MORBO DI CROHN

Malattie, Malattie Apparato digerente

NOTE INFORMATIVE
  

Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD) che causa un’infiammazione del tratto gastrointestinale, che può colpire qualsiasi parte dell’apparato digerente, dalla bocca all’ano.
Tuttavia, l’infiammazione si verifica più spesso nella parte terminale dell’ileo (l’intestino tenue) e nel colon (l’intestino crasso).

Il morbo di Crohn può manifestarsi con una varietà di sintomi che variano da persona a persona e in gravità nel tempo. I sintomi più comuni includono:

  • –  Dolore addominale: Il sintomo più frequente è un dolore crampiforme nella parte inferiore destra o centrale dell’addome, che può peggiorare dopo i pasti e migliorare con l’evacuazione.
  • –  Diarrea: La diarrea, spesso grave e frequente, con feci liquide o acquose, può essere presente da diverse settimane o mesi consecutivi. In alcuni casi, le feci possono contenere sangue o muco.
  • –  Febbre: Una febbre bassa, generalmente inferiore a 38°C, può accompagnare i periodi di infiammazione intensa.
  • –  Perdita di peso: La perdita di peso non intenzionale può verificarsi a causa della diarrea, della difficoltà nell’assorbimento dei nutrienti e della diminuzione dell’appetito.
  • –  Stanchezza: La stanchezza cronica è un sintomo comune che può interferire con le attività quotidiane e la qualità della vita.

Altri sintomi: Possono manifestarsi anche:

  • –  Urgenza intestinale (bisogno improvviso e impellente di defecare)
  • –  Sangue nelle feci
  • –  Dolore rettale
  • –  Stitichezza alternata a diarrea
  • –  Fistole (collegamenti anomali tra diverse parti del tratto digestivo o tra il tratto digestivo e la pelle)
  • –  Ascessi addominali
  • –  Problemi della pelle (come eritema nodoso o afte)

Le cause precise del morbo di Crohn non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano dovute a una combinazione di fattori genetici, immunologici e ambientali.

Fattori genetici:

  • –  Predisposizione genetica: Se uno o entrambi i genitori hanno il morbo di Crohn, il rischio di svilupparlo aumenta significativamente.
  • –  Varianti genetiche: Sono state identificate diverse varianti genetiche associate a un aumentato rischio di morbo di Crohn, che suggeriscono un ruolo di predisposizione ereditaria.

Fattori immunologici:

  • –  Risposta immunitaria anomala: Si pensa che il sistema immunitario delle persone con morbo di Crohn reagisca in modo anomalo a batteri intestinali sani, scambiandoli per dannosi e scatenando un’infiammazione cronica del tratto digestivo.
  • –  Fattori autoimmuni: Alcune ricerche suggeriscono che il morbo di Crohn possa essere una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca i tessuti sani del corpo.

Fattori ambientali:

  • –  Microbioma intestinale: Si ipotizza che un’alterazione del microbiota intestinale, la flora batterica che popola l’intestino, possa giocare un ruolo nello sviluppo del morbo di Crohn.
  • –  Fumo: Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo e la progressione del morbo di Crohn.
  • –  Dieta: Alcune ricerche suggeriscono che una dieta ricca di grassi e zuccheri possa aumentare il rischio di morbo di Crohn, mentre un’alimentazione ricca di fibre potrebbe avere un effetto protettivo.
  • –  Antibiotici: L’uso prolungato di alcuni antibiotici durante l’infanzia può essere associato a un aumentato rischio di sviluppare la malattia.

La diagnosi del morbo di Crohn non è sempre immediata e può richiedere diverse visite mediche ed esami diagnostici, in quanto i sintomi possono essere simili a quelli di altre condizioni gastrointestinali.

Il processo diagnostico si basa su una valutazione clinica completa che include:

Anamnesi ed esame fisico:

  • –  Il medico raccoglierà informazioni dettagliate sulla storia medica del paziente, inclusi i sintomi gastrointestinali (dolore addominale, diarrea, sanguinamento rettale, perdita di peso), l’anamnesi familiare (presenza di morbo di Crohn o altre malattie infiammatorie in famiglia), lo stile di vita (fumo, dieta), l’assunzione di farmaci e la presenza di eventuali allergie.
  • –  Durante l’esame fisico, il medico palperà l’addome per verificare la presenza di dolore, gonfiore o masse e procederà a un esame rettale per valutare eventuali anomalie.

Esami del sangue:

  • –  Gli esami del sangue possono rivelare segni di infiammazione (aumento della VES, proteina C reattiva), anemia (causata da sanguinamento rettale), carenze nutrizionali (ferro, vitamina B12).

Esami delle feci:

  • –  Un esame delle feci può essere eseguito per ricercare la presenza di sangue occulto, globuli bianchi o parassiti che potrebbero indicare un’infiammazione intestinale.

Esami radiologici:

  • –  Una radiografia dell’addome o un’ecografia addominale possono essere utili per escludere ostruzioni intestinali, ingrossamento delle anse intestinali o la presenza di ascessi addominali.

Endoscopia:

  • –  Un’endoscopia, come la colonscopia o la gastroscopia, permette al medico di visualizzare direttamente l’interno del tratto digestivo e prelevare campioni di tessuto (biopsie) dalla mucosa intestinale per un’analisi microscopica. Le biopsie sono fondamentali per confermare la diagnosi di morbo di Crohn e per distinguere la malattia da altre condizioni simili.

Tac o Risonanza Magnetica (RM):

  • –  In alcuni casi, una Tac o una RMN ad alta risoluzione possono essere utilizzate per ottenere immagini più dettagliate del tratto digestivo e delle zone circostanti, aiutando a identificare eventuali complicanze come fistole, stenosi (restringimenti) o ascessi.

Il morbo di Crohn è una malattia cronica e non esiste una cura definitiva. Tuttavia, diverse terapie possono essere impiegate per ridurre l’infiammazione, alleviare i sintomi, prevenire le complicanze e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Le opzioni terapeutiche per il morbo di Crohn includono:

1. Farmaci:

  • –  Anti-infiammatori:
      1. Corticosteroidi: Farmaci potenti utilizzati per ridurre l’infiammazione in modo rapido ed efficace. Generalmente vengono utilizzati per un periodo breve a causa degli effetti collaterali a lungo termine.
      2. Immunosoppressori: Farmaci che agiscono sul sistema immunitario per ridurre l’infiammazione cronica. Possono essere utilizzati da soli o in combinazione con corticosteroidi.
  • –  Antibiotici: Utilizzati per trattare infezioni batteriche intestinali associate al morbo di Crohn o per prevenire la ricorrenza di infezioni in pazienti con fistole o ascessi.
  • –  Farmaci antidiarroici: Possono aiutare a ridurre la frequenza e la gravità della diarrea, migliorando la qualità della vita.
  • –  Integratori: In caso di carenze nutrizionali causate dalla malattia, possono essere necessari integratori di ferro, vitamina B12, calcio o altri minerali.

2. Nutrizione:

  • –  Modifiche dietetiche: In alcuni casi, una modifica della dieta può aiutare a ridurre i sintomi. Alcune strategie includono:
      1. Dieta a basso residuo: Riduce la quantità di fibre insolubili che possono irritare l’intestino infiammato.
      2. Dieta liquida o elementare: Può essere necessaria in caso di infiammazione grave o per facilitare l’assorbimento dei nutrienti.
      3. Esclusione di specifici alimenti: Se si identificano intolleranze o allergie alimentari, l’eliminazione di questi cibi può migliorare i sintomi.
  • –  Nutrizione enterale o parenterale: In caso di malnutrizione grave o se l’alimentazione orale non è sufficiente, la nutrizione enterale (tramite sondino nasogastrico o nasojejunale) o parenterale (per via endovenosa) può fornire al corpo i nutrienti necessari.

3. Intervento chirurgico:

  • –  L’intervento chirurgico è generalmente considerato l’ultima risorsa e viene preso in considerazione in caso di complicanze gravi come:
      1. Stenosi intestinali: Restringimenti del tratto digestivo che ostruiscono il flusso del cibo.
      2. Perforazioni: Fori nella parete intestinale che possono causare peritonite (infiammazione della cavità addominale).
      3. Fistole: Collegamenti anomali tra diverse parti del tratto digestivo o tra il tratto digestivo e la pelle o altri organi.
      4. Ascessi addominali: Raccolte di pus che si formano nell’addome a causa di infezioni.
  • –  L’obiettivo dell’intervento chirurgico è quello di rimuovere la parte danneggiata dell’intestino e ripristinare il passaggio del cibo. In alcuni casi, può essere necessaria una resezione intestinale estesa con la creazione di una ileostomia o una colostomia (apertura artificiale dell’intestino nella parete addominale per far fuoriuscire le feci).