SINDROME DI CRIGLER-NAJJAR

MALFORMAZIONI CONGENITE, CROMOSOMOPATIE E SINDROMI GENETICHE

NOTE INFORMATIVE
  

La Sindrome di Crigler-Najjar (SCN) è una rara malattia genetica che colpisce il metabolismo della bilirubina, un pigmento giallo prodotto dalla degradazione dell’emoglobina.

Questa condizione ereditaria interferisce con la capacità del fegato di elaborare e eliminare la bilirubina dal corpo, portando ad un accumulo di bilirubina non coniugata nel sangue (iperbilirubinemia non coniugata) e ittero.

Esistono due tipi principali di SCN:

    • Tipo 1 (SCN1): è la forma più grave, caratterizzata da un’assenza quasi totale dell’enzima uridina difosfato glucuronosiltransferasi 1A1 (UGT1A1), responsabile della coniugazione della bilirubina.
    • Tipo 2 (SCN2): è una forma più lieve, in cui l’attività dell’enzima UGT1A1 è ridotta ma non assente.

Di seguito un’analisi dettagliata della SCN, suddivisa per aspetti chiave:

Definizione

La SCN è una malattia ereditaria autosomica recessiva del metabolismo della bilirubina, caratterizzata da ittero persistente e grave iperbilirubinemia non coniugata sin dalla nascita. La gravità della malattia e il rischio di complicanze neurologiche (kernittero) dipendono dal tipo di SCN e dai livelli di bilirubina nel sangue.

Epidemiologia

La SCN è una malattia estremamente rara. L’incidenza stimata è di circa 1 caso per milione di nati vivi. La prevalenza esatta è sconosciuta, ma si stima che siano state descritte solo poche centinaia di casi in tutto il mondo. Entrambi i sessi sono colpiti in egual misura.

Eziologia e Genetica

La SCN è causata da mutazioni nel gene UGT1A1, situato sul cromosoma 2. Questo gene codifica per l’enzima UGT1A1, essenziale per la coniugazione della bilirubina. Le mutazioni in UGT1A1 possono portare a una riduzione o assenza dell’attività enzimatica, con conseguente accumulo di bilirubina non coniugata nel sangue.

    • SCN1: causata da mutazioni che determinano un’assenza quasi completa dell’attività enzimatica.
    • SCN2: causata da mutazioni che determinano una riduzione parziale dell’attività enzimatica.

La SCN si trasmette con modalità autosomica recessiva. Ciò significa che entrambi i genitori devono essere portatori di una mutazione nel gene UGT1A1 per trasmettere la malattia al figlio. Ogni figlio di genitori portatori ha una probabilità del 25% di essere affetto da SCN, una probabilità del 50% di essere portatore sano e una probabilità del 25% di non ereditare alcuna mutazione.

Patogenesi

La bilirubina è un prodotto di scarto del metabolismo dell’emoglobina. Nel fegato, la bilirubina viene coniugata con acido glucuronico dall’enzima UGT1A1, diventando idrosolubile e quindi eliminabile con la bile. Nella SCN, a causa del deficit di UGT1A1, la bilirubina non viene coniugata in modo efficiente e si accumula nel sangue in forma non coniugata. La bilirubina non coniugata è liposolubile e può attraversare la barriera emato-encefalica, depositandosi nel cervello e causando danni neurologici, in particolare nei neonati (kernittero).

Manifestazioni Cliniche

Il sintomo principale della SCN è l’ittero, che si manifesta con una colorazione giallastra della pelle e delle sclere (la parte bianca degli occhi). L’ittero può essere presente fin dalla nascita o comparire nei primi giorni di vita.

    • SCN1: l’ittero è generalmente grave e persistente. Se non trattata, la SCN1 può portare a kernittero, con conseguenti danni neurologici irreversibili, tra cui ritardo mentale, paralisi cerebrale, sordità e disturbi del movimento.
    • SCN2: l’ittero è generalmente meno grave rispetto alla SCN1 e il rischio di kernittero è inferiore, ma comunque presente.
Procedimenti Diagnostici

La diagnosi di SCN si basa su:

    • Anamnesi e esame obiettivo: valutazione dell’ittero e della storia familiare.
    • Esami del sangue: iperbilirubinemia non coniugata con altri test di funzionalità epatica normali.
    • Test genetici: identificazione di mutazioni nel gene UGT1A1.
    • Test di risposta al fenobarbital: il fenobarbital può indurre l’attività dell’enzima UGT1A1 nella SCN2, ma non nella SCN1. Questo test può aiutare a distinguere tra i due tipi di SCN.
    • Biopsia epatica: raramente necessaria, può essere utile per valutare l’attività enzimatica UGT1A1.
Prognosi

La prognosi della SCN dipende dal tipo di malattia e dalla tempestività del trattamento.

    • SCN1: senza trattamento, la SCN1 è spesso fatale nei primi anni di vita a causa del kernittero. Con un trattamento adeguato, come la fototerapia intensiva e il trapianto di fegato, i pazienti possono avere una buona qualità di vita e un’aspettativa di vita quasi normale.
    • SCN2: la prognosi è generalmente migliore rispetto alla SCN1, con un rischio minore di kernittero. Il trattamento con fenobarbital può aiutare a controllare i livelli di bilirubina e prevenire complicanze.

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Farmaci Specifici

Al momento, non esiste una cura definitiva per la CNS. Tuttavia, sono disponibili diverse opzioni terapeutiche per gestire la malattia e prevenire le complicanze.

    • Fenobarbital: è il farmaco di prima scelta per la CNS di tipo 2. Aumenta l’attività dell’enzima UGT1A1 e induce la glucuronidazione della bilirubina, facilitandone l’escrezione.
    • Acido ursodesossicolico: può essere utilizzato in combinazione con il fenobarbital per aumentare ulteriormente l’escrezione di bilirubina.
    • Metalloporfirine: come la tin mesoporfirina, inibiscono la produzione di bilirubina e possono essere utili in alcuni casi.
Altri Trattamenti
    • Fototerapia: l’esposizione alla luce blu aiuta a convertire la bilirubina non coniugata in una forma che può essere escreta più facilmente. È particolarmente importante nei neonati con CNS tipo 1.
    • Exsanguinotrasfusione: in caso di iperbilirubinemia grave, può essere necessaria una exsanguinotrasfusione per rimuovere rapidamente la bilirubina dal sangue.
    • Trapianto di fegato: rappresenta l’unica opzione curativa per la CNS tipo 1.
Gestione della Malattia

La gestione della CNS richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali, tra cui:

    • Epatopatologo: per la diagnosi e il monitoraggio della malattia.
    • Genetista: per la consulenza genetica e la diagnosi prenatale.
    • Neurologo: per la valutazione e il trattamento delle eventuali complicanze neurologiche.
    • Dietista: per la gestione dell’alimentazione, soprattutto nei pazienti sottoposti a fototerapia.
    • Psicologo: per il supporto psicologico del paziente e della famiglia.

È fondamentale seguire attentamente le indicazioni del medico e sottoporsi a controlli regolari per monitorare i livelli di bilirubina e prevenire le complicanze.

Inoltre, è importante:

    • Evitare il digiuno prolungato: può aumentare i livelli di bilirubina.
    • Proteggersi dalla luce solare: può peggiorare l’ittero.
    • Informarsi sulle interazioni farmacologiche: alcuni farmaci possono aumentare i livelli di bilirubina.
    • Partecipare a gruppi di supporto: può essere utile per confrontarsi con altre persone affette da CNS e ricevere supporto emotivo.