ETEROPLASIA OSSEA PROGRESSIVA

MALATTIE DEL SISTEMA OSTEOMUSCOLARE E DEL TESSUTO CONNETTIVO

NOTE INFORMATIVE
  

L’eteroplasia ossea progressiva (POH) è una malattia genetica rara caratterizzata dalla formazione di osso in sedi extra-scheletriche. In parole semplici, l’osso inizia a crescere in tessuti molli come muscoli, tendini e legamenti.

Questo processo, noto come ossificazione eterotopica, inizia solitamente nell’infanzia e progredisce nel tempo, causando rigidità articolare, deformità e disabilità funzionale.

Epidemiologia

La POH è una malattia estremamente rara, con una prevalenza stimata inferiore a 1 su 1 milione di persone in tutto il mondo. Colpisce maschi e femmine in egual misura.

Eziologia e Genetica

La POH è causata da mutazioni nel gene GNAS, situato sul cromosoma 20. Questo gene codifica per una proteina coinvolta nella segnalazione cellulare, e le mutazioni in GNAS interferiscono con la regolazione della formazione ossea. La POH è ereditata con modalità autosomica dominante, il che significa che una singola copia del gene mutato è sufficiente per causare la malattia.

Manifestazioni Cliniche

Il sintomo iniziale più comune della POH è la presenza di piccole protuberanze ossee sotto la pelle, di solito alle dita delle mani o dei piedi. Queste lesioni possono essere presenti alla nascita o svilupparsi nei primi mesi di vita. Nel tempo, l’ossificazione eterotopica progredisce, interessando i tessuti sottocutanei, i muscoli, i tendini e i legamenti.

I sintomi più comuni includono:

    • Rigidità articolare: La formazione di osso attorno alle articolazioni limita il movimento e può portare a contratture.
    • Deformità: L’ossificazione eterotopica può causare deformità degli arti, della colonna vertebrale e del torace.
    • Dolore: Il processo di ossificazione può essere doloroso, soprattutto durante le fasi di crescita rapida.
    • Disabilità funzionale: La POH può interferire con le attività quotidiane come camminare, vestirsi e mangiare.

Diagnosi

La diagnosi di POH si basa sulla storia clinica, l’esame fisico e le indagini radiologiche. Le radiografie mostrano la formazione di osso in sedi extra-scheletriche. La diagnosi può essere confermata da test genetici per identificare mutazioni nel gene GNAS.

Prognosi

La POH è una malattia progressiva e attualmente non esiste una cura. La progressione della malattia è variabile, ma la maggior parte dei pazienti sviluppa disabilità significative nel tempo. L’obiettivo del trattamento è quello di gestire i sintomi, prevenire le complicanze e migliorare la qualità della vita.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliera S.G. Moscati

Avellino (AV)

Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo

Benevento (BN)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Azienda Ospedaliera G. Brotzu

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari

Cagliari (CA)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer

Firenze (FI)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

ASL Napoli 1

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

ASSL Nuoro – Ospedale “San Francesco” di Nuoro

Nuoro (NU)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova”

Reggio nell’Emilia (RE)

Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini

Roma (RM)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Policlinico Tor Vergata

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”

Salerno (SA)

Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari

Sassari (SS)

ASL 2 – Ospedale San Paolo

Savona (SV)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

U.L.S.S. 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

U.L.S.S. 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza

Vicenza (VI)

Al momento, non esistono farmaci specifici per curare l’eteroplasia ossea progressiva (POH). La ricerca è in corso per trovare trattamenti efficaci, ma al momento le opzioni terapeutiche si concentrano sulla gestione dei sintomi e sul miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

Ecco alcuni approcci terapeutici utilizzati:

  • Farmaci:
    • Antinfiammatori non steroidei (FANS): per ridurre il dolore e l’infiammazione durante le riacutizzazioni.
    • Corticosteroidi: in alcuni casi, per controllare l’infiammazione.
    • Bisfosfonati: per rallentare la formazione di nuovo osso eterotopico.
  • Chirurgia:
    • Può essere considerata per rimuovere l’osso eterotopico che causa dolore o limita la funzionalità, ma con cautela, poiché l’intervento chirurgico stesso può scatenare una nuova formazione di osso.
  • Fisioterapia:
    • Esercizi di stretching e di mobilità per mantenere la flessibilità articolare e prevenire le contratture.
    • Terapia occupazionale per adattare l’ambiente domestico e lavorativo alle esigenze del paziente.