Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

PROCEDURE CHIRURGICHE IN GASTROENTEROLOGIA

PROCEDURE CHIRURGICHE

NOTE INFORMATIVE
  

Di seguito, troverete un elenco dettagliato e suddiviso per categorie patologiche delle principali procedure chirurgiche adottate in GASTROENTEROLOGIA

1. CHIRURGIA DELL’ESOFAGO

Definizione

L’esofagectomia è una procedura chirurgica che prevede la rimozione totale o parziale dell’esofago, il condotto muscolare che trasporta il cibo dalla bocca allo stomaco. Esistono diverse tecniche chirurgiche per eseguire un’esofagectomia, ognuna con i suoi vantaggi e svantaggi.

Indicazioni della procedura

Le principali indicazioni per l’esofagectomia includono:

      • Cancro esofageo: L’esofagectomia è il trattamento principale per il cancro esofageo, soprattutto quando la malattia è localizzata e non si è diffusa ad altri organi.
      • Displasia esofagea di alto grado: In alcuni casi, l’esofagectomia può essere raccomandata per le persone con displasia esofagea di alto grado, una condizione precancerosa che può evolvere in cancro esofageo.
      • Stenosi esofagea: La stenosi esofagea è un restringimento dell’esofago che può causare difficoltà di deglutizione. L’esofagectomia può essere necessaria nei casi di stenosi grave che non rispondono ad altri trattamenti.
      • Acalasia: L’acalasia è una condizione rara che impedisce all’esofago di spingere il cibo nello stomaco. L’esofagectomia può essere un’opzione per le persone con acalasia grave che non rispondono ad altri trattamenti.
      • Perforazione esofagea: La perforazione esofagea è una lacerazione o un foro nell’esofago. L’esofagectomia può essere necessaria per riparare la perforazione e prevenire complicanze come infezioni e sepsi.
      • Diverticolo di Zenker: Un diverticolo di Zenker è una sacca che si forma nella parete dell’esofago. L’esofagectomia può essere necessaria nei casi di diverticolo di Zenker grande o sintomatico.

Descrizione della Tecnica della procedura

Esistono tre principali approcci chirurgici per l’esofagectomia:

1. Esofagectomia trans-iatale:

        • Incisione: Viene praticata un’incisione nell’addome e nel collo.
        • Mobilizzazione dell’esofago: L’esofago viene liberato dai tessuti circostanti attraverso l’incisione addominale.
        • Rimozione dell’esofago: L’esofago viene rimosso attraverso l’incisione nel collo.
        • Ricostruzione: Lo stomaco viene sollevato nel torace e collegato alla parte rimanente dell’esofago nel collo.

2. Esofagectomia trans-toracica:

        • Incisioni: Vengono praticate incisioni nel torace e nell’addome.
        • Mobilizzazione dell’esofago: L’esofago viene liberato dai tessuti circostanti attraverso le incisioni toracica e addominale.
        • Rimozione dell’esofago: L’esofago viene rimosso attraverso l’incisione toracica.
        • Ricostruzione: Lo stomaco o una parte dell’intestino tenue viene sollevato nel torace e collegato alla parte rimanente dell’esofago nel torace.

3. Esofagectomia mini-invasiva:

        • Piccole incisioni: Vengono praticate diverse piccole incisioni nell’addome e/o nel torace.
        • Strumenti laparoscopici: Vengono utilizzati strumenti laparoscopici e una telecamera per eseguire la procedura.
        • Mobilizzazione e rimozione dell’esofago: L’esofago viene mobilizzato e rimosso attraverso le piccole incisioni.
        • Ricostruzione: Lo stomaco o una parte dell’intestino tenue viene sollevato nel torace e collegato alla parte rimanente dell’esofago.

Applicazioni della procedura

L’esofagectomia è una procedura chirurgica complessa che viene utilizzata principalmente per il trattamento del cancro esofageo. Tuttavia, può essere applicata anche ad altre condizioni che colpiscono l’esofago, come la displasia esofagea di alto grado, la stenosi esofagea, l’acalasia, la perforazione esofagea e il diverticolo di Zenker.

Complicanze:

Come ogni intervento chirurgico, l’esofagectomia comporta alcuni rischi e possibili complicanze, tra cui:

      • Infezioni
      • Sanguinamento
      • Perdite anastomotiche (perdite dalla connessione tra l’esofago e lo stomaco o l’intestino)
      • Problemi polmonari
      • Problemi cardiaci
      • Danni ai nervi
      • Difficoltà di deglutizione
      • Reflusso gastroesofageo

Conclusioni:

L’esofagectomia è una procedura chirurgica importante che può migliorare significativamente la qualità della vita delle persone con condizioni esofagee gravi. La scelta della tecnica chirurgica dipende da diversi fattori, tra cui la localizzazione e l’estensione della malattia

La Fundoplicatio è una procedura chirurgica utilizzata per trattare la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) cronica e l’ernia iatale. Consiste nell’avvolgere una porzione dello stomaco attorno alla parte inferiore dell’esofago per rinforzare lo sfintere esofageo inferiore (LES) e prevenire il reflusso di acido gastrico nell’esofago.

Esistono due principali tipi di Fundoplicatio:

      • Fundoplicatio di Nissen: Il fondo dello stomaco viene avvolto completamente attorno all’esofago (360°), creando un manicotto che circonda lo sfintere esofageo inferiore.
      • Fundoplicatio di Toupet: Il fondo dello stomaco viene avvolto parzialmente attorno all’esofago (270°), creando una plicatura posteriore che rafforza la parete dell’esofago.

Indicazioni della procedura

La Fundoplicatio è indicata nei pazienti con:

      • MRGE cronica che non risponde alla terapia medica
      • Ernia iatale associata a reflusso
      • Complicanze della MRGE, come esofagite erosiva, stenosi esofagea, Barrett’s esophagus
      • Sintomi respiratori correlati al reflusso, come tosse cronica, asma, laringite
      • Rigurgito significativo che interferisce con la qualità della vita

Descrizione della Tecnica della procedura

La Fundoplicatio può essere eseguita con tecnica laparoscopica o open. La tecnica laparoscopica è preferita per la sua minore invasività e il recupero più rapido.

Tecnica laparoscopica:

      1. Accesso: Vengono praticate diverse piccole incisioni nell’addome per inserire gli strumenti laparoscopici e una telecamera.
      2. Dissezione: Il chirurgo separa delicatamente lo stomaco dai tessuti circostanti e identifica l’esofago.
      3. Creazione della fundoplicatio: Il fondo dello stomaco viene avvolto attorno all’esofago secondo la tecnica scelta (Nissen o Toupet) e fissato con punti di sutura.
      4. Controllo: Il chirurgo verifica la corretta formazione della valvola antireflusso e l’assenza di tensioni.
      5. Chiusura: Le incisioni addominali vengono chiuse con punti di sutura o colla chirurgica.

Applicazioni della procedura

Oltre al trattamento della MRGE, la Fundoplicatio può essere utilizzata anche per:

      • Trattamento dell’acalasia esofagea, una condizione che impedisce il passaggio del cibo nell’esofago.
      • Prevenzione del reflusso in pazienti sottoposti a chirurgia esofagea o gastrica.

Considerazioni:

    • La Fundoplicatio è una procedura chirurgica efficace per il trattamento della MRGE, ma non è priva di rischi. Le possibili complicanze includono infezioni, sanguinamento, lesioni agli organi adiacenti, difficoltà di deglutizione e sindrome da dumping.
    • La scelta tra la tecnica di Nissen e Toupet dipende dalle caratteristiche individuali del paziente e dalla preferenza del chirurgo.
    • Dopo l’intervento, è importante seguire una dieta specifica e apportare modifiche allo stile di vita per favorire la guarigione e prevenire le recidive.

Definizione

La dilatazione esofagea è una procedura gastroenterologica che mira ad allargare un restringimento (stenosi) presente nell’esofago. Questo restringimento può ostacolare il passaggio del cibo, causando difficoltà di deglutizione (disfagia). La dilatazione viene eseguita mediante l’inserimento di strumenti specifici attraverso l’esofago per espandere la zona ristretta.

Indicazioni della Procedura

La dilatazione esofagea è indicata in diverse condizioni che causano stenosi esofagea, tra cui:

      • Acalasia esofagea: una condizione in cui lo sfintere esofageo inferiore non si rilassa correttamente, impedendo il passaggio del cibo nello stomaco.
      • Stenosi peptiche: restringimenti causati da reflusso acido cronico e conseguente infiammazione e cicatrizzazione dell’esofago.
      • Stenosi da caustici: causate dall’ingestione di sostanze corrosive.
      • Stenosi post-radioterapia: in seguito a trattamenti radioterapici per tumori del torace o del collo.
      • Anelli esofagei: restringimenti di natura congenita o acquisita.
      • Tumori esofagei: in alcuni casi, la dilatazione può essere palliativa per migliorare la deglutizione in pazienti con tumore esofageo non operabile.

Descrizione della Tecnica della Procedura

La dilatazione esofagea viene eseguita in genere in regime di day-hospital. La procedura si svolge in diverse fasi:

      1. Sedazione: al paziente viene somministrata una sedazione cosciente per via endovenosa per ridurre il disagio e favorire il rilassamento.
      2. Inserimento dell’endoscopio: un endoscopio flessibile, dotato di una telecamera all’estremità, viene introdotto attraverso la bocca e fatto progredire lungo l’esofago fino a raggiungere la zona ristretta.
      3. Valutazione della stenosi: attraverso l’endoscopio, il medico valuta la lunghezza, la posizione e il grado di restringimento.
      4. Dilatazione: a questo punto, a seconda della tipologia e della severità della stenosi, si procede alla dilatazione con diverse tecniche:
          • Dilatazione con palloncino: un catetere con un palloncino all’estremità viene introdotto attraverso il canale operativo dell’endoscopio e posizionato in corrispondenza della stenosi. Il palloncino viene quindi gonfiato con aria o acqua, esercitando una pressione controllata per dilatare il restringimento.
          • Dilatazione con dilatatori rigidi: vengono utilizzati dilatatori di calibro crescente (dilatatori di Savary) che vengono fatti passare attraverso la stenosi per allargarla gradualmente.
      5. Controllo endoscopico: al termine della dilatazione, viene effettuato un nuovo controllo endoscopico per verificare l’efficacia della procedura e l’eventuale presenza di complicanze.

Applicazioni della Procedura

La dilatazione esofagea è una procedura efficace per il trattamento di diverse condizioni che causano stenosi esofagea. In molti casi, consente di ripristinare una deglutizione normale o quasi normale, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti. In alcuni casi, la dilatazione può essere una soluzione temporanea, e potrebbe essere necessario ripetere la procedura a distanza di tempo.

Complicanze:

Sebbene generalmente sicura, la dilatazione esofagea può comportare alcune complicanze, tra cui:

      • Perforazione esofagea: è la complicanza più grave, seppur rara, e consiste nella lacerazione della parete dell’esofago.
      • Sanguinamento: può verificarsi un sanguinamento di lieve entità, generalmente autolimitante.
      • Dolore toracico: è un sintomo comune dopo la procedura, in genere di lieve entità e controllabile con analgesici.

Definizione

Il posizionamento di stent esofagei è una procedura endoscopica minimamente invasiva che prevede l’inserimento di un tubo metallico o di plastica (stent) nell’esofago per mantenere aperto un tratto ristretto o bloccato. Lo stent esofageo agisce come un supporto interno, consentendo il passaggio di cibo e liquidi.

Indicazioni della procedura

Questa procedura è indicata in diverse situazioni cliniche, tra cui:

      • Disfagia maligna: difficoltà di deglutizione causata da tumori esofagei o compressione estrinseca dell’esofago da parte di tumori adiacenti (polmone, mediastino).
      • Stenosi esofagee benigne: restringimenti dell’esofago causati da reflusso gastroesofageo, ingestione di sostanze caustiche, radioterapia o esofagite eosinofila.
      • Fistole esofagee: comunicazioni anomale tra l’esofago e altri organi (trachea, bronchi) che possono causare passaggio di cibo o liquidi nelle vie respiratorie.
      • Perforazioni esofagee: lacerazioni della parete esofagea che richiedono la chiusura della breccia e il drenaggio di eventuali raccolte.

Descrizione della Tecnica della procedura

    1. Preparazione: Il paziente viene sottoposto a digiuno da almeno 6 ore prima della procedura. Viene eseguita una sedazione cosciente per garantire il comfort del paziente.
    2. Inserimento dell’endoscopio: Un endoscopio flessibile viene introdotto attraverso la bocca e fatto progredire fino all’esofago. L’endoscopio è dotato di una telecamera che consente al medico di visualizzare l’interno dell’esofago.
    3. Valutazione della stenosi: Viene identificata la stenosi e ne vengono valutate le caratteristiche (lunghezza, diametro, localizzazione) mediante visualizzazione diretta e, se necessario, con l’ausilio di radiografie.
    4. Dilatazione (se necessaria): In alcuni casi, prima del posizionamento dello stent, può essere necessario dilatare la stenosi con appositi dilatatori per creare uno spazio sufficiente per l’inserimento dello stent.
    5. Posizionamento dello stent: Lo stent, inizialmente compresso all’interno di un catetere, viene fatto progredire attraverso l’endoscopio fino alla stenosi. Una volta raggiunta la posizione desiderata, lo stent viene rilasciato e si espande, aprendo il tratto ristretto.
    6. Verifica del posizionamento: Viene effettuata una radiografia per verificare la corretta posizione dello stent e l’apertura del lume esofageo.

Applicazioni della procedura

    • Miglioramento della deglutizione: Lo stent esofageo consente ai pazienti con disfagia di riprendere l’alimentazione per via orale, migliorando la qualità della vita.
    • Palliazione dei sintomi: Nei pazienti con tumori esofagei inoperabili, lo stent può alleviare i sintomi della disfagia e migliorare l’apporto nutrizionale.
    • Trattamento delle complicanze: Lo stent può essere utilizzato per chiudere fistole esofagee o perforazioni, prevenendo ulteriori complicanze.
    • Ponte per la chirurgia: In alcuni casi, lo stent può essere utilizzato come soluzione temporanea per stabilizzare il paziente prima di un intervento chirurgico definitivo.

Tipi di stent esofagei

Esistono diversi tipi di stent esofagei, che si differenziano per materiale, design e meccanismo di rilascio. La scelta dello stent dipende dalle caratteristiche della stenosi, dalla condizione clinica del paziente e dalle preferenze del medico.

      • Stent in metallo: Sono i più utilizzati, realizzati in acciaio inossidabile o nitinol (una lega di nichel e titanio). Possono essere autoespansibili o espandibili con palloncino.
      • Stent in plastica: Sono realizzati in silicone o poliuretano e sono generalmente utilizzati per stenosi benigne.
      • Stent ricoperti: Alcuni stent sono ricoperti da una membrana in silicone o poliuretano per prevenire la migrazione dello stent o la crescita tumorale attraverso le maglie dello stent.

Complicanze

Il posizionamento di stent esofagei è una procedura generalmente sicura, ma come ogni intervento medico può comportare alcune complicanze, tra cui:

      • Dolore: Il paziente può avvertire dolore toracico o alla schiena dopo la procedura.
      • Perforazione esofagea: Durante l’inserimento o il posizionamento dello stent, può verificarsi una lacerazione della parete esofagea.
      • Migrazione dello stent: Lo stent può spostarsi dalla sua posizione originale, causando ostruzione o perforazione.
      • Reflusso gastroesofageo: Lo stent può interferire con la normale funzione dello sfintere esofageo inferiore, causando reflusso acido.
      • Formazione di tessuto di granulazione: La presenza dello stent può stimolare la formazione di tessuto di granulazione, che può causare ostruzione.

Follow-up

Dopo il posizionamento dello stent, il paziente viene monitorato per valutare la risoluzione dei sintomi e l’eventuale insorgenza di complicanze. Possono essere necessari controlli endoscopici periodici per verificare la posizione dello stent e la pervietà dell’esofago.

Conclusioni:

Il posizionamento di stent esofagei è una procedura efficace e sicura per il trattamento di diverse condizioni che causano disfagia. La scelta del tipo di stent e la tecnica di posizionamento dipendono dalle caratteristiche individuali del paziente e dalla natura della stenosi.

2. CHIRURGIA DELLO STOMACO

Definizione

La gastrectomia è una procedura chirurgica che prevede la rimozione di una parte (gastrectomia parziale o subtotale) o di tutto lo stomaco (gastrectomia totale).

      • Gastrectomia parziale: viene rimossa una porzione dello stomaco, solitamente la parte distale (gastrectomia distale) o prossimale (gastrectomia prossimale).
      • Gastrectomia totale: viene rimosso l’intero stomaco. In questo caso, l’esofago viene collegato direttamente all’intestino tenue (esofagodigiunostomia).

Indicazioni della procedura

La gastrectomia viene eseguita principalmente per il trattamento di:

      • Tumori maligni dello stomaco: adenocarcinoma gastrico, linfoma gastrico, tumori stromali gastrointestinali (GIST).
      • Lesioni precancerose: displasia gastrica di alto grado, metaplasia intestinale estesa.
      • Ulcere gastriche: ulcere peptiche resistenti al trattamento medico, ulcere perforate o sanguinanti.
      • Altre condizioni: obesità grave (gastrectomia verticale), malattia di Menetrier, poliposi gastrica familiare.

Tecnica della procedura

La gastrectomia può essere eseguita con diverse tecniche chirurgiche:

      • Laparotomia: intervento chirurgico tradizionale “a cielo aperto” con una grande incisione addominale.
      • Laparoscopia: intervento mini-invasivo con piccole incisioni addominali attraverso le quali vengono inseriti strumenti chirurgici e una telecamera.
      • Chirurgia robotica: simile alla laparoscopia, ma con l’ausilio di un sistema robotico che consente una maggiore precisione e destrezza.

Descrizione della tecnica:

      1. Posizionamento del paziente: il paziente viene posizionato in decubito dorsale con le gambe leggermente divaricate.
      2. Inserimento dei trocar: vengono praticate 4-5 piccole incisioni addominali per l’inserimento dei trocar, attraverso i quali verranno introdotti gli strumenti laparoscopici e la telecamera.
      3. Esplorazione della cavità addominale: il chirurgo esplora la cavità addominale per valutare l’estensione della malattia e l’anatomia del paziente.
      4. Dissezione dei linfonodi: vengono rimossi i linfonodi regionali per la stadiazione del tumore e per ridurre il rischio di recidiva.
      5. Sezione dello stomaco: lo stomaco viene sezionato a livello della piccola curvatura e della grande curvatura, utilizzando una suturatrice meccanica o dispositivi ad ultrasuoni.
      6. Ricostruzione del transito digestivo: la parte rimanente dello stomaco viene collegata al duodeno (gastroduodenostomia) o al digiuno (gastrodigiunostomia) tramite una suturatrice meccanica o una sutura manuale.
      7. Controllo dell’emostasi: il chirurgo verifica l’assenza di sanguinamento.
      8. Rimozione degli strumenti e chiusura delle incisioni: gli strumenti laparoscopici vengono rimossi e le incisioni addominali vengono chiuse con punti di sutura o colla chirurgica.

Applicazioni della procedura

La gastrectomia è una procedura chirurgica complessa che richiede un’attenta valutazione del paziente e una pianificazione accurata. La scelta della tecnica chirurgica dipende da diversi fattori, tra cui l’estensione della malattia, la localizzazione del tumore, le condizioni generali del paziente e l’esperienza del chirurgo.

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, la gastrectomia può comportare alcune complicanze, tra cui:

      • Sanguinamento
      • Infezioni
      • Lesioni ad organi adiacenti (milza, pancreas, colon)
      • Fistole
      • Stenosi
      • Sindrome da dumping
      • Reflusso biliare
      • Deficit nutrizionali

Follow-up:

Dopo l’intervento, il paziente viene monitorato attentamente per individuare eventuali complicanze. È importante seguire una dieta specifica e assumere integratori vitaminici e minerali per prevenire deficit nutrizionali. I pazienti sottoposti a gastrectomia per tumore maligno dovranno sottoporsi a controlli periodici per individuare eventuali recidive.

La gastroenterostomia è una procedura chirurgica che crea una connessione artificiale tra lo stomaco e l’intestino tenue. Questa procedura consente al cibo di bypassare una parte dello stomaco o del duodeno, facilitando il passaggio del contenuto gastrico nell’intestino tenue.

Esistono diverse tipologie di gastroenterostomia, tra cui:

      • Gastrodigiunostomia: connessione tra lo stomaco e il digiuno.
      • Gastroduodenostomia: connessione tra lo stomaco e il duodeno.

Indicazioni della procedura

La gastroenterostomia viene eseguita per trattare diverse condizioni che ostruiscono o compromettono il normale passaggio del cibo dallo stomaco all’intestino tenue. Alcune delle indicazioni più comuni includono:

      • Ulcera peptica ostruttiva: un’ulcera che causa un blocco nel piloro (l’apertura tra lo stomaco e il duodeno).
      • Cancro gastrico: un tumore maligno nello stomaco che ostruisce il flusso del cibo.
      • Stenosi duodenale: restringimento del duodeno che impedisce il passaggio del cibo.
      • Pancreatite cronica: infiammazione cronica del pancreas che può causare ostruzione duodenale.
      • Gastroparesi: rallentamento dello svuotamento gastrico che può causare nausea, vomito e gonfiore.
      • Obesità: in alcuni casi, la gastroenterostomia può essere utilizzata come parte di una procedura di chirurgia bariatrica per aiutare nella perdita di peso.

Descrizione della Tecnica della procedura

La gastroenterostomia può essere eseguita con diverse tecniche chirurgiche, tra cui la chirurgia a cielo aperto, la laparoscopia e la chirurgia robotica. La scelta della tecnica dipende da diversi fattori, tra cui la condizione del paziente, le preferenze del chirurgo e la disponibilità di attrezzature.

In generale, la procedura prevede i seguenti passaggi:

      1. Anestesia: al paziente viene somministrata l’anestesia generale per garantire che sia addormentato e privo di dolore durante l’intervento.
      2. Incisione: il chirurgo pratica un’incisione nell’addome per accedere allo stomaco e all’intestino tenue.
      3. Identificazione dell’area di connessione: il chirurgo identifica l’area dello stomaco e dell’intestino tenue che verranno connesse.
      4. Creazione dell’anastomosi: il chirurgo crea una connessione tra lo stomaco e l’intestino tenue utilizzando suture o graffette chirurgiche.
      5. Chiusura dell’incisione: il chirurgo chiude l’incisione nell’addome con suture o graffette chirurgiche.

Applicazioni della procedura

La gastroenterostomia è una procedura chirurgica efficace per trattare diverse condizioni che ostruiscono il passaggio del cibo dallo stomaco all’intestino tenue. Offre sollievo dai sintomi come nausea, vomito, gonfiore e dolore addominale. Inoltre, può migliorare lo stato nutrizionale dei pazienti che hanno difficoltà ad alimentarsi a causa dell’ostruzione.

Complicanze

Come ogni procedura chirurgica, la gastroenterostomia comporta alcuni rischi e potenziali complicanze, tra cui:

      • Sanguinamento
      • Infezione
      • Perdite dall’anastomosi
      • Ostruzione intestinale
      • Sindrome da dumping
      • Malnutrizione

La piloroplastica è una procedura chirurgica che prevede l’allargamento del piloro, l’orifizio che regola il passaggio del cibo dallo stomaco al duodeno. Questa procedura viene eseguita per migliorare lo svuotamento gastrico in caso di ostruzione o restringimento del piloro.

Indicazioni della procedura

La piloroplastica è indicata in diverse condizioni che causano un restringimento del piloro e conseguente difficoltà di svuotamento gastrico. Tra le indicazioni più comuni troviamo:

      • Stenosi pilorica ipertrofica: un ispessimento del muscolo pilorico, spesso presente nei neonati.
      • Ulcera peptica: lesioni a livello del piloro che, cicatrizzando, possono causare stenosi.
      • Tumori gastrici o duodenali: neoplasie che ostruiscono il piloro.
      • Gastroparesi: rallentamento dello svuotamento gastrico dovuto a disfunzioni nervose o muscolari.
      • Complicanze post-chirurgiche: restringimento del piloro a seguito di interventi chirurgici sull’apparato digerente.

Descrizione della Tecnica della procedura

La piloroplastica può essere eseguita con diverse tecniche, tra cui:

      • Piloroplastica di Heineke-Mikulicz:

          1. Incisione: Si pratica un’incisione longitudinale sul piloro, attraverso la sierosa e la muscolatura, senza interessare la mucosa.
          2. Sutura: L’incisione viene suturata trasversalmente, allargando così il lume del piloro.
      • Piloroplastica di Finney:

          1. Incisione: Si esegue un’incisione a forma di “U” sul piloro e sul duodeno.
          2. Sutura: I margini dell’incisione vengono suturati tra loro, creando un’ampia anastomosi.
      • Piloroplastica di Jaboulay:

          1. Incisioni: Si praticano due incisioni parallele sul piloro.
          2. Sutura: Le incisioni vengono suturate unendo i margini opposti, aumentando il diametro del piloro.

La scelta della tecnica dipende dalle caratteristiche anatomiche del paziente e dalla preferenza del chirurgo. La piloroplastica può essere eseguita con tecnica tradizionale “open” o con tecnica laparoscopica, meno invasiva.

Applicazioni della procedura

Oltre alle indicazioni sopra menzionate, la piloroplastica può essere associata ad altri interventi chirurgici sull’apparato digerente, come la vagotomia (sezione del nervo vago per ridurre la produzione di acido gastrico) o la gastrectomia parziale (asportazione di una parte dello stomaco).

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, la piloroplastica può comportare alcune complicanze, tra cui:

      • Sanguinamento
      • Infezione
      • Deiscenza della sutura
      • Sindrome da dumping: svuotamento gastrico troppo rapido
      • Reflusso gastroesofageo

Conclusioni

La piloroplastica è una procedura chirurgica efficace per il trattamento delle stenosi piloriche e per migliorare lo svuotamento gastrico. La scelta della tecnica chirurgica e la gestione post-operatoria devono essere personalizzate in base alle esigenze del singolo paziente.

Definizione

La Sleeve Gastrectomy, nota anche come gastrectomia verticale o a manica, è una procedura chirurgica restrittiva che riduce le dimensioni dello stomaco, limitando la quantità di cibo che può essere ingerita e inducendo un senso di sazietà precoce. Durante l’intervento, circa l’80% dello stomaco viene rimosso, lasciando una porzione tubulare a forma di “manica” con una capacità di circa 100-150 ml.

Indicazioni della Procedura

La Sleeve Gastrectomy è indicata principalmente per il trattamento dell’obesità grave (con un indice di massa corporea (BMI) ≥ 40 kg/m²) o dell’obesità moderata (BMI ≥ 35 kg/m²) associata a comorbidità significative come diabete di tipo 2, ipertensione, apnea ostruttiva del sonno e malattie cardiovascolari.

Criteri di selezione per la Sleeve Gastrectomy:

      • Fallimento di approcci non chirurgici alla perdita di peso, come dieta, esercizio fisico e terapia comportamentale.
      • Età compresa tra 18 e 65 anni (in alcuni casi, può essere considerata anche al di fuori di questa fascia d’età).
      • Assenza di disturbi psichiatrici gravi non controllati.
      • Comprensione dei rischi e dei benefici della procedura, nonché impegno a seguire le modifiche dello stile di vita post-operatorie.
      • Assenza di dipendenza da alcol o droghe.

Tecnica della Procedura

La Sleeve Gastrectomy viene generalmente eseguita in laparoscopia, una tecnica chirurgica mini-invasiva che prevede l’inserimento di strumenti chirurgici e una telecamera attraverso piccole incisioni nell’addome.

Descrizione della Tecnica:

      1. Posizionamento del paziente e accesso: Il paziente viene posizionato in decubito dorsale con le gambe leggermente divaricate. Vengono praticate diverse piccole incisioni nell’addome per l’inserimento degli strumenti laparoscopici.
      2. Insufflazione di CO2: L’addome viene insufflato con anidride carbonica (CO2) per creare spazio di lavoro e visualizzare gli organi interni.
      3. Dissezione e mobilizzazione dello stomaco: Lo stomaco viene delicatamente separato dai tessuti circostanti e mobilizzato per consentire l’accesso alla grande curvatura.
      4. Inserimento del calibro: Un calibro di dimensione appropriata (32-40 Fr) viene inserito lungo la piccola curvatura dello stomaco, dalla regione antrale fino all’angolo di His, per guidare la resezione gastrica.
      5. Resezione gastrica: Utilizzando una suturatrice laparoscopica, lo stomaco viene sezionato lungo la grande curvatura, parallelamente al calibro, a partire da un punto a circa 6-8 cm dal piloro e procedendo verso l’angolo di His. La suturatrice crea una linea di graffette che chiude e divide il tessuto gastrico.
      6. Rimozione della porzione gastrica resecata: La porzione di stomaco resecata viene estratta dall’addome attraverso una delle incisioni laparoscopiche.
      7. Controllo dell’emostasi: Il chirurgo verifica attentamente la linea di graffette per assicurarsi che non vi siano sanguinamenti.
      8. Chiusura delle incisioni: Le incisioni laparoscopiche vengono chiuse con suture o punti metallici.

Applicazioni della Procedura

    • Perdita di peso: La Sleeve Gastrectomy induce una significativa perdita di peso, con una riduzione media del 60-70% dell’eccesso di peso.
    • Miglioramento delle comorbidità: La procedura può portare a un miglioramento o alla remissione di comorbidità associate all’obesità, come diabete di tipo 2, ipertensione, apnea ostruttiva del sonno e dislipidemia.
    • Miglioramento della qualità della vita: La perdita di peso e il miglioramento delle condizioni di salute possono portare a un aumento dei livelli di energia, una maggiore mobilità e una migliore qualità della vita in generale.

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, la Sleeve Gastrectomy comporta alcuni rischi e potenziali complicanze, tra cui:

      • Sanguinamento
      • Infezione
      • Perdite dalla linea di graffette
      • Stenosi del tubo gastrico
      • Reflusso gastroesofageo
      • Carenze nutrizionali

3. CHIRURGIA DELL’INTESTINO TENUE

Definizione

La resezione di intestino tenue è una procedura chirurgica che prevede la rimozione di una parte malata o danneggiata dell’intestino tenue. L’intestino tenue è la porzione dell’apparato digerente che si estende dallo stomaco al colon ed è responsabile dell’assorbimento dei nutrienti dal cibo.

Indicazioni della Procedura

Diverse condizioni possono richiedere una resezione dell’intestino tenue, tra cui:

      • Morbo di Crohn: una malattia infiammatoria cronica che può colpire qualsiasi parte del tratto digerente, ma che spesso coinvolge l’intestino tenue.
      • Tumori: benigni o maligni.
      • Ostruzione intestinale: causata da aderenze, ernie o altre condizioni.
      • Diverticolite di Meckel: una sacca congenita nell’intestino tenue che può infiammarsi o sanguinare.
      • Ischemia mesenterica: una riduzione del flusso sanguigno all’intestino tenue.
      • Traumi: lesioni all’intestino tenue causate da incidenti o ferite da arma da fuoco.
      • Sanguinamento: causato da ulcere, tumori o altre condizioni.

Descrizione della Tecnica della Procedura

La resezione dell’intestino tenue può essere eseguita con diverse tecniche chirurgiche, tra cui la laparotomia (chirurgia a cielo aperto) e la laparoscopia (chirurgia mini-invasiva). La scelta della tecnica dipende da diversi fattori, tra cui l’estensione della resezione, la salute generale del paziente e le preferenze del chirurgo.

1. Accesso all’addome:

        • Laparotomia: il chirurgo pratica un’incisione nell’addome per accedere all’intestino tenue.
        • Laparoscopia: il chirurgo inserisce nell’addome un laparoscopio (un tubo sottile con una telecamera) e strumenti chirurgici attraverso piccole incisioni.

2. Identificazione e isolamento del tratto intestinale da resecare:

Il chirurgo identifica la porzione di intestino tenue da rimuovere e la isola dal resto dell’intestino.

3. Resezione del tratto intestinale:

Il chirurgo rimuove il tratto di intestino tenue malato o danneggiato.

4. Anastomosi:

Il chirurgo ricongiunge i due estremi dell’intestino sano mediante una sutura o una graffetta chirurgica, ripristinando la continuità del tratto digerente.

5. Chiusura dell’addome:

Il chirurgo chiude l’incisione addominale con suture o graffette chirurgiche.

Applicazioni della Procedura

La resezione dell’intestino tenue è una procedura chirurgica efficace per il trattamento di diverse condizioni che colpiscono l’intestino tenue. La procedura può alleviare i sintomi, prevenire complicazioni e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Complicazioni:

Come ogni intervento chirurgico, la resezione dell’intestino tenue comporta alcuni rischi, tra cui:

      • Sanguinamento
      • Infezione
      • Lesioni ad organi adiacenti
      • Deiscenza dell’anastomosi (rottura della sutura)
      • Occlusione intestinale
      • Sindrome dell’intestino corto (se viene rimossa una porzione significativa dell’intestino tenue)

Considerazioni Post-operatorie

Dopo l’intervento, il paziente sarà monitorato per eventuali complicazioni. La dieta sarà gradualmente reintrodotta, iniziando con liquidi e cibi facilmente digeribili. Il tempo di recupero varia a seconda dell’estensione della resezione e della salute generale del paziente.

Definizione

L’enterectomia è una procedura chirurgica che prevede la rimozione di una porzione dell’intestino tenue. Questa procedura viene eseguita per trattare una varietà di condizioni che colpiscono l’intestino tenue, tra cui tumori, malattie infiammatorie intestinali, diverticolite, ostruzioni e traumi.

Indicazioni della procedura

Le indicazioni per l’enterectomia includono:

      • Tumori: benigni o maligni dell’intestino tenue.
      • Malattie infiammatorie intestinali: come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, in caso di complicanze come stenosi, fistole o perforazioni.
      • Diverticolite: infiammazione o infezione di piccole sacche (diverticoli) che si formano nel rivestimento dell’intestino.
      • Ostruzioni: causate da aderenze, ernie o masse.
      • Traumi: lesioni all’intestino tenue causate da incidenti o ferite da arma da fuoco.
      • Ischemia: riduzione del flusso sanguigno all’intestino tenue.
      • Sanguinamento: causato da ulcere, tumori o malformazioni vascolari.

Descrizione della Tecnica della procedura

L’enterectomia può essere eseguita tramite laparotomia (chirurgia a cielo aperto) o laparoscopia (chirurgia mini-invasiva). La scelta dell’approccio dipende da diversi fattori, tra cui l’estensione della resezione, la presenza di aderenze, l’esperienza del chirurgo e le condizioni generali del paziente.

Laparotomia:

        1. Incisione: Viene praticata un’incisione addominale per accedere all’intestino tenue.
        2. Identificazione del tratto da resecare: Il chirurgo identifica il tratto di intestino tenue da rimuovere.
        3. Clamping e divisione: Vengono applicati dei clamp a monte e a valle del tratto da resecare per interrompere il flusso sanguigno e il contenuto intestinale. L’intestino viene quindi diviso.
        4. Anastomosi: Le due estremità dell’intestino sano vengono unite mediante sutura o graffette chirurgiche, ripristinando la continuità del tratto digestivo.
        5. Chiusura: L’incisione addominale viene chiusa con suture o graffette chirurgiche.

Laparoscopia:

        1. Inserimento dei trocar: Vengono praticate diverse piccole incisioni addominali attraverso le quali vengono inseriti dei trocar (tubi sottili).
        2. Insufflazione di CO2: L’addome viene insufflato con anidride carbonica per creare spazio di lavoro.
        3. Inserimento del laparoscopio: Viene inserito un laparoscopio (un tubo sottile con una telecamera) attraverso uno dei trocar.
        4. Identificazione del tratto da resecare: Il chirurgo visualizza l’intestino tenue sul monitor e identifica il tratto da rimuovere.
        5. Clamping e divisione: Utilizzando strumenti laparoscopici, vengono applicati dei clamp e l’intestino viene diviso.
        6. Anastomosi: Le due estremità dell’intestino sano vengono unite mediante sutura o graffette chirurgiche.
        7. Estrazione del tratto resecato: Il tratto di intestino resecato viene estratto attraverso uno dei trocar.
        8. Chiusura: I trocar vengono rimossi e le incisioni addominali vengono chiuse con suture o graffette chirurgiche.

Applicazioni della procedura:

L’enterectomia è una procedura versatile che può essere applicata in diverse situazioni cliniche:

      • Resezione di tumori: L’enterectomia è il trattamento di scelta per i tumori dell’intestino tenue, sia benigni che maligni.
      • Trattamento delle malattie infiammatorie intestinali: L’enterectomia può essere necessaria per trattare complicanze del morbo di Crohn e della colite ulcerosa, come stenosi, fistole o perforazioni.
      • Gestione della diverticolite: L’enterectomia può essere indicata in caso di diverticolite complicata, come perforazione, ascesso o fistola.
      • Risoluzione delle ostruzioni: L’enterectomia può essere necessaria per rimuovere un’ostruzione intestinale causata da aderenze, ernie o masse.
      • Riparazione di traumi: L’enterectomia può essere utilizzata per riparare lesioni all’intestino tenue causate da incidenti o ferite da arma da fuoco.

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, l’enterectomia comporta alcuni rischi di complicanze, tra cui:

      • Sanguinamento
      • Infezione
      • Deiscenza dell’anastomosi (rottura della sutura tra le due estremità dell’intestino)
      • Fistola (comunicazione anomala tra l’intestino e altri organi)
      • Ostruzione intestinale
      • Lesioni a organi adiacenti

Definizione 

L’anastomosi intestinale è una procedura chirurgica che prevede il collegamento di due segmenti dell’intestino tenue. Questa procedura viene eseguita dopo la resezione di una parte dell’intestino tenue, ad esempio a causa di un tumore, di una malattia infiammatoria intestinale o di un trauma. L’obiettivo dell’anastomosi è ripristinare la continuità del tratto digestivo e consentire il normale passaggio del cibo.

Indicazioni della procedura

Le indicazioni per l’anastomosi intestinale includono:

      • Malattia di Crohn: L’anastomosi può essere necessaria per rimuovere le sezioni di intestino tenue gravemente colpite dalla malattia di Crohn.
      • Tumori dell’intestino tenue: La resezione del tumore e l’anastomosi dei segmenti sani dell’intestino sono spesso necessarie per il trattamento del cancro.
      • Ostruzione intestinale: L’anastomosi può essere eseguita per bypassare un’ostruzione nell’intestino tenue causata da aderenze, ernie o altre condizioni.
      • Diverticolite di Meckel: La diverticolite di Meckel è una condizione congenita che può causare infiammazione e sanguinamento. L’anastomosi può essere necessaria per rimuovere il diverticolo.
      • Traumi: Lesioni traumatiche all’intestino tenue possono richiedere la resezione e l’anastomosi per ripristinare la continuità intestinale.
      • Ischemia intestinale: L’anastomosi può essere necessaria per rimuovere le sezioni di intestino tenue danneggiate dall’ischemia (mancanza di flusso sanguigno).

Descrizione della Tecnica della procedura

L’anastomosi intestinale può essere eseguita con diverse tecniche, tra cui:

      • Anastomosi termino-terminale: I due capi dell’intestino vengono uniti direttamente l’uno all’altro.
      • Anastomosi latero-terminale: Il lato di un segmento intestinale viene unito all’estremità dell’altro segmento.
      • Anastomosi latero-laterale: I lati di due segmenti intestinali vengono uniti tra loro.

La scelta della tecnica dipende dalla situazione specifica del paziente e dalle preferenze del chirurgo.

In generale, la procedura di anastomosi intestinale prevede i seguenti passaggi:

      1. Resezione: La parte malata o danneggiata dell’intestino tenue viene rimossa.
      2. Preparazione dei monconi intestinali: I due capi dell’intestino vengono preparati per l’anastomosi. Questo può includere la rimozione di tessuto in eccesso o la creazione di un’apertura nel lato dell’intestino.
      3. Anastomosi: I due capi dell’intestino vengono uniti utilizzando suture o graffette chirurgiche.
      4. Verifica della tenuta: Il chirurgo verifica la tenuta dell’anastomosi per assicurarsi che non ci siano perdite.
      5. Chiusura: La parete addominale viene chiusa con suture.

Applicazioni della procedura

L’anastomosi intestinale è una procedura chirurgica comune con un’ampia gamma di applicazioni in gastroenterologia. È una procedura salvavita in molte situazioni e può migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti con malattie o lesioni dell’intestino tenue.

Complicazioni

Come con qualsiasi procedura chirurgica, l’anastomosi intestinale comporta alcuni rischi, tra cui:

      • Deiscenza anastomotica: Si verifica quando l’anastomosi si apre, causando la fuoriuscita del contenuto intestinale nella cavità addominale.
      • Infezione: L’infezione della ferita chirurgica o dell’addome è una possibile complicanza.
      • Sanguinamento: Può verificarsi sanguinamento durante o dopo l’intervento chirurgico.
      • Stenosi anastomotica: Il restringimento dell’anastomosi può causare ostruzione intestinale.

Definizione

La stricturoplastica è una procedura chirurgica che mira ad allargare un restringimento (stenosi) del lume dell’intestino tenue senza rimuovere la sezione interessata. Viene eseguita principalmente su pazienti affetti da malattia di Crohn che presentano stenosi infiammatorie.

Indicazioni della procedura

La stricturoplastica è indicata nei seguenti casi:

      • Stenosi sintomatiche dell’intestino tenue: causate da malattia di Crohn, che provocano ostruzione parziale o completa del flusso intestinale, con sintomi come dolore addominale, nausea, vomito e distensione addominale.
      • Pazienti con malattia di Crohn che hanno già subito multiple resezioni intestinali: In questi casi, la stricturoplastica consente di preservare la lunghezza dell’intestino e ridurre il rischio di sindrome dell’intestino corto.
      • Stenosi multiple: La stricturoplastica può essere utilizzata per trattare contemporaneamente diverse stenosi in un singolo intervento.
      • Stenosi ricorrenti: La stricturoplastica può essere eseguita anche in caso di recidiva di stenosi dopo una precedente resezione intestinale.

Controindicazioni

    • Stenosi associate a fistole o ascessi: In questi casi, è generalmente necessaria una resezione intestinale.
    • Sospetto di malignità: La stricturoplastica non è indicata in presenza di sospetta neoplasia.
    • Malattia infiammatoria attiva e grave: In questi casi, potrebbe essere preferibile un trattamento medico per ridurre l’infiammazione prima di procedere con la stricturoplastica.

Descrizione della Tecnica della procedura

    1. Accesso: La stricturoplastica può essere eseguita tramite laparotomia (incisione addominale) o laparoscopia (piccole incisioni con l’ausilio di una telecamera).
    2. Identificazione della stenosi: Il chirurgo identifica il tratto di intestino tenue interessato dalla stenosi.
    3. Incisione longitudinale: Viene praticata un’incisione longitudinale lungo l’asse della stenosi, attraverso tutti gli strati della parete intestinale. L’incisione si estende per tutta la lunghezza della stenosi.
    4. Chiusura trasversale: L’incisione longitudinale viene quindi chiusa trasversalmente con punti di sutura, allargando il lume intestinale. Diverse tecniche di sutura possono essere utilizzate a seconda della lunghezza e della posizione della stenosi.
    5. Verifica della pervietà: Il chirurgo si assicura che il lume intestinale sia pervio e che non vi siano perdite.

Applicazioni della procedura

    • Malattia di Crohn: La stricturoplastica è l’applicazione principale di questa tecnica, utilizzata per trattare le stenosi infiammatorie dell’intestino tenue.
    • Altre cause di stenosi: La stricturoplastica può essere utilizzata anche per trattare stenosi causate da altre condizioni, come ad esempio la tubercolosi intestinale, lesioni ischemiche o radiazioni.

Vantaggi della stricturoplastica

    • Preservazione della lunghezza dell’intestino: Evita la resezione del tratto intestinale interessato.
    • Riduzione del rischio di sindrome dell’intestino corto: Particolarmente importante nei pazienti con malattia di Crohn che hanno già subito multiple resezioni.
    • Minore invasività: La stricturoplastica laparoscopica è associata a minor dolore postoperatorio, recupero più rapido e migliori risultati estetici.

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, la stricturoplastica comporta dei rischi, tra cui:

      • Sanguinamento
      • Infezione
      • Deiscenza della sutura (apertura della sutura)
      • Perforazione intestinale
      • Formazione di fistole
      • Recidiva della stenosi

4. CHIRURGIA DEL COLON E DEL RETTO

Definizione

La colectomia è una procedura chirurgica che prevede la rimozione di una parte o di tutto il colon. Il colon, o intestino crasso, è l’ultima parte dell’apparato digerente. La colectomia può essere classificata in base alla porzione di colon rimossa:

      • Emicolectomia destra: rimozione del colon ascendente, includendo il cieco e l’appendice.
      • Emicolectomia sinistra: rimozione del colon discendente e del sigma.
      • Colectomia trasversa: rimozione del colon trasverso.
      • Colectomia subtotale: rimozione della maggior parte del colon.
      • Colectomia totale: rimozione dell’intero colon.
      • Proctocolectomia: rimozione del colon e del retto.

Indicazioni della procedura

La colectomia viene eseguita per trattare una varietà di condizioni, tra cui:

      • Cancro del colon: la colectomia è il trattamento principale per il cancro del colon.
      • Malattia infiammatoria intestinale (IBD): la colectomia può essere necessaria nei casi di IBD grave, come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn, che non rispondono alla terapia medica.
      • Diverticolite: la colectomia può essere necessaria in caso di diverticolite complicata, come ascesso, perforazione o fistola.
      • Polipi del colon: la colectomia può essere eseguita per rimuovere polipi del colon di grandi dimensioni o che presentano un alto rischio di trasformarsi in cancro.
      • Volvolo del colon: la colectomia può essere necessaria in caso di volvolo del colon, una condizione in cui il colon si attorciglia su se stesso.
      • Ischemia del colon: la colectomia può essere necessaria in caso di ischemia del colon, una condizione in cui l’apporto di sangue al colon è ridotto.
      • Stipsi cronica: in rari casi, la colectomia può essere un’opzione per la stipsi cronica grave che non risponde ad altri trattamenti.

Descrizione della Tecnica della procedura:

La colectomia può essere eseguita con due tecniche principali:

      • Colectomia a cielo aperto: prevede un’incisione addominale per accedere al colon.
      • Colectomia laparoscopica: prevede l’inserimento di piccoli strumenti chirurgici e di una telecamera attraverso piccole incisioni nell’addome.

La scelta della tecnica dipende da diversi fattori, tra cui l’estensione della malattia, la salute generale del paziente e le preferenze del chirurgo.

I passaggi generali della colectomia includono:

      1. Anestesia: al paziente viene somministrata l’anestesia generale per farlo dormire durante l’intervento.
      2. Incisione: il chirurgo esegue un’incisione nell’addome per accedere al colon.
      3. Mobilizzazione del colon: il chirurgo libera il colon dai tessuti circostanti.
      4. Resezione del colon: il chirurgo rimuove la porzione di colon interessata.
      5. Anastomosi: il chirurgo ricongiunge le estremità rimanenti del colon.
      6. Chiusura dell’incisione: il chirurgo chiude l’incisione con punti di sutura o graffette chirurgiche.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario creare una stomia, un’apertura nell’addome attraverso la quale le feci vengono eliminate in una sacca esterna. La stomia può essere temporanea o permanente.

Applicazioni della procedura

La colectomia è una procedura chirurgica comune con un alto tasso di successo. La maggior parte dei pazienti si riprende completamente dall’intervento e può tornare alle normali attività entro poche settimane.

Tuttavia, come con qualsiasi intervento chirurgico, la colectomia comporta alcuni rischi, tra cui sanguinamento, infezione, lesioni ad altri organi e complicanze legate all’anestesia.

Informazioni aggiuntive

    • La preparazione per la colectomia in genere include una dieta liquida per alcuni giorni prima dell’intervento e l’assunzione di lassativi per pulire l’intestino.
    • Dopo l’intervento, il paziente dovrà seguire una dieta leggera per alcune settimane.
    • Il recupero completo dalla colectomia può richiedere diverse settimane o mesi.

Definizione

La proctocolectomia è una procedura chirurgica che prevede la rimozione completa del colon (intestino crasso) e del retto. Viene spesso eseguita per trattare malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, ma può essere necessaria anche per altre condizioni come il cancro del colon-retto, la poliposi adenomatosa familiare (FAP) e la displasia o il cancro del retto.

Indicazioni della procedura

Le principali indicazioni per la proctocolectomia includono:

      • Colite ulcerosa: Quando la terapia medica non riesce a controllare i sintomi o quando sorgono complicanze come la displasia o il cancro.
      • Malattia di Crohn: In casi di malattia grave che coinvolge il colon e il retto, quando la terapia medica è inefficace o quando si verificano complicanze come stenosi, fistole o ascessi.
      • Cancro del colon-retto: Per rimuovere tumori maligni localizzati nel colon o nel retto.
      • Poliposi adenomatosa familiare (FAP): Per prevenire lo sviluppo del cancro del colon-retto in individui con questa predisposizione genetica.
      • Displasia o cancro del retto: Per rimuovere lesioni precancerose o cancerose nel retto.

Descrizione della Tecnica della procedura

La proctocolectomia può essere eseguita con diverse tecniche chirurgiche:

      1. Proctocolectomia a cielo aperto:

          • Viene eseguita un’incisione addominale per accedere al colon e al retto.
          • Il colon e il retto vengono mobilizzati e rimossi.
          • Viene creata una ileostomia (abboccamento dell’ileo alla parete addominale) o una anastomosi ileo-anale (connessione dell’ileo all’ano).
      2. Proctocolectomia laparoscopica:

          • Vengono praticate piccole incisioni addominali per inserire gli strumenti laparoscopici e una telecamera.
          • Il colon e il retto vengono mobilizzati e rimossi sotto visione laparoscopica.
          • La ricostruzione può prevedere una ileostomia o una anastomosi ileo-anale.
      3. Proctocolectomia robotica:

          • Simile alla laparoscopia, ma utilizza un sistema robotico che offre al chirurgo maggiore precisione e destrezza.

Ricostruzione dopo proctocolectomia

Dopo la rimozione del colon e del retto, è necessario ripristinare la continuità intestinale. Le opzioni principali includono:

      • Ileostomia: L’ileo viene abboccato alla parete addominale, creando una stomia attraverso la quale le feci vengono raccolte in una sacca esterna.
      • Anastomosi ileo-anale: L’ileo viene collegato direttamente all’ano, consentendo l’evacuazione delle feci per via naturale. Spesso viene creata una “pouch” (reservoir) ileale per migliorare la continenza e ridurre la frequenza delle evacuazioni.

Applicazioni della procedura

Oltre alle indicazioni sopra menzionate, la proctocolectomia può essere considerata in altre situazioni, come:

      • Incontinenza fecale: In casi selezionati, la proctocolectomia con anastomosi ileo-anale può migliorare la continenza fecale.
      • Sindrome dell’intestino irritabile (IBS): In casi rari e gravi di IBS refrattaria alla terapia medica, la proctocolectomia può essere un’opzione, ma solo dopo un’attenta valutazione.
      • Altre condizioni: Come la diverticolite complicata ricorrente, il volvolo del sigma, l’inerzia colica e alcune malattie rare dell’intestino.

Considerazioni

La proctocolectomia è un intervento chirurgico maggiore con potenziali complicanze, tra cui infezioni, sanguinamento, lesioni agli organi adiacenti, deiscenza anastomotica (rottura della connessione tra l’ileo e l’ano) e incontinenza fecale. La scelta della tecnica chirurgica e del tipo di ricostruzione dipende da diversi fattori, tra cui la condizione del paziente e l’estensione della malattia.

Definizione

La resezione anteriore del retto (RAR) è una procedura chirurgica che prevede la rimozione di una porzione del retto, la parte finale dell’intestino crasso. Viene eseguita principalmente per il trattamento del cancro del retto, ma può essere indicata anche per altre condizioni come la malattia infiammatoria intestinale, la diverticolite o l’endometriosi rettale.

Indicazioni della procedura

Le principali indicazioni per la RAR includono:

      • Cancro del retto: La RAR è il trattamento standard per il cancro del retto localizzato nella parte superiore e media del retto.
      • Malattia infiammatoria intestinale: In alcuni casi di malattia di Crohn o colite ulcerosa che coinvolgono il retto, la RAR può essere necessaria per rimuovere la porzione di intestino malata.
      • Diverticolite: La diverticolite complicata o ricorrente del retto può richiedere la RAR.
      • Endometriosi rettale: La RAR può essere eseguita per rimuovere le lesioni endometriosiche che coinvolgono il retto.
      • Prolasso rettale: In alcuni casi di prolasso rettale, la RAR può essere utilizzata per rimuovere la porzione di retto prolassata.
      • Stenosi rettale: La RAR può essere indicata per trattare le stenosi del retto causate da diverse condizioni.

Descrizione della Tecnica della procedura

La RAR può essere eseguita con diverse tecniche chirurgiche, tra cui la laparotomia (chirurgia a cielo aperto), la laparoscopia (chirurgia mini-invasiva) e la chirurgia robotica. La scelta della tecnica dipende da diversi fattori, tra cui l’estensione della malattia, la posizione del tumore, l’esperienza del chirurgo e le condizioni generali del paziente.

In generale, la procedura prevede i seguenti passaggi:

      1. Accesso: Il chirurgo accede alla cavità addominale attraverso un’incisione (laparotomia) o attraverso piccole incisioni per l’inserimento degli strumenti laparoscopici o robotici.
      2. Mobilizzazione del retto: Il retto viene mobilizzato dai tessuti circostanti, inclusi i vasi sanguigni e i linfonodi.
      3. Resezione del retto: La porzione di retto interessata dalla malattia viene rimossa.
      4. Anastomosi: Se possibile, le due estremità dell’intestino vengono ricongiunte (anastomosi). In alcuni casi, potrebbe essere necessario creare una colostomia temporanea o permanente.
      5. Chiusura: La cavità addominale viene chiusa e le incisioni vengono suturate.

Applicazioni della procedura

La RAR è una procedura chirurgica complessa ma efficace per il trattamento di diverse condizioni che coinvolgono il retto. La scelta della tecnica chirurgica e la gestione postoperatoria dipendono dalle caratteristiche individuali del paziente e dalla patologia trattata.

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, la RAR può comportare alcune complicanze, tra cui:

    • Infezione
    • Sanguinamento
    • Lesioni agli organi adiacenti
    • Deiscenza dell’anastomosi (rottura della sutura tra le due estremità dell’intestino)
    • Stenosi anastomotica (restringimento della sutura)
    • Incontinenza fecale
    • Disfunzione sessuale

Definizione

L’anastomosi colorettale è una procedura chirurgica che consiste nel congiungere due segmenti del colon o del retto dopo la rimozione di una porzione di intestino. Questa procedura viene eseguita per ripristinare la continuità del tratto digestivo e consentire il passaggio delle feci.

Indicazioni della procedura

L’anastomosi colorettale è indicata in diverse situazioni cliniche, tra cui:

      • Cancro del colon-retto: La rimozione chirurgica del tumore (resezione) richiede spesso l’anastomosi per ricongiungere i segmenti sani dell’intestino.
      • Malattia diverticolare: In caso di complicanze come diverticolite perforata o ascesso, può essere necessaria la resezione del tratto di colon interessato e la successiva anastomosi.
      • Malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI): In alcuni casi di malattia di Crohn o colite ulcerosa, l’anastomosi può essere necessaria per trattare stenosi, fistole o complicanze come la perforazione.
      • Polipi del colon: La rimozione di polipi di grandi dimensioni o con caratteristiche sospette può richiedere l’anastomosi.
      • Volvolo del colon: Questa condizione, in cui il colon si attorciglia su se stesso, può richiedere un intervento chirurgico con anastomosi per ripristinare il flusso sanguigno e la continuità intestinale.
      • Traumi: Lesioni traumatiche al colon o al retto possono richiedere l’anastomosi per riparare il danno.

Descrizione della Tecnica della procedura

La tecnica chirurgica per l’anastomosi colorettale può variare a seconda della localizzazione del tratto intestinale interessato, della condizione del paziente e delle preferenze del chirurgo. In generale, la procedura prevede i seguenti passaggi:

      1. Accesso: L’intervento può essere eseguito tramite laparotomia (incisione addominale) o laparoscopia (piccole incisioni con l’ausilio di una telecamera).
      2. Resezione: Il chirurgo rimuove la porzione di intestino malata o danneggiata, assicurandosi di avere margini di resezione adeguati per garantire la completa rimozione della patologia.
      3. Preparazione dei monconi intestinali: I due estremi dell’intestino vengono preparati per l’anastomosi, rimuovendo eventuali tessuti danneggiati o non vitali.
      4. Anastomosi: I due monconi intestinali vengono uniti tramite sutura manuale o con l’ausilio di dispositivi meccanici (suturatrici). Esistono diverse tecniche di anastomosi, tra cui:
        • Termino-terminale: I due estremi dell’intestino vengono uniti direttamente.
        • Latero-laterale: I due segmenti intestinali vengono affiancati e uniti lungo i loro lati.
        • Termino-laterale: L’estremità di un segmento viene unita al lato dell’altro segmento.
      5. Verifica della tenuta: Il chirurgo verifica l’integrità dell’anastomosi per assicurarsi che non ci siano perdite.
      6. Chiusura: La parete addominale viene chiusa con suture o graffette chirurgiche.

Applicazioni della procedura

L’anastomosi colorettale è una procedura chirurgica fondamentale in gastroenterologia, che consente di trattare diverse patologie del colon e del retto. Le sue principali applicazioni includono:

      • Trattamento del cancro del colon-retto: L’anastomosi è una parte essenziale della chirurgia per il cancro del colon-retto, consentendo la rimozione del tumore e il ripristino della continuità intestinale.
      • Gestione delle complicanze della malattia diverticolare: L’anastomosi può essere necessaria per trattare complicanze come la diverticolite perforata o l’ascesso.
      • Trattamento della MICI: L’anastomosi può essere utilizzata per trattare stenosi, fistole o altre complicanze della malattia di Crohn o colite ulcerosa.
      • Rimozione di polipi del colon: L’anastomosi può essere necessaria dopo la rimozione di polipi di grandi dimensioni o con caratteristiche sospette.
      • Trattamento del volvolo del colon: L’anastomosi può essere utilizzata per ripristinare il flusso sanguigno e la continuità intestinale in caso di volvolo del colon.
      • Riparazione di lesioni traumatiche: L’anastomosi può essere necessaria per riparare lesioni traumatiche al colon o al retto.

Considerazioni aggiuntive

    • Complicanze: Come ogni procedura chirurgica, l’anastomosi colorettale comporta alcuni rischi, tra cui infezioni, sanguinamento, deiscenza dell’anastomosi (rottura della sutura) e stenosi (restringimento del lume intestinale).
    • Recupero post-operatorio: Il recupero dopo un intervento di anastomosi colorettale varia a seconda della complessità della procedura e delle condizioni generali del paziente. In genere, è necessario un periodo di ospedalizzazione di alcuni giorni, seguito da un periodo di convalescenza a casa.
    • Follow-up: Dopo l’intervento, è importante seguire attentamente le indicazioni del medico e sottoporsi a controlli regolari per monitorare la guarigione e prevenire eventuali complicanze.

Definizione

La colostomia è una procedura chirurgica che prevede la creazione di un’apertura artificiale (stoma) nell’addome attraverso la quale una porzione del colon viene portata in superficie. Questa apertura consente alle feci di uscire dal corpo bypassando il retto e l’ano. La colostomia può essere temporanea o permanente, a seconda della condizione medica sottostante.

Indicazioni della procedura

Diverse condizioni possono richiedere una colostomia. Le indicazioni più comuni includono:

      • Cancro del colon-retto: La colostomia può essere necessaria per rimuovere un tumore o consentire la guarigione dopo un intervento chirurgico.
      • Malattia infiammatoria intestinale (IBD): Nei casi gravi di IBD, come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn, la colostomia può essere necessaria per alleviare i sintomi e consentire la guarigione dell’intestino.
      • Diverticolite: La diverticolite complicata, con perforazione o ascesso, può richiedere una colostomia per deviare il flusso fecale e consentire la guarigione.
      • Ostruzione intestinale: Un’ostruzione intestinale causata da un tumore, aderenze o altre condizioni può richiedere una colostomia per alleviare l’ostruzione.
      • Lesioni traumatiche: Lesioni traumatiche all’intestino crasso o al retto possono richiedere una colostomia per consentire la guarigione.
      • Incontinenza fecale: In alcuni casi di incontinenza fecale grave, la colostomia può essere un’opzione per migliorare la qualità della vita del paziente.
      • Malformazioni congenite: Alcune malformazioni congenite dell’intestino crasso o del retto possono richiedere una colostomia.

Descrizione della Tecnica della procedura

La procedura di colostomia può variare a seconda della condizione specifica del paziente e della tecnica chirurgica utilizzata. In generale, la procedura prevede i seguenti passaggi:

      1. Anestesia: Il paziente viene sottoposto ad anestesia generale per garantire il comfort e l’immobilità durante l’intervento.
      2. Incisione: Il chirurgo pratica un’incisione nell’addome, nella posizione appropriata per la colostomia. La posizione dello stoma dipende dalla porzione di colon coinvolta.
      3. Mobilizzazione del colon: Il chirurgo mobilizza la porzione di colon che verrà portata in superficie per creare lo stoma.
      4. Creazione dello stoma: Il colon viene portato attraverso l’incisione addominale e suturato alla pelle per creare lo stoma.
      5. Chiusura dell’incisione: L’incisione addominale viene chiusa con suture o graffette chirurgiche.
      6. Applicazione della sacca per colostomia: Una sacca per colostomia viene applicata sullo stoma per raccogliere le feci.

Applicazioni della procedura

    • Colostomia terminale: In questa procedura, l’estremità del colon viene portata in superficie e suturata alla pelle. Questa è una procedura permanente.
    • Colostomia a doppia canna: In questa procedura, il colon viene diviso e entrambe le estremità vengono portate in superficie, creando due stomi. Uno stoma drena le feci, mentre l’altro drena il muco. Questa procedura può essere temporanea o permanente.
    • Colostomia ad ansa: In questa procedura, un’ansa di colon viene portata in superficie e fissata alla pelle. Un supporto viene posizionato sotto l’ansa per evitare che rientri nell’addome. Questa procedura è generalmente temporanea.

Considerazioni post-operatorie

Dopo l’intervento chirurgico, il paziente dovrà imparare a gestire la colostomia, inclusa la cura dello stoma e la sostituzione della sacca per colostomia. Un infermiere specializzato in stomaterapia fornirà istruzioni dettagliate e supporto al paziente. La maggior parte dei pazienti può tornare a una vita normale dopo una colostomia, con alcune modifiche alla dieta e allo stile di vita.

Complicazioni:

Come con qualsiasi intervento chirurgico, la colostomia comporta alcuni rischi di complicanze, tra cui:

      • Infezione
      • Sanguinamento
      • Retrazione dello stoma
      • Prolasso dello stoma
      • Stenosi dello stoma
      • Irritazione cutanea
      • Problemi con la sacca per colostomia

È importante discutere i rischi e i benefici della colostomia con il proprio medico prima di sottoporsi alla procedura.

Definizione

L’ileostomia è una procedura chirurgica che prevede la creazione di uno stoma (apertura artificiale) sull’addome, attraverso il quale l’ileo (la porzione finale dell’intestino tenue) viene esteriorizzato e suturato alla parete addominale. Questo permette alle feci di bypassare il colon e il retto, venendo raccolte in una sacca esterna.

Indicazioni della procedura

L’ileostomia può essere temporanea o permanente e viene generalmente eseguita nei seguenti casi:

      • Malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI): come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, in fase acuta o in presenza di complicanze (stenosi, fistole, perforazioni).
      • Cancro del colon-retto: in caso di ostruzione, perforazione o necessità di proteggere un’anastomosi (connessione chirurgica tra due segmenti intestinali) dopo la resezione del tumore.
      • Diverticolite: in presenza di complicanze come ascessi, fistole o perforazioni.
      • Traumi addominali: che coinvolgono l’intestino crasso.
      • Malformazioni congenite: come la malattia di Hirschsprung.
      • Incontinenza fecale: in casi selezionati, quando altre terapie non hanno avuto successo.

Descrizione della Tecnica della procedura

L’ileostomia può essere eseguita con diverse tecniche, a seconda delle indicazioni e delle preferenze del chirurgo. Le principali sono:

      • Ileostomia terminale: l’ileo viene sezionato e l’estremità distale viene chiusa, mentre l’estremità prossimale viene esteriorizzata e abboccata alla cute.
      • Ileostomia laterale ad ansa: un’ansa ileale viene esteriorizzata e aperta longitudinalmente, creando due stomi: uno prossimale (funzionante) e uno distale (non funzionante).
      • Ileostomia a doppio canale: simile alla precedente, ma i due stomi vengono separati e suturati alla cute in due punti distinti.

La procedura chirurgica, in generale, prevede i seguenti passaggi:

      1. Anestesia: generalmente viene eseguita un’anestesia generale.
      2. Incisione: viene praticata un’incisione sull’addome, la cui posizione e dimensione variano a seconda del tipo di ileostomia e della costituzione del paziente.
      3. Isolamento dell’ileo: il chirurgo identifica e isola il tratto di ileo da esteriorizzare.
      4. Creazione dello stoma: l’ileo viene portato all’esterno attraverso l’incisione e la sua estremità viene fissata alla cute con punti di sutura.
      5. Chiusura della parete addominale: l’incisione addominale viene chiusa a strati.
      6. Applicazione della sacca di raccolta: una sacca viene applicata sullo stoma per raccogliere le feci.

Applicazioni della procedura

L’ileostomia ha diverse applicazioni in gastroenterologia, principalmente per la gestione di condizioni che compromettono la normale funzione dell’intestino crasso o del retto.

Vantaggi:

    • Consente la guarigione dell’intestino dopo un intervento chirurgico o una malattia.
    • Riduce il rischio di complicanze come infezioni o peritoniti.
    • Migliora la qualità di vita dei pazienti con incontinenza fecale o altre patologie intestinali.

Svantaggi:

    • Richiede l’utilizzo di una sacca di raccolta esterna, che può influire sull’immagine corporea e sulla vita sociale del paziente.
    • Può comportare complicanze come irritazioni cutanee, infezioni o dislocazione dello stoma.

Definizione

L’appendicectomia è una procedura chirurgica che prevede la rimozione dell’appendice vermiforme, una piccola sacca a forma di dito che si estende dal cieco (la prima parte dell’intestino crasso).

Indicazioni della procedura:

L’indicazione principale per l’appendicectomia è l’appendicite acuta, ovvero l’infiammazione dell’appendice. I sintomi tipici dell’appendicite includono:

      • Dolore addominale che inizia intorno all’ombelico e si sposta nella parte inferiore destra dell’addome
      • Nausea e vomito
      • Perdita di appetito
      • Febbre
      • Stipsi o diarrea

L’appendicectomia può essere eseguita anche in altre situazioni, come ad esempio in presenza di un tumore appendicolare o di un’appendice perforata.

Descrizione della Tecnica della procedura

L’appendicectomia può essere eseguita con due diverse tecniche:

1. Appendicectomia laparoscopica:

        • Anestesia: Viene somministrata anestesia generale.
        • Accesso: Vengono praticate tre piccole incisioni sull’addome: una a livello ombelicale per l’inserimento di una telecamera, e altre due per l’inserimento degli strumenti chirurgici.
        • Identificazione dell’appendice: L’addome viene insufflato con anidride carbonica per creare spazio e visualizzare gli organi interni. Il chirurgo identifica l’appendice e la isola dal tessuto circostante.
        • Legatura e sezione: L’appendice viene legata alla base con punti di sutura o clip metalliche e quindi sezionata.
        • Rimozione: L’appendice viene estratta dall’addome attraverso una delle incisioni.
        • Chiusura: Le incisioni vengono chiuse con punti di sutura o colla chirurgica.

2. Appendicectomia a cielo aperto:

        • Anestesia: Viene somministrata anestesia generale.
        • Incisione: Viene praticata un’incisione di circa 5-10 cm nella parte inferiore destra dell’addome.
        • Identificazione dell’appendice: Il chirurgo individua l’appendice e la isola dal tessuto circostante.
        • Legatura e sezione: L’appendice viene legata alla base e sezionata.
        • Rimozione: L’appendice viene rimossa.
        • Chiusura: L’incisione viene chiusa con punti di sutura.

Applicazioni della procedura

L’appendicectomia è una procedura chirurgica comune e sicura, con un basso tasso di complicanze. I vantaggi dell’appendicectomia laparoscopica rispetto alla tecnica a cielo aperto includono:

      • Minore dolore postoperatorio
      • Ripresa più rapida
      • Migliore risultato estetico

Tuttavia, in alcuni casi, come in presenza di un’appendice perforata o di aderenze addominali, l’appendicectomia a cielo aperto potrebbe essere la scelta migliore.

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, l’appendicectomia può comportare alcune complicanze, tra cui:

      • Infezione della ferita chirurgica
      • Sanguinamento
      • Lesioni ad organi adiacenti
      • Formazione di ascessi
      • Peritonite (infiammazione del peritoneo)

Conclusioni

L’appendicectomia è una procedura chirurgica efficace per il trattamento dell’appendicite acuta. La scelta tra la tecnica laparoscopica e quella a cielo aperto dipende da diversi fattori, tra cui l’esperienza del chirurgo, le condizioni del paziente e la presenza di eventuali complicanze.

5. CHIRURGIA DEL FEGATO

Definizione

L’epatectomia è una procedura chirurgica che prevede la rimozione di una porzione del fegato. A seconda della quantità di tessuto epatico rimosso, si distinguono diverse tipologie di epatectomia:

      • Lobectomia epatica: rimozione di un intero lobo del fegato (destro o sinistro).
      • Segmentectomia epatica: rimozione di uno o più segmenti epatici.
      • Epatectomia maggiore: rimozione di più di tre segmenti epatici.
      • Epatectomia minore: rimozione di uno o due segmenti epatici.

Indicazioni della procedura

L’epatectomia viene eseguita per trattare diverse condizioni, tra cui:

      • Tumori epatici:
          • Carcinoma epatocellulare (HCC)
          • Colangiocarcinoma
          • Metastasi epatiche da altri tumori (colon, retto, polmone, mammella, etc.)
      • Lesioni benigne:
          • Adenomi epatici
          • Iperplasia nodulare focale (FNH)
          • Emangioma epatico
          • Cisti epatiche
      • Altre condizioni:
          • Ascessi epatici
          • Echinococcosi epatica
          • Traumi epatici

Descrizione della Tecnica della procedura

L’epatectomia può essere eseguita con diverse tecniche chirurgiche:

      • Laparotomia: incisione addominale tradizionale.
      • Laparoscopia: utilizzo di piccole incisioni e strumenti laparoscopici.
      • Chirurgia robotica: utilizzo di un sistema robotico per assistere il chirurgo.

Indipendentemente dalla tecnica utilizzata, la procedura generalmente prevede i seguenti passaggi:

      1. Esplorazione della cavità addominale: valutazione dell’anatomia epatica e delle lesioni.
      2. Mobilizzazione del fegato: liberazione del fegato dalle aderenze circostanti.
      3. Isolamento e legatura dei vasi sanguigni e dei dotti biliari: interruzione del flusso sanguigno e biliare alla porzione di fegato da rimuovere.
      4. Resezione epatica: rimozione della porzione di fegato interessata.
      5. Emostasi: controllo del sanguinamento.
      6. Controllo delle vie biliari: verifica dell’assenza di perdite biliari.
      7. Chiusura della cavità addominale: sutura delle incisioni.

Applicazioni della procedura

L’epatectomia è una procedura chirurgica complessa che richiede un’elevata expertise da parte del chirurgo. La scelta della tecnica chirurgica e l’estensione della resezione dipendono da diversi fattori, tra cui:

      • Dimensioni e localizzazione della lesione.
      • Funzionalità epatica del paziente.
      • Presenza di cirrosi epatica.
      • Esperienza del chirurgo.

Negli ultimi anni, grazie ai progressi nella tecnica chirurgica e nell’imaging diagnostico, l’epatectomia è diventata una procedura sempre più sicura ed efficace, con una riduzione della morbilità e della mortalità postoperatoria.

Considerazioni aggiuntive

    • L’epatectomia è controindicata in pazienti con insufficienza epatica grave o con metastasi epatiche diffuse.
    • La preparazione all’intervento prevede una valutazione preoperatoria completa, che include esami del sangue, esami di imaging (TC, RMN) e valutazione cardiopolmonare.
    • Il recupero postoperatorio varia a seconda del tipo di epatectomia eseguita e delle condizioni generali del paziente.
    • Le possibili complicanze postoperatorie includono sanguinamento, infezioni, perdite biliari e insufficienza epatica.

Definizione

Il trapianto di fegato è una procedura chirurgica che prevede la sostituzione di un fegato malato e non più funzionante con un fegato sano proveniente da un donatore. Questa procedura è considerata l’unica opzione terapeutica definitiva per i pazienti con insufficienza epatica irreversibile.

Indicazioni della procedura

Il trapianto di fegato è indicato per pazienti affetti da una varietà di malattie epatiche croniche che hanno portato a un’insufficienza epatica terminale. Le indicazioni più comuni includono:

      • Cirrosi epatica: causata da diverse eziologie, tra cui alcolismo, epatite virale cronica (B e C), steatoepatite non alcolica (NASH), malattie autoimmuni del fegato e emocromatosi.
      • Epatocarcinoma: tumore maligno del fegato, in stadio iniziale e con criteri specifici.
      • Malattie metaboliche ereditarie: come la malattia di Wilson, la deficienza di alfa-1-antitripsina e la tirosinemia.
      • Insufficienza epatica acuta fulminante: causata da intossicazione da farmaci, epatite virale acuta grave o altre cause.
      • Colangite sclerosante primitiva: malattia cronica che colpisce i dotti biliari.
      • Atresia biliare: malformazione congenita delle vie biliari.

Descrizione della Tecnica della procedura

Il trapianto di fegato è un intervento chirurgico complesso che richiede un team multidisciplinare di chirurghi, anestesisti, epatologi, infermieri e altri professionisti sanitari. La procedura può essere suddivisa in diverse fasi principali:

      1. Espianto del fegato malato: Il chirurgo pratica un’incisione addominale per accedere al fegato del ricevente. Successivamente, procede all’isolamento del fegato malato, sezionando i vasi sanguigni (arteria epatica, vena porta e vene sovraepatiche) e il dotto biliare. Il fegato malato viene quindi rimosso.
      2. Preparazione del fegato del donatore: Il fegato del donatore, proveniente da donatore deceduto o da donatore vivente, viene accuratamente preparato per l’impianto. Ciò include la valutazione della sua anatomia vascolare e biliare, il lavaggio con soluzioni di conservazione e il raffreddamento.
      3. Impianto del nuovo fegato: Il fegato del donatore viene posizionato nella cavità addominale del ricevente e vengono ricostruite le connessioni vascolari e biliari. Questa fase prevede l’anastomosi (connessione chirurgica) dell’arteria epatica, della vena porta e delle vene sovraepatiche del donatore con i corrispondenti vasi del ricevente. Infine, viene ricostruito il dotto biliare, collegando il dotto biliare del donatore con quello del ricevente o con l’intestino tenue.
      4. Rivascolarizzazione: Una volta completate le anastomosi, il flusso sanguigno viene ripristinato nel nuovo fegato. Questo momento è cruciale per la sopravvivenza dell’organo trapiantato.
      5. Chiusura dell’incisione: Dopo un’accurata emostasi (controllo del sanguinamento), l’incisione addominale viene chiusa con suture.

Applicazioni della procedura

Come accennato in precedenza, il trapianto di fegato è l’unica opzione terapeutica definitiva per l’insufficienza epatica terminale. Questa procedura ha trasformato la prognosi di molte malattie epatiche croniche, offrendo ai pazienti la possibilità di una vita normale.

Oltre alle indicazioni principali, il trapianto di fegato può essere considerato anche in casi selezionati di:

      • Tumori epatici benigni: come l’adenoma epatico e l’iperplasia nodulare focale.
      • Malattie delle vie biliari: come la colangite sclerosante primitiva e la malattia di Caroli.
      • Alcune malattie sistemiche: che coinvolgono il fegato, come l’amiloidosi e la sarcoidosi.

Considerazioni aggiuntive

    • Il trapianto di fegato è una procedura complessa con rischi significativi, tra cui rigetto, infezioni, sanguinamento e complicanze vascolari e biliari.
    • I pazienti sottoposti a trapianto di fegato richiedono un follow-up a lungo termine con un team medico specializzato per monitorare la funzione del fegato trapiantato, gestire le complicanze e ottimizzare la terapia immunosoppressiva.
    • La disponibilità di organi è un fattore limitante per il trapianto di fegato. I pazienti in attesa di trapianto vengono inseriti in una lista d’attesa nazionale, gestita dal Centro Nazionale Trapianti.
    • La ricerca nel campo del trapianto di fegato è in continua evoluzione, con l’obiettivo di migliorare le tecniche chirurgiche, ridurre le complicanze e sviluppare nuove terapie per prevenire il rigetto.

Conclusioni

Il trapianto di fegato è una procedura chirurgica complessa ma salvavita per i pazienti con insufficienza epatica terminale. Grazie ai progressi nella chirurgia, nell’immunosoppressione e nella gestione post-trapianto, la sopravvivenza a lungo termine dei pazienti trapiantati è significativamente migliorata negli ultimi decenni.

6. CHIRURGIA DELLE VIE BILIARI

Definizione

La colecistectomia è la procedura chirurgica per la rimozione della colecisti, un piccolo organo a forma di pera situato sotto il fegato che immagazzina la bile, un liquido prodotto dal fegato per aiutare la digestione dei grassi.

Indicazioni della procedura

La colecistectomia è indicata principalmente per il trattamento della colelitiasi (calcoli biliari) e delle sue complicanze, tra cui:

      • Colecistite: infiammazione della colecisti, spesso causata da un calcolo biliare che blocca il dotto cistico.
      • Coledocolitiasi: presenza di calcoli biliari nel coledoco (dotto biliare comune).
      • Pancreatite biliare: infiammazione del pancreas causata da un calcolo biliare che blocca il dotto pancreatico.
      • Colangite: infezione delle vie biliari.
      • Polipi della colecisti: escrescenze anomale nella colecisti, che in rari casi possono essere cancerose.
      • Cancro della colecisti: una condizione rara ma grave.

Descrizione della Tecnica della procedura

Colecistectomia laparoscopica:

      1. Anestesia generale: il paziente viene addormentato.
      2. Inserimento dei trocar: vengono praticate da tre a quattro piccole incisioni nell’addome, attraverso le quali vengono inseriti dei trocar, ovvero dei tubi sottili e cavi.
      3. Insufflazione di CO2: l’addome viene gonfiato con anidride carbonica per creare spazio per gli strumenti chirurgici.
      4. Inserimento del laparoscopio: un laparoscopio, ovvero un tubo sottile con una telecamera, viene inserito attraverso uno dei trocar. Le immagini della colecisti vengono visualizzate su un monitor.
      5. Dissezione e isolamento della colecisti: gli strumenti chirurgici vengono inseriti attraverso gli altri trocar per dissezionare la colecisti dai tessuti circostanti e isolare il dotto cistico e l’arteria cistica.
      6. Clipping e taglio del dotto cistico e dell’arteria cistica: il dotto cistico e l’arteria cistica vengono chiusi con delle clip e poi tagliati.
      7. Rimozione della colecisti: la colecisti viene rimossa dall’addome attraverso una delle incisioni.
      8. Controllo dell’emostasi: il chirurgo controlla attentamente che non ci siano sanguinamenti.
      9. Rimozione dei trocar e chiusura delle incisioni: i trocar vengono rimossi e le incisioni vengono chiuse con punti di sutura o con delle strisce adesive.

Colecistectomia a cielo aperto:

      1. Anestesia generale: il paziente viene addormentato.
      2. Incisione: viene praticata un’incisione di circa 10-15 cm nella parte superiore destra dell’addome, sotto le costole.
      3. Esposizione della colecisti: il chirurgo separa i muscoli e i tessuti per raggiungere la colecisti.
      4. Dissezione e isolamento della colecisti: la colecisti viene separata dai tessuti circostanti e il dotto cistico e l’arteria cistica vengono isolati.
      5. Clipping e taglio del dotto cistico e dell’arteria cistica: il dotto cistico e l’arteria cistica vengono chiusi con delle clip e poi tagliati.
      6. Rimozione della colecisti: la colecisti viene rimossa.
      7. Controllo dell’emostasi: il chirurgo controlla attentamente che non ci siano sanguinamenti.
      8. Chiusura dell’incisione: l’incisione viene chiusa a strati con punti di sutura.

Applicazioni della procedura

La colecistectomia è una procedura chirurgica molto comune, con un alto tasso di successo. La maggior parte dei pazienti si riprende completamente entro poche settimane.

Vantaggi della colecistectomia laparoscopica rispetto alla colecistectomia a cielo aperto:

        • Meno dolore postoperatorio.
        • Recupero più rapido.
        • Minori cicatrici.
        • Minor rischio di complicanze, come infezioni e sanguinamento.

Svantaggi della colecistectomia laparoscopica:

        • Maggiore difficoltà tecnica in alcuni casi.
        • Maggiore rischio di lesioni agli organi adiacenti.
        • Possibile necessità di conversione alla colecistectomia a cielo aperto in caso di difficoltà.

Complicanze della colecistectomia:

Le complicanze della colecistectomia sono rare, ma possono includere:

        • Sanguinamento.
        • Infezione.
        • Lesioni agli organi adiacenti, come il coledoco, il fegato o l’intestino.
        • Formazione di fistole biliari.
        • Stenosi biliare.

Definizione

L’esplorazione delle vie biliari è una procedura chirurgica che consente di visualizzare l’interno dei dotti biliari (coledoco, dotto cistico, dotti epatici) per diagnosticare e trattare diverse patologie. Questa procedura può essere eseguita con diverse tecniche, tra cui:

      • Colangiografia intraoperatoria: Iniezione di un mezzo di contrasto radiopaco direttamente nei dotti biliari durante un intervento chirurgico, solitamente una colecistectomia. Permette di visualizzare la struttura anatomica delle vie biliari e identificare eventuali calcoli o stenosi.
      • Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP): Procedura endoscopica che combina l’endoscopia digestiva alta con la fluoroscopia. Un endoscopio viene introdotto attraverso la bocca, l’esofago e lo stomaco fino a raggiungere il duodeno. Attraverso l’endoscopio, viene inserito un catetere nel coledoco e iniettato un mezzo di contrasto per visualizzare le vie biliari. L’ERCP permette non solo la diagnosi ma anche il trattamento di alcune patologie, come la rimozione di calcoli o il posizionamento di stent.
      • Colangiografia trans-epatica percutanea (PTC): Procedura radiologica in cui un ago sottile viene inserito attraverso la pelle e il fegato fino a raggiungere un dotto biliare. Viene quindi iniettato un mezzo di contrasto per visualizzare le vie biliari. Questa tecnica è utilizzata principalmente quando l’ERCP non è possibile o ha fallito.

Indicazioni della procedura

L’esplorazione delle vie biliari è indicata in presenza di:

      • Sospetta calcolosi della via biliare principale: Ittero, dolore addominale, febbre, aumento degli enzimi epatici.
      • Stenosi biliare: Restringimento del coledoco, che può essere causato da tumori, infiammazioni o traumi.
      • Colangite: Infiammazione delle vie biliari, spesso causata da un’ostruzione.
      • Lesioni iatrogene: Danni alle vie biliari causati da interventi chirurgici o procedure endoscopiche.
      • Valutazione preoperatoria: Prima di interventi chirurgici al fegato o al pancreas.

Descrizione della Tecnica della procedura

La tecnica utilizzata per l’esplorazione delle vie biliari varia a seconda della procedura specifica (colangiografia intraoperatoria, ERCP, PTC).

Colangiografia intraoperatoria:

        1. Durante una colecistectomia, il chirurgo espone il dotto cistico.
        2. Un piccolo catetere viene inserito nel dotto cistico e fissato con un punto di sutura.
        3. Viene iniettato un mezzo di contrasto radiopaco attraverso il catetere.
        4. Vengono acquisite immagini radiografiche per visualizzare le vie biliari.

ERCP:

        1. Il paziente viene sedato e un endoscopio viene introdotto attraverso la bocca fino al duodeno.
        2. Viene identificata la papilla di Vater (sbocco del coledoco nel duodeno).
        3. Un catetere viene inserito attraverso l’endoscopio e la papilla di Vater, fino al coledoco.
        4. Viene iniettato un mezzo di contrasto e acquisite immagini fluoroscopiche.
        5. Se necessario, possono essere eseguite procedure terapeutiche come la rimozione di calcoli o il posizionamento di stent.

PTC:

        1. Il paziente viene sottoposto ad anestesia locale.
        2. Un ago sottile viene inserito attraverso la pelle e il fegato, sotto guida ecografica o fluoroscopica, fino a raggiungere un dotto biliare.
        3. Viene iniettato un mezzo di contrasto e acquisite immagini radiografiche.
        4. Se necessario, può essere posizionato un drenaggio biliare percutaneo.

Applicazioni della procedura

Oltre alla diagnosi delle patologie sopra elencate, l’esplorazione delle vie biliari permette anche di:

      • Eseguire biopsie: Prelevare campioni di tessuto per l’analisi istologica.
      • Posizionare stent: Dispositivi tubolari che mantengono aperto un dotto biliare ostruito.
      • Drenare raccolte fluide: Ascessi o pseudocisti pancreatiche.
      • Somministrare farmaci: Direttamente nelle vie biliari.

Complicanze

Come ogni procedura medica, l’esplorazione delle vie biliari può comportare alcune complicanze, tra cui:

      • Pancreatite: Infiammazione del pancreas.
      • Colangite: Infiammazione delle vie biliari.
      • Emorragia: Sanguinamento.
      • Perforazione: Lesione di un organo.
      • Reazioni allergiche al mezzo di contrasto.

Conclusioni

L’esplorazione delle vie biliari è una procedura fondamentale per la diagnosi e il trattamento di diverse patologie che colpiscono i dotti biliari.

Definizione

La coledocotomia è una procedura chirurgica che prevede l’incisione del coledoco, il dotto biliare comune che trasporta la bile dalla cistifellea e dal fegato all’intestino tenue. Questa procedura viene eseguita principalmente per rimuovere i calcoli biliari che si sono depositati nel coledoco (coledocolitiasi), ma può anche essere utilizzata per trattare altre condizioni come stenosi, tumori o lesioni del coledoco.

Indicazioni della procedura

Le principali indicazioni per la coledocotomia includono:

      • Coledocolitiasi: Presenza di calcoli biliari nel coledoco, che possono causare dolore, ittero, colangite (infezione delle vie biliari) o pancreatite.
      • Stenosi del coledoco: Restringimento del coledoco, che può essere causato da infiammazione, cicatrici o tumori.
      • Tumori del coledoco: Neoplasie che interessano il coledoco, benigne o maligne.
      • Lesioni del coledoco: Danni al coledoco causati da traumi o interventi chirurgici precedenti.

Descrizione della Tecnica della procedura

La coledocotomia può essere eseguita con diverse tecniche chirurgiche, tra cui la laparotomia (chirurgia a cielo aperto) e la laparoscopia (chirurgia mini-invasiva). I passaggi generali della procedura includono:

      1. Accesso al coledoco: Il chirurgo accede al coledoco attraverso un’incisione nell’addome (laparotomia) o attraverso piccole incisioni e l’utilizzo di strumenti laparoscopici.
      2. Isolamento e incisione del coledoco: Il coledoco viene accuratamente isolato dalle strutture circostanti e viene praticata un’incisione longitudinale o trasversale.
      3. Esplorazione del coledoco: Il chirurgo esplora il coledoco con strumenti dedicati (es. cestello di Dormia, coledocoscopio) per identificare e rimuovere eventuali calcoli o altre ostruzioni.
      4. Rimozione dei calcoli o trattamento della patologia: I calcoli biliari vengono rimossi con appositi strumenti. Nel caso di stenosi, tumori o lesioni, il chirurgo può eseguire procedure aggiuntive come la dilatazione del coledoco, la resezione della porzione interessata o la ricostruzione del dotto.
      5. Chiusura del coledoco: L’incisione nel coledoco viene chiusa con suture. In alcuni casi, può essere posizionato un drenaggio temporaneo (tubo di Kehr) per consentire il deflusso della bile.
      6. Chiusura della parete addominale: L’incisione addominale viene chiusa con suture o graffette chirurgiche.

Applicazioni della procedura

La coledocotomia è una procedura chirurgica consolidata per il trattamento di diverse patologie del coledoco. Le principali applicazioni includono:

      • Rimozione dei calcoli biliari: La coledocotomia è il trattamento di scelta per la rimozione dei calcoli biliari che non possono essere trattati con la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (CPRE).
      • Trattamento delle stenosi del coledoco: La coledocotomia può essere utilizzata per dilatare o ricostruire il coledoco in caso di stenosi.
      • Rimozione dei tumori del coledoco: La coledocotomia può essere eseguita per rimuovere tumori benigni o maligni del coledoco.
      • Riparazione delle lesioni del coledoco: La coledocotomia può essere utilizzata per riparare lesioni del coledoco causate da traumi o interventi chirurgici precedenti.

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, la coledocotomia può comportare alcune complicanze, tra cui:

      • Infezioni
      • Sanguinamento
      • Lesioni a organi adiacenti (es. duodeno, pancreas)
      • Stenosi del coledoco
      • Fistola biliare
      • Pancreatite

Definizione

La sfinterotomia endoscopica è una procedura mini-invasiva eseguita in gastroenterologia per trattare stenosi (restringimenti) o disfunzioni dello sfintere di Oddi. Lo sfintere di Oddi è una valvola muscolare che controlla il flusso di bile e succo pancreatico nel duodeno. La procedura prevede l’incisione dello sfintere mediante un endoscopio, un tubo sottile e flessibile dotato di una telecamera e di strumenti chirurgici.

Indicazioni della Procedura

La sfinterotomia endoscopica è indicata nei seguenti casi:

      • Disfunzione dello sfintere di Oddi: Questa condizione si verifica quando lo sfintere di Oddi non si rilassa correttamente, causando dolore addominale, nausea e vomito. La disfunzione può essere diagnosticata mediante manometria dello sfintere di Oddi, un test che misura la pressione all’interno dello sfintere.
      • Stenosi dello sfintere di Oddi: Un restringimento dello sfintere di Oddi può ostacolare il flusso di bile e succo pancreatico, causando dolore, ittero e pancreatite. La stenosi può essere causata da calcoli biliari, infiammazione cronica o interventi chirurgici precedenti.
      • Calcoli nel coledoco: La sfinterotomia endoscopica può essere utilizzata per rimuovere i calcoli biliari che si sono depositati nel coledoco, il dotto che trasporta la bile dalla cistifellea all’intestino.

Descrizione della Tecnica della Procedura

    1. Sedazione: Il paziente viene sedato per garantire il comfort durante la procedura.
    2. Inserimento dell’endoscopio: L’endoscopio viene inserito attraverso la bocca, l’esofago e lo stomaco fino a raggiungere il duodeno.
    3. Visualizzazione dello sfintere di Oddi: La telecamera sull’endoscopio consente al medico di visualizzare lo sfintere di Oddi.
    4. Canulazione del dotto: Un sottile catetere viene inserito attraverso l’endoscopio e fatto avanzare nel dotto biliare o pancreatico.
    5. Sfinterotomia: Un piccolo coltello o un filo elettrico viene fatto passare attraverso il catetere per incidere lo sfintere.
    6. Rimozione dei calcoli (se presenti): Se sono presenti calcoli, vengono rimossi utilizzando un cestino o una pinza.
    7. Controllo dell’emostasi: Il medico controlla attentamente la presenza di sanguinamento.

Applicazioni della Procedura

    • Trattamento della disfunzione dello sfintere di Oddi: La sfinterotomia endoscopica può alleviare i sintomi della disfunzione dello sfintere di Oddi, come dolore addominale, nausea e vomito.
    • Rimozione dei calcoli biliari: La procedura è efficace nella rimozione dei calcoli biliari dal coledoco.
    • Trattamento della pancreatite acuta: In alcuni casi, la sfinterotomia endoscopica può essere utilizzata per trattare la pancreatite acuta causata da calcoli biliari.
    • Palliazione del cancro del pancreas: Nei pazienti con cancro del pancreas inoperabile, la sfinterotomia endoscopica può alleviare l’ostruzione del dotto biliare e migliorare la qualità della vita.

Complicazioni

Sebbene generalmente sicura, la sfinterotomia endoscopica può comportare alcune complicazioni, tra cui:

      • Pancreatite
      • Sanguinamento
      • Perforazione
      • Infezione

9. CHIRURGIA PER L’OBESITA’

Definizione

Il bypass gastrico è una procedura chirurgica bariatrica che induce la perdita di peso riducendo le dimensioni dello stomaco e bypassando una parte dell’intestino tenue. Questo porta ad una diminuzione dell’assunzione di cibo e ad un ridotto assorbimento di calorie e nutrienti.

Esistono due principali tipi di bypass gastrico:

      • Bypass gastrico Roux-en-Y: È la tecnica più comune. Viene creata una piccola tasca gastrica che viene collegata direttamente all’intestino tenue, bypassando il duodeno e parte del digiuno.
      • Bypass gastrico ad ansa singola (OAGB/MGB): È una procedura più recente e meno invasiva. Una parte dello stomaco viene “esclusa” dal transito alimentare e un’ansa intestinale viene anastomizzata direttamente alla tasca gastrica.

Indicazioni della Procedura

Il bypass gastrico è indicato per pazienti con:

      • Obesità grave (IMC ≥ 40 kg/m²)
      • Obesità moderata (IMC ≥ 35 kg/m²) con comorbidità significative (diabete di tipo 2, ipertensione, apnea ostruttiva del sonno, dislipidemia, malattie cardiovascolari)
      • Fallimento di precedenti tentativi di perdita di peso con metodi non chirurgici

Controindicazioni:

      • Dipendenza da alcol o droghe
      • Disturbi psichiatrici non controllati
      • Gravidanza
      • Malattie infiammatorie intestinali
      • Condizioni mediche che aumentano il rischio chirurgico

Descrizione della Tecnica della Procedura

La procedura viene generalmente eseguita in laparoscopia, con piccole incisioni nell’addome.

  1. Creazione della tasca gastrica: Viene creata una piccola tasca gastrica (circa 30 ml) nella parte superiore dello stomaco utilizzando una suturatrice o una pinzatrice.
  2. Divisione dell’intestino tenue: L’intestino tenue viene diviso in due segmenti.
  3. Creazione dell’ansa alimentare: Un segmento dell’intestino tenue (digiuno) viene collegato alla tasca gastrica.
  4. Creazione dell’ansa biliopancreatica: L’altro segmento dell’intestino tenue viene collegato al digiuno, a circa 75-150 cm dalla tasca gastrica, per consentire ai succhi digestivi di mescolarsi al cibo.

Applicazioni della Procedura:

Il bypass gastrico è una procedura efficace per la perdita di peso a lungo termine e per il miglioramento o la risoluzione di comorbidità associate all’obesità, tra cui:

      • Diabete di tipo 2
      • Ipertensione
      • Apnea ostruttiva del sonno
      • Dislipidemia
      • Malattie cardiovascolari
      • Steatosi epatica non alcolica
      • Sindrome dell’ovaio policistico
      • Infertilità
      • Alcuni tipi di cancro

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, il bypass gastrico comporta alcuni rischi, tra cui:

      • Sanguinamento
      • Infezione
      • Trombosi venosa profonda
      • Embolia polmonare
      • Perdite anastomotiche
      • Stenosi
      • Ulcere
      • Dumping syndrome
      • Carenze nutrizionali (ferro, calcio, vitamina B12)

Follow-up

Dopo l’intervento, è fondamentale un follow-up a lungo termine con il chirurgo e un team multidisciplinare (dietista, psicologo) per monitorare la perdita di peso, gestire le complicanze e prevenire le carenze nutrizionali.

Definizione

Il bendaggio gastrico regolabile (Adjustable Gastric Banding – AGB) è una procedura chirurgica restrittiva utilizzata per il trattamento dell’obesità. Consiste nel posizionamento di un anello di silicone regolabile attorno alla parte superiore dello stomaco, creando una piccola tasca gastrica che limita la quantità di cibo che può essere ingerita in una volta e rallenta il suo passaggio nel resto dello stomaco. Questo induce un senso di sazietà precoce e prolungato, aiutando il paziente a perdere peso.

Indicazioni della Procedura

Il bendaggio gastrico regolabile è indicato per pazienti con:

      • Indice di Massa Corporea (IMC) ≥ 40 kg/m², oppure
      • IMC ≥ 35 kg/m² in presenza di comorbidità significative legate all’obesità (diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa, apnea ostruttiva del sonno, dislipidemia, malattie cardiovascolari, osteoartrite).
      • Fallite terapie conservative per la perdita di peso (dieta, esercizio fisico, terapia farmacologica).
      • Età compresa tra 18 e 65 anni.
      • Adeguata comprensione della procedura e impegno a seguire le indicazioni post-operatorie (modifiche dello stile di vita, follow-up regolari).

Controindicazioni:

      • Gravidanza
      • Malattie infiammatorie croniche intestinali
      • Precedenti interventi chirurgici sullo stomaco
      • Disturbi psichiatrici non controllati
      • Dipendenza da alcol o droghe

Tecnica della Procedura

L’intervento viene eseguito in laparoscopia, una tecnica chirurgica mini-invasiva che prevede l’inserimento di strumenti chirurgici e di una telecamera attraverso piccole incisioni nell’addome.

Descrizione per gradi:

      1. Anestesia generale: Il paziente viene anestetizzato.
      2. Accesso laparoscopico: Vengono praticate da 3 a 5 piccole incisioni (5-10 mm) nell’addome.
      3. Inserimento degli strumenti: Attraverso le incisioni vengono introdotti gli strumenti chirurgici e una telecamera.
      4. Creazione dello spazio: Viene creato uno spazio di lavoro attorno allo stomaco insufflando anidride carbonica nell’addome.
      5. Posizionamento del bendaggio: Il bendaggio gastrico viene posizionato attorno alla parte superiore dello stomaco, creando una piccola tasca.
      6. Fissaggio del bendaggio: Il bendaggio viene fissato alla parete dello stomaco con punti di sutura non riassorbibili.
      7. Connessione al reservoir: Il bendaggio è collegato ad un piccolo reservoir (serbatoio) posizionato sottocute, nella parete addominale.
      8. Chiusura delle incisioni: Le incisioni vengono chiuse con punti di sutura o colla chirurgica.

Applicazioni della Procedura

    • Perdita di peso: Il bendaggio gastrico regolabile aiuta i pazienti a perdere una quantità significativa di peso, in media dal 40% al 60% del peso in eccesso.
    • Miglioramento delle comorbidità: La perdita di peso indotta dal bendaggio gastrico può portare ad un miglioramento o alla remissione di diverse comorbidità legate all’obesità, come il diabete di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, l’apnea ostruttiva del sonno e le malattie cardiovascolari.
    • Miglioramento della qualità di vita: La perdita di peso e il miglioramento delle condizioni di salute possono portare ad un aumento dell’autostima, della mobilità e della qualità di vita in generale.

Regolazione del Bendaggio

Il bendaggio gastrico è regolabile, il che significa che la sua stretta può essere modificata iniettando o rimuovendo soluzione salina dal reservoir sottocutaneo. Questo permette di personalizzare l’intervento in base alle esigenze del singolo paziente e di ottimizzare la perdita di peso. Le regolazioni vengono effettuate in ambulatorio, senza bisogno di ulteriori interventi chirurgici.

Follow-up

Dopo l’intervento, è fondamentale un follow-up regolare con il chirurgo e il team multidisciplinare (dietista, psicologo) per monitorare la perdita di peso, gestire eventuali complicanze e fornire supporto al paziente nel suo percorso di cambiamento dello stile di vita.

Complicanze

Come ogni intervento chirurgico, il bendaggio gastrico regolabile comporta dei rischi, tra cui:

      • Complicanze intraoperatorie: emorragia, lesioni agli organi adiacenti.
      • Complicanze postoperatorie: infezione, nausea, vomito, disfagia (difficoltà a deglutire), erosione del bendaggio nello stomaco, scivolamento del bendaggio.