MALATTIA DA ACCUMULO DI ACIDO SIALICO

MALATTIE DEL METABOLISMO

NOTE INFORMATIVE
  

La malattia da accumulo di acido sialico, anche conosciuta come sialidosi, è una rara malattia genetica che appartiene al gruppo delle malattie da accumulo lisosomiale.

È caratterizzata dall’accumulo anomalo di acido sialico nei lisosomi, organelli cellulari responsabili della degradazione di diverse sostanze.

Epidemiologia

La sialidosi è una malattia molto rara, con una prevalenza stimata inferiore a 1 caso su 1.000.000 di persone. È stata descritta in diverse popolazioni in tutto il mondo, ma è più comune in Finlandia, dove è nota come “sialidosi finlandese” o malattia di Salla.

Eziologia e Genetica

La sialidosi è causata da mutazioni nel gene SLC17A5, che codifica per una proteina trasportatrice di acido sialico localizzata sulla membrana dei lisosomi. Queste mutazioni determinano un difetto nel trasporto dell’acido sialico fuori dai lisosomi, con conseguente accumulo all’interno di questi organelli. La malattia si trasmette con modalità autosomica recessiva, il che significa che entrambi i genitori devono essere portatori di una copia mutata del gene per trasmettere la malattia ai figli.

Patogenesi

L’accumulo di acido sialico nei lisosomi interferisce con la normale funzione di questi organelli, compromettendo la degradazione di diverse sostanze e causando un danno cellulare progressivo. Il danno cellulare è particolarmente evidente nel sistema nervoso centrale, dove l’accumulo di acido sialico provoca la morte dei neuroni e la demielinizzazione, con conseguenti deficit neurologici.

Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche della sialidosi sono variabili e dipendono dall’età di esordio e dalla gravità della malattia. Si distinguono due forme principali:

    • Forma infantile (ISSD): esordio nei primi mesi di vita con grave ritardo dello sviluppo psicomotorio, ipotonia, epilessia, macrocefalia, epatosplenomegalia e facies caratteristica. La prognosi è severa, con decesso precoce.
    • Forma adulta (malattia di Salla): esordio più tardivo, in genere nell’infanzia o nell’adolescenza, con atassia, spasticità, ritardo mentale lieve-moderato e regressione delle capacità motorie. La progressione è più lenta rispetto alla forma infantile e l’aspettativa di vita è generalmente maggiore.
Diagnosi

La diagnosi di sialidosi si basa su:

    • Quadro clinico: presenza di sintomi e segni suggestivi della malattia.
    • Esami di laboratorio: elevati livelli di acido sialico libero nelle urine.
    • Test genetici: identificazione di mutazioni nel gene SLC17A5.
    • Biopsia tissutale: analisi al microscopio elettronico per evidenziare l’accumulo di acido sialico nei lisosomi.
Prognosi

La prognosi della sialidosi è variabile e dipende dalla forma della malattia. La forma infantile ha una prognosi severa, con decesso generalmente entro i primi anni di vita. La forma adulta ha una progressione più lenta e un’aspettativa di vita maggiore, ma la qualità della vita è compromessa dai deficit neurologici progressivi.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini – ASST Spedali Civili, Brescia

Brescia (BS)

A.S.Re.M – Policlinico Ospedaliero ” A.Cardarelli”

Campobasso (CB)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto

Catanzaro (CZ)

Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer

Firenze (FI)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano

Milano (MI)

Ospedale S. Paolo di Milano -ASST SS. Paolo e Carlo

Milano (MI)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

Azienda USL di Piacenza – Ospedale Guglielmo da Saliceto

Piacenza (PC)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria Siena

Siena (SI)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

Al momento non esistono farmaci specifici per la malattia da accumulo di acido sialico (SASD).

Sebbene non ci siano cure, il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e sul miglioramento della qualità della vita del paziente. Questo può includere:

    • Fisioterapia: per migliorare il tono muscolare, la coordinazione motoria e la mobilità.
    • Logopedia: per aiutare con problemi di linguaggio e comunicazione.
    • Terapia occupazionale: per sviluppare abilità di vita quotidiana e adattarsi alle disabilità.
    • Supporto nutrizionale: per garantire una crescita e uno sviluppo adeguati.
    • Monitoraggio regolare: per valutare la progressione della malattia e gestire eventuali complicazioni.