DISPLASIA SPONDILOEPIFISARIA CONGENITA

MALFORMAZIONI CONGENITE, CROMOSOMOPATIE E SINDROMI GENETICHE

NOTE INFORMATIVE
  

La displasia spondiloepifisaria congenita (SEDc) è una rara malattia genetica dello scheletro che colpisce la crescita e lo sviluppo delle ossa, in particolare la colonna vertebrale e le estremità delle ossa lunghe (epifisi).

Questa condizione si manifesta fin dalla nascita e porta a una bassa statura sproporzionata, con tronco corto e arti di lunghezza relativamente normale.

Epidemiologia

La SEDc è una condizione molto rara, con una prevalenza stimata di circa 1 caso ogni 100.000 nati vivi. Non sembra esserci una predisposizione etnica o geografica particolare.

Eziologia e Genetica

La SEDc è causata da mutazioni in geni che codificano per proteine coinvolte nella formazione e nel mantenimento della cartilagine e dell’osso. Il gene più frequentemente mutato è il COL2A1, che codifica per il collagene di tipo II, una proteina fondamentale per la struttura della cartilagine. Mutazioni in altri geni, come COL11A1, COL11A2 e SLC26A2, sono state associate a forme più rare di SEDc.

La SEDc è ereditata con modalità autosomica dominante, il che significa che una singola copia del gene mutato è sufficiente per causare la malattia. In circa la metà dei casi, la mutazione è una nuova mutazione (de novo) non presente nei genitori. Nell’altra metà dei casi, la malattia è ereditata da un genitore affetto.

Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche della SEDc sono variabili, anche all’interno della stessa famiglia. I segni e sintomi più comuni includono:

    • Bassa statura: La bassa statura è presente fin dalla nascita e diventa più evidente con la crescita. La statura finale degli adulti affetti è generalmente inferiore a 150 cm.
    • Tronco corto: Il tronco è sproporzionatamente corto rispetto agli arti.
    • Deformità della colonna vertebrale: Scoliosi, cifosi e lordosi sono comuni.
    • Anomalie delle epifisi: Le estremità delle ossa lunghe possono essere deformate, causando problemi articolari come dolore, rigidità e limitazione del movimento.
    • Problemi oculari: Miopia, distacco di retina e cataratta sono possibili complicanze.
    • Problemi uditivi: La perdita dell’udito può verificarsi a causa di anomalie degli ossicini dell’orecchio medio.
    • Palatoschisi: La palatoschisi è una malformazione congenita del palato che può essere presente in alcuni casi di SEDc.

Diagnosi

La diagnosi di SEDc si basa sulla valutazione clinica, sull’esame radiografico dello scheletro e sull’analisi genetica.

  • Esame obiettivo: Il medico valuterà la statura, le proporzioni corporee e la presenza di eventuali deformità scheletriche.
  • Radiografie: Le radiografie della colonna vertebrale e degli arti mostrano le caratteristiche anomalie delle vertebre e delle epifisi.
  • Test genetici: L’analisi genetica può confermare la diagnosi identificando la mutazione specifica responsabile della malattia.

Prognosi

La prognosi della SEDc è variabile a seconda della gravità delle manifestazioni cliniche. La maggior parte degli individui affetti ha una normale aspettativa di vita, ma la qualità della vita può essere compromessa da dolore cronico, limitazioni funzionali e complicanze mediche.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliera S.G. Moscati

Avellino (AV)

Istituto Ortopedico Rizzoli – Sicilia

Bagheria (PA)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

U.L.S.S. 7 Pedemontana – Ospedale di Bassano del Grappa

Bassano del Grappa (VI)

Azienda Ospedaliera Gaetano Rummo

Benevento (BN)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto

Catanzaro (CZ)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

Milano (MI)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

Azienda Ospedaliera Universitaria Pisa – Ospedale Santa Chiara Pisa

Pisa (PI)

Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova”

Reggio nell’Emilia (RE)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”

Salerno (SA)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

U.L.S.S. 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso

Treviso (TV)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

U.L.S.S. 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza

Vicenza (VI)

Non esistono farmaci specifici per curare la displasia spondiloepifisaria congenita.

Tuttavia, diverse opzioni terapeutiche possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti:

1. Chirurgia:

  • Correzione delle deformità scheletriche: interventi chirurgici possono essere necessari per correggere deformità della colonna vertebrale (scoliosi, cifosi), delle anche, delle ginocchia o dei piedi.
  • Stabilizzazione della colonna vertebrale: in caso di instabilità vertebrale, può essere necessario un intervento di fusione spinale per stabilizzare la colonna e prevenire ulteriori danni.

2. Fisioterapia:

  • Esercizi di rinforzo muscolare: aiutano a migliorare la postura, la mobilità e la forza.
  • Esercizi di stretching: mantengono la flessibilità articolare e prevengono contratture.
  • Terapia occupazionale: insegna ai pazienti come svolgere le attività quotidiane in modo sicuro ed efficiente.

3. Ausili:

  • Tutori: possono essere utilizzati per sostenere la colonna vertebrale o gli arti inferiori.
  • Deambulatori o sedie a rotelle: possono essere necessari per i pazienti con difficoltà motorie.

4. Trattamento dei sintomi:

  • Farmaci antidolorifici: per alleviare il dolore.
  • Farmaci antinfiammatori: per ridurre l’infiammazione.