Le varici degli arti inferiori, chiamate anche vene varicose, sono vene dilatate, allargate e tortuose che si manifestano principalmente nelle gambe.
Si tratta di un problema comune, soprattutto nelle donne e nelle persone anziane.
Come si manifestano?
Le varici degli arti inferiori si manifestano in diversi modi, a seconda della gravità e della progressione della condizione.
Sintomi iniziali:
- – Sensazione di pesantezza e stanchezza alle gambe: Questo è spesso il primo sintomo notato, soprattutto dopo essere stati in piedi o seduti per lunghi periodi.
- – Dolore: Può essere descritto come un dolore sordo, un bruciore o un crampo muscolare, in particolare al polpaccio.
- – Prurito e formicolio: Intorno alle vene varicose, a causa dell’infiammazione locale.
- – Gonfiore: Soprattutto a livello delle caviglie e dei piedi, che tende a peggiorare nel corso della giornata.
- – Crampi notturni: Spesso dolorosi e improvvisi, possono disturbare il sonno.
Sintomi più evidenti:
- – Vene visibili: Le vene diventano visibili sotto la pelle, apparendo come cordoni tortuosi e di colore bluastro o violaceo.
- – Cambiamenti della pelle: La pelle sopra le varici può diventare secca, sottile, lucida o scolorita. Possono comparire anche macchie scure o rossastre.
- – Eczema varicoso: Infiammazione della pelle con arrossamento, prurito e desquamazione.
- – Ulcere venose: Lesioni cutanee aperte e dolorose, che si sviluppano a causa della cattiva circolazione e della fragilità della pelle.
Complicanze:
- – Tromboflebite superficiale: Infiammazione e formazione di un coagulo di sangue in una vena superficiale.
- – Sanguinamento: Le varici possono rompersi e sanguinare, soprattutto se sottoposte a trauma.
- – Edema cronico: Gonfiore persistente delle gambe che può portare a cambiamenti della pelle e ulcere.
Segni meno comuni:
- – Lipodermatosclerosi: Indurimento e retrazione della pelle intorno alle caviglie, che può limitare la mobilità.
- – Atrophie blanche: Macchie bianche e cicatriziali sulla pelle, spesso associate a ulcere.
Quali sono le cause?
Le varici degli arti inferiori sono causate principalmente da un malfunzionamento delle valvole venose, piccole strutture presenti all’interno delle vene che permettono al sangue di fluire verso il cuore e impediscono il reflusso verso il basso. Quando queste valvole non funzionano correttamente, il sangue tende a ristagnare nelle vene, aumentando la pressione e causando la dilatazione e la deformazione delle pareti venose.
Diversi fattori possono contribuire allo sviluppo delle varici, tra cui:
Fattori di rischio non modificabili:
- – Predisposizione genetica: La familiarità per le varici è un fattore di rischio importante. Se altri membri della famiglia hanno o hanno avuto varici, è più probabile svilupparle.
- – Età: L’invecchiamento causa un naturale indebolimento delle pareti venose e delle valvole, aumentando il rischio di varici.
- – Sesso: Le donne sono più colpite degli uomini, probabilmente a causa dei cambiamenti ormonali durante la gravidanza e la menopausa.
Fattori di rischio modificabili:
- – Gravidanza: L’aumento del volume sanguigno e la pressione sull’addome durante la gravidanza possono favorire la comparsa di varici.
- – Obesità: L’eccesso di peso aumenta la pressione sulle vene delle gambe, rendendole più suscettibili alla formazione di varici.
- – Stile di vita sedentario: Stare seduti o in piedi per lunghi periodi può ostacolare il ritorno venoso e favorire la comparsa di varici.
- – Lavoro che richiede prolungata stazione eretta: Alcune professioni, come parrucchieri, commessi o infermieri, possono aumentare il rischio di varici a causa della prolungata stazione eretta.
- – Abbigliamento stretto: Indossare abiti o calze troppo strette può ostacolare la circolazione sanguigna e contribuire allo sviluppo di varici.
- – Stitichezza cronica: Lo sforzo durante l’evacuazione può aumentare la pressione addominale e ostacolare il ritorno venoso dalle gambe.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi delle varici degli arti inferiori si basa su una combinazione di valutazione clinica ed esami strumentali.
Valutazione clinica:
Il medico inizia con un’accurata anamnesi, raccogliendo informazioni sulla storia clinica del paziente, sui sintomi presenti, sui fattori di rischio e sull’eventuale familiarità per le varici.
Segue un esame obiettivo, durante il quale il medico osserva attentamente le gambe del paziente in posizione eretta e sdraiata, valutando:
- – Aspetto delle vene: Presenza di vene dilatate, tortuose e sporgenti.
- – Colorazione della pelle: Cambiamenti di colore, come macchie scure o rossastre.
- – Presenza di edema: Gonfiore alle caviglie e ai piedi.
- – Segni di complicanze: Ulcere, eczema varicoso, indurimento della pelle.
Esami strumentali:
L’esame strumentale principale per la diagnosi delle varici è l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori. Questo esame non invasivo utilizza gli ultrasuoni per visualizzare le vene e valutare il flusso sanguigno. L’ecocolordoppler permette di:
- – Confermare la presenza di varici: Identificando le vene dilatate e valutando il loro diametro.
- – Valutare la funzionalità delle valvole venose: Verificando la presenza di reflusso venoso, cioè il flusso di sangue in direzione opposta a quella normale.
- – Individuare eventuali trombi: Coaguli di sangue all’interno delle vene.
- – Valutare la circolazione venosa profonda: Escludendo la presenza di trombosi venosa profonda, una condizione più grave che richiede un trattamento diverso.
Altri esami (meno comuni):
- – Fleboscintigrafia: Un esame nucleare che utilizza un tracciante radioattivo per visualizzare il flusso sanguigno nelle vene.
- – Angiografia: Un esame radiologico invasivo che utilizza un mezzo di contrasto per visualizzare le vene.
Diagnosi differenziale:
Il medico dovrà escludere altre condizioni che possono causare sintomi simili alle varici, come l’insufficienza arteriosa, la trombosi venosa profonda o la linfedema.
Importanza della diagnosi:
Una diagnosi accurata e tempestiva delle varici è fondamentale per impostare un trattamento adeguato e prevenire le complicanze. Se non trattate, le varici possono peggiorare nel tempo e causare problemi più seri, come ulcere, sanguinamento o trombosi venosa profonda.
Quali sono le terapie?
Le terapie per le varici degli arti inferiori variano a seconda della gravità della condizione, delle preferenze del paziente e della presenza di eventuali complicanze. Le opzioni terapeutiche possono essere suddivise in:
Misure conservative:
- – Cambiamenti dello stile di vita:
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- Perdita di peso, se necessario.
- Attività fisica regolare: Camminare, nuotare o andare in bicicletta favorisce la circolazione sanguigna.
- Evitare di stare seduti o in piedi per lunghi periodi: Fare pause frequenti per muoversi e alzare le gambe.
- Elevare le gambe: Soprattutto a riposo, per favorire il ritorno venoso.
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- – Calze a compressione graduata: Esercitano una pressione graduata sulla gamba, migliorando il ritorno venoso e riducendo il gonfiore.
Terapie farmacologiche:
- – Farmaci flebotonici: Migliorano il tono venoso e la circolazione.
- – Farmaci anti-infiammatori: Riducono l’infiammazione e il dolore.
Terapie mini-invasive:
- – Scleroterapia: Iniezione di una soluzione sclerosante all’interno delle vene varicose, che causa la loro chiusura e il riassorbimento da parte dell’organismo.
- – Termoablazione endovascolare: Utilizza energia termica (laser o radiofrequenza) per chiudere le vene varicose dall’interno.
- – Cianoacrilato: Una colla medica viene iniettata nella vena per chiuderla.
- – Flebectomia ambulatoriale: Rimozione di piccole varici attraverso minuscole incisioni.
Chirurgia:
- – Stripping venoso: Rimozione chirurgica della vena safena, la vena principale della gamba.
- – Legatura e stripping: Rimozione della vena safena e delle sue collaterali.
- – Chirurgia CHIVA: Tecnica chirurgica che mira a preservare la vena safena, intervenendo solo sulle vene perforanti incontinenti.
Scelta della terapia:
La scelta della terapia più appropriata dipende da diversi fattori, tra cui:
- – Gravità delle varici: Le misure conservative e la terapia farmacologica sono indicate per le varici lievi o moderate. Le terapie mini-invasive e la chirurgia sono riservate ai casi più gravi o quando le altre terapie non sono efficaci.
- – Preferenze del paziente: Alcuni pazienti preferiscono evitare la chirurgia e optare per terapie meno invasive.
- – Presenza di complicanze: Le ulcere venose o la tromboflebite superficiale possono richiedere trattamenti specifici.