SINDROME DI FRASER

MALFORMAZIONI CONGENITE, CROMOSOMOPATIE E SINDROMI GENETICHE

NOTE INFORMATIVE
  

La Sindrome di Fraser, nota anche come sindrome criptoftalmo-sindattilia, è una malattia genetica rara che colpisce lo sviluppo fetale, causando difetti congeniti multipli.

È caratterizzata principalmente da anomalie degli occhi, delle dita delle mani e dei piedi, dei genitali e delle vie urinarie.

Epidemiologia

La Sindrome di Fraser è estremamente rara, con una prevalenza stimata di 1 caso ogni 10.000-100.000 nati vivi. Non sembra esserci una predilezione per un particolare sesso o gruppo etnico.

Eziologia e Genetica

La Sindrome di Fraser è causata da mutazioni in uno dei due geni: FRAS1 o FREM2. Questi geni codificano per proteine ​​che svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo embrionale, in particolare nella formazione della pelle e degli organi derivati ​​dall’ectoderma (come gli occhi, le orecchie e il sistema nervoso).

La Sindrome di Fraser viene ereditata con un modello autosomico recessivo. Ciò significa che un individuo deve ereditare due copie del gene mutato (una da ciascun genitore) per sviluppare la malattia. I genitori di un individuo affetto sono generalmente portatori sani, ovvero hanno una copia del gene mutato e una copia normale. Hanno un rischio del 25% di avere un figlio affetto ad ogni gravidanza.

Patogenesi

Le proteine ​​codificate dai geni FRAS1 e FREM2 fanno parte di un complesso proteico che regola l’adesione e la migrazione cellulare durante lo sviluppo embrionale. Le mutazioni in questi geni interrompono la funzione del complesso proteico, portando a un’errata formazione dei tessuti e degli organi durante lo sviluppo fetale. Questo si traduce nelle caratteristiche anomalie osservate nella Sindrome di Fraser.

Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche della Sindrome di Fraser sono variabili, con una gamma di gravità che va da lieve a grave. Le caratteristiche più comuni includono:

    • Criptoftalmo: Può essere unilaterale o bilaterale e spesso si associa a microftalmia o anoftalmia.
    • Sindattilia: Colpisce più comunemente le mani, con la fusione delle dita delle mani e/o dei piedi.
    • Anomalie urogenitali: Possono includere ipospadia, clitoromegalia, anomalie vaginali e renali.
    • Labiopalatoschisi: Può essere presente in alcuni casi.
    • Anomalie dell’orecchio esterno: Possono includere orecchie a coppa, orecchie piccole o assenti.
    • Ritardo mentale: Può essere presente in alcuni casi, ma non è una caratteristica universale.
    • Anomalie scheletriche: Possono includere anomalie delle costole, della colonna vertebrale e delle ossa lunghe.
Procedimenti Diagnostici

La diagnosi della Sindrome di Fraser si basa principalmente sui reperti clinici. L’ecografia prenatale può identificare alcune anomalie caratteristiche, come la sindattilia e le anomalie renali. La diagnosi può essere confermata dopo la nascita mediante esame fisico e test genetici per identificare le mutazioni nei geni FRAS1 o FREM2.

Prognosi

La prognosi per gli individui con Sindrome di Fraser è variabile e dipende dalla gravità delle anomalie presenti. Le anomalie gravi, come l’agenesia renale bilaterale (assenza di entrambi i reni), possono essere fatali. Tuttavia, molti individui con Sindrome di Fraser possono vivere una vita relativamente normale con un’adeguata assistenza medica e chirurgica.

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Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona
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Aosta (AO)
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Avellino (AV)
Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari
Bari (BA)
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Brescia (BS)
Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”
Catania (CT)
Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer
Firenze (FI)
Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”
Messina (ME)
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Milano (MI)
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Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”
Napoli (NA)
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Napoli (NA)
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”
Napoli (NA)
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Negrar (VR)
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Padova (PD)
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Palermo (PA)
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Palermo (PA)
Azienda Ospedaliera di Perugia
Perugia (PG)
Arcispedale S. Maria Nuova
Reggio nell’Emilia (RE)
Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore
Roma (RM)
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San Giovanni Rotondo (FG)
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Torino (TO)
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Trento (TN)
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo
Trieste (TS)
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”
Udine (UD)
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata
Verona (VR)
Ospedale San Bortolo di Vicenza
Vicenza (VI)
Farmaci Specifici

Non esiste una cura specifica per la Sindrome di Fraser. Il trattamento è sintomatico e di supporto, volto a gestire le diverse manifestazioni cliniche e migliorare la qualità di vita del paziente.

Ad esempio, in caso di infezioni oculari secondarie alla criptoftalmia, possono essere prescritti colliri antibiotici o antinfiammatori.

Altri Trattamenti
    • Chirurgia: La chirurgia ricostruttiva può essere utilizzata per correggere la sindattilia, le anomalie urogenitali e le malformazioni craniofacciali. La correzione della criptoftalmia è complessa e spesso richiede più interventi chirurgici.
    • Terapia occupazionale e fisioterapia: Queste terapie possono aiutare i pazienti a migliorare le capacità motorie e l’autonomia nelle attività quotidiane.
    • Supporto psicologico: La diagnosi di una malattia rara e le sfide che ne derivano possono avere un impatto significativo sulla salute mentale del paziente e della sua famiglia. Il supporto psicologico può aiutare ad affrontare queste difficoltà.
    • Ausili: L’utilizzo di ausili, come protesi oculari, apparecchi acustici o ortesi, può migliorare la funzionalità e la qualità di vita.
Gestione della Malattia

La gestione della Sindrome di Fraser richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali, tra cui:

    • Genetista: per la diagnosi, la consulenza genetica e il follow-up.
    • Chirurgo plastico: per la correzione delle malformazioni.
    • Oculista: per la gestione della criptoftalmia e delle eventuali complicanze oculari.
    • Urologo/ginecologo: per la gestione delle anomalie urogenitali.
    • Psicologo/psichiatra: per il supporto psicologico al paziente e alla famiglia.
    • Terapista occupazionale e fisioterapista: per il supporto riabilitativo.