COLESTASI INTRAEPATICA PROGRESSIVA FAMILIARE DI TIPO II

MALATTIE DELL’APPARATO DIGERENTE

NOTE INFORMATIVE
  

La Colestasi Intraepatica Progressiva Familiare di Tipo II (PFIC2) è una malattia genetica rara che colpisce il fegato.

Appartiene a un gruppo di disturbi noti come PFIC, caratterizzati da un difetto nel trasporto della bile dal fegato all’intestino. Questo difetto porta all’accumulo di acidi biliari nel fegato, causando danni progressivi che possono portare a insufficienza epatica.

Cause:

PFIC2 è causata da mutazioni nel gene ABCB11, che codifica per una proteina chiamata proteina di resistenza multifarmaco 3 (MDR3). Questa proteina è responsabile del trasporto della fosfatidilcolina, un componente importante della bile, attraverso la membrana delle cellule epatiche. In assenza o con un malfunzionamento di MDR3, la bile diventa tossica per le cellule del fegato, causando infiammazione e danni progressivi.

Sintomi:

I sintomi di PFIC2 di solito compaiono nei primi mesi o anni di vita e possono includere:

  • Ittero: colorazione giallastra della pelle e degli occhi
  • Prurito: spesso grave e intrattabile
  • Steatorrea: feci pallide, voluminose e maleodoranti a causa del malassorbimento dei grassi
  • Ritardo della crescita: a causa del malassorbimento di nutrienti
  • Xantomi: depositi di grasso sotto la pelle
  • Epatosplenomegalia: ingrossamento del fegato e della milza

Diagnosi:

La diagnosi di PFIC2 si basa su una combinazione di:

  • Storia clinica e esame fisico: valutazione dei sintomi e dei segni clinici
  • Esami del sangue: per valutare la funzionalità epatica e i livelli di acidi biliari
  • Esami di imaging: come l’ecografia addominale e la risonanza magnetica per visualizzare il fegato e le vie biliari
  • Biopsia epatica: per esaminare il tessuto epatico al microscopio e valutare l’entità del danno
  • Test genetici: per identificare mutazioni nel gene ABCB11

Prognosi:

La prognosi per i pazienti con PFIC2 varia a seconda della gravità della malattia e della risposta al trattamento. Senza trapianto di fegato, molti pazienti sviluppano insufficienza epatica entro l’età adulta. Il trapianto di fegato offre la migliore possibilità di sopravvivenza a lungo termine.

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NOME PRESIDIO

CITTÁ

Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Ancona (AN)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Aosta (AO)

Azienda Ospedaliera S.G. Moscati

Avellino (AV)

ASST Papa Giovanni XXIII – Ospedale Papa Giovanni XXIII

Bergamo (BG)

Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna

Bologna (BO)

Ospedale Centrale di Bolzano

Bolzano (BZ)

Spedali Civili di Brescia – Ospedale dei Bambini – ASST Spedali Civili, Brescia

Brescia (BS)

Presidio Ospedaliero “Di Summa – Perrino” – Brindisi

Brindisi (BR)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione (ARNAS) Garibaldi – Nesima

Catania (CT)

Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”

Catania (CT)

Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto

Catanzaro (CZ)

Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara – “Arcispedale S.Anna”

Ferrara (FE)

Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer

Firenze (FI)

Istituto Giannina Gaslini – Ospedale Pediatrico IRCCS

Genova (GE)

Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

Genova (GE)

Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino”

Messina (ME)

Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

Milano (MI)

Ospedale S. Paolo di Milano -ASST SS. Paolo e Carlo

Milano (MI)

AUSL Modena – Ospedale S.Agostino Estense di Baggiovara

Modena (MO)

ASST Monza – Ospedale San Gerardo

Monza (MB)

AOU  Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”

Napoli (NA)

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono – Pausilipon”

Napoli (NA)

Azienda Ospedale Università di Padova

Padova (PD)

ARNAS Civico – Di Cristina Benfratelli

Palermo (PA)

Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello

Palermo (PA)

Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (ISMETT)

Palermo (PA)

Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia

Pavia (PV)

Azienda Ospedaliera di Perugia

Perugia (PG)

ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone

Pordenone (PN)

Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I”

Roma (RM)

Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli – Università del Sacro Cuore

Roma (RM)

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS

Roma (RM)

IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano

Rozzano (MI)

Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona”

Salerno (SA)

I.R.C.C.S. “Casa Sollievo della Sofferenza” – San Giovanni Rotondo

San Giovanni Rotondo (FG)

Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta

Torino (TO)

Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento

Trento (TN)

U.L.S.S. 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso

Treviso (TV)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina

Trieste (TS)

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Trieste (TS)

Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia”

Udine (UD)

Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona (VR)

Esistono farmaci specifici e altri trattamenti per la Colestasi Intraepatica Progressiva Familiare di Tipo 2 (PFIC2).

Farmaci

  • Odevixibat: Questo è un farmaco relativamente nuovo che ha dimostrato di essere efficace nel trattamento di tutti i tipi di PFIC, inclusa la PFIC2. Agisce riducendo il riassorbimento degli acidi biliari nell’intestino, diminuendo così la quantità di acidi biliari che si accumulano nel fegato e causano danni. Odevixibat è stato approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
  • Maralixibat: Simile a odevixibat, maralixibat è un altro inibitore del trasportatore ileale degli acidi biliari che può essere utilizzato nel trattamento della PFIC2.

Altri trattamenti

  • Acido ursodesossicolico (UDCA): Questo farmaco è spesso usato per trattare diverse malattie del fegato, inclusa la PFIC2. Può aiutare a migliorare il flusso biliare e ridurre il prurito.
  • Rifampicina: Questo antibiotico può essere utilizzato per ridurre il prurito in alcuni pazienti con PFIC2.
  • Diversione biliare: Questo intervento chirurgico può essere utilizzato per deviare il flusso biliare dal fegato, riducendo così il danno epatico. Tuttavia, non è una cura definitiva e può essere necessario un trapianto di fegato in seguito.
  • Trapianto di fegato: Questa è l’unica opzione terapeutica risolutiva per la PFIC2. È generalmente riservato ai pazienti con malattia epatica avanzata o che non rispondono ad altri trattamenti.