MELOREOSTOSI

MALATTIE DEL SISTEMA OSTEOMUSCOLARE E DEL TESSUTO CONNETTIVO

NOTE INFORMATIVE
  

La meloreostosi è una rara malattia ossea benigna caratterizzata da un’iperostosi corticale che si manifesta con un caratteristico aspetto radiografico “a cera di candela che cola”.

Questa condizione colpisce tipicamente le ossa lunghe degli arti, ma può coinvolgere anche le ossa del bacino, le mani e i piedi.

Epidemiologia
    • La meloreostosi è estremamente rara, con una prevalenza stimata inferiore a 1 caso per milione di persone.
    • Non mostra preferenze di genere o etnia.
    • L’età di esordio è variabile, ma i sintomi si manifestano più comunemente durante l’infanzia o l’adolescenza.
Eziologia e Genetica
    • L’eziologia della meloreostosi è sconosciuta.
    • Non sono state identificate mutazioni genetiche specifiche associate alla malattia.
    • Si ipotizza un’origine multifattoriale, con possibili fattori genetici e ambientali coinvolti.
    • La meloreostosi non è ereditaria.
Patogenesi
    • La patogenesi della meloreostosi non è completamente compresa.
    • Si ritiene che l’iperostosi corticale sia dovuta ad un’anomalia nella crescita e nel rimodellamento osseo.
    • È stata proposta l’ipotesi di un’alterazione della vascolarizzazione locale come possibile fattore patogenetico.
Manifestazioni Cliniche
    • Dolore: è il sintomo più comune, spesso cronico e progressivo.
    • Rigidità articolare: limitazione del movimento delle articolazioni colpite.
    • Deformità ossee: accorciamento degli arti, deviazioni assiali, scoliosi.
    • Gonfiore e tumefazione: aumento di volume dei tessuti molli adiacenti alle ossa colpite.
    • Limitazione funzionale: difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane.
    • Manifestazioni cutanee: indurimento e retrazione della pelle sovrastante le lesioni ossee.
Diagnosi
    • La diagnosi di meloreostosi si basa principalmente sui reperti radiografici.
    • Le radiografie mostrano un ispessimento corticale lineare e irregolare, con un aspetto caratteristico “a cera di candela che cola”.
    • La TC e la RMN possono essere utili per valutare l’estensione della malattia e le complicanze.
    • La biopsia ossea è raramente necessaria.

Diagnosi differenziale

    • Osteopatia striata
    • Osteoma osteoide
    • Condroma periostale
    • Spondilite anchilosante
Prognosi
    • La meloreostosi è una malattia cronica e progressiva.
    • La prognosi è variabile e dipende dalla gravità e dall’estensione della malattia.
    • La maggior parte dei pazienti presenta sintomi lievi e una buona qualità di vita.
    • In alcuni casi, la malattia può causare dolore cronico, deformità significative e disabilità.

Per trovare i collegamenti con la Struttura Ospedaliera di tuo interesse, cercala nella sezione STRUTTURE OSPEDALIERE (<< cliccando)

NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliera S.G. Moscati

Avellino (AV)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo

Benevento (BN)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Azienda Ospedaliera G. Brotzu

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti” – Foggia

Foggia (FG)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

Polo Ortotraumatologico e Reumatologico (ex G. Pini)

Milano (MI)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

ASL Napoli 1

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova”

Reggio nell’Emilia (RE)

Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini

Roma (RM)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Policlinico Tor Vergata

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”

Salerno (SA)

ASL 2 – Ospedale San Paolo

Savona (SV)

Azienda Ospedaliera Universitaria Siena

Siena (SI)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

AULSS 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso – Ca’ Foncello

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

AULSS 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza

Vicenza (VI)

Non esistono farmaci specifici per curare la meloreostosi. Il trattamento si concentra principalmente sulla gestione dei sintomi e sul miglioramento della qualità della vita del paziente.

Ecco alcune opzioni di trattamento comunemente utilizzate:

Gestione del dolore:
    • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): come ibuprofene o naprossene, possono aiutare ad alleviare il dolore e l’infiammazione.
    • Analgesici: come il paracetamolo, possono essere usati per controllare il dolore.
    • Altri farmaci: in alcuni casi, possono essere prescritti farmaci più potenti come gli oppioidi o i corticosteroidi.
Fisioterapia e terapia occupazionale:
    • Esercizi di stretching e di mobilità: aiutano a mantenere la flessibilità articolare e a prevenire le contratture.
    • Terapia occupazionale: può aiutare i pazienti ad adattarsi alle limitazioni funzionali e a svolgere le attività quotidiane.
    • Tutori e ortesi: possono essere utilizzati per supportare le articolazioni e migliorare la funzionalità.
Chirurgia:
    • In alcuni casi, la chirurgia può essere necessaria per correggere deformità ossee, alleviare la pressione sui nervi o rimuovere escrescenze ossee dolorose.
Altre opzioni terapeutiche:
    • Terapia fisica: come la terapia con onde d’urto o la stimolazione elettrica nervosa transcutanea (TENS), può essere utilizzata per alleviare il dolore.
    • Iniezioni di corticosteroidi: possono essere somministrate direttamente nelle articolazioni colpite per ridurre l’infiammazione e il dolore.
    • Bisfosfonati: sono farmaci che possono aiutare a rallentare la crescita ossea anomala.