MALATTIA DI ALEXANDER

MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO

NOTE INFORMATIVE
  

La malattia di Alexander (AxD) è una rara malattia neurodegenerativa che colpisce principalmente il cervello e il midollo spinale.

È caratterizzata dalla distruzione della mielina, la sostanza grassa che isola le fibre nervose e consente la trasmissione efficiente degli impulsi nervosi. L’AxD è causata da mutazioni nel gene GFAP, che codifica per la proteina acida fibrillare gliale (GFAP). Questa proteina è un componente importante degli astrociti, cellule che supportano e proteggono i neuroni nel cervello.

Epidemiologia

L’AxD è una malattia molto rara, con una prevalenza stimata di 1 caso ogni 2,7 milioni di persone. Colpisce individui di tutte le età, ma è più comunemente diagnosticata nei bambini. Non sembra esserci una predisposizione di genere o etnia.

Eziologia e genetica

L’AxD è causata da mutazioni nel gene GFAP, situato sul cromosoma 17. Queste mutazioni portano alla produzione di una proteina GFAP anomala, che si accumula negli astrociti formando aggregati proteici chiamati fibre di Rosenthal. L’accumulo di queste fibre danneggia gli astrociti e interferisce con la loro funzione, portando alla demielinizzazione e alla neurodegenerazione. L’AxD è ereditata con un pattern autosomico dominante, il che significa che una singola copia del gene mutato è sufficiente per causare la malattia.

Patogenesi

La patogenesi dell’AxD è complessa e non completamente compresa. Si ritiene che l’accumulo di fibre di Rosenthal negli astrociti inneschi una serie di eventi che portano alla disfunzione degli astrociti, alla demielinizzazione, alla neurodegenerazione e all’infiammazione. La demielinizzazione interrompe la trasmissione degli impulsi nervosi, causando una varietà di sintomi neurologici.

Manifestazioni cliniche

Le manifestazioni cliniche dell’AxD sono variabili e dipendono dall’età di esordio e dalla gravità della malattia. Si distinguono tre forme principali di AxD:

    • Forma infantile: è la forma più comune e grave, con esordio nei primi anni di vita. I sintomi includono ritardo dello sviluppo, macrocefalia, convulsioni, spasticità, difficoltà di deglutizione e problemi respiratori.
    • Forma giovanile: esordio tra i 4 e i 14 anni. I sintomi includono atassia, disartria, disfagia, paraparesi spastica e declino cognitivo.
    • Forma adulta: esordio dopo i 14 anni. I sintomi sono simili alla forma giovanile, ma generalmente più lievi.
Diagnosi

La diagnosi di AxD si basa sulla valutazione clinica, sull’imaging cerebrale (risonanza magnetica) e sull’analisi genetica. La risonanza magnetica può mostrare anomalie caratteristiche della sostanza bianca cerebrale, in particolare nel tronco encefalico e nel cervelletto. L’analisi genetica conferma la diagnosi identificando la mutazione nel gene GFAP.

Prognosi

La prognosi dell’AxD è generalmente sfavorevole, soprattutto nella forma infantile. La maggior parte dei bambini con AxD infantile muore entro i primi 10 anni di vita. La prognosi è migliore per le forme giovanile e adulta, con una sopravvivenza media di diversi anni o decenni. Non esiste una cura per l’AxD, ma il trattamento sintomatico può aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliera S.G. Moscati

Avellino (AV)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

AULSS 7 Pedemontana

Bassano del Grappa (VI)

AULSS 1 Dolomiti

Belluno (BL)

Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo

Benevento (BN)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Aziende AUSL di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

IRCCS Eugenio Medea – Associazione La Nostra Famiglia – Polo di Bosisio Parini (LC)

Bosisio Parini (LC)

Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini – ASST Spedali Civili, Brescia

Brescia (BS)

I.R.C.C.S. “Eugenio Medea” – Brindisi

Brindisi (BR)

ASSL Cagliari – Ospedale Binaghi

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliera G. Brotzu

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano”

Caserta (CE)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliera di Catanzaro Pugliese Ciaccio

Catanzaro (CZ)

Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto

Catanzaro (CZ)

ASL 2 Chieti – Ospedale Policlinico SS. Annunziata

Chieti (CH)

Polo Regionale IRCCS “E. Medea” – Conegliano

Conegliano (TV)

Azienda USL Toscana Centro – Azienda USL 11 Empoli

Empoli (FI)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

ASL Latina

Latina (LT)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano

Milano (MI)

IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

Milano (MI)

Ospedale L. Sacco di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco

Milano (MI)

Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco

Milano (MI)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Specialistica “Dei Colli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

U.L.S.S. 6 – Euganea

Padova (PD)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ospedale Maggiore

Parma (PR)

IRCCS Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico “Fondazione Mondino” di Pavia

Pavia (PV)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

USL UMBRIA 1

Perugia (PG)

Azienda Ospedaliera Universitaria Pisa – Ospedale Santa Chiara Pisa

Pisa (PI)

IRCCS Stella Maris Pisa

Pisa (PI)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

IRCCS NEUROMED – Istituto Neurologico Mediterraneo

Pozzilli (IS)

Azienda USL Toscana Centro – Azienda USL 4 Prato

Prato (PO)

Grande Ospedale Metropolitano – Ospedali Riuniti di Reggio Calabria

Reggio di Calabria (RC)

Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova”

Reggio nell’Emilia (RE)

ASL RM 1 – Azienda Ospedaliero – Universitaria Sant’Andrea

Roma (RM)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”

Salerno (SA)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

AULSS 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso – Ca’ Foncello

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Associazione Oasi Maria SS. ONLUS

Troina (EN)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

AULSS 3 Serenissima

Venezia (VE)

AULLS9 Scaligera – Ospedale Polo Riabilitativo Provinciale

Verona (VR)

AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

AULSS 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza

Vicenza (VI)

Non esistono farmaci specifici o trattamenti in grado di curare o rallentare la progressione della malattia di Alexander. La ricerca è in corso per trovare terapie efficaci, ma al momento l’approccio è principalmente sintomatico e di supporto.

Questo significa che i trattamenti si concentrano sulla gestione dei sintomi e sul miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Alcuni esempi includono:

    • Farmaci antiepilettici: per controllare le convulsioni, un sintomo comune nella malattia di Alexander.
    • Fisioterapia e terapia occupazionale: per aiutare a mantenere la mobilità, la forza muscolare e l’indipendenza nelle attività quotidiane.
    • Logopedia: per affrontare i problemi di linguaggio e comunicazione.
    • Supporto nutrizionale: per garantire un’adeguata alimentazione, soprattutto nei pazienti con difficoltà di deglutizione.
    • Assistenza respiratoria: per gestire i problemi respiratori che possono insorgere a causa della debolezza muscolare.