LIPOPROTEINE PLASMATICHE

Laboratorio Analisi

NOTE INFORMATIVE
  

Le lipoproteine plasmatiche sono complessi molecolari presenti nel sangue, composti da lipidi (grassi) e proteine.

La loro funzione principale è quella di trasportare i lipidi insolubili in acqua, come colesterolo e trigliceridi, attraverso il flusso sanguigno, permettendo loro di raggiungere i diversi tessuti del corpo dove sono necessari o di essere eliminati.

Struttura:

Le lipoproteine hanno una struttura sferica con un nucleo interno idrofobico (che respinge l’acqua), contenente principalmente colesterolo esterificato e trigliceridi, e un guscio esterno idrofilico (che attrae l’acqua), costituito da fosfolipidi, colesterolo libero e apolipoproteine. Le apolipoproteine svolgono diverse funzioni, tra cui:

  1. Stabilizzare la struttura della lipoproteina
  2. Agire come ligandi per i recettori cellulari, permettendo l’assorbimento dei lipidi da parte delle cellule
  3. Attivare enzimi coinvolti nel metabolismo dei lipidi

Tipi di lipoproteine plasmatiche:

Esistono diversi tipi di lipoproteine, classificate in base alla loro densità e alla loro funzione:

  • –  Chilomicroni: Sono le lipoproteine più grandi e meno dense. Trasportano principalmente i trigliceridi alimentari dall’intestino al fegato e ai tessuti periferici.
  • –  VLDL (Very Low-Density Lipoproteins): Sono prodotte dal fegato e trasportano principalmente trigliceridi endogeni (sintetizzati dal fegato) ai tessuti periferici.
  • –  IDL (Intermediate-Density Lipoproteins): Sono lipoproteine intermedie che derivano dalle VLDL dopo aver rilasciato parte dei loro trigliceridi.
  • –  LDL (Low-Density Lipoproteins): Sono ricche di colesterolo e lo trasportano dal fegato ai tessuti periferici. Un eccesso di LDL nel sangue può favorire la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. Per questo motivo, sono spesso chiamate “colesterolo cattivo”.
  • –  HDL (High-Density Lipoproteins): Sono le lipoproteine più piccole e dense. Hanno la funzione di rimuovere il colesterolo in eccesso dai tessuti periferici e trasportarlo al fegato per essere eliminato. Per questo motivo, sono spesso chiamate “colesterolo buono”.

L’esame delle lipoproteine plasmatiche è utile per diversi motivi cruciali legati alla salute cardiovascolare e al metabolismo dei lipidi:

  1. Valutazione del rischio cardiovascolare:

      • –  L’esame permette di misurare i livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL (“cattivo”), colesterolo HDL (“buono”) e trigliceridi nel sangue.
      • –  Questi valori sono importanti indicatori del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari come infarto del miocardio, ictus e aterosclerosi.
      • –  Un elevato livello di LDL e un basso livello di HDL sono fattori di rischio significativi.
  2. Diagnosi e monitoraggio delle dislipidemie:

      • –  Le dislipidemie sono alterazioni dei livelli di lipidi nel sangue che possono aumentare il rischio cardiovascolare.
      • –  L’esame delle lipoproteine plasmatiche è essenziale per diagnosticare diversi tipi di dislipidemie, come l’ipercolesterolemia, l’ipertrigliceridemia e la dislipidemia mista.
      • –  Inoltre, l’esame permette di monitorare l’efficacia del trattamento delle dislipidemie, valutando se i livelli di lipidi si stanno normalizzando.
  3. Screening della popolazione:

      • –  L’esame delle lipoproteine plasmatiche è raccomandato come screening periodico per la popolazione adulta, soprattutto per coloro che presentano fattori di rischio cardiovascolare come familiarità, ipertensione, diabete, fumo o obesità.
      • –  L’identificazione precoce di alterazioni dei lipidi permette di intervenire tempestivamente con modifiche dello stile di vita o terapie farmacologiche, riducendo il rischio di complicanze cardiovascolari.
  4. Valutazione dell’efficacia di interventi terapeutici:

      • –  L’esame delle lipoproteine plasmatiche è utile per valutare l’efficacia di interventi terapeutici come la dieta, l’esercizio fisico o i farmaci ipolipemizzanti.
      • –  Monitorando i livelli di lipidi nel tempo, è possibile verificare se il trattamento sta avendo l’effetto desiderato e apportare eventuali modifiche.
  5. Indagini diagnostiche in altre patologie:

      • –  In alcune malattie, come l’ipotiroidismo, la sindrome nefrosica o l’epatopatia cronica, si possono osservare alterazioni dei livelli di lipoproteine plasmatiche. L’esame può quindi essere utile anche per la diagnosi e il monitoraggio di queste condizioni.

In generale, si considerano nella norma i seguenti valori:

Colesterolo totale:

    • –  Desiderabile: < 200 mg/dL
    • –  Borderline alto: 200-239 mg/dL
    • –  Alto: ≥ 240 mg/dL

Colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”):

    • –  Ottimale: < 100 mg/dL
    • –  Vicino all’ottimale: 100-129 mg/dL
    • –  Borderline alto: 130-159 mg/dL
    • –  Alto: 160-189 mg/dL
    • –  Molto alto: ≥ 190 mg/dL

Colesterolo HDL (colesterolo “buono”):

    • –  Basso: < 40 mg/dL (uomini), < 50 mg/dL (donne)
    • –  Alto: ≥ 60 mg/dL

Trigliceridi:

    • –  Normale: < 150 mg/dL
    • –  Borderline alto: 150-199 mg/dL
    • –  Alto: 200-499 mg/dL
    • –  Molto alto: ≥ 500 mg/dL

Lipoproteina (a) [Lp(a)]:

    • –  Desiderabile: < 30 mg/dL
    • –  Alto: > 50 mg/dL

I valori delle lipoproteine plasmatiche, in particolare colesterolo e trigliceridi, possono aumentare per diverse ragioni, sia legate a fattori genetici che a stili di vita e condizioni di salute:

Fattori dietetici:

    • –  Consumo eccessivo di grassi saturi e trans: Questi grassi, presenti in alimenti di origine animale, prodotti da forno e fritti, possono aumentare i livelli di colesterolo LDL (“cattivo”) e trigliceridi.
    • –  Consumo eccessivo di colesterolo: Il colesterolo alimentare, presente solo in alimenti di origine animale, può contribuire all’aumento del colesterolo totale e LDL, soprattutto in soggetti predisposti.
    • –  Scarso consumo di fibre: Le fibre solubili, presenti in frutta, verdura, legumi e cereali integrali, aiutano a ridurre l’assorbimento del colesterolo alimentare e a diminuire i livelli di LDL. Una dieta povera di fibre può quindi favorire l’aumento del colesterolo.
    • –  Consumo eccessivo di zuccheri e carboidrati raffinati: Questi alimenti possono aumentare i livelli di trigliceridi e ridurre quelli di HDL (“buono”).

Fattori legati allo stile di vita:

    • –  Sedentarietà: La mancanza di attività fisica può contribuire all’aumento dei trigliceridi e alla riduzione dell’HDL.
    • –  Sovrappeso e obesità: L’eccesso di peso corporeo è associato a un aumento dei livelli di trigliceridi e LDL e a una diminuzione dell’HDL.
    • –  Fumo: Il fumo di sigaretta abbassa i livelli di HDL e aumenta il rischio di malattie cardiovascolari.
    • –  Consumo eccessivo di alcol: L’alcol può aumentare i livelli di trigliceridi e contribuire all’aumento di peso.

Condizioni mediche:

    • –  Dislipidemie ereditarie: Alcune persone hanno una predisposizione genetica ad avere livelli elevati di colesterolo o trigliceridi.
    • –  Diabete: Il diabete mellito, soprattutto se non ben controllato, può causare un aumento dei trigliceridi e una riduzione dell’HDL.
    • –  Ipotiroidismo: La tiroide ipoattiva può rallentare il metabolismo dei lipidi, portando ad un aumento del colesterolo totale e LDL.
    • –  Malattie renali: L’insufficienza renale cronica può alterare il metabolismo dei lipidi e causare un aumento dei trigliceridi e del colesterolo.
    • –  Malattie epatiche: Alcune malattie del fegato possono influenzare la produzione e l’eliminazione delle lipoproteine, causando alterazioni dei loro livelli.
    • –  Sindrome metabolica: Questa condizione, caratterizzata da una combinazione di obesità addominale, ipertensione, glicemia alta e alterazioni dei lipidi, è associata ad un aumentato rischio cardiovascolare.

Farmaci:

    • –  Alcuni farmaci, come i corticosteroidi, i progestinici e alcuni beta-bloccanti, possono aumentare i livelli di colesterolo e trigliceridi.

Le lipoproteine plasmatiche, in particolare colesterolo e trigliceridi, possono abbassarsi per diversi motivi, sia fisiologici che patologici:

Fattori dietetici e stile di vita:

    1. Dieta a basso contenuto di grassi saturi e trans: Ridurre l’assunzione di questi grassi, presenti in alimenti di origine animale, prodotti da forno e fritti, può contribuire a diminuire i livelli di colesterolo LDL (“cattivo”) e trigliceridi.
    2. Aumento dell’apporto di fibre: Consumare alimenti ricchi di fibre solubili, come frutta, verdura, legumi e cereali integrali, può aiutare a ridurre l’assorbimento del colesterolo alimentare e abbassare i livelli di LDL.
    3. Limitare l’assunzione di colesterolo: Ridurre il consumo di alimenti ricchi di colesterolo, come tuorli d’uovo, frattaglie e crostacei, può contribuire a diminuire il colesterolo totale e LDL.
    4. Limitare zuccheri e carboidrati raffinati: Ridurre l’assunzione di zuccheri semplici e carboidrati raffinati può aiutare a diminuire i livelli di trigliceridi.
    5. Attività fisica regolare: L’esercizio fisico aumenta i livelli di HDL (“buono”) e può contribuire a ridurre i trigliceridi e il colesterolo LDL.
    6. Perdita di peso: Perdere peso, soprattutto se si è in sovrappeso o obesi, può portare a una riduzione dei trigliceridi e del colesterolo LDL e a un aumento dell’HDL.
    7. Moderare il consumo di alcol: Ridurre l’assunzione di alcol può contribuire a diminuire i livelli di trigliceridi.

Condizioni mediche:

    1. Ipertiroidismo: La tiroide iperattiva può accelerare il metabolismo dei lipidi, portando a una riduzione del colesterolo totale e LDL.
    2. Malassorbimento: Alcune malattie intestinali che compromettono l’assorbimento dei grassi, come la celiachia o il morbo di Crohn, possono causare una diminuzione dei livelli di colesterolo e trigliceridi.
    3. Malnutrizione: Una dieta inadeguata o carente di nutrienti essenziali può portare a una diminuzione dei livelli di lipoproteine.
    4. Alcune malattie genetiche rare: Esistono alcune malattie genetiche rare che causano una diminuzione dei livelli di lipoproteine, come l’abetalipoproteinemia e l’ipobetalipoproteinemia.

Farmaci:

    1. Statine: Sono farmaci che riducono la produzione di colesterolo nel fegato e sono ampiamente utilizzati per abbassare i livelli di colesterolo LDL.
    2. Fibrati: Questi farmaci aumentano l’attività della lipoprotein lipasi, un enzima che scompone i trigliceridi, e possono quindi ridurre i livelli di trigliceridi e aumentare quelli di HDL.
    3. Ezetimibe: Questo farmaco inibisce l’assorbimento del colesterolo nell’intestino, contribuendo a ridurre i livelli di colesterolo LDL.
    4. Acido nicotinico: In dosi elevate, l’acido nicotinico può ridurre i livelli di trigliceridi e LDL e aumentare quelli di HDL, ma può causare effetti collaterali come vampate di calore.
    5. Resine sequestranti gli acidi biliari: Questi farmaci legano gli acidi biliari nell’intestino, impedendone il riassorbimento e costringendo il fegato a utilizzare più colesterolo per produrne di nuovi. Questo può portare a una riduzione dei livelli di colesterolo LDL.

La preparazione per l’esame delle lipoproteine plasmatiche è fondamentale per ottenere risultati accurati e affidabili. Ecco le principali indicazioni da seguire:

Digiuno:

    1. È necessario un digiuno di 9-12 ore prima del prelievo di sangue.
    2. Durante il digiuno, è consentito bere acqua in quantità moderate.
    3. Evitare cibi e bevande, inclusi caffè, tè e succhi di frutta, durante il periodo di digiuno.

Farmaci:

    1. Informa il tuo medico di tutti i farmaci che stai assumendo, inclusi quelli da banco e gli integratori.
    2. Alcuni farmaci possono influenzare i livelli di lipidi nel sangue, quindi il medico potrebbe consigliarti di sospenderne l’assunzione temporaneamente o di modificare il dosaggio prima dell’esame.
    3. Tra i farmaci che possono influenzare i livelli di lipidi ci sono:
        • –  Statine
        • –  Fibrati
        • –  Contraccettivi orali
        • –  Corticosteroidi
        • –  Alcuni antidepressivi

Altre considerazioni:

    1. Alcool: Evita di consumare alcol nelle 24 ore precedenti l’esame, poiché può influenzare i livelli di trigliceridi.