OSTEOMIELITE

Malattie, Malattie Apparato Locomotore

NOTE INFORMATIVE
  

L’osteomielite è un’infezione che colpisce le ossa e il midollo osseo ed è causata principalmente da batteri, ma può anche essere provocata da funghi o micobatteri.

L’infezione può raggiungere l’osso attraverso il flusso sanguigno, oppure diffondersi da un tessuto o un’articolazione vicini all’osso stesso, o ancora da una ferita contaminata.

Esistono due forme principali di osteomielite:

  • –  Acuta: Si sviluppa rapidamente e i sintomi compaiono in genere entro le prime due settimane dall’esposizione all’agente patogeno.
  • –  Cronica: Si instaura gradualmente e i sintomi possono manifestarsi anche dopo mesi o anni dall’infezione iniziale.

L’osteomielite si manifesta principalmente con sintomi che riguardano le ossa, i più comuni sono:

  • –  Dolore: Il sintomo più caratteristico è un dolore intenso e pulsante all’osso interessato, che può peggiorare di notte e tende ad aumentare con la pressione. Il dolore può essere localizzato in un punto preciso o diffondersi all’arto interessato.
  • –  Gonfiore e arrossamento: La zona intorno all’osso colpito può gonfiarsi, arrossarsi e diventare calda al tatto. Questo è dovuto all’infiammazione causata dall’infezione.
  • –  Limitazione della mobilità: L’infiammazione e il dolore possono rendere difficile o impossibile muovere l’arto interessato. Nei casi più gravi, la mobilità può essere compromessa in modo permanente.

Sintomi generali: L’osteomielite può causare anche sintomi generali come febbre, brividi, malessere, stanchezza e perdita di appetito. In alcuni casi, possono verificarsi anche sudorazione notturna e perdita di peso.

Altri sintomi: A seconda della gravità e della localizzazione dell’infezione, possono manifestarsi altri sintomi, come:

  • –  Ascessi: Raccolte di pus che si formano all’interno dell’osso o nei tessuti circostanti e che possono fuoriuscire attraverso la pelle.
  • –  Fistole: Tragitti anomali che si formano tra l’osso e la pelle o tra l’osso e un organo interno, attraverso i quali può drenare il pus.
  • –  Deformità ossea: Nei casi cronici, l’osteomielite può causare deformità dell’osso interessato.
  • –  Fragilità ossea: L’osso infetto può diventare più fragile e soggetto a fratture.

L’osteomielite  è causata da batteri, in particolare lo stafilococco aureo. In minor misura, può essere provocata da micobatteri, come quelli che causano la tubercolosi, o da funghi.

L’infezione può raggiungere l’osso in diversi modi:

  • –  Via ematica: I batteri, i micobatteri o i funghi possono entrare nel flusso sanguigno da altre parti del corpo infette e raggiungere l’osso attraverso i capillari. Questo è il meccanismo più comune di infezione ossea.
  • –  Contagio diretto: In caso di ferite profonde, fratture esposte o interventi chirurgici, i microrganismi possono contaminare direttamente l’osso.
  • –  Diffusione da un’infezione vicina: L’infezione può diffondersi dall’osso o dal tessuto circostante all’osso stesso.

Fattori di rischio per l’osteomielite:

Alcuni individui sono più predisposti a sviluppare osteomielite rispetto ad altri. Tra i fattori di rischio troviamo:

  • –  Diabete: Le persone con diabete hanno un sistema immunitario compromesso che le rende più vulnerabili alle infezioni.
  • –  Malattie reumatiche: Alcune malattie reumatiche, come l’artrite reumatoide, possono aumentare il rischio di osteomielite.
  • –  Traumi: Fratture ossee, ferite profonde o interventi chirurgici possono creare vie di accesso per i batteri all’interno dell’osso.
  • –  Sistema immunitario indebolito: Alcune condizioni mediche o trattamenti che indeboliscono il sistema immunitario, come l’HIV/AIDS o la chemioterapia, possono aumentare il rischio di osteomielite.
  • –  Malattie vascolari: Le persone con malattie vascolari, come la aterosclerosi, possono avere un flusso sanguigno ridotto alle ossa, aumentando il rischio di infezioni.

La diagnosi di osteomielite si basa su un approccio medico completo che include:

Anamnesi e valutazione clinica:

  • –  Il medico raccoglierà informazioni dettagliate sulla storia medica del paziente, inclusi precedenti infezioni, traumi, interventi chirurgici, malattie concomitanti, farmaci assunti e stile di vita.
  • –  Verrà effettuata un’attenta valutazione clinica per valutare i sintomi del paziente, come dolore, gonfiore, arrossamento, limitazione della mobilità, febbre e altri sintomi generali.
  • –  L’esame fisico includerà la palpazione dell’osso interessato per individuare dolore, gonfiore e calore, e la valutazione della mobilità dell’arto interessato.

Esami diagnostici:

  • –  Esami del sangue: Gli esami del sangue possono rivelare la presenza di infezione, come un aumento dei globuli bianchi (leucocitosi), la presenza di proteina C-reattiva (PCR) e la velocità di eritrosedimentazione (VES) accelerata.
  • –  Radiografie: Le radiografie possono mostrare segni di danno osseo, come la formazione di nuovo osso (periostite), la distruzione del tessuto osseo (osteolisi) o la presenza di ascessi. Tuttavia, le radiografie possono risultare negative nelle fasi iniziali dell’infezione.
  • –  Scintigrafia ossea:  è un esame di medicina nucleare che utilizza una piccola quantità di radioisotopo per visualizzare le ossa e lo scheletro. Il radioisotopo viene iniettato in vena e si accumula nelle zone dell’osso con maggiore attività metabolica.
  • –  Risonanza magnetica (RM): La RM fornisce immagini più dettagliate dell’osso, del midollo osseo e dei tessuti circostanti, permettendo di identificare l’estensione dell’infezione, la presenza di ascessi e eventuali danni ai tessuti molli.
  • –  Tomografia computerizzata (TC): La TC può essere utile per valutare la diffusione dell’infezione ai tessuti circostanti l’osso e per pianificare eventuali interventi chirurgici.
  • –  Esame del midollo osseo (biopsia): In alcuni casi, può essere necessario prelevare un campione di midollo osseo mediante un ago (biopsia aspirativa) o un intervento chirurgico (biopsia ossea) per analizzarlo in laboratorio e identificare il microrganismo responsabile dell’infezione.

La terapia per l’osteomielite dipende da diversi fattori, tra cui la gravità dell’infezione, l’età e le condizioni generali di salute del paziente, il microrganismo responsabile e la localizzazione dell’osso colpito. Gli elementi principali del trattamento includono:

Antibiotici:

  • –  La terapia antibiotica per via endovenosa è il pilastro fondamentale del trattamento per l’osteomielite. La scelta dell’antibiotico o della combinazione di antibiotici è basata sul microrganismo responsabile dell’infezione e sulla sua sensibilità agli antibiotici.
  • –  La durata della terapia antibiotica endovenosa varia in genere da 4 a 6 settimane, ma può essere prolungata in caso di infezioni gravi o complesse.
  • –  In alcuni casi, dopo la terapia endovenosa, può essere necessaria una terapia antibiotica orale per un periodo addizionale.

Chirurgia:

  • –  La chirurgia è spesso necessaria in aggiunta alla terapia antibiotica per:
      1. Rimuovere l’osso e il tessuto necrotici o infetti (debridamento chirurgico).
      2. Drenare eventuali ascessi.
      3. Stabilizzare fratture ossee.
      4. Impiantare dispositivi di fissaggio interno, come placche o viti, per stabilizzare l’osso dopo il debridamento.
  • –  In alcuni casi, può essere necessario amputare l’arto interessato se l’infezione è grave e non risponde ad altri trattamenti.

Altri trattamenti:

  • –  Immobilizzazione: L’arto interessato può essere immobilizzato con un tutore o un gesso per ridurre il dolore, proteggere l’osso e favorire la guarigione.
  • –  Terapia del dolore: Farmaci antidolorifici e antinfiammatori possono essere utilizzati per alleviare il dolore e l’infiammazione.
  • –  Fisioterapia: Una volta che l’infezione è sotto controllo, la fisioterapia può aiutare a recuperare la forza, la mobilità e la funzionalità dell’arto interessato.

Supporto nutrizionale:

  • –  Una buona nutrizione è importante per sostenere il sistema immunitario e favorire la guarigione. In alcuni casi, può essere necessaria una nutrizione artificiale se il paziente non è in grado di assumere sufficiente cibo per via orale.

Monitoraggio:

  • –  Il paziente verrà monitorato attentamente durante il trattamento con visite mediche regolari, esami del sangue, radiografie e, in alcuni casi, risonanze magnetiche o TAC, per valutare la risposta all’antibioticoterapia e all’intervento chirurgico, se eseguito.