MIOCLONO ESSENZIALE EREDITARIO

MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO

NOTE INFORMATIVE
  

Il mioclono essenziale ereditario è una malattia neurologica rara caratterizzata da mioclono, ovvero contrazioni muscolari involontarie, rapide e improvvise.

Queste contrazioni possono interessare un singolo muscolo o un gruppo di muscoli, e si verificano in assenza di altre anomalie neurologiche. Il termine “essenziale” indica che il mioclono non è causato da altre condizioni mediche, mentre “ereditario” sottolinea la sua trasmissione genetica.

Epidemiologia

La prevalenza esatta del mioclono essenziale ereditario è sconosciuta, ma si stima che sia compresa tra 1 e 9 casi per 100.000 persone. La malattia si manifesta tipicamente nell’infanzia o nell’adolescenza, ma può esordire anche in età adulta. Non sembra esserci una predilezione di genere.

Eziologia e Genetica

Il mioclono essenziale ereditario è causato da mutazioni in geni che codificano per proteine coinvolte nella funzione dei canali ionici o nella neurotrasmissione. Il gene più frequentemente implicato è il gene SGCE, situato sul cromosoma 7. Questo gene codifica per l’epsilon-sarcoglicano, una proteina che fa parte del complesso delle distroglicano-sarcoglicano, importante per la stabilità della membrana muscolare. Mutazioni in altri geni, come CACNA1A, GABRA1 e GABRD, sono state associate a forme più rare di mioclono essenziale ereditario.

La malattia si trasmette con modalità autosomica dominante. Ciò significa che è sufficiente ereditare una copia mutata del gene da uno dei genitori per sviluppare la malattia. Ogni figlio di un individuo affetto ha una probabilità del 50% di ereditare la mutazione e quindi di sviluppare la malattia.

Patogenesi

Le mutazioni nei geni sopra menzionati causano un’alterazione nella funzione dei canali ionici o nella neurotrasmissione, con conseguente ipereccitabilità neuronale. Questo si traduce in scariche elettriche anomale nel cervello, che a loro volta provocano le contrazioni muscolari involontarie caratteristiche del mioclono.

Manifestazioni Cliniche

Il sintomo principale del mioclono essenziale ereditario sono le contrazioni muscolari involontarie, rapide e improvvise. Queste contrazioni possono interessare qualsiasi parte del corpo, ma sono più frequenti a livello degli arti superiori, del collo e del viso. Il mioclono può essere aggravato da fattori come stress, ansia, affaticamento, caffeina e alcol.

In alcuni casi, il mioclono può essere accompagnato da altri sintomi neurologici, come tremori, distonia (contrazioni muscolari sostenute che causano movimenti ripetitivi o posture anomale) e atassia (difficoltà di coordinamento dei movimenti).

Diagnosi

La diagnosi di mioclono essenziale ereditario si basa sulla storia clinica del paziente, sull’esame obiettivo neurologico e su alcuni esami strumentali. L’elettromiografia (EMG) può essere utile per confermare la presenza di mioclono e per escludere altre condizioni neurologiche. L’elettroencefalogramma (EEG) può mostrare anomalie nell’attività elettrica cerebrale. La risonanza magnetica (RM) dell’encefalo è solitamente normale.

La diagnosi genetica, attraverso la ricerca di mutazioni nei geni sopra menzionati, può confermare la diagnosi di mioclono essenziale ereditario.

Prognosi

Il mioclono essenziale ereditario è una malattia cronica che generalmente non influisce sull’aspettativa di vita. Tuttavia, la gravità dei sintomi può variare notevolmente da persona a persona. In alcuni casi, il mioclono può essere lieve e non interferire significativamente con le attività quotidiane. In altri casi, il mioclono può essere più grave e invalidante, rendendo difficile svolgere attività come scrivere, mangiare o camminare.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliera S.G. Moscati

Avellino (AV)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

AULSS 7 Pedemontana

Bassano del Grappa (VI)

AULSS 1 Dolomiti

Belluno (BL)

Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo

Benevento (BN)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Azienda Ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano”

Caserta (CE)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto

Catanzaro (CZ)

Polo Regionale IRCCS “E. Medea” – Conegliano

Conegliano (TV)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

ASST Mantova – Presidio Ospedaliero di Mantova

Mantova (MN)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano

Milano (MI)

Ospedale L. Sacco di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco

Milano (MI)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Specialistica “Dei Colli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

U.L.S.S. 6 – Euganea

Padova (PD)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ospedale Maggiore

Parma (PR)

IRCCS Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico “Fondazione Mondino” di Pavia

Pavia (PV)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

USL UMBRIA 1

Perugia (PG)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

IRCCS NEUROMED – Istituto Neurologico Mediterraneo

Pozzilli (IS)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”

Salerno (SA)

Azienda Ospedaliera Universitaria Siena

Siena (SI)

Azienda Ospedaliera S.Maria di Terni

Terni (TR)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

AULSS 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso – Ca’ Foncello

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Associazione Oasi Maria SS. ONLUS

Troina (EN)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

AULSS 3 Serenissima

Venezia (VE)

AULLS9 Scaligera – Ospedale Polo Riabilitativo Provinciale

Verona (VR)

AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

AULSS 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza

Vicenza (VI)

Non esiste una cura specifica per questa malattia, ma ci sono trattamenti che possono aiutare a gestire i sintomi.

Farmaci:
    • Benzodiazepine: come il clonazepam, sono spesso il trattamento di prima linea. Aiutano a ridurre la frequenza e l’intensità del mioclono.
    • Antiepilettici: come il valproato, il levetiracetam e la zonisamide, possono essere utili in alcuni casi.
    • Altri farmaci: in alcuni casi, possono essere prescritti farmaci come il piracetam, la L-dopa o gli agonisti della dopamina.

È importante notare che la risposta ai farmaci può variare da persona a persona e che potrebbero essere necessari aggiustamenti del dosaggio o cambi di farmaco per trovare il regime più efficace.

Altri trattamenti:
    • Tossina botulinica: può essere iniettata nei muscoli colpiti per ridurre il mioclono, soprattutto se localizzato.
    • Stimolazione cerebrale profonda: in casi gravi e resistenti ai farmaci, questa procedura chirurgica può essere considerata.
Approcci non farmacologici:
    • Tecniche di rilassamento: come la meditazione e lo yoga, possono aiutare a gestire lo stress, che può peggiorare i sintomi.
    • Fisioterapia: può aiutare a migliorare la forza muscolare e la coordinazione.
    • Terapia occupazionale: può aiutare le persone a gestire le attività quotidiane e a mantenere l’indipendenza.