L’artrite reumatoide è una malattia cronica autoimmune che colpisce principalmente le articolazioni, causando dolore, gonfiore, rigidità e limitazione della mobilità.
Può coinvolgere anche altri organi e apparati del corpo, come la pelle, gli occhi, il cuore e i polmoni.
Come si manifesta?
L’artrite reumatoide si manifesta con una serie di sintomi articolari ed extra-articolari che possono variare da persona a persona e nel tempo.
Le manifestazioni articolari più comuni includono:
- – Dolore articolare: Il sintomo più frequente, generalmente descritto come un dolore sordo, profondo e persistente che può peggiorare con il riposo e migliorare con il movimento. La localizzazione del dolore dipende dalle articolazioni colpite, ma spesso interessa le piccole articolazioni di mani, piedi, polsi, caviglie e ginocchia. Questo dolore può essere così intenso da limitare le normali attività quotidiane come afferrare oggetti, salire le scale o allacciarsi le scarpe.
- – Rigidità articolare: Soprattutto al mattino o dopo periodi di inattività, con difficoltà nei movimenti e sensazione di intorpidimento. La rigidità può essere più intensa nelle prime ore della giornata e tendere a migliorare con il movimento. Questo sintomo può rendere difficoltoso compiere semplici gesti come stringere le mani o fare un pugno.
- – Gonfiore articolare: Le articolazioni colpite possono apparire ingrossate e tumefatte, causando difficoltà nella calzata di scarpe o anelli, per esempio. Il gonfiore può essere accompagnato da calore e arrossamento della pelle sopra l’articolazione.
- – Limitazione della mobilità: Riduzione dell’ampiezza di movimento delle articolazioni colpite, che può compromettere le normali attività quotidiane come salire le scale, allacciarsi le scarpe o afferrare oggetti. Nei casi più gravi, la limitazione della mobilità può portare a disabilità.
Oltre ai sintomi articolari, l’artrite reumatoide può manifestarsi con sintomi extra-articolari, tra cui:
- – Affaticamento: Stanchezza persistente e mancanza di energia, che possono interferire con le normali attività quotidiane e la qualità della vita.
- – Febbre: Generalmente lieve e di breve durata, può presentarsi all’esordio della malattia o durante periodi di maggiore attività della malattia.
Quali sono le cause?
Le cause precise dell’artrite reumatoide non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, ormonali e ambientali giochi un ruolo importante nel suo sviluppo.
Fattori genetici:
- – Predisposizione familiare: Avere una storia familiare di artrite reumatoide aumenta il rischio di sviluppare la malattia. Diverse ricerche hanno identificato specifici geni (HLA-DR4 e HLA-DR14) associati a un aumentato rischio di sviluppare l’artrite reumatoide. Tuttavia, la presenza di questi geni non significa che la malattia si manifesterà necessariamente.
- – Complessi di suscettibilità genetica: Il lavoro di diversi geni, oltre a fattori ambientali, può aumentare la predisposizione all’artrite reumatoide.
Fattori ormonali:
- – Sesso: Le donne sono più colpite dagli uomini con un rapporto di circa 3:1. Le cause di questa differenza non sono completamente chiare, ma si ipotizza che i livelli ormonali femminili, in particolare gli estrogeni, possano svolgere un ruolo nel favorire l’insorgenza della malattia.
Fattori ambientali:
- – Fumo: Il fumo di sigaretta è un importante fattore di rischio per l’artrite reumatoide e può peggiorare il decorso della malattia. Le sostanze chimiche contenute nel fumo possono aumentare l’infiammazione e alterare la risposta immunitaria, favorendo lo sviluppo della malattia.
- – Alcune infezioni: Alcune infezioni batteriche o virali, come il batterio Klebsiella pneumoniae o il virus di Epstein-Barr, possono essere associate all’insorgenza dell’artrite reumatoide in persone predisposte. Si ipotizza che queste infezioni possano attivare o scatenare una risposta immunitaria anomala nelle persone geneticamente predisposte.
- – Stress: I periodi di stress psicologico possono scatenare o peggiorare i sintomi dell’artrite reumatoide in alcuni individui. Lo stress cronico può aumentare la produzione di ormoni infiammatori e alterare la funzionalità del sistema immunitario, favorendo l’infiammazione articolare.
È importante precisare che questi fattori non causano direttamente l’artrite reumatoide, ma aumentano la predisposizione alla malattia in persone geneticamente suscettibili.
Come si fa la diagnosi?
Per diagnosticare l’artrite reumatoide, il medico utilizza un approccio multidisciplinare che include:
1. Anamnesi e visita medica:
- – Il medico raccoglierà informazioni dettagliate sulla tua storia clinica, sui sintomi presenti (dolore, rigidità, gonfiore articolare, dolore tendineo, affaticamento), sui precedenti familiari di malattie infiammatorie e sulle tue abitudini di vita.
- – Valuterà la presenza di psoriasi cutanea o una storia familiare di psoriasi.
- – Effettuerà un esame fisico per valutare la mobilità e la funzionalità delle articolazioni interessate, ricercando dolore, gonfiore e limitazione dei movimenti.
2. Esami ematici:
- – Possono essere utili per evidenziare eventuali segni di infiammazione, come:
- VES (velocità di sedimentazione eritrocitaria): Un valore elevato può indicare la presenza di infiammazione.
- PCR (proteina C reattiva): Un valore elevato è un altro marcatore di infiammazione.
- Fattore reumatoide (FR): Un anticorpo presente nel sangue di circa l’80% dei pazienti con artrite reumatoide. Tuttavia, può essere presente anche in persone con altre malattie o in soggetti sani.
- Anticorpi anti-CCP (antipeptidi ciclici citrullinati): Più specifici per l’artrite reumatoide rispetto al fattore reumatoide, sono presenti in circa il 60-70% dei pazienti con questa malattia.
- – In alcuni casi, possono essere richiesti esami specifici per escludere altre malattie reumatiche.
3. Esami di imaging:
- – Radiografie: Per valutare la presenza di danni alle articolazioni, come erosioni ossee, restringimenti dello spazio articolare e sublussazioni.
- – Ecografia: Utile per valutare la presenza di infiammazione alle articolazioni e ai tendini, identificando eventuali versamenti articolari ed entesiti.
- – Risonanza magnetica (RM): Fornisce immagini più dettagliate di ossa, cartilagine, tendini e legamenti, permettendo di identificare danni precoci alle articolazioni e infiammazione in zone non visibili alle radiografie.
- – Tomografia computerizzata (TC): Può essere utile in alcuni casi specifici, come la valutazione di fratture o per identificare anomalie ossee complesse.
4. Altri esami:
- – In alcuni casi, il medico può richiedere ulteriori esami specialistici, come la scintigrafia ossea o l’artroscopia.
Quali sono le terapie?
1. Alleviare il dolore e l’infiammazione:
- – Farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD): Questi farmaci rallentano o bloccano la progressione della malattia e riducono l’infiammazione. Possono essere utilizzati da soli o in combinazione con altri farmaci. I DMARD più comuni includono:
- Metotrexate: Il DMARD più utilizzato, somministrato per via orale o iniettiva.
- Leflunomide: Un DMARD orale che può essere utilizzato come alternativa al metotrexato.
- Sulfasalazina: Un DMARD orale con proprietà antiinfiammatorie e immunomodulatrici.
- Biologici: Farmaci che bloccano specifiche molecole del sistema immunitario responsabili dell’infiammazione. I biologici più comuni includono:
- – Inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF): Adalimumab, infliximab, etanercept, golimumab.
- – Inibitori dell’interleuchina-6 (IL-6): Tocilizumab, sarilumab.
- – Inibitori delle cellule B: Rituximab.
- Farmaci antidolorifici:
- – FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei): Ibuprofene, naprossene, diclofenac. Possono essere utili per alleviare il dolore e l’infiammazione a breve termine, ma non sono raccomandati per un uso prolungato a causa dei potenziali effetti collaterali.
- – Paracetamolo: Un analgesico che può essere utilizzato per alleviare il dolore lieve o moderato.
- Corticosteroidi:
- – Possono essere utilizzati per alleviare l’infiammazione e il dolore in modo più potente, ma l’uso prolungato può causare effetti collaterali significativi, quindi sono generalmente utilizzati per brevi periodi o in fase di acutizzazione.
- – Possono essere somministrati per via orale o iniettati direttamente nelle articolazioni colpite.
2. Migliorare la funzionalità articolare e la mobilità:
- – Fisioterapia:
- – Un programma di esercizi personalizzati può aiutare a migliorare la forza, la flessibilità, la resistenza e l’ampiezza di movimento delle articolazioni colpite.
- – Un fisioterapista può insegnare esercizi specifici da eseguire a casa.
- – Terapia occupazionale:
- – Può aiutare a svolgere le attività quotidiane con maggiore facilità e sicurezza, suggerendo strategie e adattamenti per ridurre lo sforzo sulle articolazioni dolenti.
- – Supporti ortopedici:
- – Come tutori, ortesi o scarpe ortopediche, possono aiutare a sostenere le articolazioni, ridurre il dolore e migliorare la funzionalità.
3. Mantenere uno stile di vita sano:
- – Dieta equilibrata: Una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre può aiutare a ridurre l’infiammazione e supportare la salute generale.
- – Attività fisica regolare: L’esercizio fisico aerobico moderato e regolare, come camminare, nuotare o andare in bicicletta, può migliorare la forza, la flessibilità e la resistenza, aiutando a controllare il peso e ridurre il dolore. È importante scegliere attività che non sovraccaricano le articolazioni dolenti.
- – Peso corporeo sano: Mantenere un peso corporeo sano può ridurre lo stress sulle articolazioni e migliorare la mobilità.
- – Smettere di fumare: Il fumo peggiora l’infiammazione e la progressione della malattia.
- – Gestire lo stress: Tecniche di rilassamento come yoga, meditazione o respirazione profonda possono aiutare a ridurre lo stress, che può peggiorare i sintomi dell’artrite reumatoide.
4. Altre terapie:
- – Agopuntura: Alcune persone trovano sollievo dal dolore con l’agopuntura, una tecnica di medicina tradizionale cinese che prevede l’inserimento di aghi sottili in punti specifici del corpo.