SCHOCK CARDIOGENO

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NOTE INFORMATIVE
  

Lo shock cardiogeno è una condizione medica grave in cui il cuore non è in grado di pompare sangue sufficiente a soddisfare le esigenze dell’organismo.

Ciò provoca una riduzione del flusso sanguigno (ipoperfusione) e una scarsa ossigenazione (ipossia) di organi e tessuti vitali, con conseguenze potenzialmente fatali.

Sintomi principali dello shock cardiogeno:

1. Ipotensione:

  • –  Pressione arteriosa anormalmente bassa: Generalmente inferiore a 90/60 mmHg negli adulti, con valori ancora più bassi nei bambini.
  • –  Stordimento o vertigini: Causati dalla ridotta perfusione cerebrale.
  • –  Debolezza e affaticamento: Sintomi di ipossia a livello muscolare e di altri tessuti.

2. Tachicardia:

  • –  Battito cardiaco accelerato: Superiore a 100 battiti al minuto nel tentativo di compensare la ridotta gittata cardiaca.
  • –  Palpitazioni: Sensazione di battito cardiaco irregolare o fastidioso al petto.

3. Fiato corto:

  • –  Respirazione superficiale e rapida: Il corpo cerca di aumentare l’assunzione di ossigeno.
  • –  Dispnea: Difficoltà respiratoria, anche a riposo.

4. Sudore freddo e pallore:

  • –  Sudorazione profusa: Causata dall’attivazione del sistema nervoso simpatico e dalla vasodilatazione periferica.
  • –  Pelle fredda e pallida: Segni di iperperfusione cutanea, dovuti alla deviazione del flusso sanguigno verso organi vitali.

5. Ansia e confusione:

  • –  Agitazione e irrequietezza: Sintomi di ridotta perfusione cerebrale.
  • –  Disorientamento e difficoltà di concentrazione: Causati dalla carenza di ossigeno al cervello.

6. Oliguria:

  • –  Riduzione della produzione di urina: Indicatore di ridotta perfusione renale.

7. Alterazione dello stato di coscienza:

  • –  Sonnolenza o letargia: Segni di grave ipossia cerebrale.
  • –  In casi estremi, può verificarsi coma.

Altri sintomi meno comuni:

  • –  Dolore toracico (se presente un infarto del miocardio come causa di shock cardiogeno)
  • –  Nausea e vomito
  • –  Crampi muscolari
  • –  Convulsioni (in casi gravi)

Le cause dello shock cardiogeno sono diverse e complesse, ma possono essere raggruppate in due categorie principali:

1. Cause Primarie:

  • –  Infarto del miocardio: Danno al muscolo cardiaco causato dall’ostruzione di un’arteria coronarica, che riduce significativamente la capacità di pompaggio del ventricolo sinistro.
  • –  Miocardiopatia: Debolezza del muscolo cardiaco dovuta a diverse condizioni, come cardiomiopatia dilatativa, ipertrofica o restrittiva, che compromette la funzione di pompaggio del cuore.
  • –  Aritmie cardiache gravi: Battito cardiaco irregolare o troppo lento (bradicardia) che interferisce con l’efficienza di pompaggio del sangue.
  • –  Valvulopatie cardiache: Danni alle valvole cardiache che ostruiscono il flusso sanguigno all’interno del cuore, riducendo la gittata cardiaca.

2. Cause Secondarie:

  • –  Ostruzione del flusso sanguigno: Embolia polmonare (ostruzione di un’arteria polmonare) o ostruzione meccanica dell’aorta (dissezione aortica) che impediscono al sangue di raggiungere organi vitali.
  • –  Trauma toracico: Danno diretto al cuore o ai grandi vasi sanguigni causato da traumi contusivi o penetranti.
  • –  Perdita di sangue importante: Sanguinamento emorragico massivo che riduce drasticamente il volume di sangue circolante.
  • –  Setticemia: Infezione grave che provoca una risposta infiammatoria sistemica e disfunzione cardiaca.

Fattori di Rischio:

Oltre alle cause specifiche, alcuni fattori aumentano il rischio di sviluppare shock cardiogeno, tra cui:

  • –  Età avanzata: Il cuore tende a deteriorarsi con l’età, diventando più suscettibile a malattie e disfunzioni.
  • –  Cardiopatie preesistenti: Insufficienza cardiaca, cardiomiopatia o valvulopatie cardiache aumentano il rischio di shock cardiogeno in caso di eventi precipitanti.
  • –  Diabete mellito: Può danneggiare i vasi sanguigni e il muscolo cardiaco, aumentando la vulnerabilità allo shock cardiogeno.
  • –  Ipertensione arteriosa: Sovraccarica il cuore e può portare a danni al muscolo cardiaco e a disfunzioni.
  • –  Iperlipidemia: Colesterolo e trigliceridi alti possono accelerare l’aterosclerosi e aumentare il rischio di infarto del miocardio.
  • –  Fumo: Danneggia i vasi sanguigni e aumenta il rischio di malattie cardiache.
  • –  Obesità: Aumenta il carico di lavoro sul cuore e può contribuire a sviluppare cardiomiopatia.

Riconoscere tempestivamente lo shock cardiogeno e identificarne la causa sottostante sono cruciali per un trattamento efficace e per migliorare le possibilità di sopravvivenza.

La diagnosi dello shock cardiogeno si basa su un’attenta valutazione clinica, esami diagnostici e accertamenti specialistici.

1. Valutazione Clinica:

  • –  Anamnesi: Il medico raccoglierà informazioni sui sintomi del paziente, sui precedenti medici, sui farmaci assunti, allergie e fattori di rischio cardiovascolare.
  • –  Esame Fisico: Verificherà la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la respirazione, la temperatura corporea, la presenza di suoni cardiaci anomali e segni di iperperfusione (sudore freddo, pallore).
  • –  Valutazione dello Stato di Coscienza: Verificherà il livello di attenzione, orientamento e risposta agli stimoli.

2. Esami Diagnostici:

  • –  Esami del Sangue: Valutazione della funzionalità cardiaca (troponina, BNP), elettroliti, funzione renale, stato emogasanalitico (ossigeno nel sangue), emocromo per escludere anemia.
  • –  Elettrocardiogramma (ECG): Traccia l’attività elettrica del cuore e può identificare segni di infarto, aritmie cardiache o alterazioni del ritmo cardiaco.
  • –  Radiografia del Torace: Può evidenziare segni di congestione polmonare, ingrossamento cardiaco o pneumotorace.
  • –  Ecocardiogramma: Un’ecografia del cuore permette di valutare la funzione cardiaca, la morfologia delle valvole cardiache e identificare eventuali anomalie strutturali.

3. Accertamenti Specialistici:

  • –  Cateterismo cardiaco: In alcuni casi, può essere necessario un cateterismo cardiaco per misurare la pressione nelle camere cardiache e nelle arterie, valutare la gittata cardiaca e identificare eventuali ostruzioni coronariche.
  • –  TC Toracica o Angiografia TC: Per visualizzare in dettaglio l’aorta, le arterie polmonari e altri vasi sanguigni maggiori per escludere dissezioni aortiche o embolie polmonari.
  • –  Ecocardiogramma Trancesofageo: Può fornire immagini più dettagliate delle valvole cardiache e dell’aorta, soprattutto se l’ecocardiogramma standard risulta non informativo.

Diagnosi Differenziale:

  • –  Shock ipovolemico: Causato da perdita di liquidi corporei (disidratazione, emorragia).
  • –  Shock settico: Causato da una grave infezione sistemica.
  • –  Shock anafilattico: Reazione allergica grave.
  • –  Embolia polmonare: Ostruzione di un’arteria polmonare.
  • –  Tamponamento pericardico: Accumulo di liquido nello spazio pericardico che comprime il cuore.

Obiettivo primario del trattamento:

  • –  Ripristinare un flusso sanguigno adeguato agli organi vitali.
  • –  Correggere la causa sottostante dello shock cardiogeno.
  • –  Supportare la funzione di organi e apparati compromessi.

Il trattamento dello shock cardiogeno è complesso e individualizzato, basandosi su:

  • –  Gravità del quadro clinico.
  • –  Causa sottostante dello shock.
  • –  Condizioni generali del paziente.

Elementi chiave del trattamento:

1. Misure di Supporto:

  • –  Somministrazione di ossigeno: Per garantire un’adeguata ossigenazione ai tessuti.
  • –  Infusione di liquidi endovenosi: Per aumentare il volume ematico e la pressione arteriosa.
  • –  Farmaci vasopressori: Per aumentare la pressione arteriosa e migliorare la perfusione degli organi.

2. Interventi Specifici:

  • –  Infarto del miocardio: Angioplastica coronarica o impianto di stent per riaprire l’arteria ostruita e ripristinare il flusso sanguigno al cuore.
  • –  Miocardiopatia: Farmaci per migliorare la contrattilità del cuore (inotropi), diuretici per ridurre il sovraccarico di liquidi, e possibile assistenza ventricolare meccanica (VAD) per supportare temporaneamente la funzione cardiaca.
  • –  Aritmie cardiache: Farmaci antiaritmici per controllare il ritmo cardiaco e defibrillazione in caso di arresto cardiaco.
  • –  Valvulopatie cardiache: Valvuloplastica o intervento di sostituzione valvolare in caso di grave stenosi o insufficienza valvolare.
  • –  Ostruzione del flusso sanguigno: Trombolisi o intervento chirurgico per rimuovere l’embolia polmonare o riparare l’aorta in caso di dissezione.

3. Supporto Multiorganico:

  • –  Monitoraggio continuo: Di parametri vitali, funzione cardiaca, produzione di urina e funzione di altri organi.
  • –  Trattamento di eventuali complicanze: Infezioni, disfunzione renale, insufficienza respiratoria.
  • –  Supporto nutrizionale: Se il paziente non è in grado di alimentarsi autonomamente.

4. Terapia Farmacologica:

  • –  Antibiotici: In caso di sepsi o infezioni concomitanti.
  • –  Diuretici: Per ridurre il sovraccarico di liquidi e l’edema polmonare.
  • –  Anticoagulanti: Per prevenire la formazione di coaguli di sangue.
  • –  Farmaci per la glicemia: In caso di diabete per mantenere il controllo glicemico.
  • –  Sedativi e analgesici: Per alleviare ansia, dolore e disagio.

Prognosi:

La prognosi dello shock cardiogeno è grave e dipende da diversi fattori, tra cui:

  • –  Causa sottostante dello shock.
  • –  Tempestività del trattamento.
  • –  Condizioni generali del paziente.
  • –  Presenza di co-morbilità.

Complicanze:

Lo shock cardiogeno può portare a gravi complicanze, tra cui:

  • –  Disfunzione multiorganica: Fallimento di più organi e apparati.
  • –  Arresto cardiaco e morte.
  • –  Danno cerebrale anossico.
  • –  Insufficienza renale acuta.
  • –  Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS).