La disfagia è la difficoltà a deglutire cibi solidi o liquidi.
Come si manifesta?
La disfagia si manifesta con una serie di sintomi che possono variare a seconda della gravità della condizione e della sua causa. Ecco alcuni dei sintomi più comuni:
Difficoltà a deglutire:
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- Sensazione di cibo bloccato in gola o difficoltà a far scendere il cibo.
- Deglutizione lenta o fatica durante la deglutizione.
- Bisogno di masticare il cibo più a lungo del solito.
- Dolore durante la deglutizione.
Altri sintomi:
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- Sensazione di soffocamento o tosse durante o dopo la deglutizione.
- Rigurgito di cibo o liquidi.
- Perdita di saliva dalla bocca.
- Raucedine o voce gorgogliante.
- Nausea o vomito.
- Perdita di peso o malnutrizione.
Segni e sintomi di disfagia orofaringea:
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- Difficoltà nel controllo del bolo nella cavità orale.
- Inizio della deglutizione con lentezza o ritardo nel deglutire (oltre 5 secondi).
- Masticazione o deglutizione scoordinate.
- Deglutizioni multiple per ogni boccone.
- Stasi del cibo nelle guance.
- Rigurgiti orali o nasali di cibo o liquidi.
Segni e sintomi di disfagia esofagea:
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- Sensazione di cibo bloccato in basso nel petto.
- Dolore toracico.
- Sensazione di bruciore di stomaco.
- Rigurgito di cibo o liquidi.
- Difficoltà a respirare.
Segni e sintomi di disfagia neurogena:
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- Difficoltà a controllare la salivazione.
- Tosse o conati di vomito durante la deglutizione.
- Perdita di peso.
- Incapacità di deglutire liquidi.
Quali sono le cause?
Le cause della disfagia possono essere diverse e possono essere suddivise in tre macrocategorie:
Cause meccaniche:
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- Ostruzione della faringe o dell’esofago: causata da tumori, diverticoli, stenosi, anelli esofagei, ernia iatale voluminosa, gozzo.
- Alterazioni della motilità esofagea: come l’acalasia, la sclerodermia, la fibrosi cistica, il morbo di Parkinson.
- Debolezza muscolare: causata da miastenia gravis, poliomielite, ictus, traumi cranici.
Cause neurologiche:
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- Danni ai nervi che controllano la deglutizione: causati da ictus, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, Alzheimer, traumi cranici.
- Malattie neurodegenerative: come la demenza senile, la SLA.
Cause esofagee:
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- Esofagite: infiammazione dell’esofago causata da reflusso gastroesofageo, infezioni, farmaci.
- Tumori dell’esofago: benigni o maligni.
- Diverticoli esofagei: piccole sacche che si formano nella parete dell’esofago.
- Anello esofageo inferiore ipertonico: un restringimento del tratto finale dell’esofago.
Altre cause:
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- Ingestione di corpi estranei: come cibo non masticato correttamente, pillole, o oggetti.
- Ansia e stress: possono causare una sensazione di nodo alla gola e difficoltà a deglutire.
- Farmaci: alcuni farmaci possono causare secchezza delle fauci o alterare la motilità esofagea.
In alcuni casi, la disfagia può essere idiopatica, ovvero senza una causa specifica.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi della disfagia si avvale di un iter diagnostico che prevede diverse fasi:
1. Anamnesi e valutazione clinica:
- Il medico raccoglie informazioni sui sintomi del paziente, come la tipologia di disfagia (per solidi, liquidi o entrambi), la gravità (occasionale o frequente), la durata e la presenza di altri sintomi associati (tosse, rigurgito, dolore toracico).
- Vengono valutati i fattori di rischio per la disfagia, come l’età, il sesso, la storia medica (ictus, malattie neurologiche, reflusso gastroesofageo), l’assunzione di farmaci.
- L’esame obiettivo generale e neurologico può evidenziare segni di debolezza muscolare o alterazioni neurologiche che possono influenzare la deglutizione.
2. Esami strumentali:
- Videofluoroscopia: esame radiologico che permette di visualizzare in tempo reale il processo di deglutizione mediante l’assunzione di un bolo di bario.
- Fibroscopia endoscopica con valutazione della deglutizione (FEES): esame endoscopico che permette di osservare direttamente la faringe e l’esofago durante la deglutizione.
- Esami manometrici: misurano la pressione esofagea e la peristalsi per valutare la motilità esofagea.
- Ecografia: può essere utile per valutare la presenza di eventuali masse o diverticoli esofagei.
3. Test di deglutizione:
- Test dell’acqua: il paziente beve un sorso d’acqua e viene valutato se presenta tosse o rigurgito.
- Questionari: come l’I-EAT 10, che aiuta a valutare la gravità della disfagia.
Quali sono le terapie?
Ecco alcuni tipi di terapie per la disfagia:
Terapia riabilitativa:
- Esercizi di deglutizione: rafforzano i muscoli utilizzati per deglutire e migliorano la coordinazione del movimento.
- Terapia miofunzionale: aiuta a correggere posture e abitudini scorrette che influenzano la deglutizione.
- Terapia di stimolazione elettrica: utilizza impulsi elettrici per stimolare i muscoli della deglutizione.
Modifiche dietetiche:
- Cambiamenti di consistenza: cibi più morbidi, tritati o frullati, addensare i liquidi.
- Tecniche di alimentazione: posizionamento del corpo e della testa durante il pasto, deglutizione in piccoli boli.
Interventi strumentali:
- Dilatazione esofagea: allarga l’esofago in caso di restringimento.
- Stent esofageo: posiziona un dispositivo a forma di tubo per mantenere aperto l’esofago.
- Tossina botulinica: iniettata per ridurre lo spasmo muscolare esofageo.
Terapia farmacologica:
- Farmaci per la nausea e il vomito.
- Farmaci per ridurre la produzione di saliva.
- Antiacidi per ridurre il reflusso acido.
Logopedia:
- Valutazione e trattamento dei disturbi della comunicazione e della deglutizione.
- Insegnamento di tecniche di deglutizione sicura e strategie di compenso.
La scelta della terapia più adatta dipende da:
- La causa della disfagia.
- La gravità del disturbo.
- Le condizioni generali di salute del paziente.
È importante sottolineare che il trattamento della disfagia richiede un approccio multidisciplinare, con la collaborazione di diversi specialisti, tra cui:
- Otorinolaringoiatra.
- Gastroenterologo.
- Logopedista.
- Dietista.
- Fisiatra.
QUESTIONARIO I-EAT 10 PER LA DISFAGIA Obiettivo: Il questionario I-EAT 10 aiuta a misurare le difficoltà di deglutizione. Istruzioni: Per ogni domanda, scegliere la risposta che meglio descrive la sua esperienza nelle ultime 4 settimane. Barrare la casella corrispondente. Domande: Punteggio totale: Sommare i punti di tutte le risposte. Interpretazione del punteggio: Cosa fare dopo: È importante ricordare che questo questionario è solo uno strumento di valutazione iniziale e non sostituisce la visita medica.