MALATTIA RENALE CISTICA GENETICA

MALFORMAZIONI CONGENITE, CROMOSOMOPATIE E SINDROMI GENETICHE

NOTE INFORMATIVE
  

La malattia renale cistica genetica è un termine ampio che comprende un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate dalla formazione di cisti nei reni.

Queste cisti sono sacche piene di liquido che possono variare in dimensioni e numero, e che nel tempo possono compromettere la funzionalità renale.

Esistono diverse forme di malattia renale cistica genetica, ognuna con le sue caratteristiche specifiche. Le più comuni includono:

    • Malattia del Rene Policistico Autosomica Dominante (ADPKD): È la forma più frequente, caratterizzata da numerose cisti che si sviluppano in entrambi i reni.
    • Malattia del Rene Policistico Autosomica Recessiva (ARPKD): Una forma più rara che si manifesta in età infantile, con cisti più piccole e diffuse.
    • Nefronoftisi: Un gruppo di malattie che colpiscono i tubuli renali, causando la formazione di cisti e la progressiva perdita della funzione renale.
    • Malattia Cistica Midollare: Una forma rara che colpisce la midollare del rene, la parte più interna dell’organo.

In questo rapporto, ci concentreremo principalmente sull’ADPKD, la forma più comune di malattia renale cistica genetica.

Epidemiologia

L’ADPKD colpisce circa 1 persona su 400-1000 in tutto il mondo. È una delle cause più comuni di insufficienza renale cronica, responsabile del 5-10% dei casi che richiedono dialisi o trapianto. La malattia si manifesta in genere in età adulta, tra i 30 e i 50 anni, ma può presentarsi anche in età pediatrica.

Eziologia e Genetica

L’ADPKD è causata da mutazioni in geni che codificano per proteine coinvolte nella struttura e nella funzione delle ciglia primarie, microscopiche strutture presenti sulla superficie delle cellule renali. Le ciglia primarie svolgono un ruolo importante nella regolazione della crescita e del differenziamento cellulare.

Nell’85-90% dei casi, la mutazione responsabile dell’ADPKD si trova nel gene PKD1, localizzato sul cromosoma 16. Questo gene codifica per la policistina 1, una proteina che interagisce con la policistina 2, codificata dal gene PKD2 (responsabile del 10-15% dei casi di ADPKD).

La malattia si trasmette con modalità autosomica dominante, il che significa che basta una copia mutata del gene per sviluppare la malattia. Un individuo affetto da ADPKD ha quindi il 50% di probabilità di trasmettere la mutazione ai propri figli.

Patogenesi

Le mutazioni nei geni PKD1 o PKD2 alterano la funzione delle ciglia primarie, compromettendo la loro capacità di rilevare i segnali provenienti dall’ambiente circostante. Questo porta a una serie di alterazioni a livello cellulare, tra cui:

    • Proliferazione cellulare anomala: Le cellule renali iniziano a dividersi in modo incontrollato, formando cisti.
    • Secrezione di fluidi: Le cellule che rivestono le cisti producono grandi quantità di liquido, che si accumula all’interno delle cisti stesse, facendole aumentare di dimensioni.
    • Infiammazione: L’accumulo di cisti e la compressione del tessuto renale circostante innescano una risposta infiammatoria cronica, che contribuisce al danno renale.

Nel tempo, le cisti aumentano di numero e dimensioni, comprimendo e distruggendo il tessuto renale sano. Questo processo porta gradualmente alla perdita della funzione renale e allo sviluppo di insufficienza renale cronica.

Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche dell’ADPKD sono variabili e possono includere:

    • Dolore: Il dolore al fianco o alla schiena è un sintomo comune, spesso causato dall’ingrossamento dei reni o da infezioni delle vie urinarie.
    • Ematuria: La presenza di sangue nelle urine può essere un segno di sanguinamento all’interno delle cisti.
    • Ipertensione: L’ipertensione arteriosa è frequente nell’ADPKD e può contribuire al danno renale.
    • Insufficienza renale: La progressiva perdita della funzione renale può portare allo sviluppo di insufficienza renale cronica, con sintomi come affaticamento, nausea, vomito e prurito.
    • Complicanze extrarenali: L’ADPKD può essere associata a cisti in altri organi, come il fegato e il pancreas, e ad aneurismi cerebrali.
Diagnosi

La diagnosi di ADPKD si basa su:

    • Anamnesi familiare: La presenza di familiari affetti da ADPKD è un fattore di rischio importante.
    • Esame obiettivo: La palpazione dell’addome può rivelare la presenza di reni ingrossati.
    • Ecografia renale: L’ecografia è l’esame di imaging di prima scelta per la diagnosi di ADPKD. Permette di visualizzare le cisti renali e di valutare le dimensioni dei reni.
    • Tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM): Questi esami forniscono immagini più dettagliate dei reni e possono essere utili per valutare la presenza di complicanze, come aneurismi cerebrali.
    • Test genetici: I test genetici possono confermare la diagnosi di ADPKD e identificare la mutazione specifica responsabile della malattia.
Prognosi

La prognosi dell’ADPKD è variabile e dipende da diversi fattori, tra cui l’età di insorgenza, la velocità di progressione della malattia e la presenza di complicanze. In generale, la malattia progredisce lentamente, e molti pazienti possono mantenere una buona qualità di vita per molti anni. Tuttavia, circa il 50% dei pazienti sviluppa insufficienza renale cronica entro i 60 anni.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo

Benevento (BN)

ASST Papa Giovanni XXIII – Ospedale Papa Giovanni XXIII

Bergamo (BG)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

ASSL Cagliari – Ospedale Santissima Trinità

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliera G. Brotzu

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliera di Catanzaro Pugliese Ciaccio

Catanzaro (CZ)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

ASL 5 – Presidio Ospedaliero del Levante Ligure – “Ospedale S.Andrea”

La Spezia (SP)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena

Modena (MO)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ospedale Maggiore

Parma (PR)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova”

Reggio nell’Emilia (RE)

Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini

Roma (RM)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari

Sassari (SS)

Azienda Ospedaliera Universitaria Siena

Siena (SI)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

AULSS 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso – Ca’ Foncello

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

AULSS 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza

Vicenza (VI)

Esistono farmaci specifici e altri trattamenti per la malattia renale cistica genetica, nota anche come malattia renale policistica autosomica dominante (ADPKD).

Farmaci specifici:
    • Tolvaptan: Questo farmaco è un antagonista del recettore V2 della vasopressina. Riduce la velocità di crescita delle cisti e rallenta il declino della funzione renale. È stato approvato per il trattamento dell’ADPKD in adulti a rischio di rapida progressione verso l’insufficienza renale.
    • Analoghi della somatostatina (Octreotide-LAR e Lanreotide acetato): Questi farmaci inibiscono la crescita delle cisti e possono anche avere effetti benefici su altri organi, come il fegato. In Italia, l’Octreotide-LAR è disponibile per il trattamento dell’ADPKD con danno renale avanzato e alto rischio di progressione.
Altri trattamenti:

Oltre ai farmaci specifici, il trattamento dell’ADPKD si concentra sulla gestione delle complicanze e sul rallentamento della progressione della malattia. Questi trattamenti includono:

    • Controllo della pressione arteriosa: Mantenere la pressione arteriosa sotto controllo è fondamentale per rallentare il danno renale.
    • Dieta ipoproteica: Una dieta a basso contenuto di proteine può aiutare a ridurre il carico di lavoro sui reni.
    • Controllo del colesterolo: Il controllo del colesterolo può aiutare a prevenire le malattie cardiovascolari, che sono più comuni nelle persone con ADPKD.
    • Gestione del dolore: Il dolore può essere un sintomo comune dell’ADPKD. Il medico può raccomandare farmaci antidolorifici o altri trattamenti per gestire il dolore.
    • Trattamento delle infezioni del tratto urinario: Le persone con ADPKD sono più suscettibili alle infezioni del tratto urinario. È importante trattare tempestivamente queste infezioni per prevenire danni renali.
    • Dialisi o trapianto di rene: Se l’ADPKD progredisce fino all’insufficienza renale terminale, la dialisi o il trapianto di rene saranno necessari per la sopravvivenza.