L’ipertensione arteriosa, conosciuta anche come pressione alta, è una condizione cronica caratterizzata da un aumento persistente dei valori pressori nelle arterie.
La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie. Essa varia nel corso della giornata in base all’attività svolta, allo stress e ad altri fattori. Si definisce ipertensione quando i valori pressori superano regolarmente i seguenti limiti:
- – Pressione sistolica (massima): superiore a 140 mmHg. È la pressione quando il cuore si contrae.
- – Pressione diastolica (minima): superiore a 90 mmHg. È la pressione quando il cuore si rilassa.
L’ipertensione viene generalmente classificata in quattro stadi:
- – Stadio 1: Pressione sistolica tra 140 e 159 mmHg e pressione diastolica tra 90 e 99 mmHg
- – Stadio 2: Pressione sistolica tra 160 e 179 mmHg o pressione diastolica tra 100 e 109 mmHg
- – Stadio 3: Pressione sistolica superiore a 180 mmHg o pressione diastolica superiore a 110 mmHg
- – Stadio 4: Ipertensione sistolica o diastolica molto elevata o presenza di danni d’organo
Come si manifesta?
L’ipertensione arteriosa non presenta sintomi specifici nelle fasi iniziali, motivo per cui è importante sottoporsi regolarmente a misurazioni della pressione arteriosa.
Tuttavia, in alcuni casi, quando la pressione sale a livelli molto alti o se la condizione persiste nel tempo, possono manifestarsi alcuni sintomi, tra cui:
- – Mal di testa: Generalmente localizzato alla nuca o alle tempie, può essere pulsatile e aumentare di intensità al mattino o durante le ore serali.
- – Stanchezza: Affaticamento persistente e mancanza di energia, anche dopo un riposo adeguato.
- – Vertigini: Sensazione di capogiro o instabilità, soprattutto quando ci si alza rapidamente o si compiono sforzi fisici.
- – Nausea: In alcuni casi, può manifestarsi nausea, soprattutto in associazione a mal di testa.
- – Vista offuscata: Raramente, l’ipertensione può causare visione offuscata o moscia, disturbi della vista e diplopia (visione doppia).
- – Epistassi: Sanguinamento dal naso, più frequente in caso di ipertensione grave o non controllata.
Oltre ai sintomi sopraccitati, l’ipertensione non controllata può portare a gravi complicanze nel tempo, tra cui:
- – Malattie cardiache: Infarto del miocardio, ictus, angina pectoris, scompenso cardiaco.
- – Ictus cerebrale: L’ipertensione è il principale fattore di rischio per l’ictus.
- – Malattie renali: Può causare danni ai reni e portare all’insufficienza renale.
- – Danni agli occhi: Può causare retinopatia ipertensiva, che può portare alla perdita della vista.
- – Malattie arteriose periferiche: Può causare restringimento e ostruzione delle arterie che irrorano le gambe, aumentando il rischio di ulcere e amputazioni.
Quali sono le cause?
Le cause dell’ipertensione possono essere diverse e, in alcuni casi, possono coesistere più fattori.
Fattori di rischio non modificabili:
- – Età: Il rischio aumenta con l’avanzare dell’età.
- – Familiarità: Avere familiari con ipertensione aumenta il rischio di svilupparla.
- – Sesso: Negli uomini è più frequente che nelle donne prima dei 65 anni, mentre dopo questa età la prevalenza è simile nei due sessi.
- – Etnia: Alcune etnie, come quelle afroamericane e caraibiche, hanno un rischio maggiore di sviluppare ipertensione.
Fattori di rischio modificabili:
- – Stile di vita:
- Peso corporeo: Sovrappeso e obesità aumentano il rischio di ipertensione.
- Sedentarietà: La mancanza di attività fisica è un fattore di rischio.
- Dieta: Un’alimentazione ricca di sodio, grassi saturi e colesterolo può aumentare il rischio di ipertensione.
- Fumo: Fumare aumenta il rischio di ipertensione e di altre malattie cardiovascolari.
- Consumo eccessivo di alcol: Un consumo eccessivo di alcol può aumentare il rischio di ipertensione.
- Stress: Lo stress cronico può aumentare il rischio di ipertensione.
- – Condizioni mediche:
- Diabete: Il diabete è un importante fattore di rischio per lo sviluppo dell’ipertensione.
- Colesterolo alto: Un livello elevato di colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”) può aumentare il rischio di ipertensione.
- Malattie renali: Le malattie renali possono aumentare il rischio di ipertensione.
- Apnea notturna: L’apnea notturna è una condizione caratterizzata da ripetute interruzioni della respirazione durante il sonno. Può essere un fattore di rischio per l’ipertensione.
In circa il 90% dei casi di ipertensione, non è possibile identificare una causa precisa. Questa condizione viene definita ipertensione arteriosa essenziale o primaria. Nel restante 10% dei casi, l’ipertensione è causata da una condizione medica sottostante, definita ipertensione arteriosa secondaria. Alcune delle cause più comuni di ipertensione secondaria includono:
- – Malattie renali: Danni ai reni possono influenzare la regolazione della pressione arteriosa.
- – Malattie endocrine: Alcune malattie endocrine, come iperaldosteronismo e iperparatiroidismo, possono causare ipertensione.
- – Problemi ormonali: Ad esempio, la sindrome di Cushing e l’acromegalia possono aumentare la pressione arteriosa.
- – Farmaci: Alcuni farmaci, come i corticosteroidi e gli antiinfiammatori non steroidei (FANS), possono aumentare la pressione arteriosa come effetto collaterale.
- – Coartazione dell’aorta: Un restringimento dell’aorta, l’arteria principale che trasporta il sangue dal cuore al resto del corpo.
- – Apnea ostruttiva del sonno: Un’interruzione ripetuta della respirazione durante il sonno.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi di ipertensione arteriosa si basa su un approccio multidisciplinare che include:
Anamnesi e visita medica:
- – Valutazione dei sintomi: Il medico raccoglierà informazioni dettagliate sui sintomi del paziente, come affanno, stanchezza, palpitazioni, dolore al petto, tosse e gonfiore alle gambe.
- – Storia medica: Verranno indagate le condizioni di salute preesistenti, i fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, diabete, colesterolo alto, fumo), eventuali ricoveri ospedalieri precedenti e la storia familiare di malattie cardiache.
- – Esame fisico: Il medico ascolterà il cuore con lo stetoscopio per rilevare la presenza di un soffio cardiaco, un rumore anomalo causato dal flusso retrogrado di sangue attraverso una valvola cardiaca malfunzionante. Potrà inoltre misurare la pressione arteriosa e valutare la presenza di segni di congestione polmonare (rantoli polmonari).
Esami diagnostici:
- – Elettrocardiogramma (ECG): Un test semplice e non invasivo che registra l’attività elettrica del cuore. Può mostrare alterazioni del ritmo cardiaco e segni di sovraccarico del ventricolo sinistro.
- – Radiografia del torace: Può evidenziare un ingrandimento del cuore e, in alcuni casi, segni di congestione polmonare.
- – Ecocardiogramma: Esame a ultrasuoni del cuore che rappresenta il cardine della diagnosi e della valutazione dell’ipertensione arteriosa. Permette di visualizzare la struttura e la funzione delle valvole cardiache, di quantificare la forza di contrazione del cuore e di valutare le dimensioni e la funzione del ventricolo sinistro. L’ecocardiogramma può essere eseguito con diverse tecniche, tra cui l’ecocardiogramma transtoracico (il più comune), l’ecocardiogramma transesofageo e l’ecocardiogramma con mezzo di contrasto.
- – Altri esami: In alcuni casi, possono essere necessari esami più approfonditi come la tomografia computerizzata cardiaca (TC) o la risonanza magnetica cardiaca (RM) per ottenere una valutazione più dettagliata del cuore.
Quali sono le terapie?
La terapia per l’ipertensione arteriosa dipende da diversi fattori, tra cui la gravità della condizione, la causa sottostante, l’età e le condizioni generali di salute del paziente.
Obiettivo principale del trattamento:
- – Ridurre o eliminare la pressione alta
- – Prevenire le complicazioni
- – Migliorare la qualità della vita
Le principali opzioni di trattamento includono:
- – Modifiche dello stile di vita (dieta, attività fisica, peso corporeo, fumo, alcol, stress)
- – Farmaci (diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori o bloccanti dei recettori angiotensino-II, calcio-antagonisti, altri farmaci)