FAQ IN IMMUNOLOGIA

Le informazioni non devono MAI sostituire l’attività e il parere del medico nè essere alla base di diagnosi o terapie gestite autonomamente dal Paziente.

DOMANDE GENERALI SULL’IMMUNITA’

Il sistema immunitario è un complesso network di cellule, tessuti e organi che lavorano insieme per difendere il tuo corpo da invasori esterni come batteri, virus, funghi e parassiti. Immagina il tuo corpo come una fortezza e il sistema immunitario come l’esercito che lo protegge!

Come funziona?

Il sistema immunitario ha diverse linee di difesa:

    1. Barriere fisiche e chimiche: la prima linea di difesa è costituita dalla pelle, dalle mucose (che rivestono naso, bocca, ecc.), dalle lacrime, dalla saliva e dai succhi gastrici. Queste barriere impediscono fisicamente l’ingresso dei patogeni e li neutralizzano con sostanze chimiche.
    2. Immunità innata: se un patogeno supera le barriere esterne, entra in gioco l’immunità innata, una risposta rapida e generica. Cellule come i macrofagi e i neutrofili “mangiano” gli invasori, mentre altre cellule rilasciano sostanze che causano infiammazione e febbre, creando un ambiente ostile ai patogeni.
    3. Immunità adattativa: se l’immunità innata non è sufficiente, si attiva l’immunità adattativa, una risposta più lenta ma specifica. I linfociti T e B riconoscono l’invasore e producono anticorpi specifici per combatterlo. Gli anticorpi si legano ai patogeni, neutralizzandoli e segnalandoli alle cellule dell’immunità innata per la distruzione. Inoltre, l’immunità adattativa “memorizza” gli invasori incontrati, permettendo una risposta più rapida ed efficace in caso di nuove infezioni.

Organi coinvolti:

    • Midollo osseo: produce le cellule del sistema immunitario.
    • Timo: dove maturano i linfociti T.
    • Milza: filtra il sangue e rimuove i patogeni.
    • Linfonodi: filtrano la linfa e ospitano i linfociti.
    • Tonsille e adenoidi: intrappolano i patogeni che entrano attraverso naso e bocca.
    • Appendice: può avere un ruolo nella risposta immunitaria intestinale.

Come mantenere il sistema immunitario in salute:

    • Alimentazione sana: frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre forniscono i nutrienti necessari per un sistema immunitario forte.
    • Attività fisica: l’esercizio fisico regolare stimola la circolazione e l’attività delle cellule immunitarie.
    • Sonno adeguato: durante il sonno, il corpo produce e ripara le cellule del sistema immunitario.
    • Gestione dello stress: lo stress cronico può indebolire il sistema immunitario.
    • Igiene: lavarsi le mani frequentemente e seguire le norme igieniche aiuta a prevenire le infezioni.
    • Vaccinazioni: le vaccinazioni “insegnano” al sistema immunitario a riconoscere e combattere specifici patogeni.

Immagina gli anticorpi come dei piccoli guerrieri che circolano nel tuo corpo, sempre pronti a difenderti da invasori come virus, batteri e altri agenti patogeni.

In termini più scientifici, gli anticorpi (anche chiamati immunoglobuline) sono proteine ​​prodotte da un tipo di globuli bianchi chiamati linfociti B.

Come funzionano?

Ogni anticorpo è specifico per un determinato antigene, che è una sorta di “targhetta” presente sulla superficie dei patogeni. Quando un anticorpo incontra un antigene corrispondente, si lega ad esso come una chiave in una serratura. Questo legame può neutralizzare il patogeno in diversi modi:

    • Neutralizzazione diretta: l’anticorpo impedisce al patogeno di infettare le cellule del corpo.
    • Opsonizzazione: l’anticorpo “marca” il patogeno, rendendolo più facile da riconoscere e distruggere da parte delle cellule del sistema immunitario (come i macrofagi).
    • Attivazione del complemento: l’anticorpo attiva un sistema di proteine ​​chiamate “complemento” che possono danneggiare la membrana del patogeno e causarne la distruzione.

Tipi di anticorpi:

Esistono diversi tipi di anticorpi, ognuno con funzioni specifiche:

    • IgM: i primi anticorpi prodotti in risposta a una nuova infezione.
    • IgG: gli anticorpi più abbondanti nel sangue, forniscono una protezione a lungo termine.
    • IgA: presenti nelle mucose (naso, bocca, intestino), proteggono dalle infezioni a livello delle superfici del corpo.
    • IgE: coinvolti nelle reazioni allergiche.
    • IgD: presenti sulla superficie dei linfociti B, il loro ruolo non è ancora completamente chiaro.

Come acquisiamo gli anticorpi?

Possiamo acquisire gli anticorpi in diversi modi:

    • Infezione naturale: quando ci ammaliamo, il nostro sistema immunitario produce anticorpi specifici per quel patogeno.
    • Vaccinazione: i vaccini contengono forme indebolite o inattivate di un patogeno che stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi senza causare la malattia.
    • Trasferimento passivo: gli anticorpi possono essere trasferiti da una persona all’altra, ad esempio da madre a figlio attraverso la placenta o il latte materno.

I vaccini sono uno dei più grandi successi della medicina moderna. Sono fondamentali per proteggerci da malattie infettive gravi e potenzialmente mortali. Ma come funzionano esattamente?

Immagina i vaccini come un “addestramento” per il tuo sistema immunitario. Invece di esporti al rischio di contrarre una malattia vera e propria, i vaccini introducono nel tuo corpo una versione indebolita o inattivata di un agente patogeno (virus o batterio) o parti di esso, chiamate antigeni.

Ecco cosa succede quando vieni vaccinato:

    1. Riconoscimento: Il tuo sistema immunitario riconosce gli antigeni del vaccino come estranei e si attiva per difendersi.
    2. Produzione di anticorpi: I linfociti B, un tipo di globuli bianchi, producono anticorpi specifici per quegli antigeni. Gli anticorpi sono come dei “soldatini” che si legano al patogeno e lo neutralizzano.
    3. Creazione di cellule della memoria: Oltre agli anticorpi, il sistema immunitario crea anche cellule della memoria, che “ricordano” l’antigene incontrato.
    4. Protezione futura: Se in futuro incontri il vero patogeno, il tuo sistema immunitario sarà pronto a rispondere rapidamente ed efficacemente grazie agli anticorpi e alle cellule della memoria, impedendoti di ammalarti o di sviluppare una forma grave della malattia.

Tipi di vaccini:

Esistono diversi tipi di vaccini, tra cui:

    • Vaccini vivi attenuati: contengono una versione indebolita del patogeno.
    • Vaccini inattivati: contengono il patogeno ucciso.
    • Vaccini a subunità, ricombinanti, polisaccaridici e coniugati: contengono solo parti del patogeno, come proteine o zuccheri.
    • Vaccini a mRNA: contengono l’informazione genetica per produrre una proteina del patogeno.

I vaccini sono sicuri?

Sì, i vaccini sono molto sicuri. Prima di essere approvati, vengono sottoposti a rigorosi controlli e test per garantirne l’efficacia e la sicurezza. Come tutti i farmaci, possono causare effetti collaterali, ma nella maggior parte dei casi sono lievi e di breve durata (ad esempio, dolore al sito di iniezione, febbre lieve).

Perché vaccinarsi?

Vaccinarsi è importante per:

    • Proteggere te stesso: le vaccinazioni ti proteggono da malattie gravi e potenzialmente mortali.
    • Proteggere gli altri: vaccinandoti, contribuisci a ridurre la circolazione dei patogeni e a proteggere le persone più vulnerabili che non possono vaccinarsi (ad esempio, i neonati o le persone con un sistema immunitario compromesso).
    • Raggiungere l’immunità di gregge: quando una percentuale elevata della popolazione è vaccinata, si crea una “barriera” che impedisce la diffusione della malattia, proteggendo anche chi non è vaccinato.

È vero, alcune persone sembrano ammalarsi più frequentemente di altre. Questo può dipendere da diversi fattori che influenzano l’efficacia del sistema immunitario. Ecco alcune delle cause più comuni di un sistema immunitario indebolito:

Fattori genetici:

    • Alcune persone nascono con una predisposizione genetica a un sistema immunitario più debole o a specifiche malattie che lo compromettono.

Età:

    • Neonati: Il sistema immunitario dei neonati è ancora immaturo e in via di sviluppo, rendendoli più suscettibili alle infezioni.
    • Anziani: Con l’avanzare dell’età, il sistema immunitario tende a indebolirsi, aumentando il rischio di malattie e infezioni.

Malattie e condizioni mediche:

    • Malattie croniche: Diabete, malattie cardiache, malattie renali e altre condizioni croniche possono influenzare negativamente il sistema immunitario.
    • Malattie autoimmuni: In queste malattie, il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule del proprio corpo, indebolendo le difese contro i patogeni esterni.
    • Cancro: Il cancro e i trattamenti antitumorali (chemioterapia, radioterapia) possono sopprimere il sistema immunitario.
    • HIV/AIDS: Il virus dell’HIV attacca specificamente le cellule del sistema immunitario, compromettendo gravemente le difese dell’organismo.

Stile di vita:

    • Stress cronico: Lo stress prolungato può alterare l’equilibrio ormonale e indebolire il sistema immunitario.
    • Mancanza di sonno: Il sonno è essenziale per il corretto funzionamento del sistema immunitario. La privazione del sonno può ridurre la produzione di cellule immunitarie e aumentare la suscettibilità alle infezioni.
    • Cattiva alimentazione: Una dieta povera di nutrienti essenziali (vitamine, minerali, proteine) può compromettere la funzione del sistema immunitario.
    • Fumo: Il fumo danneggia le vie respiratorie e riduce l’efficacia delle cellule immunitarie.
    • Abuso di alcol: L’eccessivo consumo di alcol può interferire con la funzione del sistema immunitario.
    • Mancanza di attività fisica: L’esercizio fisico regolare aiuta a mantenere il sistema immunitario in salute.

Farmaci:

    • Immunosoppressori: Utilizzati per prevenire il rigetto di organi trapiantati o per trattare malattie autoimmuni, questi farmaci sopprimono il sistema immunitario.
    • Corticosteroidi: Utilizzati per ridurre l’infiammazione, possono avere un effetto immunosoppressivo se usati a lungo termine.
    • Antibiotici: L’uso eccessivo o inappropriato di antibiotici può alterare la flora batterica intestinale, che svolge un ruolo importante nel sistema immunitario.

MALATTIE AUTOIMMUNI

Le malattie autoimmuni sono un gruppo di patologie in cui il sistema immunitario, che normalmente protegge il corpo da invasori esterni come batteri e virus, attacca erroneamente le cellule, i tessuti e gli organi del proprio organismo.

Immagina il sistema immunitario come un esercito che difende il tuo corpo. In una malattia autoimmune, questo esercito si “ribella” e attacca il proprio regno, causando danni e infiammazione.

Perché si verificano?

Le cause esatte delle malattie autoimmuni non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano coinvolti diversi fattori:

    • Predisposizione genetica: Alcune persone hanno una predisposizione genetica a sviluppare malattie autoimmuni.
    • Fattori ambientali: Infezioni, esposizione a sostanze chimiche, stress e altri fattori ambientali possono scatenare una risposta autoimmune in persone predisposte.
    • Alterazioni del sistema immunitario: Difetti nel meccanismo di riconoscimento “self/non-self” del sistema immunitario possono portare all’attacco di cellule e tessuti propri.
    • Ormoni: Gli ormoni sessuali femminili sembrano avere un ruolo in alcune malattie autoimmuni, che infatti sono più frequenti nelle donne.
    • Microbiota intestinale: Alterazioni nella composizione della flora batterica intestinale possono contribuire allo sviluppo di malattie autoimmuni.

Le malattie autoimmuni sono un gruppo eterogeneo di patologie, alcune più comuni di altre. Ecco alcune tra le più frequenti:

1. Artrite reumatoide:

  • Colpisce le articolazioni, causando infiammazione, dolore, rigidità e gonfiore.
  • Può portare a deformità articolari e disabilità se non trattata adeguatamente.

2. Lupus eritematoso sistemico (LES):

  • Malattia infiammatoria cronica che può colpire diversi organi e tessuti, tra cui pelle, articolazioni, reni, cuore e cervello.
  • I sintomi sono variabili e possono includere eruzioni cutanee, febbre, stanchezza, dolore articolare e problemi renali.

3. Tiroidite di Hashimoto:

  • Il sistema immunitario attacca la tiroide, una ghiandola che produce ormoni importanti per il metabolismo.
  • Causa ipotiroidismo, con sintomi come stanchezza, aumento di peso, intolleranza al freddo, depressione e problemi di memoria.

4. Diabete di tipo 1:

  • Il sistema immunitario distrugge le cellule del pancreas che producono insulina, un ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue.
  • Porta a iperglicemia (alti livelli di zucchero nel sangue) e richiede la somministrazione di insulina per tutta la vita.

5. Sclerosi multipla (SM):

  • Malattia neurologica che colpisce il sistema nervoso centrale, causando danni alla mielina, la guaina protettiva che riveste le fibre nervose.
  • I sintomi variano a seconda della zona del sistema nervoso colpita e possono includere problemi di vista, debolezza muscolare, difficoltà di equilibrio, disturbi del linguaggio e della memoria.

6. Morbo di Crohn e colite ulcerosa:

  • Malattie infiammatorie croniche dell’intestino che causano dolore addominale, diarrea, sanguinamento rettale e perdita di peso.

7. Psoriasi:

  • Malattia della pelle che causa la rapida crescita delle cellule cutanee, con formazione di chiazze rosse, spesse e squamose.

8. Celiachia:

  • Reazione immunitaria al glutine, una proteina presente in alcuni cereali (frumento, orzo, segale).
  • Causa danni all’intestino tenue e può portare a malassorbimento, diarrea, perdita di peso e carenze nutrizionali.

9. Sindrome di Sjögren:

  • Colpisce le ghiandole che producono saliva e lacrime, causando secchezza degli occhi e della bocca.

10. Vitiligine:

  • Malattia della pelle che causa la perdita di pigmentazione, con formazione di macchie bianche sulla pelle.

Diagnosticare una malattia autoimmune può essere un processo complesso, poiché i sintomi possono essere simili a quelli di altre condizioni. Ecco i passaggi che generalmente vengono seguiti:

1. Anamnesi e esame obiettivo:

Il medico raccoglierà informazioni sulla tua storia clinica, inclusi sintomi, familiarità per malattie autoimmuni e stile di vita. Eseguirà un esame obiettivo per valutare i segni fisici della malattia.

2. Esami del sangue:

    • Autoanticorpi: La presenza di autoanticorpi nel sangue è un segno distintivo delle malattie autoimmuni. Esistono diversi tipi di autoanticorpi, specifici per diverse malattie. Ad esempio, gli anticorpi antinucleo (ANA) sono spesso presenti nel lupus, mentre gli anticorpi anti-tireoglobulina e anti-tireoperossidasi sono tipici della tiroidite di Hashimoto.
    • Infiammazione: Esami come la velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C-reattiva (PCR) possono indicare la presenza di infiammazione nell’organismo.
    • Altri esami: A seconda della sospetta malattia autoimmune, possono essere richiesti altri esami del sangue per valutare la funzionalità di specifici organi.

3. Esami di imaging:

    • Radiografie, TAC, risonanza magnetica: Possono essere utili per visualizzare organi e tessuti e identificare eventuali danni o infiammazioni.

4. Biopsia:

    • In alcuni casi, può essere necessario prelevare un piccolo campione di tessuto (biopsia) per analizzarlo al microscopio e confermare la diagnosi.

Trattamento:

Non esiste una cura definitiva per le malattie autoimmuni, ma i trattamenti disponibili possono aiutare a:

    • Controllare i sintomi: Alleviare il dolore, l’infiammazione e altri sintomi.
    • Prevenire le complicanze: Ridurre il rischio di danni permanenti agli organi e tessuti.
    • Migliorare la qualità della vita: Permettere alle persone con malattie autoimmuni di vivere una vita piena e attiva.

Le opzioni di trattamento variano a seconda della malattia autoimmune specifica e della sua gravità, ma possono includere:

    • Farmaci immunosoppressori: Sopprimono l’attività del sistema immunitario, riducendo l’attacco autoimmune.
    • Farmaci antinfiammatori: Riducono l’infiammazione e il dolore.
    • Terapie biologiche: Farmaci più recenti che agiscono in modo mirato su specifiche molecole del sistema immunitario.
    • Terapia sostitutiva: Ad esempio, la somministrazione di insulina nel diabete di tipo 1 o di ormoni tiroidei nella tiroidite di Hashimoto.

IMMUNODEFICIENZE

Le immunodeficienze sono un gruppo di disturbi in cui il sistema immunitario non funziona correttamente, rendendo l’organismo più vulnerabile alle infezioni e ad altre malattie. In pratica, le difese del corpo sono “indebolite” e non riescono a combattere efficacemente gli agenti patogeni come batteri, virus, funghi e parassiti.

Cause delle immunodeficienze:

Le immunodeficienze possono essere classificate in due categorie principali:

1. Immunodeficienze primarie:

    • Sono causate da difetti genetici ereditari che influenzano lo sviluppo e la funzione delle cellule del sistema immunitario.
    • Sono presenti fin dalla nascita, anche se i sintomi possono manifestarsi in età diverse.
    • Sono relativamente rare.
    • Esempi: Agammaglobulinemia, Sindrome di DiGeorge, Immunodeficienza combinata grave (SCID).

2. Immunodeficienze secondarie:

    • Sono acquisite nel corso della vita a causa di fattori esterni che danneggiano o compromettono il sistema immunitario.
    • Sono più comuni delle immunodeficienze primarie.
    • Cause:
      • Malattie: HIV/AIDS, cancro, diabete, malattie renali croniche.
      • Trattamenti medici: Chemioterapia, radioterapia, trapianto di organi, farmaci immunosoppressori.
      • Malnutrizione: Carenze di proteine, vitamine e minerali.
      • Stress cronico: Può sopprimere la funzione immunitaria.
      • Infezioni: Alcune infezioni virali (come il morbillo) possono indebolire temporaneamente il sistema immunitario.
      • Età: Sia i neonati (sistema immunitario immaturo) che gli anziani (declino della funzione immunitaria) sono più suscettibili alle infezioni.

Riconoscere i segni e i sintomi di un’immunodeficienza è fondamentale per una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. Ecco alcuni segnali a cui prestare attenzione:

Infezioni:

    • Frequenza: Avere più di 4 infezioni all’anno negli adulti o più di 6-8 nei bambini può essere un campanello d’allarme.
    • Gravità: Infezioni che richiedono ospedalizzazione o che causano complicanze.
    • Durata: Infezioni che durano più a lungo del normale o che non rispondono bene ai trattamenti.
    • Tipo: Infezioni causate da microrganismi insoliti o opportunisti, che normalmente non causano malattie in persone con un sistema immunitario sano.
    • Localizzazione: Infezioni in sedi multiple o insolite (polmoni, cervello, ossa).

Altri sintomi:

    • Ritardo nella crescita: Nei bambini, un’immunodeficienza può causare un ritardo nella crescita e nello sviluppo.
    • Problemi digestivi: Diarrea cronica, malassorbimento, perdita di peso.
    • Problemi alla pelle: Eruzioni cutanee, eczema, infezioni fungine ricorrenti.
    • Infiammazione degli organi: Infiammazione di organi come fegato, milza, linfonodi.
    • Allergie e malattie autoimmuni: Alcune immunodeficienze possono aumentare il rischio di sviluppare allergie o malattie autoimmuni.
    • Stanchezza cronica: Sensazione di stanchezza persistente e inspiegabile.

Segni specifici nei bambini:

    • Mughetto orale: Infezione fungina della bocca che non si risolve con il trattamento.
    • Otite media ricorrente: Più di 4 episodi di otite media all’anno.
    • Polmonite ricorrente: Più di 2 episodi di polmonite all’anno.
    • Ascessi cutanei ricorrenti: Formazione di raccolte di pus sotto la pelle.
    • Necessità di antibiotici per via endovenosa: Per trattare infezioni che non rispondono agli antibiotici orali.

Diagnosticare un’immunodeficienza può essere un processo complesso che richiede una valutazione accurata da parte di un medico specialista, spesso un immunologo. Ecco i passaggi principali:

1. Anamnesi e esame obiettivo:

    • Il medico raccoglierà informazioni dettagliate sulla tua storia clinica, inclusi:
      • Frequenza, gravità e tipo di infezioni avute
      • Presenza di altri sintomi (ritardo nella crescita, problemi digestivi, ecc.)
      • Familiarità per immunodeficienze
      • Esposizione a fattori di rischio (malattie, trattamenti medici, ecc.)
    • Eseguirà un esame obiettivo per valutare la presenza di segni fisici di infezione o di altre anomalie.

2. Esami del sangue:

    • Emocromo completo: Per valutare il numero e il tipo di cellule del sangue (globuli bianchi, globuli rossi, piastrine). Un numero ridotto di globuli bianchi, in particolare di alcuni tipi come i neutrofili o i linfociti, può indicare un’immunodeficienza.
    • Dosaggio delle immunoglobuline: Misura la quantità di anticorpi (IgG, IgA, IgM) nel sangue. Livelli bassi o assenti di immunoglobuline possono indicare un’immunodeficienza umorale.
    • Test di funzionalità dei linfociti: Valutano la capacità dei linfociti T e B di rispondere agli stimoli e di combattere le infezioni.
    • Test del complemento: Misurano l’attività del sistema del complemento, un gruppo di proteine ​​che aiuta a distruggere i microrganismi.
    • Altri esami: A seconda del sospetto clinico, possono essere richiesti altri esami del sangue per valutare la funzionalità di specifici organi o per ricercare la presenza di autoanticorpi.

3. Esami di imaging:

    • Radiografie, TAC, risonanza magnetica: Possono essere utili per visualizzare organi e tessuti e identificare eventuali infezioni o anomalie.

4. Test genetici:

    • In caso di sospetta immunodeficienza primaria, possono essere eseguiti test genetici per identificare eventuali mutazioni genetiche responsabili del disturbo.

Trattamento:

Il trattamento delle immunodeficienze varia a seconda della causa e della gravità del disturbo. Gli obiettivi principali sono:

    • Prevenire e trattare le infezioni:
      • Antibiotici: Per trattare le infezioni batteriche.
      • Antivirali: Per trattare le infezioni virali.
      • Antifungini: Per trattare le infezioni fungine.
      • Profilassi antibiotica: In alcuni casi, può essere prescritta una terapia antibiotica preventiva per ridurre il rischio di infezioni.
    • Sostituire i componenti mancanti del sistema immunitario:
      • Immunoglobuline per via endovenosa (IVIG): Per sostituire gli anticorpi mancanti nelle immunodeficienze umorali.
      • Trapianto di midollo osseo: Per sostituire le cellule staminali del sistema immunitario in alcune immunodeficienze primarie.
    • Stimolare il sistema immunitario:
      • Citochine: Proteine ​​che stimolano la crescita e l’attività delle cellule immunitarie.
    • Terapia genica: In fase di sviluppo per alcune immunodeficienze primarie.
    • Cambiamenti dello stile di vita:
      • Alimentazione sana: Per fornire i nutrienti necessari per un sistema immunitario forte.
      • Esercizio fisico regolare: Per migliorare la circolazione e l’attività delle cellule immunitarie.
      • Gestione dello stress: Per ridurre l’impatto negativo dello stress sul sistema immunitario.
      • Igiene: Per prevenire le infezioni.
      • Vaccinazioni: Per proteggere da specifiche malattie infettive (se possibile).

IMMUNOLOGIA E CANCRO

Il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro il cancro, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. Immagina le cellule tumorali come dei “nemici interni” che cercano di proliferare in modo incontrollato. Il sistema immunitario agisce come un “esercito di difesa”, pattugliando costantemente l’organismo e cercando di eliminare queste cellule pericolose.

Come il sistema immunitario combatte il cancro:

  1. Riconoscimento: Le cellule tumorali presentano sulla loro superficie degli antigeni, cioè delle molecole che le distinguono dalle cellule sane. Il sistema immunitario, attraverso cellule specializzate come i linfociti T, è in grado di riconoscere questi antigeni tumorali come “estranei” e potenzialmente pericolosi.
  2. Attacco: Una volta riconosciute le cellule tumorali, il sistema immunitario mette in atto diverse strategie per eliminarle:
    • Linfociti T citotossici: Queste cellule sono in grado di distruggere direttamente le cellule tumorali.
    • Cellule Natural Killer (NK): Anche queste cellule possono uccidere le cellule tumorali, senza bisogno di un riconoscimento specifico degli antigeni.
    • Macrofagi: Queste cellule “mangiano” le cellule tumorali e le distruggono.
    • Citochine: Sono proteine ​​che regolano la risposta immunitaria e possono stimolare l’attività delle cellule che combattono il cancro.
  3. Memoria immunitaria: Dopo aver eliminato le cellule tumorali, il sistema immunitario conserva una “memoria” di quegli antigeni tumorali. Questo permette di rispondere più rapidamente ed efficacemente in caso di ricomparsa del tumore.

Sfide e ostacoli:

Purtroppo, le cellule tumorali sono molto astute e possono sviluppare meccanismi per sfuggire al controllo del sistema immunitario:

  • Crescita rapida: Le cellule tumorali possono proliferare molto velocemente, rendendo difficile per il sistema immunitario eliminarle tutte.
  • Mimetismo: Possono “mascherare” i loro antigeni, rendendosi “invisibili” al sistema immunitario.
  • Immunosoppressione: Possono produrre sostanze che inibiscono l’attività del sistema immunitario.
  • Microambiente tumorale: L’ambiente che circonda il tumore può essere ostile alle cellule del sistema immunitario, impedendo loro di agire efficacemente.

L’immunoterapia è una forma di terapia antitumorale che sfrutta il potere del sistema immunitario del paziente per combattere il cancro. Invece di attaccare direttamente le cellule tumorali come fanno la chemioterapia o la radioterapia, l’immunoterapia mira a “risvegliare” e potenziare le difese naturali del corpo per riconoscere e distruggere le cellule tumorali.

Come funziona l’immunoterapia?

Le cellule tumorali sono abili nel nascondersi dal sistema immunitario o nel sopprimerne l’attività. L’immunoterapia agisce in diversi modi per superare questi ostacoli:

    • Rimuovere i “freni” del sistema immunitario: Alcuni farmaci, chiamati inibitori dei checkpoint immunitari, bloccano le molecole che normalmente frenano la risposta immunitaria, permettendo ai linfociti T di attaccare le cellule tumorali con maggiore efficacia.
    • Stimolare l’attività delle cellule immunitarie: Altri farmaci, come le citochine, possono stimolare la crescita e l’attività delle cellule immunitarie, rendendole più efficaci nel combattere il cancro.
    • Fornire al sistema immunitario “armi” specifiche: I vaccini antitumorali e la terapia cellulare adottiva “addestrano” il sistema immunitario a riconoscere e attaccare specifici antigeni tumorali.

Tipi di immunoterapia:

    • Inibitori dei checkpoint immunitari: Sono farmaci che bloccano molecole come PD-1, PD-L1 e CTLA-4, che normalmente inibiscono l’attività dei linfociti T.
    • Terapia cellulare adottiva: Prevede l’isolamento e la coltura in laboratorio di cellule immunitarie del paziente (come i linfociti T), che vengono poi modificate geneticamente per riconoscere e attaccare le cellule tumorali in modo più efficace. Un esempio sono le cellule CAR-T.
    • Vaccini antitumorali: Stimolano il sistema immunitario a produrre una risposta specifica contro gli antigeni tumorali.
    • Citochine: Sono proteine ​​che regolano la risposta immunitaria e possono essere utilizzate per stimolare l’attività delle cellule immunitarie.

Vantaggi dell’immunoterapia:

    • Risposta duratura: In alcuni casi, l’immunoterapia può portare a una risposta antitumorale duratura, anche dopo la sospensione del trattamento.
    • Minori effetti collaterali: Rispetto alla chemioterapia, l’immunoterapia tende ad avere minori effetti collaterali, anche se possono comunque verificarsi reazioni avverse legate all’attivazione del sistema immunitario.
    • Efficacia in diversi tipi di tumore: L’immunoterapia si è dimostrata efficace in diversi tipi di cancro, tra cui melanoma, tumore del polmone, tumore del rene, linfoma di Hodgkin e alcuni tipi di tumore della mammella e del colon-retto.

Sfide dell’immunoterapia:

    • Non efficace in tutti i pazienti: L’immunoterapia non funziona in tutti i pazienti e la risposta al trattamento può variare da persona a persona.
    • Costi elevati: I farmaci immunoterapici sono generalmente molto costosi.
    • Necessità di identificare i pazienti che possono beneficiare del trattamento: Sono in fase di sviluppo test per identificare i pazienti che hanno maggiori probabilità di rispondere all’immunoterapia.

L’immunoterapia sta vivendo un periodo di grande fermento, con continui progressi che offrono nuove speranze ai pazienti oncologici. Ecco alcuni degli sviluppi più recenti e promettenti:

1. Combinazioni di immunoterapici:

    • Doppie e triple immunoterapie: Combinare diversi tipi di immunoterapia, come gli inibitori dei checkpoint immunitari, può aumentare l’efficacia del trattamento e ampliare la gamma di pazienti che ne beneficiano. Ad esempio, l’associazione di anti-PD-1 e anti-CTLA-4 ha mostrato risultati promettenti in diversi tipi di tumore.
    • Immunoterapia e terapie mirate: Combinare l’immunoterapia con farmaci chemioterapici tradizionali o con terapie mirate (che colpiscono specifiche molecole delle cellule tumorali) può potenziare l’effetto antitumorale.

2. Immunoterapia personalizzata:

    • Biomarcatori: Identificare biomarcatori specifici (come l’espressione di PD-L1 o la presenza di mutazioni genetiche) può aiutare a selezionare i pazienti che hanno maggiori probabilità di rispondere all’immunoterapia, rendendo il trattamento più mirato ed efficace.
    • Vaccini antitumorali personalizzati: Sviluppare vaccini che prendono di mira gli antigeni specifici di un singolo tumore può aumentare l’efficacia della risposta immunitaria.

3. Nuove strategie di immunoterapia:

    • Cellule CAR-T di nuova generazione: Sviluppare cellule CAR-T più efficaci e sicure, con una minore tossicità e una maggiore capacità di raggiungere il tumore.
    • Terapia con cellule NK: Sfruttare le cellule Natural Killer (NK) per attaccare le cellule tumorali.
    • Oncologia virale: Utilizzare virus modificati per infettare e distruggere le cellule tumorali.
    • Immunoterapia nel microambiente tumorale: Sviluppare strategie per modificare il microambiente tumorale, rendendolo più favorevole all’azione del sistema immunitario.

4. Immunoterapia in fase precoce:

    • Neoadjuvant immunotherapy: Somministrare l’immunoterapia prima dell’intervento chirurgico per ridurre le dimensioni del tumore e prevenire le recidive.
    • Immunoterapia adiuvante: Somministrare l’immunoterapia dopo l’intervento chirurgico per eliminare eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di metastasi.

5. Tecnologie innovative:

    • Intelligenza artificiale: Utilizzare l’intelligenza artificiale per analizzare grandi quantità di dati e identificare nuovi bersagli per l’immunoterapia, prevedere la risposta al trattamento e personalizzare le terapie.
    • Nanotecnologie: Sviluppare nanoparticelle che possono veicolare farmaci immunoterapici direttamente alle cellule tumorali, aumentando l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali.

COVID 19 E IMMUNITA’

Il sistema immunitario umano è una macchina complessa e affascinante che si attiva in modo coordinato per contrastare le infezioni, incluso l’attacco del SARS-CoV-2, il virus responsabile del COVID-19. Ecco come avviene la risposta immunitaria:

1. Fase iniziale (immunità innata):

    • Barriere fisiche: Le prime difese contro il virus sono le barriere fisiche come la pelle e le mucose delle vie respiratorie. Se il virus riesce a superarle, entra in gioco l’immunità innata.
    • Cellule sentinella: Cellule dendritiche e macrofagi riconoscono il virus come un invasore e lo “inglobano” per distruggerlo. Inoltre, rilasciano segnali chimici (citochine) per reclutare altre cellule immunitarie e innescare l’infiammazione.
    • Cellule Natural Killer (NK): Queste cellule attaccano direttamente le cellule infettate dal virus, eliminandole.
    • Interferoni: Sono proteine ​​antivirali che interferiscono con la replicazione del virus e aiutano a proteggere le cellule non ancora infettate.

2. Fase successiva (immunità adattativa):

    • Linfociti T: I linfociti T helper coordinano la risposta immunitaria, attivando altre cellule come i linfociti T citotossici, che uccidono le cellule infettate dal virus.
    • Linfociti B: I linfociti B producono anticorpi specifici contro il virus. Gli anticorpi si legano al virus, neutralizzandolo e impedendogli di infettare altre cellule. Inoltre, gli anticorpi “marcano” il virus per la distruzione da parte di altre cellule immunitarie.
    • Memoria immunitaria: Dopo l’infezione, alcuni linfociti T e B diventano cellule della memoria. Queste cellule “ricordano” il virus e sono pronte a rispondere rapidamente in caso di una nuova esposizione, prevenendo o attenuando la malattia.

Fattori che influenzano la risposta immunitaria:

    • Età: Il sistema immunitario degli anziani è generalmente meno efficiente, rendendoli più suscettibili a sviluppare forme gravi di COVID-19.
    • Condizioni mediche preesistenti: Malattie croniche come diabete, malattie cardiache e obesità possono indebolire il sistema immunitario e aumentare il rischio di complicanze.
    • Varianti virali: Alcune varianti del SARS-CoV-2 possono essere più contagiose o più resistenti alla risposta immunitaria.
    • Vaccinazione: I vaccini contro il COVID-19 “addestrano” il sistema immunitario a riconoscere e combattere il virus, riducendo il rischio di malattia grave e di morte.

L’immunità a lungo termine al COVID-19, sia dopo l’infezione naturale che dopo la vaccinazione, è un argomento di grande interesse e di continua ricerca. Ecco cosa sappiamo finora:

Immunità dopo l’infezione naturale:

    • Variabilità: La durata e l’intensità dell’immunità dopo l’infezione variano da persona a persona, a seconda di fattori come la gravità dell’infezione, l’età e lo stato di salute generale.
    • Anticorpi: Gli anticorpi contro il SARS-CoV-2 diminuiscono nel tempo, ma possono persistere per diversi mesi o addirittura anni in alcune persone.
    • Cellule T della memoria: Le cellule T della memoria, che svolgono un ruolo chiave nella protezione a lungo termine, sembrano essere più durature degli anticorpi e possono persistere per anni, offrendo una protezione contro forme gravi di COVID-19.
    • Reinfezioni: Le reinfezioni sono possibili, anche se generalmente sono meno gravi dell’infezione iniziale.

Immunità dopo la vaccinazione:

    • Efficacia: I vaccini contro il COVID-19 si sono dimostrati altamente efficaci nel prevenire forme gravi di malattia, ospedalizzazione e morte.
    • Durata: L’immunità indotta dai vaccini diminuisce nel tempo, ma la protezione contro forme gravi di COVID-19 rimane elevata per almeno 6 mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale primario.
    • Dosi di richiamo: Le dosi di richiamo (booster) sono raccomandate per rafforzare l’immunità e prolungare la protezione, soprattutto nelle persone più vulnerabili.
    • Varianti: I vaccini possono essere meno efficaci contro alcune varianti del virus, ma offrono comunque una buona protezione contro forme gravi di malattia.

Immunità ibrida:

    • Infezione + vaccinazione: L’immunità ibrida, ottenuta dopo aver contratto l’infezione e aver completato il ciclo vaccinale, sembra offrire la protezione più robusta e duratura.

Fattori che influenzano l’immunità a lungo termine:

    • Età: L’immunità tende a diminuire con l’età.
    • Condizioni mediche preesistenti: Alcune malattie croniche possono indebolire il sistema immunitario.
    • Varianti virali: Le nuove varianti del virus possono eludere parzialmente l’immunità acquisita.

I vaccini contro il COVID-19 si sono dimostrati altamente efficaci nel prevenire l’infezione, la malattia grave e la trasmissione del virus, anche se la loro efficacia può variare a seconda di diversi fattori. Ecco un riassunto delle evidenze scientifiche:

Prevenzione dell’infezione:

    • Efficacia iniziale elevata: I vaccini a mRNA (Pfizer-BioNTech e Moderna) hanno dimostrato un’efficacia superiore al 90% nel prevenire l’infezione sintomatica da SARS-CoV-2 nelle prime settimane dopo il completamento del ciclo vaccinale primario.
    • Calo dell’efficacia nel tempo: L’efficacia nella prevenzione dell’infezione diminuisce gradualmente nel tempo, soprattutto con l’emergere di nuove varianti.
    • Dosi di richiamo: Le dosi di richiamo (booster) aumentano significativamente la protezione contro l’infezione, riportandola a livelli elevati.

Prevenzione della malattia grave:

    • Protezione elevata e duratura: I vaccini offrono una protezione molto elevata (superiore al 90%) contro l’ospedalizzazione, il ricovero in terapia intensiva e la morte per COVID-19, anche a distanza di mesi dal completamento del ciclo vaccinale.
    • Efficacia contro le varianti: Pur con una riduzione dell’efficacia, i vaccini proteggono anche dalle forme gravi di malattia causate dalle varianti del virus.
    • Dosi di richiamo: Le dosi di richiamo rafforzano ulteriormente la protezione contro la malattia grave, soprattutto nelle persone più vulnerabili.

Prevenzione della trasmissione:

    • Riduzione della carica virale: I vaccini riducono significativamente la carica virale nelle persone infette, rendendole meno contagiose.
    • Minore probabilità di trasmissione: Le persone vaccinate hanno una minore probabilità di trasmettere il virus ad altri, anche se la trasmissione può comunque avvenire.
    • Importanza delle altre misure di prevenzione: Anche con la vaccinazione, è importante continuare a seguire le altre misure di prevenzione, come l’uso della mascherina, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani, per ridurre ulteriormente il rischio di trasmissione.

Fattori che influenzano l’efficacia dei vaccini:

    • Età: L’efficacia dei vaccini può essere leggermente inferiore nelle persone anziane, ma la protezione contro la malattia grave rimane elevata.
    • Condizioni mediche preesistenti: Alcune malattie croniche possono ridurre l’efficacia dei vaccini.
    • Varianti virali: L’efficacia dei vaccini può variare a seconda della variante del virus circolante.
    • Tempo trascorso dalla vaccinazione: L’efficacia dei vaccini diminuisce nel tempo, rendendo necessarie le dosi di richiamo.

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