NOTE INFORMATIVE SU QUESTA MALATTIA
Le gangliosidosi sono un gruppo di malattie da accumulo lisosomiale rare, caratterizzate dall’accumulo di gangliosidi all’interno dei lisosomi, organelli cellulari responsabili della degradazione di diverse sostanze.
Questo accumulo è causato da un deficit enzimatico geneticamente determinato, che impedisce la corretta degradazione dei gangliosidi.
Epidemiologia
L’incidenza complessiva delle gangliosidosi è stimata in circa 1 caso ogni 100.000 nati vivi. Tuttavia, la frequenza varia a seconda del tipo specifico di gangliosidosi e dell’origine etnica. Alcune forme sono più comuni in determinate popolazioni, come la malattia di Tay-Sachs negli ebrei Ashkenaziti.
Eziologia e genetica
Le gangliosidosi sono causate da mutazioni in geni che codificano per enzimi lisosomiali coinvolti nel metabolismo dei gangliosidi. La maggior parte delle gangliosidosi sono ereditate con modalità autosomica recessiva, il che significa che un individuo deve ereditare due copie del gene mutato (una da ciascun genitore) per sviluppare la malattia.
Manifestazioni cliniche
Le manifestazioni cliniche delle gangliosidosi sono variabili e dipendono dal tipo specifico, dall’età di esordio e dalla gravità del deficit enzimatico. In generale, i sintomi sono progressivi e possono includere:
- Sintomi neurologici: ritardo dello sviluppo psicomotorio, regressione delle capacità acquisite, convulsioni, spasticità, atassia, demenza, cecità, sordità.
- Sintomi viscerali: epatosplenomegalia, cardiomiopatia, disostosi multiple, facies caratteristica.
Classificazione
Le gangliosidosi sono classificate in base al tipo di ganglioside che si accumula e al deficit enzimatico specifico. Le forme più comuni includono:
- Gangliosidosi GM1: causata da un deficit di beta-galattosidasi. Si distinguono tre forme cliniche principali: infantile, giovanile e adulta.
- Gangliosidosi GM2: comprende la malattia di Tay-Sachs, la malattia di Sandhoff e la variante AB. È causata da un deficit di beta-esosaminidasi A (Tay-Sachs), di beta-esosaminidasi A e B (Sandhoff) o del GM2 activator protein (variante AB).
- Gangliosidosi GM3: molto rara, causata da un deficit di sialidasi.
Diagnosi
La diagnosi di gangliosidosi si basa su:
- Quadro clinico: valutazione dei sintomi e segni clinici.
- Esami di laboratorio: dosaggio dell’attività enzimatica nei leucociti, nei fibroblasti o in altri tessuti.
- Test genetici: ricerca delle mutazioni nei geni coinvolti.
- Imaging: risonanza magnetica cerebrale per valutare l’eventuale presenza di anomalie cerebrali.
Prognosi
La prognosi delle gangliosidosi è generalmente sfavorevole, in particolare per le forme infantili che hanno un decorso rapidamente progressivo e portano al decesso entro i primi anni di vita. Le forme ad esordio più tardivo hanno una progressione più lenta e una maggiore variabilità nella gravità dei sintomi.
CENTRI DI DIAGNOSI E CURA PER QUESTA MALATTIA
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NOME PRESIDIO |
CITTÁ |
Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona |
Ancona (AN) |
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta |
Aosta (AO) |
Azienda Ospedaliera S.G. Moscati |
Avellino (AV) |
Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari |
Bari (BA) |
Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo |
Benevento (BN) |
Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna |
Bologna (BO) |
Ospedale Centrale di Bolzano |
Bolzano (BZ) |
Azienda Ospedaliera G. Brotzu |
Cagliari (CA) |
A.S.Re.M – Policlinico Ospedaliero ” A.Cardarelli” |
Campobasso (CB) |
Azienda Ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano” |
Caserta (CE) |
Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco” |
Catania (CT) |
ASL 2 Chieti – Ospedale Policlinico SS. Annunziata |
Chieti (CH) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer |
Firenze (FI) |
Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS |
Genova (GE) |
Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano |
Milano (MI) |
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano |
Milano (MI) |
Ospedale S. Paolo di Milano -ASST SS. Paolo e Carlo |
Milano (MI) |
Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco |
Milano (MI) |
ASST Monza – Ospedale San Gerardo |
Monza (MB) |
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II” |
Napoli (NA) |
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon” |
Napoli (NA) |
Azienda Ospedale Università di Padova |
Padova (PD) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone |
Palermo (PA) |
Azienda Ospedaliera di Perugia |
Perugia (PG) |
ASL 3 – Ospedale Civile Spirito Santo |
Pescara (PE) |
IRCCS Stella Maris Pisa |
Pisa (PI) |
ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone |
Pordenone (PN) |
Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova” |
Reggio nell’Emilia (RE) |
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS |
Roma (RM) |
Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona” |
Salerno (SA) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari |
Sassari (SS) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Siena |
Siena (SI) |
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta |
Torino (TO) |
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento |
Trento (TN) |
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo |
Trieste (TS) |
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia” |
Udine (UD) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona |
Verona (VR) |
FARMACI SPECIFICI PER QUESTA MALATTIA Al momento non esistono farmaci specifici che curino la gangliosidosi. Il trattamento per la gangliosidosi è principalmente sintomatico e di supporto, mirato a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente. Questo può includere: In alcuni casi, può essere sperimentata la terapia di riduzione del substrato, che mira a ridurre l’accumulo di gangliosidi nel corpo. Tuttavia, l’efficacia di questo approccio è ancora in fase di studio. Ci sono sperimentazioni cliniche in corso che valutano nuove terapie per la gangliosidosi, come la terapia genica e la terapia enzimatica sostitutiva. Queste terapie offrono speranza per il futuro, ma sono ancora in fase di sviluppo e non sono ancora disponibili per tutti i pazienti.