NOTE INFORMATIVE SU QUESTA MALATTIA
La neuroacantocitosi è un gruppo di malattie neurologiche genetiche rare caratterizzate dalla presenza di acantociti nel sangue, globuli rossi con forma anomala e presenza di spicole.
Queste malattie causano principalmente neurodegenerazione, in particolare a livello dei gangli della base.
Epidemiologia
La neuroacantocitosi è estremamente rara, con una prevalenza stimata di 1-5 casi per milione di persone. Non sembra esserci una predisposizione geografica o etnica specifica.
Eziologia e genetica
La neuroacantocitosi è causata da mutazioni in diversi geni, ognuno dei quali codifica per proteine con funzioni diverse, ma che sembrano convergere in meccanismi patogenetici comuni. Le forme più comuni sono:
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- Corea-acantocitosi (CA): causata da mutazioni nel gene VPS13A.
- Sindrome di McLeod (MLS): legata al cromosoma X, causata da mutazioni nel gene XK.
- Neurodegenerazione associata alla pantotenato chinasi (PKAN): causata da mutazioni nel gene PANK2.
- Malattia Huntington-simile 2 (HDL2): causata da mutazioni nel gene JPH3.
La maggior parte delle forme di neuroacantocitosi viene ereditata con modalità autosomica recessiva, il che significa che un individuo deve ereditare due copie del gene mutato (una da ciascun genitore) per sviluppare la malattia. La sindrome di McLeod è l’unica eccezione, essendo legata al cromosoma X.
Manifestazioni cliniche
Le manifestazioni cliniche della neuroacantocitosi sono variabili e dipendono dalla forma specifica della malattia. Tuttavia, alcune caratteristiche comuni includono:
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- Disturbi del movimento: corea (movimenti involontari rapidi e irregolari), distonia (contrazioni muscolari sostenute che causano posture anomale), parkinsonismo (tremore, rigidità, bradicinesia).
- Sintomi neuropsichiatrici: cambiamenti di personalità, depressione, ansia, psicosi, comportamenti ossessivo-compulsivi.
- Declino cognitivo: difficoltà di memoria, attenzione, linguaggio e funzioni esecutive.
- Altri sintomi: disfagia (difficoltà a deglutire), disartria (difficoltà a parlare), epilessia, neuropatia periferica, cardiomiopatia.
Diagnosi
La diagnosi di neuroacantocitosi è complessa e richiede un approccio multidisciplinare. Gli elementi chiave includono:
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- Esame emocromocitometrico: per identificare la presenza di acantociti nel sangue.
- Studi di neuroimaging: risonanza magnetica (RM) del cervello per evidenziare le alterazioni caratteristiche, come l’atrofia dei gangli della base e del cervelletto.
- Test genetici: per identificare le mutazioni specifiche responsabili della malattia.
- Esclusione di altre condizioni: con sintomi simili, come la malattia di Huntington.
Prognosi
La neuroacantocitosi è una malattia progressiva e attualmente non esiste una cura. La prognosi varia a seconda della forma specifica e della gravità dei sintomi, ma in generale l’aspettativa di vita è ridotta.
CENTRI DI DIAGNOSI E CURA PER QUESTA MALATTIA
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NOME PRESIDIO |
CITTÁ |
Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona |
Ancona (AN) |
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta |
Aosta (AO) |
Azienda Ospedaliera S.G. Moscati |
Avellino (AV) |
Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo |
Benevento (BN) |
Aziende AUSL di Bologna |
Bologna (BO) |
Ospedale Centrale di Bolzano |
Bolzano (BZ) |
Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco” |
Catania (CT) |
ASL 2 Chieti – Ospedale Policlinico SS. Annunziata |
Chieti (CH) |
Polo Regionale IRCCS “E. Medea” – Conegliano |
Conegliano (TV) |
ASL Latina |
Latina (LT) |
Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino” |
Messina (ME) |
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano |
Milano (MI) |
Ospedale L. Sacco di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco |
Milano (MI) |
AOU Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” |
Napoli (NA) |
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II” |
Napoli (NA) |
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli” |
Napoli (NA) |
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon” |
Napoli (NA) |
Azienda Ospedale Università di Padova |
Padova (PD) |
U.L.S.S. 6 – Euganea |
Padova (PD) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone |
Palermo (PA) |
Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello |
Palermo (PA) |
Azienda Ospedaliera di Perugia |
Perugia (PG) |
Grande Ospedale Metropolitano – Ospedali Riuniti di Reggio Calabria |
Reggio di Calabria (RC) |
Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova” |
Reggio nell’Emilia (RE) |
Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I” |
Roma (RM) |
Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore |
Roma (RM) |
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS |
Roma (RM) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Siena |
Siena (SI) |
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta |
Torino (TO) |
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento |
Trento (TN) |
AULSS 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso – Ca’ Foncello |
Treviso (TV) |
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo |
Trieste (TS) |
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia” |
Udine (UD) |
AULLS9 Scaligera – Ospedale Polo Riabilitativo Provinciale |
Verona (VR) |
AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona |
Verona (VR) |
AULSS 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza |
Vicenza (VI) |
FARMACI SPECIFICI PER QUESTA MALATTIA
Non esistono farmaci specifici per curare la neuroacantocitosi.
Tuttavia, anche se non esiste una cura definitiva, esistono trattamenti che possono aiutare a gestire i sintomi e a migliorare la qualità di vita dei pazienti. Questi trattamenti si concentrano principalmente sulla gestione dei sintomi neurologici e psichiatrici:
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- Farmaci:
- Antipsicotici: per controllare i movimenti involontari (corea) e i sintomi psichiatrici.
- Antidepressivi: per trattare la depressione, spesso associata alla malattia.
- Antiepilettici: per controllare le convulsioni, presenti in alcuni casi.
- Terapie non farmacologiche:
- Logopedia: per aiutare con le difficoltà di linguaggio e di deglutizione.
- Fisioterapia: per mantenere la forza muscolare e la mobilità.
- Terapia occupazionale: per adattare l’ambiente domestico e lavorativo alle esigenze del paziente.
- Farmaci: