FAQ IN ALLERGOLOGIA

Le informazioni non devono MAI sostituire l’attività e il parere del medico nè essere alla base di diagnosi o terapie gestite autonomamente dal Paziente.

DOMANDE GENERALI SULLE ALLERGIE

Un’allergia è una reazione anomala ed eccessiva del sistema immunitario a sostanze normalmente innocue, chiamate allergeni. Quando una persona allergica entra in contatto con un allergene, il suo sistema immunitario lo riconosce come una minaccia e scatena una risposta difensiva, producendo anticorpi specifici chiamati IgE.

Questi anticorpi si legano ai mastociti, cellule presenti nei tessuti, e ai basofili, cellule presenti nel sangue. Quando l’allergene si lega nuovamente alle IgE presenti sui mastociti e sui basofili, queste cellule rilasciano sostanze chimiche, come l’istamina, che causano i sintomi tipici delle reazioni allergiche, come prurito, gonfiore, starnuti, difficoltà respiratorie, e in casi gravi, shock anafilattico.

Le allergie più comuni possono essere suddivise in diverse categorie:

  • Allergie alimentari:

    1. Latte vaccino
    2. Uova
    3. Arachidi
    4. Frutta a guscio (noci, mandorle, nocciole, ecc.)
    5. Pesce
    6. Crostacei
    7. Soia
    8. Grano (e altri cereali contenenti glutine)
  • Allergie respiratorie (inalanti):

    1. Pollini (graminacee, alberi, erbe infestanti)
    2. Acari della polvere
    3. Muffe
    4. Peli di animali (soprattutto gatto e cane)
  • Allergie da contatto:

    1. Nichel
    2. Lattice
    3. Cosmetici
    4. Detersivi
    5. Piante (es. edera velenosa)
  • Allergie a farmaci:

    1. Antibiotici (soprattutto penicilline)
    2. Antinfiammatori non steroidei (FANS)
    3. Anestetici locali
  • Allergie a veleno di insetti:

    1. Api
    2. Vespe
    3. Calabroni

La frequenza di queste allergie può variare a seconda dell’età, della zona geografica e di altri fattori individuali.

Le reazioni allergiche possono manifestarsi in modi diversi e con gravità variabile, a seconda dell’allergene coinvolto, della via di esposizione e della sensibilità individuale. Ecco alcuni dei sintomi più comuni:

Sintomi a livello cutaneo:

    1. Orticaria: eruzione cutanea caratterizzata da pomfi rossi, pruriginosi e di dimensioni variabili, che possono comparire e scomparire rapidamente.
    2. Angioedema: gonfiore più profondo della pelle, che coinvolge spesso il viso (labbra, occhi, lingua), le mani, i piedi o i genitali.
    3. Dermatite atopica (eczema): infiammazione cronica della pelle, caratterizzata da secchezza, prurito, arrossamento e desquamazione.
    4. Dermatite da contatto: eruzione cutanea localizzata, spesso pruriginosa e vescicolare, che si sviluppa in seguito al contatto con una sostanza irritante o allergenica.

Sintomi a livello respiratorio:

    1. Rinite allergica: infiammazione della mucosa nasale, caratterizzata da starnuti, prurito nasale, congestione nasale e rinorrea (naso che cola).
    2. Congiuntivite allergica: infiammazione della congiuntiva (membrana che riveste l’occhio), caratterizzata da prurito, arrossamento, lacrimazione e sensazione di corpo estraneo nell’occhio.
    3. Asma bronchiale: infiammazione delle vie aeree, caratterizzata da tosse, respiro sibilante, senso di costrizione toracica e difficoltà respiratorie.

Sintomi a livello gastrointestinale:

    1. Sindrome orale allergica: prurito e gonfiore di labbra, lingua e gola dopo aver mangiato frutta o verdura cruda.
    2. Gastroenterite allergica: nausea, vomito, diarrea, dolori addominali crampiformi dopo l’ingestione di un alimento allergenico.

Sintomi sistemici (shock anafilattico):

    1. Orticaria e angioedema diffusi
    2. Difficoltà respiratorie gravi (broncospasmo, edema della laringe)
    3. Calo della pressione arteriosa (ipotensione)
    4. Tachicardia (aumento della frequenza cardiaca)
    5. Perdita di coscienza

Lo shock anafilattico è una reazione allergica grave e potenzialmente fatale, che richiede un intervento medico immediato.

Diverse persone sono più suscettibili di sviluppare allergie a causa di una combinazione di fattori genetici e ambientali. Ecco alcuni dei gruppi a maggior rischio:

    1. Persone con familiarità: se uno o entrambi i genitori soffrono di allergie, asma o altre malattie atopiche, i figli hanno una maggiore probabilità di sviluppare allergie.
    2. Bambini: i bambini sono particolarmente vulnerabili allo sviluppo di allergie, specialmente nei primi anni di vita. Questo è dovuto in parte all’immaturità del loro sistema immunitario.
    3. Persone con altre condizioni atopiche: chi soffre di eczema, asma o rinite allergica ha un rischio maggiore di sviluppare altre allergie.
    4. Persone esposte a determinati fattori ambientali: l’esposizione precoce ad allergeni, l’inquinamento atmosferico, il fumo di sigaretta e alcuni stili di vita possono aumentare il rischio di sviluppare allergie.

La differenza fondamentale tra allergia e intolleranza risiede nel meccanismo che le scatena:

    • –  Allergia: è una reazione anomala e spropositata del sistema immunitario a una sostanza normalmente innocua (allergene). Il sistema immunitario, scambiando l’allergene per una minaccia, produce anticorpi specifici (IgE) che innescano il rilascio di sostanze infiammatorie, come l’istamina, causando i sintomi allergici. Le reazioni allergiche possono essere immediate e anche molto gravi, fino allo shock anafilattico.
    • –  Intolleranza: è una reazione avversa a un alimento o a una sostanza, non mediata dal sistema immunitario. Può essere causata da diversi fattori, come la carenza di un enzima digestivo (es. intolleranza al lattosio), sensibilità a sostanze chimiche presenti negli alimenti (es. solfiti, glutammato monosodico) o meccanismi ancora poco chiari. I sintomi dell’intolleranza sono generalmente meno gravi e più localizzati a livello gastrointestinale (gonfiore, diarrea, dolori addominali), ma possono comunque influire sulla qualità di vita.

In sintesi:

    • –  Allergia: reazione immunitaria, sintomi immediati e potenzialmente gravi, anche a piccole quantità di allergene.
    • –  Intolleranza: reazione non immunitaria, sintomi più tardivi e generalmente meno gravi, spesso dose-dipendente.

La diagnosi delle allergie si basa su un approccio multidisciplinare che include:

  1. Anamnesi accurata:
    • –  Il medico raccoglie informazioni dettagliate sui sintomi, la loro frequenza e gravità, eventuali fattori scatenanti e la storia familiare di allergie.
    • –  Questa fase è fondamentale per indirizzare gli esami successivi e formulare un sospetto diagnostico.
  1. Esami di laboratorio:
    • –  Dosaggio delle IgE totali: misura la quantità totale di immunoglobuline E nel sangue, che possono essere elevate in caso di allergie.
    • –  Dosaggio delle IgE specifiche: identifica gli anticorpi IgE specifici per determinati allergeni (pollini, acari, alimenti, ecc.), fornendo indicazioni sulla sensibilizzazione allergica.
    • –  Altri esami: in alcuni casi possono essere richiesti ulteriori test, come l’emocromo completo o la valutazione della funzionalità epatica e renale.
  1. Test cutanei (Prick test e Patch test):
    • –  Prick test: piccole quantità di allergeni vengono applicate sulla pelle dell’avambraccio o della schiena e la reazione cutanea (pomfo) viene valutata dopo circa 15-20 minuti. È utile per diagnosticare allergie respiratorie e alimentari.
    • –  Patch test: cerotti contenenti allergeni vengono applicati sulla pelle per 48 ore, per identificare eventuali reazioni allergiche da contatto (dermatite allergica da contatto).
  1. Test di provocazione:
    • –  Test di provocazione orale: l’alimento sospetto viene somministrato al paziente in dosi crescenti, sotto stretta osservazione medica, per valutare eventuali reazioni allergiche.
    • –  Test di provocazione bronchiale: sostanze specifiche vengono inalate per valutare la reattività delle vie aeree e diagnosticare l’asma.
    • –  Altri test di provocazione: possono essere eseguiti test di provocazione nasale, congiuntivale o cutanea, a seconda del tipo di allergia sospetta.

TRATTAMENTO E GESTIONE DELLE ALLERGIE

Il trattamento delle allergie si basa su tre principali approcci:

  1. Evitare gli allergeni:
  • Questo è il metodo più efficace per prevenire le reazioni allergiche.
  • Implica identificare gli allergeni specifici che scatenano i sintomi e adottare misure per evitarli o ridurre l’esposizione.
  • Ad esempio, nel caso di allergia agli acari della polvere, si possono utilizzare coprimaterassi e copricuscini antiacaro, lavare frequentemente la biancheria da letto ad alte temperature e ridurre la presenza di tappeti e moquette.
  • Nel caso di allergie alimentari, è fondamentale leggere attentamente le etichette dei prodotti alimentari ed evitare gli alimenti che contengono l’allergene.
  1. Farmaci:
  • Esistono diversi farmaci che possono aiutare a controllare i sintomi delle allergie.
  • Gli antistaminici sono efficaci nel ridurre prurito, starnuti, naso che cola e orticaria.
  • I corticosteroidi, disponibili in diverse formulazioni (spray nasali, inalatori, creme, compresse), agiscono riducendo l’infiammazione.
  • I broncodilatatori aiutano ad aprire le vie aeree in caso di asma allergica.
  • In alcuni casi, possono essere prescritti anche antileucotrieni o stabilizzatori dei mastociti.
  • È importante consultare un medico per scegliere il farmaco più adatto alla propria situazione e seguire attentamente le indicazioni di dosaggio.
  1. Immunoterapia:
  • L’immunoterapia, chiamata anche vaccino allergico, è un trattamento a lungo termine che mira a desensibilizzare il sistema immunitario all’allergene.
  • Consiste nella somministrazione di dosi gradualmente crescenti dell’allergene, in modo da indurre una tolleranza.
  • L’immunoterapia può essere somministrata per via sottocutanea (iniezioni) o sublinguale (gocce o compresse).
  • Questo trattamento può essere efficace nel ridurre la gravità dei sintomi e la necessità di farmaci, ma richiede tempo e impegno da parte del paziente.

In caso di sospetta anafilassi, è fondamentale agire tempestivamente poiché si tratta di un’emergenza medica potenzialmente letale. Ecco i passi da seguire:

  1. Riconoscere i sintomi: L’anafilassi si manifesta con una combinazione di sintomi che possono includere:
    • Cutanei: orticaria, prurito, rossore diffuso, gonfiore del viso, labbra, lingua o gola.
    • Respiratori: difficoltà respiratorie, respiro sibilante, senso di costrizione toracica, tosse.
    • Cardiovascolari: palpitazioni, svenimento, calo della pressione sanguigna, polso debole e rapido.
    • Gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea, crampi addominali.
    • Altri: ansia, confusione, sensazione di morte imminente.
  1. Chiamare immediatamente il 118: Non esitare a chiamare i soccorsi anche se i sintomi sembrano lievi all’inizio, poiché l’anafilassi può peggiorare rapidamente.

  2. Somministrare l’adrenalina autoiniettabile: Se la persona ha una prescrizione di adrenalina autoiniettabile (come l’EpiPen), iniettarla immediatamente nella coscia seguendo le istruzioni del dispositivo. L’adrenalina è il farmaco di prima linea per il trattamento dell’anafilassi e può salvare la vita.

  3. Mettere la persona in posizione supina: Se la persona è cosciente, aiutarla a sdraiarsi sulla schiena con le gambe sollevate per migliorare la circolazione sanguigna. Se ha difficoltà respiratorie, sollevare leggermente la testa e le spalle.

  4. Monitorare la respirazione e il polso: Controllare regolarmente la respirazione e il polso della persona in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Se la respirazione si interrompe, iniziare la rianimazione cardiopolmonare (RCP) se si è addestrati a farlo.

  5. Continuare a monitorare fino all’arrivo dei soccorsi: Anche se i sintomi sembrano migliorare dopo la somministrazione di adrenalina, è fondamentale attendere l’arrivo dei soccorsi per un’ulteriore valutazione e trattamento.

Altre considerazioni:

  • Se la persona ha altri farmaci per l’allergia prescritti (come antistaminici o corticosteroidi),  somministrarli  secondo le indicazioni del medico.
  • Se la persona perde conoscenza, metterla in posizione laterale di sicurezza per evitare il soffocamento.
  • Se si è testimoni di un’anafilassi in un luogo pubblico, informare le persone presenti e chiedere aiuto.
  • Se la persona ha già avuto un episodio di anafilassi, assicurarsi che porti sempre con sé l’adrenalina autoiniettabile e che le persone a lei vicine sappiano come usarla.

Purtroppo, non esiste un modo sicuro per prevenire completamente lo sviluppo di allergie. Tuttavia, ci sono alcune strategie che possono aiutare a ridurre il rischio o la gravità delle reazioni allergiche, soprattutto nei bambini:

  1. Allattamento al seno: L’allattamento al seno esclusivo per almeno i primi 4-6 mesi di vita è raccomandato per ridurre il rischio di sviluppare allergie, in particolare eczema e allergie alimentari.

  2. Introduzione graduale degli alimenti: Introdurre gli alimenti potenzialmente allergenici (come uova, arachidi, pesce) nella dieta del bambino uno alla volta, a partire dai 6 mesi di età, può aiutare a sviluppare tolleranza.

  3. Evitare il fumo passivo: L’esposizione al fumo di sigaretta aumenta il rischio di sviluppare asma e altre malattie respiratorie, che possono peggiorare i sintomi delle allergie.

  4. Controllo dell’ambiente domestico: Ridurre l’esposizione agli acari della polvere, alle muffe e ad altri allergeni indoor può aiutare a prevenire o controllare i sintomi delle allergie respiratorie.

  5. Probiotici: Alcuni studi suggeriscono che l’assunzione di probiotici durante la gravidanza, l’allattamento e la prima infanzia potrebbe ridurre il rischio di sviluppare allergie, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati.

  6. Consulenza allergologica: Se in famiglia ci sono casi di allergie, è consigliabile consultare un allergologo per valutare il rischio individuale e ricevere consigli personalizzati sulla prevenzione.

DOMANDE SPECIFICHE SU TIPI DI ALLERGIE: Pollini-Alimentari (1)

Il periodo di pollinazione delle diverse piante varia a seconda della specie e della regione geografica. In generale, in Italia si possono distinguere tre principali stagioni polliniche:

  • Primavera (febbraio-maggio): In questo periodo, le principali piante allergeniche sono le betullacee (betulla, ontano, nocciolo), le cupressacee (cipresso, ginepro), le oleacee (olivo, frassino), le graminacee (erbe) e le urticacee (parietaria).
  • Estate (maggio-agosto): Durante l’estate, le principali piante allergeniche sono le graminacee, le composite (ambrosia, artemisia) e le plantaginacee (piantaggine).
  • Autunno (agosto-ottobre): In autunno, le principali piante allergeniche sono le composite e le spore fungine, in particolare dell’Alternaria.

Tuttavia, è importante ricordare che il periodo di pollinazione può variare a seconda delle condizioni climatiche e della localizzazione geografica

Ridurre l’esposizione ai pollini è fondamentale per gestire i sintomi dell’allergia. Ecco alcuni consigli pratici:

In casa:

    • Tieni le finestre chiuse: Soprattutto nelle ore di punta della pollinazione, che di solito sono la mattina presto e la sera.
    • Usa l’aria condizionata: Se possibile, utilizza l’aria condizionata con filtri antipolline per purificare l’aria interna.
    • Pulisci regolarmente: Spolvera e aspira frequentemente per rimuovere i pollini che si accumulano sulle superfici. Utilizza un aspirapolvere con filtro HEPA.
    • Lava i capelli e cambia i vestiti: Dopo essere stato all’aperto, lava i capelli e cambia i vestiti per eliminare i pollini che si sono depositati.
    • Asciuga i panni in casa: Evita di stendere i panni all’aperto, poiché i pollini possono attaccarsi ad essi.

All’aperto:

    • Controlla i livelli di polline: Informati sui livelli di polline nella tua zona attraverso bollettini pollinici o app specifiche.
    • Evita le ore di punta: Limita le attività all’aperto durante le ore di punta della pollinazione.
    • Indossa occhiali da sole e mascherina: Proteggi gli occhi e le vie respiratorie con occhiali da sole e una mascherina antipolline.
    • Evita zone verdi: Limita le passeggiate in parchi, giardini e prati, soprattutto durante la stagione pollinica.
    • Fai la doccia dopo essere stato all’aperto: Rimuovi i pollini dalla pelle e dai capelli facendo una doccia dopo essere stato all’aperto.

In auto:

    • Tieni i finestrini chiusi: Utilizza l’aria condizionata con filtro antipolline per purificare l’aria all’interno dell’auto.
    • Pulisci regolarmente l’auto: Rimuovi i pollini dall’interno dell’auto pulendo regolarmente i sedili, i tappetini e il cruscotto.

Per la rinite allergica, i farmaci più efficaci sono generalmente:

  1. Spray nasali corticosteroidi:
    • Sono considerati la prima linea di trattamento per la rinite allergica persistente o moderata-grave.
    • Riducono l’infiammazione nasale, alleviando sintomi come congestione, starnuti, prurito e naso che cola.
    • Esempi includono: Fluticasone (Flixonase, Nasofan), Mometasone (Nasonex), Beclometasone (Rinoclenil), Budesonide (Rhinocort).
  1. Antistaminici:
    • Sono utili per controllare rapidamente i sintomi come prurito, starnuti e naso che cola.
    • Possono essere assunti per via orale o come spray nasale.
    • Gli antistaminici di seconda generazione sono preferiti perché causano meno sonnolenza rispetto a quelli di prima generazione.
    • Esempi includono: Loratadina (Clarityn), Cetirizina (Zirtec), Desloratadina (Aerius), Fexofenadina (Telfast), Levocetirizina (Xyzal), Azelastina (Rinazina Antiallergica).
  1. Decongestionanti nasali:
    • Possono fornire un rapido sollievo dalla congestione nasale, ma il loro uso dovrebbe essere limitato a pochi giorni per evitare l’effetto rebound (peggioramento della congestione dopo la sospensione).
    • Sono disponibili come spray nasali o compresse.
    • Esempi includono: Ossimetazolina (Vicks Sinex), Xilometazolina (Rinazina), Pseudoefedrina (Actifed).
  1. Altri farmaci:
    • Antileucotrieni: Possono essere utili in aggiunta agli spray nasali corticosteroidi, soprattutto in caso di asma associata alla rinite allergica. (es. Montelukast)
    • Cromoni: Stabilizzano i mastociti, riducendo il rilascio di istamina e altri mediatori dell’infiammazione. Sono meno efficaci degli spray nasali corticosteroidi ma possono essere un’opzione per le donne in gravidanza o allattamento. (es. Sodio cromoglicato)
    • Immunoterapia: Se i sintomi non sono controllati dai farmaci o se si desidera ridurre la dipendenza dai farmaci, l’immunoterapia specifica (vaccini allergici) può essere considerata.

Importante:

    1. La scelta del farmaco più adatto dipende dalla gravità dei sintomi, dalla presenza di altre condizioni mediche e dalle preferenze individuali.
    2. È fondamentale consultare un medico o un allergologo prima di iniziare qualsiasi terapia farmacologica.
    3. Il medico valuterà la tua situazione specifica e ti consiglierà il trattamento più appropriato.
    4. Non superare mai le dosi raccomandate e segui attentamente le istruzioni del medico.

Se sospetti di avere un’allergia alimentare, è fondamentale consultare un allergologo per una diagnosi accurata. Ecco alcuni segnali che potrebbero indicare la presenza di un’allergia alimentare:

Sintomi:

    • Sintomi cutanei: orticaria, prurito, eczema, rossore, gonfiore.
    • Sintomi gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, gonfiore.
    • Sintomi respiratori: naso chiuso o che cola, starnuti, tosse, difficoltà respiratorie, respiro sibilante.
    • Sintomi cardiovascolari: palpitazioni, calo della pressione sanguigna, svenimento.
    • Altri sintomi: prurito o gonfiore della bocca, della lingua o della gola, sensazione di malessere generale, ansia.

Fattori di rischio:

    • Familiarità: Se hai familiari con allergie, sei più a rischio di svilupparle.
    • Altre allergie: Se hai altre allergie (come asma, rinite allergica, eczema), sei più predisposto alle allergie alimentari.
    • Età: Le allergie alimentari sono più comuni nei bambini, ma possono svilupparsi a qualsiasi età.

Cosa fare:

    1. Consulta un allergologo: Se sospetti un’allergia alimentare, fissa un appuntamento con un allergologo.
    2. Tieni un diario alimentare: Annota gli alimenti che consumi e i sintomi che manifesti per aiutare il medico a identificare l’allergene.
    3. Non autodiagnosticarti: Evita di eliminare alimenti dalla tua dieta senza una diagnosi medica,  poiché potresti compromettere il tuo apporto nutrizionale.

Gli alimenti più comuni che causano allergie, soprattutto in Italia, sono:

  1. Latte vaccino:
    • È una delle allergie più frequenti nei bambini, ma può persistere anche in età adulta.
    • Le proteine del latte possono essere presenti anche in alimenti trasformati, come pane, biscotti, insaccati e sughi pronti.
  1. Uova:
    • Un altro allergene comune, soprattutto nei bambini.
    • Le proteine dell’uovo possono essere presenti in molti alimenti, come pasta all’uovo, maionese, dolci e alcuni prodotti da forno.
  1. Arachidi:
    • Le arachidi sono un legume e rappresentano un allergene molto potente, che può causare reazioni gravi anche con piccole quantità.
    • Possono essere presenti in snack, dolci, salse e piatti etnici.
  1. Frutta a guscio:
    • Noci, mandorle, nocciole, pistacchi e altre varietà di frutta a guscio possono scatenare allergie.
    • Attenzione a dolci, gelati, pesto e altri prodotti che potrebbero contenerle.
  1. Pesce:
    • Diverse specie di pesce possono causare allergie, tra cui merluzzo, tonno, salmone e crostacei.
    • È importante fare attenzione anche a salse, sughi e condimenti che potrebbero contenere pesce o derivati.
    1. Crostacei:
    • Gamberi, aragoste, granchi e altri crostacei sono allergeni comuni.
    • Possono essere presenti in piatti di mare, salse e condimenti.
  1. Grano:
    • Il grano contiene glutine, una proteina che può causare allergia o celiachia (una malattia autoimmune).
    • Il glutine è presente in molti alimenti, come pane, pasta, pizza, biscotti e dolci.
  1. Soia:
    • La soia è un legume che può scatenare allergie.
    • Può essere presente in molti alimenti trasformati, come tofu, latte di soia, salse e condimenti.
    1. Sedano:
    • Il sedano è un ortaggio che può causare reazioni allergiche, soprattutto in persone sensibilizzate ai pollini.
    • Può essere presente in insalate, zuppe, sughi e piatti pronti.
  1. Senape:
    • La senape è un condimento che può scatenare allergie.
    • Può essere presente in salse, condimenti, insaccati e piatti pronti.

Gestire un’allergia alimentare richiede attenzione e impegno costante, ma seguendo alcune strategie puoi ridurre il rischio di reazioni e vivere una vita serena. Ecco i principali consigli:

1. Evitare l’alimento:

    • Eliminazione completa: L’unico modo sicuro per prevenire una reazione allergica è evitare completamente l’alimento incriminato.
    • Lettura attenta delle etichette: Impara a leggere attentamente le etichette degli alimenti, anche di quelli preconfezionati, per individuare eventuali tracce dell’allergene.
    • Attenzione alla contaminazione crociata: Fai attenzione alla contaminazione crociata durante la preparazione e la conservazione degli alimenti, utilizzando utensili e superfici pulite.
    • Comunicazione: Informa amici, familiari e personale di ristoranti e mense della tua allergia, in modo che possano prendere le dovute precauzioni.

2. Prepararsi alle emergenze:

    • Riconoscere i sintomi: Impara a riconoscere i sintomi di una reazione allergica, che possono variare da lievi (orticaria, prurito) a gravi (difficoltà respiratorie, shock anafilattico).
    • Avere a disposizione i farmaci: Se il medico lo ritiene opportuno, porta sempre con te i farmaci prescritti per gestire le reazioni allergiche, come antistaminici o adrenalina autoiniettabile.
    • Informare le persone vicine: Assicurati che le persone a te vicine sappiano della tua allergia e come comportarsi in caso di emergenza.
    • Indossare un braccialetto o una medaglietta: Un braccialetto o una medaglietta che indichi la tua allergia può essere utile in caso di emergenza, soprattutto se non sei in grado di comunicare.

3. Seguire una dieta equilibrata:

    • Sostituire gli alimenti: Impara a sostituire gli alimenti che non puoi mangiare con alternative sicure e nutrienti. Un dietologo o un nutrizionista possono aiutarti a pianificare una dieta equilibrata e completa.
    • Integrare eventuali carenze: Se l’eliminazione dell’alimento allergenico comporta carenze nutrizionali, il medico potrebbe consigliarti degli integratori.

4. Controlli periodici:

    • Visite allergologiche: Effettua controlli periodici dall’allergologo per monitorare l’evoluzione dell’allergia e adattare il piano di gestione se necessario.
    • Aggiornamento sulle novità: Informati sulle ultime novità in campo di allergologia e sulle eventuali nuove terapie disponibili.

Se sospetti una reazione allergica a un alimento, è importante agire con prontezza e cautela. Ecco i passi da seguire:

  1. Interrompi l’assunzione dell’alimento: Se stai mangiando e sospetti che un alimento stia causando una reazione allergica, smetti immediatamente di mangiarlo.

  2. Valuta i sintomi: Osserva attentamente i sintomi che stai manifestando. Se sono lievi, come prurito o orticaria localizzata, puoi provare a prendere un antistaminico da banco, se disponibile e se non sei allergico ad esso. Tuttavia, se i sintomi sono più gravi o coinvolgono più sistemi del corpo (ad esempio, difficoltà respiratorie, gonfiore della gola, vomito persistente, vertigini), chiama immediatamente il 118 o recati al pronto soccorso più vicino.

  3. Somministra l’adrenalina autoiniettabile (se prescritta): Se hai una prescrizione di adrenalina autoiniettabile (come l’EpiPen) e i sintomi sono gravi o in rapido peggioramento, iniettala immediatamente nella coscia seguendo le istruzioni del dispositivo. L’adrenalina è il farmaco di prima linea per il trattamento delle reazioni allergiche gravi e può salvare la vita.

  4. Recati al pronto soccorso: Anche se i sintomi sembrano migliorare dopo l’assunzione di antistaminico o l’iniezione di adrenalina, è fondamentale recarsi al pronto soccorso per una valutazione medica completa. Le reazioni allergiche possono avere una seconda fase, anche diverse ore dopo l’esposizione all’allergene.

  5. Informa il tuo medico: Contatta il tuo medico o allergologo il prima possibile per discutere dell’episodio e pianificare eventuali ulteriori accertamenti o modifiche al tuo piano di gestione dell’allergia.

Altre considerazioni:

  • Non sottovalutare i sintomi: Anche se hai avuto solo reazioni lievi in passato, non dare per scontato che sarà sempre così. Le reazioni allergiche possono variare in intensità da un episodio all’altro.
  • Non esitare a chiedere aiuto: Se sei in dubbio su cosa fare, non esitare a chiamare il 118 o a recarti al pronto soccorso. È sempre meglio essere prudenti.
  • Tieni un diario alimentare: Annota gli alimenti che consumi e i sintomi che manifesti, questo può aiutare il medico a identificare l’allergene responsabile.
  • Considera di indossare un braccialetto o una medaglietta: Un braccialetto o una medaglietta che indichi la tua allergia può essere utile in caso di emergenza, soprattutto se non sei in grado di comunicare.

DOMANDE SPECIFICHE SU TIPI DI ALLERGIE: Farmaci-Cutanee (2)

Per sapere se sei allergico a un farmaco, è fondamentale prestare attenzione ai segnali del tuo corpo e consultare un medico specialista, ovvero un allergologo.

Segnali di possibile allergia a un farmaco:

    • Reazioni cutanee: orticaria, prurito, rossore, eruzione cutanea, angioedema (gonfiore di viso, labbra, lingua o gola).
    • Problemi respiratori: difficoltà a respirare, respiro sibilante, tosse, senso di costrizione al petto.
    • Sintomi gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea, dolori addominali.
    • Altri sintomi: febbre, mal di testa, dolori articolari, affaticamento, anafilassi (reazione allergica grave e potenzialmente letale).

Cosa fare se sospetti un’allergia:

    1. Interrompi l’assunzione del farmaco: Se manifesti sintomi sospetti dopo aver preso un farmaco, interrompine immediatamente l’assunzione e contatta il tuo medico o il pronto soccorso in caso di reazioni gravi.
    2. Consulta un allergologo: Se hai avuto una reazione a un farmaco, è importante consultare un allergologo per una valutazione accurata.
    3. Informa il tuo medico: Comunica sempre al tuo medico curante o ad altri specialisti eventuali reazioni avverse avute in passato a farmaci.
    4. Tieni un diario dei farmaci: Annota i farmaci che assumi e eventuali reazioni avverse, questo aiuterà il medico nella diagnosi.
    5. Non sottovalutare i sintomi: Anche reazioni lievi possono essere indicative di un’allergia e potrebbero peggiorare con successive esposizioni al farmaco.

Diagnosi:

L’allergologo effettuerà una diagnosi accurata attraverso:

    • Anamnesi: Raccoglierà informazioni dettagliate sulla tua storia clinica, i farmaci assunti e le reazioni manifestate.
    • Test allergologici: Potrà eseguire test cutanei (prick test o patch test), esami del sangue per la ricerca di anticorpi specifici o, in alcuni casi, test di provocazione sotto stretto controllo medico.

Ricorda:

    • Non autodiagnosticarti: Non interrompere o modificare terapie farmacologiche senza il parere del medico.

In generale, i farmaci che causano più frequentemente allergie sono:

  • Antibiotici:

    • Beta-lattamici: come penicilline (amoxicillina, ampicillina) e cefalosporine. Sono la causa più comune di allergie a farmaci.
    • Sulfamidici: come il cotrimossazolo (Bactrim).
    • Altri antibiotici: come tetracicline, macrolidi (eritromicina, claritromicina), chinoloni (ciprofloxacina, levofloxacina).
  • Antinfiammatori non steroidei (FANS):

    • Come l’aspirina, l’ibuprofene, il naprossene. Possono causare reazioni cutanee, respiratorie o, più raramente, anafilassi.
  • Anticonvulsivanti:

    • Come la carbamazepina, la fenitoina, la lamotrigina. Possono causare reazioni cutanee gravi, come la sindrome di Stevens-Johnson o la necrolisi epidermica tossica.
  • Anticoagulanti:

    • Come l’eparina. Possono causare trombocitopenia indotta da eparina (HIT), una reazione allergica che può portare a trombosi.
  • Mezzi di contrasto radiologici:

    • Possono causare reazioni allergiche, che vanno da lievi a gravi, durante esami di imaging come TAC o risonanza magnetica.
  • Altri farmaci:

    • Anche altri farmaci, come alcuni antipertensivi (ACE-inibitori), antidepressivi, farmaci biologici e chemioterapici, possono causare reazioni allergiche, sebbene meno frequentemente.

È importante ricordare che:

  • Qualsiasi farmaco può potenzialmente causare un’allergia.

Se hai avuto una reazione allergica a un farmaco, è fondamentale agire tempestivamente e prendere le seguenti precauzioni:

1. Interrompi l’assunzione del farmaco:

    • Smetti immediatamente di prendere il farmaco sospettato di aver causato la reazione allergica.

2. Cerca assistenza medica:

    • Reazione lieve: Se la reazione è lieve (ad esempio, orticaria, prurito), contatta il tuo medico curante o un farmacista per un consiglio. Potrebbero suggerirti di prendere un antistaminico da banco o di monitorare i sintomi.
    • Reazione moderata o grave: Se la reazione è moderata o grave (ad esempio, difficoltà respiratorie, gonfiore del viso o della gola, svenimento), chiama immediatamente il 118 o recati al pronto soccorso più vicino.

3. Informa il tuo medico:

    • Dettagli della reazione: Descrivi al tuo medico o al personale del pronto soccorso i sintomi che hai manifestato, il farmaco che hai assunto, il dosaggio e il momento in cui è iniziata la reazione.
    • Storia medica: Fornisci informazioni sulla tua storia medica, comprese eventuali altre allergie o condizioni di salute.

4. Segui le indicazioni mediche:

    • Il medico potrebbe prescriverti farmaci per trattare la reazione allergica, come antistaminici, corticosteroidi o, in caso di reazioni gravi, adrenalina.
    • Segui attentamente le istruzioni del medico riguardo al trattamento e al monitoraggio dei sintomi.

Purtroppo, non è possibile prevenire completamente le reazioni allergiche ai farmaci, poiché il sistema immunitario può reagire in modo imprevedibile a qualsiasi sostanza, anche se assunta in precedenza senza problemi. Tuttavia, ci sono alcune precauzioni che puoi prendere per ridurre il rischio di reazioni allergiche:

  • Comunicazione aperta con il medico:

      • Informa sempre il tuo medico di eventuali allergie o reazioni avverse a farmaci che hai avuto in passato. Questo include non solo farmaci da prescrizione, ma anche farmaci da banco, integratori e prodotti erboristici.
      • Se hai una storia familiare di allergie a farmaci, informa il tuo medico.
      • Se hai altre allergie (come allergie alimentari, asma o eczema), potresti essere più a rischio di sviluppare allergie a farmaci. Discuti di questo con il tuo medico.
      • Se hai dubbi o preoccupazioni riguardo a un farmaco che ti è stato prescritto, non esitare a chiedere al tuo medico.
  • Test allergologici:

      • In alcuni casi, il tuo medico potrebbe consigliarti di sottoporti a test allergologici prima di iniziare un nuovo farmaco, soprattutto se hai una storia di allergie o se il farmaco ha un noto potenziale allergenico.
      • Questi test possono includere test cutanei, esami del sangue o, in rari casi, test di provocazione sotto stretto controllo medico.
  • Monitoraggio attento:

      • Quando inizi un nuovo farmaco, presta particolare attenzione a eventuali sintomi insoliti. Se manifesti qualsiasi reazione sospetta, contatta immediatamente il tuo medico.
      • Non ignorare reazioni lievi: Anche reazioni lievi, come un’eruzione cutanea o prurito, possono essere un segno precoce di un’allergia e potrebbero peggiorare con successive esposizioni al farmaco.

L’eczema, o dermatite atopica, è una condizione infiammatoria cronica della pelle caratterizzata da secchezza, prurito e arrossamento. Sebbene la causa esatta sia sconosciuta, si ritiene che sia il risultato di una combinazione di fattori genetici e ambientali. Ecco alcune delle cause più comuni di eczema:

1. Predisposizione genetica:

    • Barriera cutanea compromessa: Le persone con eczema tendono ad avere una barriera cutanea meno efficace, che permette una maggiore perdita di acqua e una maggiore penetrazione di irritanti e allergeni.
    • Sistema immunitario iperattivo: Il sistema immunitario delle persone con eczema reagisce in modo eccessivo a stimoli ambientali, causando infiammazione e prurito.
    • Familiarità: L’eczema è spesso presente in famiglie con una storia di allergie o asma, suggerendo una componente genetica.

2. Fattori ambientali:

    • Irritanti: Sostanze come saponi aggressivi, detergenti, profumi, tessuti ruvidi, sudore e alcuni alimenti possono irritare la pelle e scatenare o peggiorare l’eczema.
    • Allergeni: Allergeni come pollini, acari della polvere, peli di animali, muffe e alcuni alimenti possono innescare una reazione allergica nella pelle, contribuendo all’eczema.
    • Clima: Il clima secco e freddo può peggiorare la secchezza della pelle e l’eczema.
    • Stress: Lo stress emotivo può influenzare il sistema immunitario e peggiorare i sintomi dell’eczema.
    • Infezioni: Infezioni batteriche o virali della pelle possono scatenare o aggravare l’eczema.

3. Altri fattori:

    • Età: L’eczema è più comune nei bambini, ma può persistere o ripresentarsi in età adulta.
    • Sesso: L’eczema è leggermente più comune nelle donne rispetto agli uomini.
    • Occupazione: Alcune professioni che comportano l’esposizione a irritanti o allergeni, come parrucchieri, addetti alle pulizie o operatori sanitari, possono aumentare il rischio di eczema.

La gestione dell’eczema richiede un approccio a lungo termine che combina diverse strategie per controllare i sintomi, prevenire le riacutizzazioni e migliorare la qualità della vita. Ecco alcuni consigli fondamentali:

1. Cura della pelle:

    • Idratazione costante: Applicare regolarmente creme emollienti o unguenti idratanti sulla pelle, anche quando non ci sono sintomi evidenti, per mantenere la pelle morbida e prevenire la secchezza.
    • Detersione delicata: Utilizza detergenti delicati e senza profumo, evita l’acqua calda e limita la durata dei bagni o delle docce.
    • Asciugatura delicata: Tampona la pelle delicatamente dopo il lavaggio, senza strofinare.

2. Identificazione e gestione dei fattori scatenanti:

    • Irritanti: Evita saponi aggressivi, detergenti, profumi, tessuti ruvidi, sudore e altri irritanti noti.
    • Allergeni: Se hai identificato specifici allergeni che scatenano l’eczema, cerca di evitarli o ridurre l’esposizione.
    • Stress: Impara tecniche di gestione dello stress, come yoga, meditazione o esercizio fisico regolare.
    • Clima: Utilizza un umidificatore in ambienti secchi e proteggi la pelle dal freddo e dal vento.

3. Trattamento farmacologico:

    • Corticosteroidi topici: Creme o unguenti a base di corticosteroidi possono essere prescritti dal medico per ridurre l’infiammazione e il prurito durante le riacutizzazioni.
    • Inibitori della calcineurina: Creme a base di tacrolimus o pimecrolimus possono essere un’alternativa ai corticosteroidi, soprattutto per le zone delicate del viso o delle pieghe cutanee.
    • Antistaminici: Possono aiutare a controllare il prurito, soprattutto di notte.
    • Antibiotici: Se l’eczema si infetta, il medico potrebbe prescrivere antibiotici topici o orali.
    • Farmaci sistemici: In casi gravi o resistenti al trattamento, il medico potrebbe considerare farmaci sistemici, come corticosteroidi orali, immunosoppressori o farmaci biologici.
    • Fototerapia: La fototerapia, che utilizza la luce ultravioletta, può essere utile in alcuni casi di eczema resistente al trattamento.

4. Altre misure:

    • Tagliare le unghie corte: Aiuta a prevenire lesioni da grattamento, che possono peggiorare l’eczema e aumentare il rischio di infezioni.
    • Indossare abiti comodi: Scegli abiti larghi e in fibre naturali, come il cotone, che permettono alla pelle di respirare e riducono l’irritazione.
    • Evitare il grattamento: Il grattamento può peggiorare l’eczema e aumentare il rischio di infezioni. Applicare impacchi freddi o creme lenitive può aiutare a ridurre il prurito.
    • Seguire una dieta sana: Una dieta equilibrata e ricca di frutta, verdura e acidi grassi omega-3 può contribuire alla salute della pelle.

L’orticaria può essere scatenata da una varietà di fattori, che possono essere suddivisi in due categorie principali:

1. Cause allergiche:

  • Alimenti: Alcuni alimenti comuni che possono causare orticaria includono:
    • Arachidi
    • Frutta a guscio (noci, mandorle, ecc.)
    • Uova
    • Latte
    • Pesce
    • Crostacei
    • Soia
    • Grano
    • Additivi alimentari (coloranti, conservanti)
  • Farmaci: Molti farmaci possono scatenare orticaria, tra cui:
    • Antibiotici (penicilline, cefalosporine, sulfamidici)
    • Antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’aspirina e l’ibuprofene
    • Anticonvulsivanti
    • Mezzi di contrasto radiologici
    • Alcuni antipertensivi e antidepressivi
  • Punture o morsi di insetti: Le punture di api, vespe, calabroni o altri insetti possono causare orticaria in persone allergiche al loro veleno.
  • Lattice: Il contatto con il lattice (guanti, preservativi, palloncini) può scatenare orticaria in persone sensibilizzate.

2. Cause non allergiche:

  • Infezioni: Infezioni virali, batteriche o parassitarie possono scatenare orticaria.
  • Fattori fisici: Alcuni stimoli fisici possono causare orticaria in persone predisposte, tra cui:
    • Calore (orticaria colinergica)
    • Freddo (orticaria da freddo)
    • Pressione sulla pelle (orticaria dermografica)
    • Esposizione al sole (orticaria solare)
    • Vibrazioni
    • Acqua (orticaria acquagenica)
    • Sforzo fisico
  • Malattie autoimmuni: Alcune malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico o la tiroidite autoimmune, possono essere associate all’orticaria.
  • Stress: Lo stress emotivo può peggiorare i sintomi dell’orticaria o scatenare episodi in persone predisposte.
  • Cause idiopatiche: In molti casi, non è possibile identificare una causa specifica per l’orticaria (orticaria idiopatica o spontanea).

È importante ricordare che:

  • La causa dell’orticaria può variare da persona a persona.
  • L’orticaria può essere acuta (durata inferiore a 6 settimane) o cronica (durata superiore a 6 settimane).

Il trattamento dell’orticaria dipende dalla sua causa e dalla gravità dei sintomi. In generale, si può intervenire su diversi fronti:

1. Identificare e rimuovere la causa scatenante:

  • Se l’orticaria è causata da un’allergia, l’eliminazione dell’allergene (alimento, farmaco, puntura di insetto, ecc.) è fondamentale per prevenire ulteriori episodi.
  • Se la causa è un fattore fisico o una condizione medica sottostante, il trattamento di quest’ultima può aiutare a controllare l’orticaria.
  • In caso di orticaria idiopatica, l’identificazione della causa può essere più difficile e potrebbe richiedere ulteriori indagini.

2. Terapia farmacologica:

  • Antistaminici: Sono i farmaci di prima linea per il trattamento dell’orticaria. Bloccano l’azione dell’istamina, un mediatore chimico responsabile dei sintomi dell’orticaria. Possono essere assunti per via orale o applicati localmente come creme o gel.
  • Corticosteroidi: In caso di orticaria grave o resistente agli antistaminici, il medico può prescrivere corticosteroidi per via orale o iniettiva per un breve periodo.
  • Altri farmaci: In alcuni casi, possono essere utilizzati altri farmaci, come antileucotrieni, omalizumab (un anticorpo monoclonale anti-IgE) o ciclosporina, soprattutto per l’orticaria cronica.

3. Rimedi naturali e misure di supporto:

  • Impacchi freddi: Applicare impacchi freddi sulle zone colpite può aiutare a ridurre il prurito e il gonfiore.
  • Indumenti comodi: Indossare abiti larghi e in fibre naturali, come il cotone, può ridurre l’irritazione della pelle.
  • Evitare il grattamento: Grattarsi può peggiorare i sintomi e aumentare il rischio di infezioni.
  • Bagni tiepidi con bicarbonato di sodio o farina d’avena: Possono lenire la pelle e ridurre il prurito.
  • Gestire lo stress: Lo stress può peggiorare i sintomi dell’orticaria. Tecniche di rilassamento, come yoga, meditazione o esercizio fisico regolare, possono essere utili.

4. Trattamento dell’anafilassi:

  • L’anafilassi è una reazione allergica grave e potenzialmente letale che può manifestarsi con orticaria, difficoltà respiratorie, gonfiore della gola, calo della pressione sanguigna e perdita di coscienza.
  • Se si sospetta un’anafilassi, chiamare immediatamente il 118 e, se disponibile, somministrare l’adrenalina autoiniettabile.

IMMUNOTERAPIA

L’immunoterapia specifica, spesso chiamata anche “vaccino antiallergico”, è un trattamento a lungo termine che mira a modificare la risposta del sistema immunitario agli allergeni, riducendo così la sensibilità e i sintomi dell’allergia.

Come funziona:

L’immunoterapia specifica si basa sull’esposizione graduale e controllata del paziente all’allergene specifico a cui è sensibile. Questo avviene attraverso la somministrazione di dosi crescenti dell’allergene, in modo da “rieducare” il sistema immunitario a tollerarlo senza scatenare una reazione allergica.

Modalità di somministrazione:

    • Sottocutanea: L’allergene viene iniettato sotto la pelle, di solito nella parte superiore del braccio. Questa è la modalità più comune.
    • Sublinguale: L’allergene viene somministrato sotto forma di gocce o compresse da sciogliere sotto la lingua.

Benefici:

    • Riduzione dei sintomi allergici: L’immunoterapia specifica può ridurre significativamente la gravità e la frequenza dei sintomi allergici, migliorando la qualità della vita del paziente.
    • Riduzione dell’uso di farmaci: Può diminuire la necessità di assumere farmaci antiallergici.
    • Prevenzione dello sviluppo di nuove allergie: In alcuni casi, può prevenire lo sviluppo di nuove allergie o l’evoluzione di una rinite allergica in asma.
    • Effetto a lungo termine: I benefici dell’immunoterapia specifica possono persistere anche dopo la fine del trattamento.

Indicazioni:

    • L’immunoterapia specifica è indicata per il trattamento di diverse allergie, tra cui:
      • Rinite allergica (febbre da fieno)
      • Asma allergica
      • Allergia al veleno di imenotteri (api, vespe, calabroni)
      • Allergie alimentari (in alcuni casi selezionati)

Controindicazioni e precauzioni:

    • L’immunoterapia specifica non è adatta a tutti.
    • Alcune condizioni mediche, come malattie autoimmuni o gravi malattie cardiache, possono rappresentare una controindicazione.
    • È importante discutere con l’allergologo i potenziali rischi e benefici prima di iniziare il trattamento.

La durata dell’immunoterapia specifica varia in base al tipo di allergia e alla risposta individuale del paziente, ma in generale si può suddividere in due fasi principali:

  1. Fase di induzione:
    • Durante questa fase, si somministrano dosi crescenti dell’allergene a intervalli regolari (solitamente settimanali o bisettimanali) per raggiungere la dose di mantenimento.
    • La durata della fase di induzione può variare da alcune settimane a diversi mesi, a seconda del tipo di allergene e della risposta del paziente.
  1. Fase di mantenimento:
    • Una volta raggiunta la dose di mantenimento, le somministrazioni vengono effettuate a intervalli meno frequenti (solitamente mensili).
    • La durata della fase di mantenimento è in genere di 3-5 anni.
    • In alcuni casi, come per l’allergia al veleno di imenotteri, il trattamento può essere prolungato oltre i 5 anni o addirittura a vita, a seconda del rischio individuale di reazioni gravi.

È importante sottolineare che:

    • La durata effettiva dell’immunoterapia specifica può variare da paziente a paziente.

L’immunoterapia specifica offre diversi benefici significativi per le persone che soffrono di allergie:

1. Riduzione dei sintomi allergici:

    • Diminuzione della gravità e della frequenza: L’immunoterapia specifica può ridurre in modo sostanziale la gravità e la frequenza dei sintomi allergici, come starnuti, naso che cola, prurito, orticaria, difficoltà respiratorie, ecc.
    • Miglioramento della qualità della vita: La riduzione dei sintomi porta a un miglioramento complessivo della qualità della vita, consentendo alle persone di svolgere le loro attività quotidiane senza limitazioni.

2. Riduzione dell’uso di farmaci:

    • Minore necessità di farmaci antiallergici: Grazie all’immunoterapia, molte persone possono ridurre o addirittura eliminare l’uso di farmaci antiallergici, come antistaminici o corticosteroidi.
    • Minori effetti collaterali: La riduzione dell’uso di farmaci comporta anche una diminuzione degli eventuali effetti collaterali associati a questi farmaci.

3. Prevenzione dello sviluppo di nuove allergie:

    • Blocco della marcia allergica: L’immunoterapia specifica può aiutare a prevenire lo sviluppo di nuove allergie o l’evoluzione di una rinite allergica in asma, soprattutto nei bambini e nei giovani adulti.

4. Effetto a lungo termine:

    • Benefici duraturi: I benefici dell’immunoterapia specifica possono persistere anche dopo la fine del trattamento, offrendo una soluzione a lungo termine per la gestione delle allergie.

5. Miglioramento della salute generale:

    • Riduzione dell’infiammazione: L’immunoterapia specifica può ridurre l’infiammazione cronica associata alle allergie, contribuendo a migliorare la salute generale.
    • Prevenzione delle complicanze: Può aiutare a prevenire le complicanze delle allergie, come sinusiti, otiti o asma grave.

6. Risparmio economico:

    • Riduzione dei costi sanitari: Sebbene l’immunoterapia specifica abbia un costo iniziale, a lungo termine può portare a un risparmio economico grazie alla riduzione dell’uso di farmaci e delle visite mediche.

L’immunoterapia specifica, pur essendo generalmente sicura ed efficace, può comportare alcuni effetti collaterali. Questi possono variare a seconda della modalità di somministrazione (sottocutanea o sublinguale) e della risposta individuale del paziente.

Effetti collaterali comuni:

  • Reazioni locali:

    • Immunoterapia sottocutanea:
      • Arrossamento, gonfiore e prurito nel sito di iniezione.
      • Formazione di un piccolo pomfo (simile a una puntura di zanzara) nel sito di iniezione.
    • Immunoterapia sublinguale:
      • Prurito o irritazione della bocca o della gola.
      • Gonfiore delle labbra o della lingua.
  • Reazioni sistemiche lievi:

    • Starnuti
    • Naso che cola o congestione nasale
    • Prurito agli occhi o lacrimazione
    • Orticaria lieve
    • Affaticamento

Queste reazioni sono generalmente di lieve entità e si risolvono spontaneamente entro poche ore. Possono essere gestite con antistaminici o corticosteroidi, se necessario.

Effetti collaterali meno comuni ma più gravi:

  • Reazioni sistemiche gravi:
    • Orticaria diffusa
    • Angioedema (gonfiore del viso, labbra, lingua o gola)
    • Difficoltà respiratorie
    • Asma
    • Anafilassi (reazione allergica grave e potenzialmente letale)

ALLERGIE E GRAVIDANZA

Sì, le allergie possono influenzare la gravidanza in diversi modi.

Effetti delle allergie sulla gravidanza:

    • Peggioramento dei sintomi: I cambiamenti ormonali durante la gravidanza possono influenzare il sistema immunitario e le vie respiratorie, portando a un peggioramento dei sintomi di allergie preesistenti, come rinite allergica e asma.
    • Rischio di complicanze: L’asma non controllata durante la gravidanza può aumentare il rischio di parto prematuro, basso peso alla nascita e altre complicanze.
    • Effetti sul feto: Sebbene rare, alcune reazioni allergiche gravi, come l’anafilassi, possono influenzare l’apporto di ossigeno al feto e potenzialmente causare danni.

Effetti dei farmaci per l’allergia sulla gravidanza:

    • Alcuni farmaci per l’allergia possono essere sicuri durante la gravidanza, mentre altri potrebbero comportare rischi per il feto.
    • È fondamentale consultare sempre il medico prima di assumere qualsiasi farmaco durante la gravidanza, anche quelli da banco.
    • Il medico valuterà i benefici e i rischi di ciascun farmaco e ti consiglierà il trattamento più appropriato per la tua situazione.

Allattamento al seno e allergie:

    • L’allattamento al seno è raccomandato anche per le donne con allergie.
    • In generale, i farmaci per l’allergia compatibili con la gravidanza sono anche sicuri durante l’allattamento.
    • Se hai dubbi sull’assunzione di farmaci durante l’allattamento, consulta il tuo medico.

Prevenzione delle allergie nel bambino:

    • Alcuni studi suggeriscono che l’allattamento al seno esclusivo per almeno i primi 4-6 mesi di vita può ridurre il rischio di allergie nel bambino.
    • L’introduzione graduale degli alimenti potenzialmente allergenici a partire dai 6 mesi di età può favorire la tolleranza.
    • Evitare l’esposizione al fumo passivo durante la gravidanza e nei primi anni di vita del bambino è importante per ridurre il rischio di allergie respiratorie.

Sì, è possibile assumere alcuni farmaci per l’allergia durante la gravidanza, ma è fondamentale consultare sempre il proprio medico o ginecologo prima di farlo.

Ecco alcune considerazioni importanti:

    • Non tutti i farmaci sono sicuri: Alcuni farmaci per l’allergia possono essere considerati sicuri durante la gravidanza, mentre altri potrebbero comportare rischi per il feto.
    • Valutazione del rapporto rischio-beneficio: Il medico valuterà attentamente la tua situazione specifica, considerando la gravità dei sintomi allergici, il tipo di farmaco, il dosaggio e il trimestre di gravidanza, per decidere se il beneficio del trattamento supera i potenziali rischi per il feto.
    • Preferenza per farmaci con comprovata sicurezza: In generale, si preferiscono farmaci con una lunga storia di utilizzo in gravidanza e con dati che ne dimostrino la sicurezza.
    • Monitoraggio attento: Durante l’assunzione di qualsiasi farmaco in gravidanza, è importante un monitoraggio attento da parte del medico per identificare tempestivamente eventuali effetti collaterali o problemi.

Alcuni farmaci per l’allergia generalmente considerati sicuri durante la gravidanza:

    • Antistaminici di seconda generazione: Loratadina (Clarityn), Cetirizina (Zirtec) sono spesso considerati sicuri, soprattutto dopo il primo trimestre.
    • Spray nasali corticosteroidi: Sono generalmente considerati sicuri e efficaci per il trattamento della rinite allergica in gravidanza.
    • Cromoni: Possono essere un’opzione per le donne in gravidanza con rinite allergica lieve o moderata.

Farmaci da evitare o usare con cautela:

    • Antistaminici di prima generazione: Possono causare sonnolenza e altri effetti collaterali, e alcuni studi hanno sollevato preoccupazioni sulla loro sicurezza in gravidanza.
    • Decongestionanti: Possono causare vasocostrizione e potenzialmente influenzare il flusso sanguigno placentare. Il loro uso dovrebbe essere limitato e solo sotto stretto controllo medico.
    • Immunoterapia: L’inizio dell’immunoterapia specifica durante la gravidanza è generalmente sconsigliato, ma se già in corso, può essere continuata sotto supervisione medica.

In generale, non è consigliabile iniziare l’immunoterapia specifica durante la gravidanza. Questo perché non ci sono dati sufficienti sulla sicurezza di questa terapia per il feto in via di sviluppo.

Tuttavia, se una donna sta già seguendo un trattamento di immunoterapia specifica e scopre di essere incinta, è possibile continuare la terapia sotto stretto controllo medico, a patto che non si siano verificati effetti collaterali significativi.

Ecco perché si tende a evitare di iniziare l’immunoterapia in gravidanza:

    • Mancanza di dati sulla sicurezza: Non ci sono studi sufficienti a garantire l’assenza di rischi per il feto.
    • Possibili reazioni allergiche: Anche se rare, le reazioni allergiche durante l’immunoterapia possono verificarsi e, in teoria, potrebbero influire sul feto.
    • Difficoltà nella gestione delle reazioni: In caso di reazione allergica durante la gravidanza, la gestione potrebbe essere più complessa a causa delle precauzioni necessarie per proteggere il feto.

Se stai già seguendo l’immunoterapia e rimani incinta:

    • Informa immediatamente il tuo allergologo.
    • Valuta attentamente i rischi e i benefici con il tuo medico.
    • Se decidi di continuare, sarai monitorata attentamente per tutta la durata della gravidanza.

Sì, è possibile che tuo figlio erediti la predisposizione a sviluppare allergie se tu o il tuo partner siete allergici. Tuttavia, non è una certezza e ci sono diversi fattori da considerare:

    • Predisposizione genetica: Se uno o entrambi i genitori hanno allergie, il bambino ha un rischio maggiore di svilupparle, ma non è detto che erediti le stesse allergie dei genitori. Potrebbe sviluppare allergie diverse o nessuna allergia.
    • Fattori ambientali: L’ambiente in cui il bambino cresce gioca un ruolo importante. L’esposizione precoce ad allergeni, come acari della polvere, pollini o peli di animali, può aumentare il rischio di sviluppare allergie.
    • Altri fattori: Altri fattori, come l’alimentazione durante la gravidanza e l’allattamento al seno, le infezioni precoci e l’uso di antibiotici, possono influenzare lo sviluppo del sistema immunitario e il rischio di allergie.

Probabilità di ereditarietà:

    • Se un genitore è allergico, il bambino ha circa il 30-50% di probabilità di sviluppare allergie.
    • Se entrambi i genitori sono allergici, il rischio aumenta al 60-80%.
    • Se nessun genitore è allergico, il rischio è del 10-15%.

Cosa puoi fare:

    • Allattamento al seno: L’allattamento al seno esclusivo per almeno i primi 4-6 mesi di vita può aiutare a ridurre il rischio di allergie nel bambino.
    • Introduzione graduale degli alimenti: Introdurre gli alimenti potenzialmente allergenici (come uova, arachidi, pesce) nella dieta del bambino uno alla volta, a partire dai 6 mesi di età, può favorire la tolleranza.
    • Evitare il fumo passivo: L’esposizione al fumo di sigaretta aumenta il rischio di sviluppare asma e altre malattie respiratorie, che possono peggiorare i sintomi delle allergie.
    • Controllare l’ambiente domestico: Ridurre l’esposizione agli acari della polvere, alle muffe e ad altri allergeni indoor può aiutare a prevenire o controllare i sintomi delle allergie.
    • Consulta un allergologo: Se hai una storia familiare di allergie o se noti sintomi sospetti nel tuo bambino, consulta un allergologo per una valutazione e consigli personalizzati.

DOMANDE SPECIFICHE SULL’ANAFILASSI

Lo shock anafilattico, o anafilassi, è una reazione allergica grave e potenzialmente fatale che si manifesta in modo improvviso e rapido dopo l’esposizione a un allergene in una persona già sensibilizzata.

Cosa succede durante lo shock anafilattico:

Il sistema immunitario, riconoscendo l’allergene come una minaccia, scatena una risposta esagerata, rilasciando una grande quantità di sostanze chimiche, tra cui l’istamina. Queste sostanze provocano una serie di reazioni a catena che coinvolgono diversi organi e sistemi del corpo:

    • Sistema cardiovascolare: Vasodilatazione (allargamento dei vasi sanguigni) che porta a un calo della pressione arteriosa, aumento della permeabilità vascolare (fuoriuscita di liquidi dai vasi) e riduzione dell’apporto di ossigeno ai tessuti.
    • Sistema respiratorio: Costrizione delle vie aeree (broncospasmo), gonfiore della laringe e della lingua, che possono causare difficoltà respiratorie fino all’ostruzione completa delle vie aeree.
    • Cute: Comparsa di orticaria (pomfi pruriginosi), rossore diffuso, angioedema (gonfiore del viso, labbra, lingua o gola).
    • Sistema gastrointestinale: Nausea, vomito, diarrea, crampi addominali.
    • Sistema nervoso: Ansia, confusione, sensazione di morte imminente, perdita di coscienza.

Cause dello shock anafilattico:

    • Alimenti: Arachidi, frutta a guscio, uova, latte, pesce, crostacei, ecc.
    • Farmaci: Penicillina, altri antibiotici, antinfiammatori non steroidei (FANS), mezzi di contrasto radiologici, ecc.
    • Punture di insetti: Api, vespe, calabroni, formiche rosse, ecc.
    • Lattice: Guanti, preservativi, palloncini, ecc.
    • Altre cause: Esercizio fisico, esposizione al freddo, alcune sostanze chimiche.

I sintomi possono manifestarsi rapidamente, anche entro pochi minuti dall’esposizione all’allergene, e possono coinvolgere diversi sistemi del corpo.

Sintomi cutanei:

    • Orticaria (pomfi pruriginosi)
    • Rossore diffuso
    • Angioedema (gonfiore del viso, labbra, lingua o gola)
    • Prurito generalizzato

Sintomi respiratori:

    • Difficoltà respiratorie
    • Respiro sibilante o affannoso
    • Tosse
    • Senso di costrizione al petto
    • Stridor (rumore acuto durante la respirazione)
    • Gonfiore della gola che può ostacolare la respirazione

Sintomi cardiovascolari:

    • Palpitazioni
    • Tachicardia (battito cardiaco accelerato)
    • Ipotensione (calo della pressione sanguigna)
    • Svenimento o perdita di coscienza
    • Shock (pelle pallida e fredda, sudorazione, polso debole e rapido)

Sintomi gastrointestinali:

    • Nausea e vomito
    • Diarrea
    • Crampi addominali
    • Dolore addominale

Altri sintomi:

    • Ansia o agitazione
    • Confusione mentale
    • Sensazione di morte imminente
    • Prurito o formicolio alle mani, ai piedi o al cuoio capelluto

In caso di sospetto shock anafilattico, è fondamentale agire tempestivamente poiché si tratta di un’emergenza medica che può mettere a repentaglio la vita. Ecco i passi da seguire:

  1. Chiamare immediatamente il 118:
    • Non esitare a chiamare i soccorsi anche se i sintomi sembrano inizialmente lievi, poiché lo shock anafilattico può progredire rapidamente.
  1. Somministrare l’adrenalina autoiniettabile:
    • Se la persona ha una prescrizione di adrenalina autoiniettabile (come l’EpiPen), iniettarla immediatamente nella coscia seguendo le istruzioni del dispositivo. L’adrenalina è il farmaco di prima linea per il trattamento dell’anafilassi e può salvare la vita.
  1. Mettere la persona in posizione supina con le gambe sollevate:
    • Se la persona è cosciente, aiutarla a sdraiarsi sulla schiena con le gambe sollevate per favorire la circolazione sanguigna verso gli organi vitali.
    • Se ha difficoltà respiratorie, sollevare leggermente la testa e le spalle.
  1. Monitorare la respirazione e il polso:
    • Controllare regolarmente la respirazione e il polso della persona in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
    • Se la respirazione si interrompe, iniziare la rianimazione cardiopolmonare (RCP) se si è addestrati a farlo.
  1. Allentare gli indumenti stretti:
    • Se la persona indossa abiti stretti, come una cintura o una cravatta, allentarli per facilitare la respirazione.
  1. Rassicurare la persona:
    • Mantenere la calma e rassicurare la persona in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
  1. Continuare a monitorare fino all’arrivo dei soccorsi:
    • Anche se i sintomi sembrano migliorare dopo la somministrazione di adrenalina, è fondamentale attendere l’arrivo dei soccorsi per un’ulteriore valutazione e trattamento.

L’adrenalina autoiniettabile dovrebbe essere portata con sé da chiunque abbia un rischio elevato di sviluppare anafilassi. In particolare, le seguenti categorie di persone dovrebbero sempre avere a disposizione un autoiniettore di adrenalina:

    • Persone con una storia di anafilassi: Se hai già avuto un episodio di anafilassi, anche se lieve, è fondamentale portare sempre con te l’adrenalina autoiniettabile.
    • Persone con allergie gravi: Se hai allergie gravi a determinati alimenti (come arachidi, frutta a guscio, pesce, crostacei), veleno di insetti (api, vespe, calabroni), farmaci o lattice, il tuo medico potrebbe consigliarti di portare con te l’adrenalina autoiniettabile.
    • Bambini e adolescenti con allergie: I bambini e gli adolescenti con allergie gravi dovrebbero portare sempre con sé l’adrenalina autoiniettabile, soprattutto a scuola, durante le attività sportive o in altri contesti in cui potrebbero essere esposti all’allergene.
    • Persone che vivono o lavorano in ambienti a rischio: Se vivi o lavori in un ambiente in cui potresti essere esposto a un allergene noto, come un apicoltore o un addetto alla ristorazione, è consigliabile portare con te l’adrenalina autoiniettabile.

La prevenzione dell’anafilassi si basa principalmente sull’evitare l’esposizione all’allergene scatenante e sull’essere preparati in caso di reazione. Ecco alcune strategie chiave:

1. Identificazione e evitamento dell’allergene:

    • Test allergologici: Se hai avuto una reazione allergica grave o sospetti di essere a rischio di anafilassi, consulta un allergologo per identificare l’allergene responsabile attraverso test specifici.
    • Evitamento rigoroso: Una volta identificato l’allergene, è fondamentale evitarlo completamente. Questo può richiedere cambiamenti nella dieta, nell’ambiente domestico o nelle abitudini quotidiane.
    • Lettura attenta delle etichette: Impara a leggere attentamente le etichette dei prodotti alimentari e di altri prodotti per individuare eventuali tracce dell’allergene.
    • Attenzione alla contaminazione crociata: Presta attenzione alla contaminazione crociata durante la preparazione e la conservazione degli alimenti, utilizzando utensili e superfici pulite.
    • Comunicazione: Informa amici, familiari, insegnanti, colleghi e personale di ristoranti e mense della tua allergia, in modo che possano prendere le dovute precauzioni.

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