SINDROME DI ONDINE

MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO

NOTE INFORMATIVE
  

La Sindrome di Ondine, nota anche come Ipoventilazione Centrale Congenita (CCHS), è una rara malattia genetica che colpisce il sistema nervoso autonomo, compromettendo la capacità del corpo di regolare automaticamente la respirazione, in particolare durante il sonno.

Epidemiologia

La CCHS è una malattia estremamente rara, con una prevalenza stimata di circa 1 caso ogni 200.000 nati vivi. Non sembra esserci una predisposizione di genere o etnia.

Eziologia e Genetica

La CCHS è causata da mutazioni nel gene PHOX2B, situato sul cromosoma 4. Questo gene codifica per un fattore di trascrizione che svolge un ruolo cruciale nello sviluppo del sistema nervoso autonomo, in particolare dei neuroni che controllano la respirazione. Le mutazioni in PHOX2B possono alterare la funzione di questi neuroni, compromettendo la capacità del cervello di rilevare i livelli di CO2 nel sangue e di regolare di conseguenza la respirazione.

Patogenesi

La patogenesi della CCHS è complessa e non ancora completamente compresa. Le mutazioni in PHOX2B sembrano interferire con lo sviluppo e la funzione dei chemocettori centrali, i neuroni situati nel tronco encefalico che rilevano i livelli di CO2 nel sangue e inviano segnali ai muscoli respiratori per aumentare o diminuire la ventilazione. In assenza di un corretto funzionamento di questi chemocettori, il corpo non è in grado di rispondere adeguatamente alle variazioni di CO2, con conseguente ipoventilazione, soprattutto durante il sonno.

Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche della CCHS possono variare da lievi a gravi. I sintomi più comuni includono:

      • Apnea notturna: episodi di arresto respiratorio durante il sonno.
      • Cianosi: colorazione bluastra della pelle e delle mucose, dovuta alla mancanza di ossigeno nel sangue.
      • Sonnolenza diurna: eccessiva stanchezza e difficoltà a rimanere svegli durante il giorno.
      • Difficoltà di alimentazione: problemi nella suzione e nella deglutizione, che possono portare a malnutrizione.
      • Stipsi: difficoltà nell’evacuazione delle feci, dovuta a un’alterazione della motilità intestinale.
      • Disturbi del ritmo cardiaco: alterazioni della frequenza cardiaca, come bradicardia (rallentamento del battito cardiaco) o tachicardia (accelerazione del battito cardiaco).
      • Strabismo: deviazione degli occhi, dovuta a un’alterazione del controllo muscolare oculare.
Procedimenti Diagnostici

La diagnosi di CCHS si basa sulla combinazione di diversi elementi, tra cui:

      • Storia clinica e familiare: raccolta di informazioni sui sintomi del paziente e sulla presenza di casi simili in famiglia.
      • Esame obiettivo: valutazione dei segni clinici, come cianosi e difficoltà respiratorie.
      • Polisonnografia: registrazione delle attività cerebrali, respiratorie e cardiache durante il sonno, per identificare eventuali episodi di apnea.
      • Emogasanalisi: misurazione dei livelli di ossigeno e anidride carbonica nel sangue.
      • Test genetico: analisi del DNA per identificare mutazioni nel gene PHOX2B.
Prognosi

La prognosi della CCHS dipende dalla gravità della malattia e dalla tempestività della diagnosi e del trattamento. La ventilazione meccanica notturna, generalmente tramite ventilazione a pressione positiva non invasiva (NIV), è il trattamento principale e consente ai pazienti di respirare adeguatamente durante il sonno, prevenendo le complicanze dell’ipoventilazione.

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Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona
Ancona (AN)
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Aosta (AO)
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Avellino (AV)
Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo
Benevento (BN)
Policlinico – S.Orsola Malpighi
Bologna (BO)
Ospedale Centrale 
Bolzano (BZ)
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Azienda Ospedaliera G. Brotzu
Cagliari (CA)
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari
Cagliari (CA)
Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”
Catania (CT)
Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi
Firenze (FI)
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Genova (GE)
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Milano (MI)
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Napoli (NA)
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Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”
Napoli (NA)
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Nuoro (NU)
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Padova (PD)
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Palermo (PA)
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Perugia (PG)
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Pisa (PI)
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Pordenone (PN)
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Roma (RM)
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Roma (RM)
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Roma (RM)
Policlinico Tor Vergata
Roma (RM)
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Salerno (SA)
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San Fermo della Battaglia (CO)
Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari
Sassari (SS)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Torino (TO)
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara”
Trento (TN)
Polo Ospedaliero Ca’ Foncello
Treviso (TV)
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo
Trieste (TS)
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”
Udine (UD)
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata
Verona (VR)
Ospedale San Bortolo
Vicenza (VI)
Farmaci Specifici

Al momento, non esiste una cura per la Sindrome di Ondine, ma alcuni farmaci possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita:

      • Stimolanti respiratori: come il doxapram e il caffeine citrato, possono aiutare a stimolare la respirazione durante il giorno e ridurre la necessità di ventilazione assistita.
      • Acetazolamide: un diuretico che può aiutare a ridurre l’accumulo di anidride carbonica nel sangue, migliorando la respirazione.
      • Farmaci per l’ipertensione polmonare: nel caso in cui la CCHS causi ipertensione polmonare, possono essere prescritti farmaci specifici per questa condizione.

È importante sottolineare che l’uso di questi farmaci deve essere attentamente valutato e monitorato da un medico specialista, in quanto possono avere effetti collaterali e la loro efficacia varia da persona a persona.

Altri Trattamenti

Il trattamento principale per la Sindrome di Ondine è la ventilazione meccanica, che può essere:

      • Ventilazione meccanica non invasiva (NIV): utilizzata principalmente durante il sonno, prevede l’utilizzo di una maschera che fornisce aria pressurizzata ai polmoni.
      • Ventilazione meccanica invasiva: nei casi più gravi, può essere necessaria la tracheotomia e la ventilazione meccanica tramite un ventilatore.

Oltre alla ventilazione meccanica, altri trattamenti possono includere:

      • Ossigenoterapia: per aumentare i livelli di ossigeno nel sangue.
      • Monitoraggio cardiorespiratorio: per monitorare la respirazione e la frequenza cardiaca, soprattutto durante il sonno.
      • Chirurgia: in alcuni casi, può essere necessario un intervento chirurgico per correggere eventuali anomalie anatomiche che contribuiscono ai problemi respiratori.
      • Terapia fisica e occupazionale: per migliorare la forza muscolare, la coordinazione e l’autonomia nelle attività quotidiane.
      • Supporto psicologico: per aiutare i pazienti e le loro famiglie a gestire l’impatto emotivo e sociale della malattia.
Gestione della Malattia

La gestione della Sindrome di Ondine richiede un approccio olistico che coinvolge diversi aspetti:

      • Monitoraggio costante: visite mediche regolari, monitoraggio cardiorespiratorio a domicilio e controlli periodici sono fondamentali per valutare l’evoluzione della malattia e adattare il trattamento.
      • Adesione al trattamento: è essenziale seguire scrupolosamente le indicazioni del medico riguardo alla ventilazione meccanica, all’assunzione dei farmaci e alle altre terapie.
      • Stile di vita sano: una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e l’astensione dal fumo possono contribuire a migliorare la salute generale e la funzione respiratoria.
      • Supporto familiare e sociale: la Sindrome di Ondine ha un impatto significativo sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie. Il supporto psicologico, i gruppi di sostegno e le associazioni di pazienti possono offrire un aiuto prezioso per affrontare le sfide quotidiane.