L’artrosi, conosciuta anche come osteoartrosi, è una malattia degenerativa cronica che colpisce le articolazioni con la degradazione della cartilagine articolare, il tessuto che riveste e protegge le estremità delle ossa.
La cartilagine sana è liscia e consente alle ossa di muoversi con fluidità e senza attrito. Nell’artrosi, la cartilagine si usura e si assottiglia, diventando ruvida e frammentata.
Come si manifesta?
- Dolore: Il sintomo più comune, generalmente descritto come un dolore sordo, profondo e persistente che può peggiorare con il movimento e migliorare con il riposo. Il dolore può essere localizzato all’articolazione interessata o diffondersi alle zone circostanti. Può manifestarsi anche come fastidio o rigidità, soprattutto al mattino o dopo periodi di inattività.
- Rigidità articolare: Soprattutto al mattino o dopo periodi di inattività, con difficoltà nei movimenti e sensazione di intorpidimento. La rigidità può essere più intensa nelle prime ore della giornata e tendere a migliorare con il movimento.
- Gonfiore: Le articolazioni colpite possono apparire ingrossate e tumefatte, causando difficoltà nella calzata di scarpe o anelli, per esempio. Il gonfiore può essere accompagnato da calore e arrossamento della pelle sopra l’articolazione.
- Limitazione della mobilità: Riduzione dell’ampiezza di movimento delle articolazioni colpite, che può compromettere le normali attività quotidiane come salire le scale, allacciarsi le scarpe o afferrare oggetti. Nei casi più gravi, la limitazione della mobilità può portare a disabilità.
- Crepitio articolare: Scrosci o scricchiolii percepibili durante il movimento dell’articolazione, causati dallo sfregamento delle ossa denudate dalla cartilagine deteriorata.
Altri sintomi: In alcuni casi, l’artrosi può manifestarsi con:
- – Deformità articolare: Le articolazioni colpite possono assumere una forma anomala a causa della perdita di cartilagine e della rimodellazione ossea.
- – Debolezza muscolare: I muscoli intorno all’articolazione colpita possono indebolirsi a causa del disuso dovuto al dolore e alla limitazione della mobilità.
- – Affaticamento: Stanchezza persistente e mancanza di energia, che possono interferire con le normali attività quotidiane e la qualità della vita.
Quali sono le cause?
Le cause precise dell’artrosi non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, ormonali, ambientali e meccanici giochi un ruolo importante nel suo sviluppo.
Fattori genetici:
- – Predisposizione familiare: Avere una storia familiare di artrosi aumenta il rischio di sviluppare la malattia. Diverse ricerche hanno identificato specifici geni (HLA-DR4 e HLA-DR14) associati a un aumentato rischio di sviluppare l’artrosi. Tuttavia, la presenza di questi geni non significa che la malattia si manifesterà necessariamente.
- – Complessi di suscettibilità genetica: L’interazione di diversi geni, insieme a fattori ambientali, può aumentare la predisposizione all’artrosi.
Fattori ormonali:
- – Sesso: Le donne sono più colpite dagli uomini con un rapporto di circa 3:1. Le cause di questa differenza non sono completamente chiare, ma si ipotizza che i livelli ormonali femminili, in particolare gli estrogeni, possano svolgere un ruolo nel favorire l’insorgenza della malattia.
Fattori ambientali:
- – Fumo: Il fumo di sigaretta è un importante fattore di rischio per l’artrosi e può peggiorare il decorso della malattia. Le sostanze chimiche contenute nel fumo possono aumentare l’infiammazione e alterare la risposta immunitaria, favorendo lo sviluppo della malattia.
- – Alcune infezioni: Alcune infezioni batteriche o virali, come il batterio Klebsiella pneumoniae o il virus di Epstein-Barr, possono essere associate all’insorgenza dell’artrosi in persone predisposte. Si ipotizza che queste infezioni possano attivare o scatenare una risposta immunitaria anomala nelle persone geneticamente predisposte.
Fattori meccanici:
- – Traumi alle articolazioni: Traumi pregressi, fratture, distorsioni o altri danneggiamenti alle articolazioni possono aumentare il rischio di sviluppare artrosi in futuro. I traumi possono ledere la cartilagine e accelerarne la degenerazione.
- – Sovraccarico articolare: Attività lavorative o sportive che comportano movimenti ripetitivi o che sottopongono le articolazioni a forti carichi possono aumentare il rischio di sviluppare artrosi, soprattutto in persone con una predisposizione genetica.
- – Obesità: Un peso corporeo eccessivo aumenta lo stress sulle articolazioni, in particolare su quelle portanti come ginocchia e anche, accelerando la degenerazione della cartilagine.
Come si fa la diagnosi?
Di seguito, riassumiamo in dettaglio gli esami che il medico può richiedere per diagnosticare l’artrosi:
1. Anamnesi e visita medica:
- – Il medico ti farà domande sulla tua storia clinica, sui sintomi che presenti (dolore, rigidità, gonfiore articolare, dolore tendineo, affaticamento), su eventuali traumi pregressi alle articolazioni, sulla tua attività lavorativa e sportiva, sulle tue abitudini di vita e sulla tua storia familiare di malattie reumatiche o psoriasi.
- – Valuterà la mobilità e la funzionalità delle articolazioni interessate, ricercando dolore, gonfiore e limitazione dei movimenti.
2. Esami ematici:
- – Esami generici: Emoglobina, ematocrito, conta leucocitaria, formula leucocitaria, creatinina, glicemia.
- – Esami per la valutazione dell’infiammazione: VES (velocità di sedimentazione eritrocitaria), PCR (proteina C reattiva), microglobulina alfa-1.
- – Fattori reumatoidi: Fattore reumatoide (FR) e anticorpi anti-CCP (antipeptidi ciclici citrullinati). Questi esami sono utili per distinguere l’artrosi da altre malattie reumatiche, come l’artrite reumatoide.
- – Altri esami: In alcuni casi, il medico può richiedere ulteriori esami ematici, come il fattore reumatoide sierico, gli anticorpi antinucleo (ANA) o gli anticorpi anti-DNA nativo, per escludere altre patologie autoimmuni.
3. Esami di imaging:
- – Radiografie: Le radiografie standard delle articolazioni colpite sono il primo esame da eseguire per valutare la presenza di danni alle ossa, come erosioni, restringimenti dello spazio articolare e sublussazioni.
- – Ecografia: L’ecografia è utile per valutare la presenza di infiammazione alle articolazioni e ai tendini, identificando eventuali versamenti articolari ed entesiti (infiammazioni dei punti di inserzione dei tendini sull’osso).
- – Risonanza magnetica (RM): La RM fornisce immagini più dettagliate di ossa, cartilagine, tendini e legamenti, permettendo di identificare danni precoci alle articolazioni e infiammazione in zone non visibili alle radiografie. Può essere utile in caso di dubbi diagnostici o per valutare la gravità della malattia.
- – Tomografia computerizzata (TC): La TC è generalmente meno utilizzata per la diagnosi dell’artrosi, ma può essere utile in alcuni casi specifici, come la valutazione di fratture o per identificare anomalie ossee complesse.
Quali sono le terapie?
L’artrosi, come già accennato in precedenza, è una malattia cronica che richiede un approccio terapeutico individualizzato e a lungo termine. L’obiettivo del trattamento è quello di:
1. Alleviare il dolore e l’infiammazione:
- – Farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD): Questi farmaci, come il metotrexato o il leflunomide, rallentano o bloccano la progressione della malattia e riducono l’infiammazione. Sono generalmente utilizzati in caso di artrosi moderata o grave che non risponde ad altri trattamenti.
- – Farmaci antidolorifici:
- FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei): Ibuprofene, naprossene, diclofenac. Possono essere utili per alleviare il dolore e l’infiammazione a breve termine, ma non sono raccomandati per un uso prolungato a causa dei potenziali effetti collaterali.
- Paracetamolo: Un analgesico che può essere utilizzato per alleviare il dolore lieve o moderato.
- – Corticosteroidi:
- Possono essere utilizzati per alleviare l’infiammazione e il dolore in modo più potente, ma l’uso prolungato può causare effetti collaterali significativi, quindi sono generalmente utilizzati per brevi periodi o in fase di acutizzazione.
- Possono essere somministrati per via orale o iniettati direttamente nelle articolazioni colpite.
- – Iniezioni di lubrificanti articolari (ialuronato): Possono aiutare a migliorare la viscosità del liquido sinoviale e ridurre il dolore infiammatorio in alcune persone. La loro efficacia è tuttavia controversa e necessita di ulteriori ricerche.
2. Migliorare la funzionalità articolare e la mobilità:
- – Fisioterapia:
- Un programma di esercizi personalizzati può aiutare a migliorare la forza, la flessibilità, la resistenza e l’ampiezza di movimento delle articolazioni colpite.
- Un fisioterapista può insegnare esercizi specifici da eseguire a casa.
- – Terapia occupazionale:
- – Può aiutare a svolgere le attività quotidiane con maggiore facilità e sicurezza, suggerendo strategie e adattamenti per ridurre lo sforzo sulle articolazioni dolenti.
- – Supporti ortopedici:
- – Come tutori, ortesi o scarpe ortopediche, possono aiutare a sostenere le articolazioni, ridurre il dolore e migliorare la funzionalità.
3. Mantenere uno stile di vita sano:
- – Dieta equilibrata:
- – Una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre può aiutare a ridurre l’infiammazione e supportare la salute generale.
- -Attività fisica regolare:
- – L’esercizio fisico aerobico moderato e regolare, come camminare, nuotare o andare in bicicletta, può migliorare la forza, la flessibilità e la resistenza, aiutando a controllare il peso e ridurre il dolore. È importante scegliere attività a basso impatto che non sovraccaricano le articolazioni dolenti.
- – Peso corporeo sano:
- – Mantenere un peso corporeo sano riduce lo stress sulle articolazioni e migliora la mobilità.
- – Smettere di fumare:
- – Il fumo peggiora l’infiammazione e la progressione della malattia.