NOTE INFORMATIVE SU QUESTA MALATTIA
L’angiomatosi cistica diffusa dell’osso, nota anche come malattia di Gorham-Stout, è una condizione rara caratterizzata dalla progressiva distruzione e sostituzione del tessuto osseo con vasi sanguigni e linfatici anomali.
Questa malattia, spesso diagnosticata in età pediatrica o nella prima età adulta, può colpire qualsiasi osso del corpo, sebbene le ossa del cranio, del bacino, delle spalle, delle costole e della colonna vertebrale siano le più comunemente interessate.
Eziologia:
La causa esatta dell’angiomatosi cistica diffusa dell’osso rimane sconosciuta. Diverse teorie sono state proposte, tra cui:
- Anomalie nello sviluppo vascolare: Si ipotizza che la malattia possa derivare da un’alterazione nello sviluppo dei vasi sanguigni e linfatici durante la crescita.
- Fattori genetici: Sebbene non sia stata identificata una specifica mutazione genetica responsabile, si sospetta una predisposizione genetica in alcuni casi.
- Traumi: In alcuni pazienti, la malattia si manifesta in seguito a un trauma, suggerendo che un danno all’osso possa innescare il processo patologico.
Patogenesi:
La progressiva distruzione ossea nell’angiomatosi cistica diffusa dell’osso è mediata da un aumento dell’attività degli osteoclasti, le cellule responsabili del riassorbimento osseo. Questo aumento di attività osteoclastica è probabilmente stimolato da fattori prodotti dai vasi sanguigni anomali che infiltrano l’osso. La sostituzione del tessuto osseo con tessuto vascolare anomalo porta a indebolimento e fragilità dell’osso, con conseguente rischio di fratture patologiche, deformità e dolore.
Manifestazioni Cliniche:
I sintomi dell’angiomatosi cistica diffusa dell’osso variano a seconda della localizzazione e dell’estensione del coinvolgimento osseo. I sintomi più comuni includono:
- Dolore: Il dolore è spesso il sintomo iniziale e può essere localizzato all’osso interessato o irradiarsi ad altre aree.
- Gonfiore: La presenza di una massa o gonfiore nella regione interessata può essere un segno di angiomatosi cistica diffusa dell’osso.
- Fratture patologiche: Le ossa indebolite dalla malattia sono più suscettibili alle fratture, che possono verificarsi anche in seguito a traumi minimi.
- Deformità ossee: La progressiva distruzione ossea può portare a deformità scheletriche, soprattutto nelle ossa lunghe e nella colonna vertebrale.
- Versamento pleurico o pericardico: Quando la malattia colpisce le ossa del torace, può verificarsi un accumulo di liquido nella cavità pleurica (versamento pleurico) o nella sacca che circonda il cuore (versamento pericardico).
- Compromissione neurologica: Il coinvolgimento delle ossa del cranio o della colonna vertebrale può causare sintomi neurologici, come mal di testa, convulsioni, debolezza o paralisi.
Diagnosi:
La diagnosi di angiomatosi cistica diffusa dell’osso si basa su una combinazione di:
- Esame obiettivo: Valutazione dei sintomi e dei segni clinici.
- Radiografie: Le radiografie mostrano aree di rarefazione ossea con aspetto cistico o “a nido d’ape”.
- Tomografia computerizzata (TC): La TC fornisce immagini più dettagliate delle lesioni ossee e può aiutare a valutare l’estensione della malattia.
- Risonanza magnetica (RM): La RM è utile per visualizzare i tessuti molli e i vasi sanguigni anomali associati alle lesioni ossee.
- Biopsia ossea: L’esame istologico di un campione di tessuto osseo prelevato mediante biopsia conferma la diagnosi e permette di escludere altre condizioni.
Prognosi:
La prognosi dell’angiomatosi cistica diffusa dell’osso è variabile e dipende da diversi fattori, tra cui l’età di insorgenza, la localizzazione e l’estensione della malattia, e la risposta al trattamento. In alcuni casi, la malattia può stabilizzarsi spontaneamente, mentre in altri può progredire rapidamente, causando gravi complicanze e disabilità.
CENTRI DI DIAGNOSI E CURA PER QUESTA MALATTIA
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NOME PRESIDIO |
CITTÁ |
Ospedale Generale Regionale “ F. Miulli ” – Acquaviva delle Fonti |
Acquaviva delle Fonti (BA) |
Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona |
Ancona (AN) |
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta |
Aosta (AO) |
Azienda Ospedaliera S.G. Moscati |
Avellino (AV) |
ASL 1 -Presidio Ospedaliero “S.Filippo e Nicola” |
Avezzano (AQ) |
CRO – Centro di Riferimento Oncologico di Aviano |
Aviano (PN) |
Azienda Ospedaliero – Universitaria Consorziale Policlinico di Bari |
Bari (BA) |
Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – S.Orsola Malpighi di Bologna |
Bologna (BO) |
Ospedale Centrale di Bolzano |
Bolzano (BZ) |
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari |
Cagliari (CA) |
Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco” |
Catania (CT) |
Azienda Ospedaliero Universitaria Catanzaro- Policlinico Germaneto |
Catanzaro (CZ) |
Azienda USL di Cesena – “Ospedale M. Bufalini” |
Cesena (FC) |
ASL 2 Chieti – Ospedale Policlinico SS. Annunziata |
Chieti (CH) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi Firenze |
Firenze (FI) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer |
Firenze (FI) |
Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti” – Foggia |
Foggia (FG) |
Ospedale Policlinico San Martino – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico |
Genova (GE) |
ASL 5 – Presidio Ospedaliero del Levante Ligure – “Ospedale S.Andrea” |
La Spezia (SP) |
Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino” |
Messina (ME) |
IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri di Milano – Via Camaldoli |
Milano (MI) |
Ospedale L. Sacco di Milano – ASST Fatebenefratelli-Sacco |
Milano (MI) |
Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II” |
Napoli (NA) |
Azienda Ospedale Università di Padova |
Padova (PD) |
Azienda Ospedaliera- Ospedali riuniti Villa Sofia- Cervello |
Palermo (PA) |
Azienda Ospedaliera di Perugia |
Perugia (PG) |
USL UMBRIA 1 |
Perugia (PG) |
ASL 3 – Pescara |
Pescara (PE) |
Azienda USL di Piacenza – Ospedale Guglielmo da Saliceto |
Piacenza (PC) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Pisa – Ospedale Santa Chiara Pisa |
Pisa (PI) |
ASS 5 – Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 “Friuli Occidentale” – Presidio Ospedaliero di Pordenone |
Pordenone (PN) |
Azienda AUSL Reggio Emilia – “Arcispedale S. Maria Nuova” |
Reggio nell’Emilia (RE) |
Azienda USL di Rimini – Ospedale Infermi |
Rimini (RN) |
Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Umberto I” |
Roma (RM) |
Policlinico Tor Vergata |
Roma (RM) |
Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR “San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona” |
Salerno (SA) |
IRCCS Policlinico San Donato |
San Donato Milanese (MI) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Sassari |
Sassari (SS) |
ASL 2 – Ospedale San Paolo |
Savona (SV) |
Azienda Ospedaliera S.Maria di Terni |
Terni (TR) |
Centro Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Valle d’Aosta |
Torino (TO) |
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” – Trento |
Trento (TN) |
U.L.S.S. 2 Marca Trevigiana – Polo Ospedaliero di Treviso |
Treviso (TV) |
IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo |
Trieste (TS) |
Presidio Ospedaliero Universitario “Santa Maria della Misericordia” |
Udine (UD) |
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona |
Verona (VR) |
FARMACI SPECIFICI PER QUESTA MALATTIA
Purtroppo, a causa della sua rarità e della scarsa comprensione dei meccanismi patogenetici, non esistono farmaci specifici per l’ACD. Il trattamento è spesso sintomatico e mira a rallentare la progressione della malattia e a gestire le complicanze.
Opzioni terapeutiche:
- Intervento chirurgico: Può essere necessario per stabilizzare le fratture, correggere le deformità o rimuovere le lesioni ossee. Tuttavia, la chirurgia da sola spesso non è risolutiva, poiché la malattia può recidivare.
- Radioterapia: Può essere utilizzata per rallentare la progressione della malattia e ridurre il dolore.
- Farmaci: Diversi farmaci sono stati sperimentati con risultati variabili, tra cui:
- Bifosfonati: (come il pamidronato) possono aiutare a ridurre il riassorbimento osseo e il dolore.
- Inibitori di mTOR: (come il sirolimus) possono bloccare la crescita dei vasi sanguigni anomali.
- Antiangiogenici: (come il bevacizumab) possono inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni.
- Terapia con interferone alfa-2b: Ha mostrato risultati promettenti in alcuni casi.
- Altri trattamenti: In alcuni casi, possono essere utili:
- Embolizzazione: Per bloccare il flusso sanguigno alle lesioni ossee.
- Scleroterapia: Per indurre la chiusura dei vasi sanguigni anomali.
- Terapia fisica e riabilitativa: Per mantenere la funzionalità e prevenire le complicanze.