MALATTIA DI BYLER

MALATTIE DELL’APPARATO DIGERENTE

NOTE INFORMATIVE
  

La malattia di Byler, nota anche come colestasi intraepatica familiare progressiva tipo 1 (PFIC1), è una rara malattia genetica del fegato che colpisce la capacità del fegato di secernere la bile.

Questo difetto porta all’accumulo di acidi biliari nel fegato, causando danni progressivi e potenzialmente insufficienza epatica.

Epidemiologia

La PFIC1 è una malattia rara con una prevalenza stimata di 1 caso ogni 50.000-100.000 nati vivi. Non mostra una predilezione per un particolare sesso o gruppo etnico.

Eziologia e Genetica

La PFIC1 è causata da mutazioni nel gene ATP8B1, situato sul cromosoma 18. Questo gene codifica per una proteina chiamata FIC1, che svolge un ruolo cruciale nel trasporto degli acidi biliari fuori dalle cellule epatiche. Le mutazioni in ATP8B1 compromettono la funzione di FIC1, causando l’accumulo di acidi biliari nel fegato. La PFIC1 è ereditata con modalità autosomica recessiva, il che significa che un bambino deve ereditare due copie del gene mutato (una da ciascun genitore) per sviluppare la malattia.

Patogenesi

L’accumulo di acidi biliari nel fegato innesca una serie di eventi che portano al danno epatico progressivo. Gli acidi biliari sono tossici per le cellule epatiche e causano infiammazione, fibrosi e, infine, cirrosi. La colestasi cronica può anche portare a malassorbimento di grassi e vitamine liposolubili (A, D, E e K), con conseguenti complicanze nutrizionali e scheletriche.

Manifestazioni Cliniche

I sintomi della PFIC1 di solito si manifestano nei primi mesi di vita. I segni e sintomi più comuni includono:

    • Ittero: colorazione giallastra della pelle e delle sclere degli occhi
    • Prurito: intenso e persistente, spesso il sintomo più debilitante
    • Feci acoliche: feci chiare o grigiastre a causa della mancanza di bile
    • Urine scure: a causa dell’eccesso di bilirubina
    • Epatomegalia: ingrossamento del fegato
    • Ritardo della crescita: a causa del malassorbimento e della malnutrizione
    • Rachitismo: a causa della carenza di vitamina D
    • Splenomegalia: ingrossamento della milza
    • Sanguinamento: a causa di problemi di coagulazione
Diagnosi

La diagnosi di PFIC1 si basa su una combinazione di elementi:

    • Storia clinica e esame fisico: valutazione dei sintomi e dei segni clinici
    • Esami del sangue: test di funzionalità epatica, livelli di acidi biliari, vitamine liposolubili
    • Ecografia addominale: per valutare le dimensioni e la struttura del fegato e della milza
    • Biopsia epatica: esame microscopico del tessuto epatico per valutare il grado di danno e fibrosi
    • Test genetici: analisi del gene ATP8B1 per identificare le mutazioni
Prognosi

La prognosi della PFIC1 è variabile e dipende dalla gravità della malattia e dalla risposta al trattamento. Senza trattamento, la malattia può progredire fino all’insufficienza epatica e alla necessità di trapianto di fegato entro i primi 10 anni di vita. Il trattamento precoce può rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita.

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NOME PRESIDIO CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliera S.G. Moscati

Avellino (AV)

ASST Papa Giovanni XXIII – Ospedale Papa Giovanni XXIII

Bergamo (BG)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini – ASST Spedali Civili, Brescia

Brescia (BS)

Presidio Ospedaliero “Di Summa – Perrino” – Brindisi

Brindisi (BR)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione (ARNAS) Garibaldi – Nesima

Catania (CT)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto

Catanzaro (CZ)

Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara – “Arcispedale S.Anna”

Ferrara (FE)

Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer

Firenze (FI)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

Ospedale S. Paolo di Milano -ASST SS. Paolo e Carlo

Milano (MI)

AUSL Modena – Ospedale S.Agostino Estense di Baggiovara

Modena (MO)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello

Palermo (PA)

Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (ISMETT)

Palermo (PA)

Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia

Pavia (PV)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano

Rozzano (MI)

Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”

Salerno (SA)

I.R.C.C.S. “Casa Sollievo della Sofferenza” – San Giovanni Rotondo

San Giovanni Rotondo (FG)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

AULSS 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso – Ca’ Foncello

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

Non esiste una cura specifica per la malattia di Byler, ma ci sono trattamenti che possono aiutare a gestire i sintomi e rallentare la progressione della malattia.

Farmaci:
    • Acido ursodesossicolico (UDCA): è il farmaco più comunemente usato per la PFIC. Aiuta a migliorare il flusso della bile e a ridurre il prurito, un sintomo comune della malattia. Tuttavia, la sua efficacia è limitata in molti casi.
    • Maralixibat (Livmarli): è un farmaco più recente approvato per il trattamento della PFIC in pazienti di età pari o superiore a 3 mesi. Agisce inibendo il trasportatore ileale degli acidi biliari (IBAT) e ha dimostrato di essere efficace nel ridurre i livelli di acidi biliari nel sangue e migliorare i sintomi come il prurito.
    • Odevixibat: è un altro farmaco recentemente approvato per il trattamento di tutti i tipi di PFIC. Ha ottenuto lo status di “Innovazione terapeutica piena” in Italia e ha dimostrato di poter ridurre il prurito, gli acidi biliari sierici e migliorare la crescita, il sonno e la funzionalità epatica.
    • Rifampicina: può essere utile per controllare il prurito, un sintomo spesso debilitante nella PFIC.
Altri trattamenti:
    • Drenaggio nasobiliare: può essere utilizzato per alleviare il prurito e migliorare il flusso biliare.
    • Diversione biliare: è una procedura chirurgica che può essere presa in considerazione in alcuni casi per deviare il flusso biliare dal fegato.
    • Trapianto di fegato: è l’ultima opzione di trattamento per i pazienti con PFIC che sviluppano insufficienza epatica.