INTOLLERANZA EREDITARIA AL FRUTTOSIO

MALATTIE DEL METABOLISMO

NOTE INFORMATIVE
  

L’intolleranza ereditaria al fruttosio (HFI) è una malattia genetica rara del metabolismo che impedisce all’organismo di metabolizzare correttamente il fruttosio.

Questa condizione, se non diagnosticata e gestita precocemente, può portare a gravi complicazioni di salute.

Epidemiologia

L’HFI è una malattia autosomica recessiva, il che significa che un individuo deve ereditare due copie del gene difettoso (uno da ciascun genitore) per sviluppare la malattia. La prevalenza stimata dell’HFI è di circa 1 caso ogni 20.000 nati vivi, anche se potrebbe essere sottostimata a causa di diagnosi mancate o tardive.

Eziologia e Genetica

L’HFI è causata da mutazioni nel gene ALDOB, che codifica per l’enzima aldolasi B. Questo enzima è fondamentale per la metabolizzazione del fruttosio nel fegato, nei reni e nell’intestino tenue. In sua assenza, il fruttosio-1-fosfato si accumula nelle cellule, causando tossicità e disfunzione cellulare.

Sono state identificate oltre 50 mutazioni nel gene ALDOB associate all’HFI. Le mutazioni più comuni variano a seconda della popolazione.

Manifestazioni Cliniche

I sintomi dell’HFI si manifestano in genere quando il bambino viene svezzato e inizia a consumare alimenti contenenti fruttosio, saccarosio o sorbitolo. La gravità dei sintomi può variare a seconda della quantità di fruttosio ingerita e della specifica mutazione genetica.

I sintomi più comuni includono:

  • Ipoglicemia: bassi livelli di zucchero nel sangue dopo l’ingestione di fruttosio, che possono causare debolezza, sudorazione, tremori, confusione e convulsioni.
  • Vomito: spesso si verifica subito dopo l’ingestione di fruttosio.
  • Disturbi gastrointestinali: dolore addominale, diarrea, nausea.
  • Ittero: colorazione giallastra della pelle e degli occhi.
  • Epatomegalia: ingrossamento del fegato.
  • Ritardo di crescita: nei bambini non trattati.
  • Insufficienza epatica e renale: nelle forme più gravi o non trattate.

A lungo termine, l’accumulo di fruttosio-1-fosfato può causare danni epatici progressivi, con conseguente cirrosi, insufficienza epatica e un aumentato rischio di carcinoma epatocellulare.

Diagnosi

La diagnosi di HFI si basa su:

  • Anamnesi: raccolta di informazioni sui sintomi e sull’alimentazione del paziente.
  • Esame obiettivo: valutazione dei segni clinici come ittero o epatomegalia.
  • Test genetici: identificazione delle mutazioni nel gene ALDOB.
  • Test di provocazione al fruttosio: somministrazione controllata di fruttosio per valutare la risposta del paziente (da eseguire solo in ambiente ospedaliero).
  • Biopsia epatica: in alcuni casi, per valutare il grado di danno epatico.

Prognosi

La prognosi per i pazienti con HFI è generalmente buona se la diagnosi viene fatta precocemente e viene instaurata una dieta rigorosa priva di fruttosio. L’eliminazione del fruttosio dalla dieta previene ulteriori danni al fegato e consente la risoluzione dei sintomi.

Tuttavia, è importante sottolineare che anche piccole quantità di fruttosio possono essere dannose. I pazienti con HFI devono prestare molta attenzione all’alimentazione, leggendo attentamente le etichette degli alimenti ed evitando cibi che contengono fruttosio, saccarosio e sorbitolo.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

ASST Papa Giovanni XXIII – Ospedale Papa Giovanni XXIII

Bergamo (BG)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Centro Clinico NeMO – Fondazione Serena ONLUS di Brescia

Brescia (BS)

Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini – ASST Spedali Civili, Brescia

Brescia (BS)

I.R.C.C.S. “Eugenio Medea” – Brindisi

Brindisi (BR)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

AOU Renato Dulbecco di Catanzaro

Catanzaro (CZ)

Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto

Catanzaro (CZ)

ASL 2 Chieti – Ospedale Policlinico SS. Annunziata

Chieti (CH)

Azienda Ospedaliera di Cosenza – Presidio Ospedaliero “ANNUNZIATA”

Cosenza (CS)

Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara – “Arcispedale S.Anna”

Ferrara (FE)

Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer

Firenze (FI)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano

Milano (MI)

IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

Milano (MI)

Ospedale S. Paolo di Milano -ASST SS. Paolo e Carlo

Milano (MI)

Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco

Milano (MI)

AUSL Modena – Ospedale S.Agostino Estense di Baggiovara

Modena (MO)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena

Modena (MO)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

U.L.S.S. 6 – Euganea

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

IRCCS Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico “Fondazione Mondino” di Pavia

Pavia (PV)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

Azienda USL di Piacenza – Ospedale Guglielmo da Saliceto

Piacenza (PC)

Azienda Ospedaliera Universitaria Pisa – Ospedale Santa Chiara Pisa

Pisa (PI)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

ASL RM 1 – Azienda Ospedaliero – Universitaria Sant’Andrea

Roma (RM)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Policlinico Tor Vergata

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria Siena

Siena (SI)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

U.L.S.S. 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

ASL Viterbo – Ospedale di Belcolle

Viterbo (VT)

Non esistono farmaci specifici per curare l’intolleranza ereditaria al fruttosio (HFI).

Il trattamento principale e fondamentale per l’HFI è una dieta rigorosamente priva di fruttosio, saccarosio e sorbitolo.

Questo significa eliminare completamente dalla dieta alimenti come:

  • Frutta: la maggior parte della frutta contiene fruttosio in quantità significative.
  • Alcuni tipi di verdura: come carote, piselli, pomodori e mais dolce.
  • Miele e sciroppo d’acero: sono ricchi di fruttosio.
  • Zucchero da tavola (saccarosio): è composto da glucosio e fruttosio.
  • Sorbitolo: un dolcificante artificiale spesso presente in caramelle, gomme da masticare e prodotti dietetici.
  • Alcuni farmaci: leggere attentamente il foglietto illustrativo o consultare il medico o il farmacista per verificare la presenza di fruttosio, saccarosio o sorbitolo.

Oltre alla dieta, possono essere necessarie integrazioni di:

  • Vitamina C: spesso carente nelle diete prive di frutta.
  • Acido folico: può aiutare a migliorare l’attività degli enzimi glicolitici.