LINFEDEMA PRIMITIVO AUTOSOMICO RECESSIVO

MALATTIE DEL SISTEMA CIRCOLATORIO

NOTE INFORMATIVE
  

Il linfedema primitivo autosomico recessivo è una malattia rara del sistema linfatico, caratterizzata da un accumulo anomalo di linfa nei tessuti, in particolare negli arti.

Questa condizione è causata da un difetto genetico ereditato da entrambi i genitori, che compromette lo sviluppo e la funzione dei vasi linfatici. A differenza del linfedema secondario, che si sviluppa a seguito di un danno al sistema linfatico (ad esempio, a causa di un intervento chirurgico, infezioni o tumori), il linfedema primitivo è congenito, ovvero presente fin dalla nascita o si manifesta entro i primi due anni di vita.

Epidemiologia

Il linfedema primitivo autosomico recessivo è una condizione estremamente rara. La prevalenza esatta non è nota, ma si stima che colpisca meno di 1 persona su 1 milione. Poiché la malattia è causata da mutazioni genetiche recessive, è più comune in popolazioni con un alto tasso di consanguineità.

Eziologia e Genetica

Il linfedema primitivo autosomico recessivo è causato da mutazioni in geni che codificano per proteine coinvolte nello sviluppo e nella funzione dei vasi linfatici. Ad oggi, sono stati identificati diversi geni associati a questa condizione, tra cui:

  • FOXC2: Questo gene è il più frequentemente mutato nel linfedema primitivo. Codifica per un fattore di trascrizione che regola l’espressione di geni coinvolti nello sviluppo dei vasi linfatici.
  • GJC2: Questo gene codifica per una proteina chiamata connessina 47, che forma canali di comunicazione tra le cellule endoteliali dei vasi linfatici.
  • SOX18: Questo gene codifica per un fattore di trascrizione coinvolto nella formazione dei vasi sanguigni e linfatici.
  • FLT4: Questo gene codifica per il recettore 3 del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR-3), che svolge un ruolo cruciale nello sviluppo dei vasi linfatici.

Le mutazioni in questi geni possono alterare la struttura o la funzione delle proteine corrispondenti, compromettendo lo sviluppo o la funzione dei vasi linfatici e causando l’accumulo di linfa nei tessuti.

Manifestazioni Cliniche

Il linfedema primitivo autosomico recessivo si manifesta tipicamente con gonfiore degli arti, in particolare delle gambe e dei piedi. Il gonfiore può essere presente fin dalla nascita o svilupparsi gradualmente durante l’infanzia. Altri segni e sintomi possono includere:

  • Gonfiore asimmetrico: Il gonfiore può essere più pronunciato in un arto rispetto all’altro.
  • Seno della fovea: Pressione sulla pelle gonfia lascia una fossetta che persiste per un breve periodo.
  • Dolore o fastidio: L’arto colpito può essere dolente o dare una sensazione di pesantezza.
  • Ispessimento della pelle: La pelle dell’arto colpito può diventare spessa e fibrosa.
  • Infezioni ricorrenti: Il linfedema può aumentare il rischio di infezioni cutanee, come la cellulite.
  • Difficoltà di movimento: Il gonfiore e il dolore possono limitare la mobilità dell’arto colpito.

Diagnosi

La diagnosi di linfedema primitivo autosomico recessivo si basa sulla storia clinica del paziente, sull’esame fisico e su indagini strumentali. Le indagini strumentali più utilizzate includono:

  • Linfoscintigrafia: Questo esame utilizza un tracciante radioattivo per visualizzare il flusso linfatico e identificare eventuali ostruzioni o anomalie dei vasi linfatici.
  • Risonanza magnetica (RM): La RM può fornire immagini dettagliate dei tessuti molli e dei vasi linfatici, aiutando a identificare la causa del linfedema.
  • Ecografia: L’ecografia può essere utile per valutare la struttura dei vasi linfatici e la presenza di eventuali anomalie.
  • Test genetici: I test genetici possono confermare la diagnosi e identificare la mutazione specifica responsabile della malattia.

Prognosi

Il linfedema primitivo autosomico recessivo è una condizione cronica che non può essere completamente curata. Tuttavia, con un trattamento adeguato, i sintomi possono essere gestiti e la qualità della vita del paziente può essere migliorata.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

AULSS 7 Pedemontana

Bassano del Grappa (VI)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini – ASST Spedali Civili, Brescia

Brescia (BS)

Azienda Ospedaliera G. Brotzu

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

Ospedale “Vito Fazzi” – Lecce

Lecce (LE)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

Milano (MI)

Ospedale Niguarda di Milano – ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda

Milano (MI)

Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco

Milano (MI)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Specialistica “Dei Colli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

ASL 3 – Pescara

Pescara (PE)

Azienda Ospedaliera Universitaria Pisa – Ospedale Cisanello

Pisa (PI)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Grande Ospedale Metropolitano – Ospedali Riuniti di Reggio Calabria

Reggio di Calabria (RC)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”

Salerno (SA)

ASL 5 – Presidio Ospedaliero del Levante Ligure – “Ospedale San Bartolomeo”

Sarzana (SP)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

AULSS 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso – Ca’ Foncello

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

AULLS9 Scaligera- Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

AULSS 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza

Vicenza (VI)

Non esistono farmaci specifici per curare il linfedema primitivo autosomico recessivo.

Tuttavia, esistono diverse opzioni terapeutiche che possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Il trattamento del linfedema primitivo autosomico recessivo si concentra principalmente sulla riduzione del gonfiore e sulla prevenzione delle complicanze.

Le principali opzioni terapeutiche includono:

  • Terapia fisica e riabilitativa:

    • Esercizi specifici: aiutano a migliorare il drenaggio linfatico e a mantenere la mobilità dell’arto colpito.
    • Bendaggio compressivo: l’applicazione di bende elastiche aiuta a ridurre il gonfiore e a sostenere i tessuti.
    • Drenaggio linfatico manuale: un massaggio delicato che favorisce il flusso della linfa verso i linfonodi.
    • Pressoterapia: l’utilizzo di apparecchiature che applicano una pressione controllata sull’arto per favorire il drenaggio linfatico.
  • Cura della pelle: è fondamentale mantenere la pelle pulita e idratata per prevenire infezioni e lesioni.

  • Chirurgia: in alcuni casi, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere il tessuto linfatico in eccesso o per creare nuove vie di drenaggio linfatico.