DIFETTI CONGENITI DELLA GLICOSILAZIONE PROTEICA (CDGS)

MALATTIE DEL METABOLISMO

NOTE INFORMATIVE
  

I Difetti Congeniti della Glicosilazione Proteica (CDGS) rappresentano un gruppo eterogeneo di malattie genetiche rare, caratterizzate da un’alterazione del processo di glicosilazione.

La glicosilazione è un processo fondamentale in cui zuccheri (glicani) vengono aggiunti alle proteine in modo specifico. Questo processo è essenziale per la struttura, la funzione e la stabilità di molte proteine. Nei CDGS, difetti genetici causano un’alterazione di questo processo, con conseguente produzione di proteine malfunzionanti.

Epidemiologia

L’incidenza esatta dei CDGS è sconosciuta, ma si stima che colpisca circa 1 neonato su 20.000. Ad oggi, sono stati identificati oltre 100 tipi di CDGS, ognuno causato da mutazioni in geni diversi.

Eziologia e Genetica

I CDGS sono causati da mutazioni in geni che codificano per enzimi o proteine coinvolte nel processo di glicosilazione. La maggior parte dei CDGS sono ereditati con modalità autosomica recessiva, il che significa che un individuo deve ereditare due copie del gene mutato (una da ciascun genitore) per sviluppare la malattia. Esistono anche alcune forme di CDGS ereditate con modalità autosomica dominante o legata al cromosoma X.

Manifestazioni Cliniche

Le manifestazioni cliniche dei CDGS sono estremamente variabili e dipendono dal gene specifico coinvolto e dal tipo di difetto di glicosilazione. Alcuni sintomi comuni includono:

  • Ritardo dello sviluppo psicomotorio: difficoltà nell’apprendimento, ritardo del linguaggio, disabilità intellettiva.
  • Ipotonia: ridotto tono muscolare.
  • Dismorfismi facciali: caratteristiche facciali distintive come fronte ampia, occhi infossati, naso piatto.
  • Convulsioni: episodi di attività cerebrale anormale.
  • Problemi di coagulazione: difficoltà nella coagulazione del sangue.
  • Infezioni ricorrenti: maggiore suscettibilità alle infezioni.
  • Problemi gastrointestinali: diarrea, vomito, difficoltà di alimentazione.
  • Anomalie scheletriche: deformità ossee.

Diagnosi

La diagnosi di CDGS si basa su una combinazione di:

  • Esame obiettivo: valutazione dei sintomi e dei segni clinici.
  • Analisi di laboratorio:
    • Isoelettrofocalizzazione delle transferrine sieriche: questo test è spesso il primo passo nella diagnosi di CDGS e rileva anomalie nella glicosilazione delle proteine sieriche.
    • Analisi degli oligosaccaridi: valuta la struttura degli zuccheri legati alle proteine.
    • Test genetici: identificano mutazioni nei geni coinvolti nella glicosilazione.

Prognosi

La prognosi dei CDGS varia a seconda del tipo specifico e della gravità dei sintomi. Alcune forme di CDGS sono lievi e consentono una vita relativamente normale, mentre altre sono gravi e possono portare a disabilità significative o addirittura alla morte.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Bari (BA)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Azienda Ospedaliera G. Brotzu

Cagliari (CA)

A.S.Re.M – Policlinico Ospedaliero ” A.Cardarelli”

Campobasso (CB)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

ASL 2 Chieti – Ospedale Policlinico SS. Annunziata

Chieti (CH)

Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer

Firenze (FI)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano

Milano (MI)

Ospedale S. Paolo di Milano -ASST SS. Paolo e Carlo

Milano (MI)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

ASSL Nuoro – Ospedale “San Francesco” di Nuoro

Nuoro (NU)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

ASL 3 – Ospedale Civile Spirito Santo

Pescara (PE)

Azienda USL di Piacenza – Ospedale Guglielmo da Saliceto

Piacenza (PC)

IRCCS Stella Maris Pisa

Pisa (PI)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova”

Reggio nell’Emilia (RE)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari

Sassari (SS)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

U.L.S.S. 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

Azienda U.L.S.S. 3 Serenissima -Mestre

Venezia (VE)

Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

U.L.S.S. 8 Berica – Ospedale San Bortolo di Vicenza

Vicenza (VI)

Al momento non esistono farmaci specifici per curare i difetti congeniti della glicosilazione proteica (CDGs). Si tratta di un gruppo di malattie genetiche rare e complesse, con un’ampia varietà di sintomi e gravità. La ricerca sta facendo progressi, ma la terapia è principalmente sintomatica e di supporto, volta a migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Ecco alcuni approcci terapeutici comuni:

  • Trattamento dei sintomi specifici: A seconda dei sintomi presentati dal paziente, si possono utilizzare farmaci per controllare le convulsioni, migliorare la funzione cardiaca, gestire i problemi gastrointestinali o affrontare altre complicazioni.
  • Fisioterapia e terapia occupazionale: Queste terapie possono aiutare a migliorare la forza muscolare, la coordinazione e le capacità motorie, favorendo l’autonomia del paziente.
  • Logopedia: Può essere utile per migliorare le capacità di comunicazione e linguaggio nei pazienti con difficoltà in quest’area.
  • Supporto nutrizionale: Alcuni pazienti possono necessitare di una dieta specifica o di integratori per gestire problemi di malassorbimento o carenze nutrizionali.
  • Assistenza psicologica: Un supporto psicologico può aiutare i pazienti e le loro famiglie a gestire l’impatto emotivo e sociale della malattia.