APPENDICITE ACUTA

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NOTE INFORMATIVE
  

L’appendicite acuta è un’infiammazione dell’appendice, un piccolo organo vermiforme situato nella parte inferiore destra dell’addome.

L’appendicite acuta si manifesta con una serie di sintomi caratteristici che, sebbene possano variare leggermente da persona a persona, seguono un andamento tipico:
  •  –  Dolore addominale: Il sintomo principale è un dolore che inizialmente è vago e localizzato nella parte centrale dell’addome (zona peri-ombelicale). Nelle prime ore, il dolore può essere difficile da distinguere da altri disturbi addominali, ma con il progredire dell’infiammazione tende a spostarsi e ad intensificarsi nella parte inferiore destra dell’addome, diventando un dolore acuto e pulsante nel punto di McBurney.
  • –  Punto di McBurney: È un punto preciso situato nell’addome destro inferiore, a circa due centimetri dall’ombelico lungo la linea che unisce l’ombelico all’angolo destro superiore dell’ileo (cresta iliaca). La palpazione profonda in questo punto provoca un dolore intenso e acuto, un segno distintivo dell’appendicite acuta.
  • –  Nausea e vomito: La nausea e il vomito sono sintomi comuni, soprattutto nelle fasi iniziali dell’infiammazione. Il vomito generalmente non è frequente, ma può presentarsi con conati e nausea persistente.
  • –  Perdita di appetito: Mancanza di interesse per il cibo e calo dell’appetito sono sintomi frequenti nell’appendicite acuta.
  • –  Febbre: Innalzamento della temperatura corporea, generalmente moderata (tra 37,5°C e 38,5°C).
  • –  Diarrea o stitichezza: Possono verificarsi alterazioni dell’abitudine intestinale, con diarrea o stitichezza, anche se non sempre sono presenti.
  • –  Distensione addominale: Gonfiore e sensazione di pienezza all’addome, causati dall’infiammazione dell’appendice e dalla possibile ritenzione di gas.
  • –  Dolore durante la minzione o la defecazione: Il dolore addominale può intensificarsi durante la minzione o la defecazione, a causa dell’irritazione delle strutture vicine all’appendice infiammata.

Altri sintomi meno comuni: Pallore cutaneo, sudorazione, vertigini o tachicardia (aumento della frequenza cardiaca).

È importante sottolineare che non tutti i pazienti con appendicite acuta manifestano tutti questi sintomi. La gravità e la combinazione dei sintomi possono variare da persona a persona. In alcuni casi, l’infiammazione può essere minima e i sintomi lievi, mentre in altri casi il dolore può essere molto intenso e accompagnarsi da febbre alta e altri disturbi significativi.

La causa precisa dell’infiammazione non è sempre chiara, ma nella maggior parte dei casi (circa il 70%) è dovuta a un’ostruzione del lume appendicolare.

Le cause più comuni di ostruzione dell’appendice includono:

  • –  Fecaliti: Accumuli induriti di feci che si depositano all’interno dell’appendice e ne ostruiscono il passaggio. Questo è il fattore scatenante più frequente dell’appendicite acuta, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.
  • –  Corpi estranei: Piccoli oggetti o frammenti di cibo (semi, noccioli, ossicini) che possono accidentalmente finire nell’appendice durante la digestione e causarne l’ostruzione.
  • –  Iperplasia linfoide: Crescita eccessiva del tessuto linfoide nell’appendice, che può restringere il lume e favorire l’ostruzione.
  • –  Parassiti: Verme intestinale, come l’ossiuro (Enterobius vermicularis), che può infestare l’appendice e causarne l’infiammazione.
  • –  Tumori: In rari casi, un tumore benigno o maligno che si sviluppa nell’appendice può ostruirne il lume e causarne l’infiammazione.

Oltre all’ostruzione, altri fattori possono aumentare il rischio di sviluppare appendicite acuta, tra cui:

  • –  Predisposizione familiare: Avere una storia familiare di appendicite acuta aumenta leggermente il rischio di svilupparla.
  • –  Dieta povera di fibre: Una dieta con un basso contenuto di fibre può favorire la formazione di fecaliti e aumentare il rischio di ostruzione dell’appendice.

La diagnosi di appendicite acuta si basa su un approccio multidisciplinare che include:

Anamnesi e visita medica:

  • –  Il medico raccoglierà informazioni dettagliate sulla tua storia clinica, sui sintomi presenti, sui precedenti familiari di malattie addominali e sulle tue abitudini di vita.
  • –  Effettuerà un esame fisico per valutare la tua pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e auscultare il tuo cuore e l’addome alla ricerca di soffi cardiaci, rumori intestinali anomali o dolenzia addominale.
  • –  Palperà delicatamente l’addome per individuare eventuali zone dolenti o masse palpabili, prestando particolare attenzione al punto di McBurney, situato nella parte inferiore destra dell’addome.

Esami diagnostici:

  • –  Esami del sangue: Possono essere utili per evidenziare eventuali segni di infiammazione, come la leucocitosi (aumento dei globuli bianchi) e la neutrofilia (aumento dei neutrofili).
  • –  Esame delle urine: Può essere utile per escludere altre cause di dolore addominale, come infezioni urinarie.
  • –  Ecografia addominale: Un esame non invasivo che utilizza ultrasuoni per visualizzare l’appendice e identificare eventuali segni di infiammazione, come ispessimento della parete, aumento del flusso sanguigno e raccolta di liquido periappendicolare.
  • –  Tomografia computerizzata (TC) addominale: Può essere utilizzata in caso di dubbi diagnostici o per una valutazione più dettagliata dell’addome e degli organi interni, permettendo di identificare l’appendice infiammata, la presenza di perforazioni o ascessi e di escludere altre patologie addominali.

In alcuni casi, il medico può richiedere ulteriori esami specialistici, come la risonanza magnetica (RM) addominale:

  • –  Una procedura che utilizza campi magnetici e onde radio per generare immagini dettagliate dell’addome, utile in caso di gravidanza o allergie ai mezzi di contrasto utilizzati nella TC.

La diagnosi di appendicite acuta si basa sull’integrazione delle informazioni ottenute dall’anamnesi, dalla visita medica, dagli esami diagnostici e dai test di imaging.

La terapia per l’appendicite acuta è quasi sempre chirurgica e consiste nella rimozione dell’appendice infiammata, un intervento definito appendicectomia.

Esistono due modalità principali per eseguire l’appendicectomia:

  • –  Chirurgia laparoscopica: È la tecnica mininvasiva preferita. Si realizzano piccole incisioni nell’addome e si introduce una laparoscopia, uno strumento con una telecamera, e strumenti chirurgici miniaturizzati. Il chirurgo visualizza l’appendice su uno schermo e la rimuove con precisione.
  • –  Chirurgia aperta: In alcuni casi, se la laparoscopia non è praticabile per motivi anatomici o per la presenza di complicanze, si ricorre all’intervento chirurgico aperto. Viene eseguita un’incisione più ampia nell’addome per consentire al chirurgo di accedere direttamente all’appendice e rimuoverla.

In entrambi i casi, l’intervento dura in media 30-45 minuti. La scelta della tecnica chirurgica dipende da diversi fattori, tra cui l’esperienza del chirurgo, le condizioni generali del paziente e la gravità dell’appendicite.

Oltre all’intervento chirurgico, la terapia per l’appendicite acuta può includere:

  • –  Antibiotici: Vengono somministrati per via endovenosa per combattere l’infezione in corso nell’appendice e prevenire la sepsi, una grave complicanza sistemica.
  • –  Terapia del dolore: Farmaci antidolorifici vengono somministrati per alleviare il dolore addominale post-chirurgico.
  • –  Fluidi endovenosi: Possono essere necessari per reintegrare i liquidi e gli elettroliti persi a causa di vomito, diarrea o disidratazione.
  • –  Riposo: È importante riposare adeguatamente dopo l’intervento per favorire la guarigione.