I miomi uterini, chiamati anche fibromi uterini o leiomiomi, sono tumori benigni che si sviluppano nell’utero.
Questi tumori sono composti da tessuto muscolare e connettivo liscio e variano in dimensioni, da piccoli come un seme fino a grandi come un melone.
Frequenza
I miomi uterini sono molto comuni, colpendo circa il 70% delle donne in età fertile. La loro incidenza aumenta con l’età, con un picco tra i 30 e i 40 anni.
Come si manifesta?
I miomi uterini possono non causare alcun sintomo e spesso vengono scoperti casualmente durante un esame pelvico di routine. Tuttavia, in alcuni casi, possono causare:
- – Mestruazioni abbondanti o prolungate (menorragia): Questo è il sintomo più comune. Le perdite mestruali abbondanti possono portare a:
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- Anemia, con sintomi come stanchezza, affanno e pallore.
- Frequente bisogno di cambiare gli assorbenti.
- Disagio e interferenza con le attività quotidiane.
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- – Dolore mestruale intenso (dismenorrea): I crampi possono essere forti e persistenti, interferendo con le normali attività.
- – Stipsi: I miomi ingrossati possono premere sul retto, causando difficoltà nella defecazione.
- – Dolore pelvico o alla schiena: I miomi ingrossati possono causare dolore o fastidio nella parte inferiore dell’addome o alla schiena, che può essere costante o intermittente.
- – Frequente minzione: I miomi ingrossati possono premere sulla vescica, causando una maggiore frequenza urinaria e, in alcuni casi, incontinenza urinaria.
- – Problemi di fertilità: In alcuni casi, i miomi possono interferire con l’impianto dell’embrione o la crescita del feto, causando difficoltà di concepimento o aborti spontanei.
- – Sensazione di pienezza o gonfiore addominale: I miomi ingrossati possono causare una sensazione di pressione o pesantezza nell’addome inferiore, simile a una gravidanza.
- – Aumento della circonferenza addominale: In alcuni casi, la crescita dei miomi può causare un aumento visibile della pancia.
Quali sono le cause?
Le cause precise dei miomi uterini non sono completamente chiare, ma diversi fattori possono aumentare il rischio di svilupparli.
Fattori di rischio:
- – Età: Il rischio aumenta con l’età fertile, raggiungendo il picco tra i 30 e i 40 anni.
- – Fattori genetici: Se la madre o altri membri della famiglia hanno avuto miomi, il rischio aumenta.
- – Obesità: Le donne obese hanno un rischio maggiore rispetto alle donne con un peso corporeo sano.
- – Mancanza di gravidanze: Le donne che non hanno mai avuto gravidanze o che hanno avuto il primo figlio dopo i 30 anni hanno un rischio maggiore.
- – Terapia ormonale: L’uso prolungato della pillola anticoncezionale o della terapia ormonale sostitutiva (TOS) a base di estrogeni e progesterone può aumentare leggermente il rischio.
Ipotesi sulle cause:
Sebbene le cause precise non siano note, diverse teorie ipotizzano il coinvolgimento di vari meccanismi:
- – Fattori ormonali: Gli estrogeni e il progesterone, ormoni sessuali femminili, sembrano svolgere un ruolo nella crescita e nello sviluppo dei miomi. Livelli elevati di estrogeni o una sensibilità eccessiva agli estrogeni da parte delle cellule uterine possono favorire la formazione dei miomi.
- – Fattori di crescita: Alcune proteine, chiamate fattori di crescita, possono stimolare la proliferazione delle cellule uterine e la formazione dei miomi.
- – Cellule staminali: Si ipotizza che le cellule staminali presenti nell’utero possano trasformarsi in cellule muscolari lisce e dare origine ai miomi.
- – Anomalie genetiche: Mutazioni genetiche in alcune cellule uterine potrebbero aumentare la suscettibilità ai miomi.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi di un mioma uterino si basa su un’anamnesi accurata, un esame fisico e l’utilizzo di diverse metodiche diagnostiche. Ecco le principali fasi del processo diagnostico:
1. Anamnesi e valutazione dei sintomi:
Il medico raccoglierà informazioni sulla storia medica della paziente, inclusi i cicli mestruali, eventuali gravidanze, parti, assunzione di farmaci, allergie e storia familiare di miomi.
2. Esame pelvico:
Durante l’esame pelvico, il medico inserirà delicatamente le dita nella vagina e contemporaneamente premerà sull’addome inferiore per palpare l’utero e le ovaie. I miomi, se ingrossati, possono essere percepiti come masse dure e tondeggianti nell’utero.
3. Ecografia pelvica:
L’ecografia pelvica è la metodica diagnostica più comunemente utilizzata per confermare la presenza, la dimensione, la posizione e la struttura dei miomi. Può essere eseguita transaddominale, utilizzando una sonda che viene appoggiata sulla pancia, o transvaginale, utilizzando una sonda sottile che viene inserita nella vagina.
4. Risonanza Magnetica (RM) pelvica:
In alcuni casi, la RM pelvica può essere utile per ottenere un’immagine più dettagliata dei miomi, soprattutto se sono situati in posizioni difficili da visualizzare con l’ecografia. La RM può anche fornire informazioni sulla vascolarizzazione dei miomi e identificare eventuali anomalie associate.
5. Ecografia transvaginale:
In alcuni casi specifici, il medico può utilizzare un’ecografia transvaginale ad alta risoluzione per ottenere un’immagine ancora più dettagliata dei miomi, soprattutto se sono di piccole dimensioni o situati vicino alla mucosa uterina.
6. Esami di laboratorio:
In rari casi, il medico può richiedere esami di laboratorio per escludere altre cause di sanguinamento uterino anomalo o per valutare eventuali alterazioni ormonali associate ai miomi.
Quali sono le terapie?
Le terapie per il mioma uterino variano in base alle dimensioni, alla posizione, ai sintomi e ai desideri riproduttivi della donna.
Ecco le principali opzioni terapeutiche:
1. Monitoraggio:
Se i miomi sono piccoli, asintomatici e non causano problemi di fertilità, il medico potrebbe consigliare di monitorarli nel tempo con regolari esami pelvici ed ecografie per valutare la loro crescita o eventuali cambiamenti.
2. Farmaci:
- – Farmaci antidolorifici: Farmaci da banco come l’ibuprofene o il paracetamolo possono aiutare a ridurre il dolore mestruale associato ai miomi.
- – Terapia ormonale: I farmaci che riducono i livelli di estrogeni e progesterone, come i contraccettivi orali, il Danazolo o il GnRH agonisti, possono aiutare a ridurre la dimensione dei miomi e alleviare i sintomi come il sanguinamento abbondante.
- – Farmaci anti-anemici: In caso di anemia causata da sanguinamenti mestruali abbondanti, il medico può prescrivere farmaci ferrosi per aumentare i livelli di ferro nel sangue.
3. Interventi chirurgici:
- – Miomectomia: Questa procedura chirurgica mira a rimuovere i miomi conservando l’utero. Può essere eseguita per via laparoscopica (piccole incisioni addominali), laparotomica (un’incisione più ampia addominale) o isteroscopica (attraverso la vagina).
- – Embolizzazione dei miomi: Una procedura minimamente invasiva che blocca il flusso sanguigno ai miomi, causando la loro rimpicciolimento o scomparsa.
- – Isterectomia: Questo intervento chirurgico consiste nella rimozione dell’utero, considerato un’ultima risorsa in casi di miomi sintomatici gravi che non rispondono ad altri trattamenti o in presenza di altri problemi ginecologici.
La scelta del trattamento più appropriato dipende da diversi fattori, tra cui:
- – Sintomi: La gravità dei sintomi, come dolore, sanguinamento abbondante o problemi di fertilità, influenza la scelta del trattamento.
- – Dimensioni e posizione dei miomi: Miomi di grandi dimensioni o situati in posizioni difficili da raggiungere possono richiedere interventi chirurgici.
- – Desiderio di avere figli: Se la donna desidera avere figli in futuro, la miomectomia conservativa può essere l’opzione migliore.
- – Età e salute generale: L’età e la salute generale della donna influenzano la scelta del trattamento e i rischi associati.