È importante:

      • Effettuare una diagnosi precoce: Una diagnosi precoce consente di iniziare tempestivamente le terapie e migliorare la prognosi.
      • Monitorare regolarmente la salute della paziente: Controlli medici periodici sono essenziali per valutare lo stato di salute generale e gestire eventuali complicanze.
      • Fornire un supporto educativo adeguato: Le ragazze con RTT hanno bisogno di un supporto educativo individualizzato che tenga conto delle loro specifiche esigenze.
      • Offrire supporto psicologico alla famiglia: La RTT può avere un impatto significativo sulla famiglia. Un supporto psicologico può aiutare i genitori e i familiari ad affrontare le sfide emotive e pratiche legate alla malattia.