MALATTIA DI WHIPPLE

MALATTIE INFETTIVE E PARASSITARIE

NOTE INFORMATIVE
  

La malattia di Whipple è una rara patologia infettiva sistemica causata dal batterio Tropheryma whipplei.

Questa malattia colpisce principalmente l’intestino tenue, ma può interessare anche altri organi come articolazioni, cuore, sistema nervoso centrale e occhi.

Epidemiologia
    • Rarità: La malattia di Whipple è estremamente rara, con un’incidenza stimata di circa 1-2 casi per milione di persone all’anno.
    • Distribuzione geografica: Si verifica in tutto il mondo, ma è più comune in Europa e Nord America.
    • Età e sesso: Colpisce prevalentemente individui di mezza età (40-60 anni) e gli uomini sono più colpiti delle donne con un rapporto di circa 8:1.
    • Fattori di rischio: Non sono stati identificati fattori di rischio specifici, ma si ipotizza una predisposizione genetica e un possibile legame con l’esposizione ambientale al batterio.
Eziologia e genetica
    • Agente eziologico: Tropheryma whipplei, un batterio Gram-positivo intracellulare.
    • Trasmissione: La via di trasmissione non è ancora completamente compresa. Si ipotizza una trasmissione oro-fecale o l’esposizione ambientale al batterio presente nel suolo o nell’acqua contaminata.
    • Predisposizione genetica: Studi recenti suggeriscono una possibile predisposizione genetica alla malattia di Whipple, in particolare legata a geni coinvolti nella risposta immunitaria. Alcuni geni HLA (Human Leukocyte Antigen) sono stati associati a un aumentato rischio di sviluppare la malattia.
Patogenesi

L’infezione da T. whipplei causa un accumulo di macrofagi nei tessuti dell’intestino tenue e di altri organi. Questi macrofagi contengono il batterio in forma non degradata, causando un’infiammazione cronica e un danno tissutale. L’accumulo di macrofagi interferisce con il normale processo di digestione e assorbimento dei nutrienti, portando a malassorbimento e ai sintomi correlati.

Manifestazioni cliniche

La malattia di Whipple può presentarsi con una vasta gamma di sintomi, rendendo la diagnosi difficile. I sintomi più comuni includono:

    • Sintomi gastrointestinali:
      • Diarrea cronica
      • Dolore addominale
      • Perdita di peso
      • Steatorrea (feci grasse)
      • Distensione addominale
    • Sintomi sistemici:
      • Febbre
      • Affaticamento
      • Perdita di appetito
      • Anemia
    • Articolazioni:
      • Artrite (infiammazione delle articolazioni)
      • Artralgia (dolori articolari)
    • Sistema nervoso centrale:
      • Confusione mentale
      • Demenza
      • Problemi di memoria
      • Convulsioni
      • Disturbi del movimento
    • Altri sintomi:
      • Linfadenopatia (ingrossamento dei linfonodi)
      • Endocardite (infiammazione del rivestimento interno del cuore)
      • Uveite (infiammazione dell’occhio)
      • Iperpigmentazione cutanea
Diagnosi

La diagnosi di malattia di Whipple si basa su una combinazione di:

    • Esame obiettivo e anamnesi: Valutazione dei sintomi e della storia clinica del paziente.
    • Esami di laboratorio:
      • Esami del sangue per valutare l’anemia, l’infiammazione e la funzionalità epatica e renale.
      • Esame delle feci per la ricerca di grasso e altri segni di malassorbimento.
    • Biopsia: La biopsia dell’intestino tenue è la procedura diagnostica più importante. L’esame istologico al microscopio permette di identificare la presenza di macrofagi contenenti il batterio T. whipplei. La biopsia può essere effettuata tramite endoscopia digestiva.
    • PCR (Polymerase Chain Reaction): La PCR è una tecnica di biologia molecolare che permette di identificare il DNA di T. whipplei in campioni di tessuto o di liquido biologico. La PCR può essere utilizzata per confermare la diagnosi di malattia di Whipple e per monitorare la risposta al trattamento.
Prognosi

Prima dell’introduzione degli antibiotici, la malattia di Whipple era quasi sempre fatale. Oggi, con un trattamento antibiotico adeguato, la prognosi è generalmente buona. La maggior parte dei pazienti risponde bene alla terapia e può raggiungere una remissione completa. Tuttavia, il trattamento può essere lungo (1-2 anni) e sono possibili recidive.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

ASL 3 – Ospedale La Colletta

Arenzano (GE)

AULSS 1 Dolomiti

Belluno (BL)

ASST Papa Giovanni XXIII – Ospedale Papa Giovanni XXIII

Bergamo (BG)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Azienda USL di Cesena – “Ospedale M. Bufalini”

Cesena (FC)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

Milano (MI)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena

Modena (MO)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

IRCCS Sacro Cuore Don Calabria- Negrar Verona

Negrar (VR)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia

Pavia (PV)

Istituti Clinici Scientifici Maugeri – IRCCS di Pavia

Pavia (PV)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda USL Toscana Centro – Azienda USL 4 Prato

Prato (PO)

Azienda USL di Romagna – Ospedale di Ravenna

Ravenna (RA)

Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova”

Reggio nell’Emilia (RE)

Azienda USL di Rimini – Ospedale Infermi

Rimini (RN)

I.R.C.C.S. Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”

Roma (RM)

ASL 1 – Ospedale di Sanremo

Sanremo (IM)

ASL 4 – Presidio Ospedaliero “G. Mazzini”

Teramo (TE)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

Esistono farmaci specifici per il trattamento della malattia di Whipple.

Farmaci:

Il trattamento raccomandato prevede generalmente due fasi:

    • Fase iniziale (1-2 settimane): Somministrazione endovenosa di ceftriaxone o penicillina G. Questo serve a raggiungere rapidamente elevate concentrazioni di antibiotico nel corpo e a contrastare l’infezione acuta.
    • Fase di mantenimento (almeno 1 anno): Somministrazione orale di una combinazione di trimetoprim-sulfametossazolo (cotrimoxazolo). Questa fase prolungata è fondamentale per eradicare completamente il batterio e prevenire recidive.

In alcuni casi, a seconda della gravità della malattia e della risposta individuale, possono essere utilizzati altri antibiotici come:

    • Cloramfenicolo
    • Tetracicline
    • Doxiciclina
    • Rifampicina
Altri trattamenti:

Oltre alla terapia antibiotica, possono essere necessari altri trattamenti per gestire le complicanze della malattia di Whipple, come:

    • Supplementi nutrizionali: Per correggere la malnutrizione causata dal malassorbimento.
    • Steroidi: Per ridurre l’infiammazione in caso di interessamento del sistema nervoso centrale.
    • Fisioterapia: Per migliorare la mobilità e la funzionalità fisica in caso di problemi articolari.