SINDROME DI HUNTER

MALATTIE DEL METABOLISMO

NOTE INFORMATIVE
  

La Sindrome di Hunter, nota anche come Mucopolisaccaridosi di tipo II (MPS II), è una rara malattia genetica che causa l’accumulo lisosomiale determinato dalla deficienza dell’enzima iduronato-2-sulfatasi (I2S).

Questo enzima è essenziale per la degradazione dei glicosaminoglicani (GAG), componenti fondamentali del tessuto connettivo. La mancanza di I2S porta all’accumulo di GAG nelle cellule, con conseguenti danni progressivi a vari organi e tessuti.

Epidemiologia
    • Incidenza: La Sindrome di Hunter è una malattia rara, con un’incidenza stimata di circa 1 caso ogni 100.000-170.000 nati maschi.
    • Distribuzione: La malattia colpisce prevalentemente i maschi, poiché il gene responsabile si trova sul cromosoma X. Le femmine possono essere portatrici sane o presentare una forma più lieve della malattia.
    • Ereditarietà: La Sindrome di Hunter è una malattia ereditaria recessiva legata al cromosoma X. Ciò significa che un maschio eredita la malattia dalla madre portatrice, mentre una femmina la eredita solo se entrambi i genitori sono portatori del gene difettoso.
Eziologia e Genetica
    • Gene coinvolto: La Sindrome di Hunter è causata da mutazioni nel gene IDS, situato sul cromosoma Xq28. Questo gene codifica per l’enzima iduronato-2-sulfatasi (I2S).
    • Mutazioni: Sono state identificate oltre 300 diverse mutazioni nel gene IDS, che possono portare a una completa assenza o a una riduzione dell’attività dell’enzima I2S.
    • Conseguenze genetiche: Le mutazioni nel gene IDS causano una deficienza dell’enzima I2S, che a sua volta porta all’accumulo di GAG nelle cellule.
Patogenesi
    • Accumulo di GAG: La mancanza dell’enzima I2S impedisce la corretta degradazione dei GAG, che si accumulano nei lisosomi delle cellule.
    • Danni cellulari: L’accumulo di GAG nei lisosomi causa disfunzioni cellulari e danni progressivi a vari organi e tessuti, tra cui:
      • Sistema nervoso centrale
      • Scheletro
      • Cuore
      • Vie respiratorie
      • Fegato
      • Milza
Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche della Sindrome di Hunter sono molto variabili, sia in termini di gravità che di età di insorgenza. La malattia può presentarsi in due forme principali:

    • Forma grave (o neuronopatica): caratterizzata da un progressivo deterioramento neurologico, con ritardo mentale, deficit cognitivi, disturbi del comportamento e perdita delle capacità motorie.
    • Forma lieve (o non-neuronopatica): caratterizzata da un coinvolgimento prevalentemente fisico, con sintomi come deformità scheletriche, problemi respiratori, cardiopatie e epatosplenomegalia.

Sintomi comuni:

    • Aspetto fisico caratteristico:
      • Facies coarse (volto grossolano) con fronte prominente, naso largo e labbra spesse
      • Macrocefalia (testa grande)
      • Lingua ingrossata
      • Addome prominente a causa dell’epatosplenomegalia
    • Ritardo dello sviluppo: difficoltà nell’apprendimento, ritardo del linguaggio e ritardo motorio
    • Problemi respiratori: ostruzioni delle vie aeree, infezioni respiratorie ricorrenti, apnea notturna
    • Problemi cardiaci: cardiomiopatia, valvulopatie
    • Problemi scheletrici: deformità ossee, displasia dell’anca, cifoscoliosi
    • Problemi articolari: rigidità articolare, dolore, limitazione dei movimenti
    • Disturbi del comportamento: iperattività, aggressività, disturbi del sonno
    • Perdita dell’udito: sordità progressiva
    • Problemi alla vista: opacità corneale
Procedimenti Diagnostici

La diagnosi della Sindrome di Hunter si basa su:

    • Esame obiettivo: valutazione dei sintomi e dei segni clinici
    • Anamnesi familiare: ricerca di casi simili in famiglia
    • Test enzimatici: misurazione dell’attività dell’enzima I2S nel sangue o nei leucociti
    • Analisi delle urine: ricerca di GAG nelle urine
    • Test genetici: analisi del gene IDS per identificare eventuali mutazioni
    • Imaging: radiografie, TAC, risonanza magnetica per valutare il coinvolgimento degli organi interni
Prognosi

La prognosi della Sindrome di Hunter varia in base alla gravità della malattia.

    • Forma grave: i pazienti con la forma grave hanno un’aspettativa di vita ridotta, generalmente tra i 10 e i 20 anni. La morte è spesso causata da complicazioni respiratorie o cardiache.
    • Forma lieve: i pazienti con la forma lieve hanno un’aspettativa di vita più lunga, potendo raggiungere l’età adulta. Tuttavia, la qualità della vita può essere compromessa dai sintomi della malattia.

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Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona
Ancona (AN)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Aosta (AO)
Istituto Ortopedico Rizzoli
Bagheria (PA)
Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari
Bari (BA)
Policlinico – S.Orsola Malpighi 
Bologna (BO)
Ospedale Centrale 
Bolzano (BZ)
Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini
Brescia (BS)
Azienda Ospedaliera G. Brotzu
Cagliari (CA)
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari
Cagliari (CA)
A.S.Re.M – Policlinico Ospedaliero ” A.Cardarelli”
Campobasso (CB)
Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”
Catania (CT)
Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto
Catanzaro (CZ)
Ospedale Policlinico SS. Annunziata
Chieti (CH)
Azienda Ospedaliera di Cosenza – Presidio Ospedaliero “ANNUNZIATA”
Cosenza (CS)
Istituto Giannina Gaslini
Genova (GE)
Ospedale Maggiore Policlinico
Milano (MI)
Ospedale S. Paolo
Milano (MI)
Ospedale dei Bambini V. Buzzi
Milano (MI)
Ospedale S.Agostino Estense di Baggiovara
Modena (MO)
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena
Modena (MO)
Ospedale San Gerardo
Monza (MB)
AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”
Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”
Napoli (NA)
Azienda Ospedale Università di Padova
Padova (PD)
ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli
Palermo (PA)
Policlinico Paolo Giaccone
Palermo (PA)
Policlinico San Matteo
Pavia (PV)
Azienda Ospedaliera di Perugia
Perugia (PG)
Ospedale Civile Spirito Santo
Pescara (PE)
Ospedale Guglielmo da Saliceto
Piacenza (PC)
Ospedale Cisanello
Pisa (PI)
Ospedale Santa Chiara
Pisa (PI)
Presidio Ospedaliero di Pordenone
Pordenone (PN)
Policlinico Umberto I
Roma (RM)
Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore
Roma (RM)
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Roma (RM)
Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”
Salerno (SA)
Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari
Sassari (SS)
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta
Torino (TO)
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara”
Trento (TN)
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo
Trieste (TS)
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”
Udine (UD)
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata
Verona (VR)
Farmaci Specifici

Il farmaco principale per la Sindrome di Hunter è l’idursulfasi (Elaprase®), una terapia enzimatica sostitutiva (ERT) che fornisce l’enzima I2S mancante. L’idursulfasi viene somministrata per via endovenosa settimanalmente e può aiutare a rallentare la progressione della malattia, migliorare la funzionalità respiratoria, la mobilità articolare e ridurre le dimensioni del fegato e della milza.

È importante notare che l’ERT non può attraversare la barriera emato-encefalica, quindi non è efficace nel trattamento dei sintomi neurologici.

Altri Trattamenti

Oltre all’ERT, altri trattamenti per la Sindrome di Hunter possono includere:

    • Trapianto di midollo osseo: può essere efficace nel rallentare la progressione della malattia, soprattutto nei pazienti con forme neurologiche. Tuttavia, il trapianto di midollo osseo comporta rischi significativi e non è adatto a tutti i pazienti.
    • Terapia genica: è in fase di studio e potrebbe offrire una soluzione a lungo termine per la Sindrome di Hunter. La terapia genica mira a fornire una copia funzionale del gene IDS alle cellule del paziente, consentendo la produzione dell’enzima I2S.
    • Trattamento sintomatico: si concentra sulla gestione delle specifiche manifestazioni della malattia, come:
      • Fisioterapia e terapia occupazionale: per migliorare la mobilità, la forza muscolare e l’autonomia.
      • Logopedia: per affrontare i problemi di linguaggio e comunicazione.
      • Supporto psicologico: per aiutare i pazienti e le loro famiglie a gestire l’impatto emotivo e sociale della malattia.
      • Interventi chirurgici: per correggere deformità scheletriche, ernie, ostruzioni delle vie aeree e altri problemi.
      • Farmaci: per gestire sintomi specifici come dolore, infezioni, problemi cardiaci e respiratori.
Gestione della Malattia

La gestione della Sindrome di Hunter richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti, tra cui:

    • Genetista medico: per la diagnosi, la consulenza genetica e il coordinamento delle cure.
    • Neurologo: per la valutazione e la gestione dei sintomi neurologici.
    • Cardiologo: per il monitoraggio e il trattamento delle complicanze cardiache.
    • Pneumologo: per la valutazione e la gestione dei problemi respiratori.
    • Ortopedico: per il trattamento delle deformità scheletriche.
    • Gastroenterologo: per la gestione dei problemi gastrointestinali.
    • Otorinolaringoiatra: per la valutazione e il trattamento dei problemi di udito e delle vie aeree superiori.
    • Fisioterapista: per migliorare la mobilità e la forza muscolare.
    • Terapista occupazionale: per favorire l’autonomia nelle attività quotidiane.
    • Logopedista: per affrontare i problemi di linguaggio e comunicazione.