Le anemie emolitiche immuni (AEI) sono un gruppo di malattie rare del sangue caratterizzate dalla distruzione prematura dei globuli rossi (eritrociti) causata da una risposta immunitaria anomala.
Al contrario di quanto avviene nelle anemie emolitiche congenite, dove la fragilità dei globuli rossi è dovuta a difetti intrinseci della loro struttura o funzione, nelle AEI i globuli rossi sani vengono erroneamente riconosciuti come “nemici” dal sistema immunitario e attaccati. Questo attacco porta alla rottura prematura dei globuli rossi (emolisi), causando una diminuzione del numero di globuli rossi circolanti e i conseguenti sintomi di anemia.
Esistono due categorie principali di anemie emolitiche immuni:
- – Anemie emolitiche autoimmuni: In questo tipo di AEI, gli anticorpi prodotti dal proprio sistema immunitario attaccano i globuli rossi. Le cause di questo malfunzionamento del sistema immunitario non sono completamente comprese, ma possono essere associate a fattori genetici, infezioni o malattie autoimmuni.
- – Anemie emolitiche alloimmuni: In questo tipo di AEI, gli anticorpi sono prodotti contro globuli rossi non compatibili con il proprio gruppo sanguigno. Questo può verificarsi in diverse situazioni, come:
- Trasfusioni di sangue o trapianto di midollo osseo con sangue non compatibile.
- Incompatibilità tra madre e feto nel gruppo sanguigno o nel fattore Rh (malattia emolitica del neonato).
Come si manifestano?
Le anemie emolitiche immuni (AEI) si manifestano con una serie di sintomi che variano in gravità e dipendono dalla rapidità e dalla severità della distruzione dei globuli rossi.
I sintomi più comuni includono:
- – Anemia: Si manifesta con pallore, affaticamento, fiato corto, tachicardia e debolezza muscolare. Questi sintomi sono causati dalla riduzione del numero di globuli rossi circolanti, che non riescono a trasportare sufficiente ossigeno ai tessuti.
- – Ittero: La pelle, le mucose e la sclera (parte bianca dell’occhio) assumono una colorazione giallastra. Questo è dovuto all’accumulo di bilirubina, un pigmento giallo prodotto dalla degradazione dell’emoglobina liberata dai globuli rossi distrutti.
- – Urine scure: La rottura dei globuli rossi libera emoglobina nel sangue, che viene poi filtrata dai reni e può colorare di rosso le urine.
- – Febbre e brividi: Possono verificarsi in caso di emolisi acuta o in presenza di infezioni concomitanti.
- – Dolore addominale: Spesso presente nella sindrome emolitica urematica (SEU), una grave forma di AEI che colpisce i reni.
Oltre a questi sintomi più comuni, le AEI possono manifestarsi con altri disturbi, tra cui:
- – Mal di testa
- – Vertigini
- – Dolore alle articolazioni
- – Affaticamento cronico
- – Depressione e ansia
La gravità dei sintomi varia notevolmente da persona a persona. In alcuni casi, le anemie emolitiche immuni possono essere asintomatiche o manifestarsi con sintomi lievi che non interferiscono significativamente con la qualità della vita. In altri casi, invece, la malattia può essere grave e richiedere frequenti trasfusioni di sangue o altri trattamenti.
Quali sono le cause?
Le anemie emolitiche immuni (AEI) sono causate da una risposta immunitaria anomala che attacca e distrugge i globuli rossi sani.
Esistono due categorie principali di AEI:
1. Anemie emolitiche autoimmuni:
In questo tipo di AEI, il sistema immunitario produce anticorpi che riconoscono erroneamente i globuli rossi come “nemici” e li attaccano. Questo attacco porta alla rottura prematura dei globuli rossi (emolisi), causando una diminuzione del numero di globuli rossi circolanti e i conseguenti sintomi di anemia.
Le cause di questo malfunzionamento del sistema immunitario non sono completamente comprese, ma possono essere associate a:
- – Fattori genetici: Alcune persone hanno una predisposizione genetica a sviluppare malattie autoimmuni, tra cui le AEI.
- – Infezioni: Alcune infezioni, come l’epatite virale o la mononucleosi infettiva, possono scatenare una risposta immunitaria anomala che attacca i globuli rossi.
- – Malattie autoimmuni: Le persone con malattie autoimmuni preesistenti, come il lupus eritematoso sistemico o l’artrite reumatoide, hanno un maggior rischio di sviluppare AEI.
2. Anemie emolitiche alloimmuni:
In questo tipo di AEI, gli anticorpi non sono prodotti contro i propri globuli rossi, ma contro globuli rossi non compatibili con il proprio gruppo sanguigno. Questo può verificarsi in diverse situazioni, come:
- – Trasfusioni di sangue o trapianto di midollo osseo con sangue non compatibile: Se si ricevono globuli rossi di un gruppo sanguigno non compatibile, il sistema immunitario può sviluppare anticorpi contro questi globuli rossi, causando la loro distruzione.
- – Incompatibilità tra madre e feto nel gruppo sanguigno o nel fattore Rh (malattia emolitica del neonato): Se una donna Rh-negativa ha un bambino Rh-positivo, il suo sistema immunitario può produrre anticorpi contro i globuli rossi del bambino, causando anemia e altri problemi nel feto o nel neonato.
Fattori di rischio per le AEI:
Oltre alle cause sopracitate, alcuni fattori possono aumentare il rischio di sviluppare anemie emolitiche immuni, tra cui:
- – Sesso femminile: Le donne hanno un rischio maggiore di sviluppare AEI rispetto agli uomini.
- – Storia familiare di malattie autoimmuni: Se in famiglia ci sono casi di malattie autoimmuni, il rischio di sviluppare AEI aumenta.
- – Alcuni farmaci: L’assunzione di alcuni farmaci, come la penicillina o la metildopa, può essere associata a un aumentato rischio di AEI.
È importante sottolineare che non tutte le persone con fattori di rischio svilupperanno un’anemia emolitica immune. La comparsa e la gravità della malattia dipendono da una combinazione di fattori genetici, ambientali e individuali.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi di anemie emolitiche immuni (AEI) si basa su un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti, tra cui un medico di base o un pediatra, un ematologo, un immunologo e talvolta altri professionisti sanitari a seconda delle complicanze presenti. Il processo diagnostico si avvale di diverse indagini:
Anamnesi e visita medica:
- – Il medico raccoglierà informazioni dettagliate sulla tua storia clinica familiare, sui tuoi sintomi attuali, sui tuoi fattori di rischio per le AEI (origine etnica, familiarità con la malattia, abitudini alimentari e stile di vita) e sulle tue abitudini quotidiane.
- – Durante la visita medica, il medico valuterà il tuo stato di salute generale, controllerà la presenza di segni clinici che potrebbero suggerire un’anemia emolitica immune (come pallore, affaticamento, battito cardiaco accelerato, ingrossamento della milza) ed effettuerà un esame fisico completo, che includerà un esame pelvico per le donne e un esame rettale per gli uomini.
Esami del sangue e delle urine:
- – Gli esami del sangue completi (emocromo con formula leucocitaria e piastrinica) sono essenziali per confermare l’anemia e per valutare la gravità della malattia. Altri esami del sangue utili possono includere:
- Reticolociti: Globuli rossi giovani, indicativi di una risposta eritropoietica (produzione di globuli rossi) aumentata per compensare l’emolisi.
- Bilirubina: Valuta il livello di degradazione dell’emoglobina, che aumenta nell’anemia emolitica.
- Lattato deidrogenasi (LDH): Un enzima che aumenta nel sangue quando i globuli rossi vengono distrutti.
- Emoglobina solubile: Indica la presenza di emoglobina libera nel sangue, un segno di emolisi intravascolare.
- Test di Coombs: Ricerca la presenza di anticorpi sui globuli rossi, che possono causare la loro distruzione.
- – L’analisi delle urine può essere utile per:
- Ricercare la presenza di sangue o proteine nelle urine, che potrebbero indicare un danno renale.
- Escludere altre cause di disfunzione vescicale e infezioni del tratto urinario.
- Valutare la funzionalità renale.
Esami di imaging:
- – Tecniche di imaging come radiografie del torace, ecografia addominale, tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM) possono essere utili per:
- Valutare la struttura della milza, del fegato e di altri organi interessati nell’anemia emolitica immune.
- Identificare eventuali anomalie anatomiche o ostruzioni che potrebbero contribuire all’emolisi.
- Ricercare la presenza di calcoli biliari o milza ingrossata.
Esame del midollo osseo:
- – In alcuni casi, può essere necessaria un’aspirazione o una biopsia del midollo osseo per:
- Valutare la produzione di globuli rossi e la morfologia delle cellule del midollo osseo.
- Escludere altre malattie del sangue che possono causare anemia.
Test genetici:
- – L’analisi del DNA può essere utile in alcuni casi per identificare una predisposizione genetica alle AEI autoimmuni.
Interpretazione dei risultati:
- – La combinazione dei risultati di tutte queste indagini permette al medico di formulare una diagnosi precisa di anemia emolitica immune e di determinarne la gravità.
- – La diagnosi di anemia emolitica immune si basa su criteri specifici che includono la presenza di anemia, la dimostrazione di emolisi e l’identificazione della causa sottostante (autoimmune o alloimmune).
Quali sono le terapie?
Il trattamento mira a:
- – Alleviare i sintomi: Ridurre la frequenza e la gravità dei sintomi come affaticamento, fiato corto, tachicardia, dolore addominale, ittero e urine scure, migliorando la qualità della vita del paziente.
- – Prevenire le complicanze: Evitare o ridurre il rischio di complicanze gravi come insufficienza renale, colemia, crisi emolitiche acute e infezioni.
- – Correggere la causa sottostante: Eliminare o sopprimere la risposta immunitaria anomala che attacca i globuli rossi.
- – Promuovere la produzione di globuli rossi: In alcuni casi, stimolare la produzione di midollo osseo per aumentare il numero di globuli rossi circolanti.
Le principali categorie di trattamento per le anemie emolitiche immuni includono:
Terapia farmacologica:
- – Corticosteroidi: Farmaci che sopprimono la risposta immunitaria e riducono l’attacco ai globuli rossi. Sono la terapia di prima linea per la maggior parte delle AEI autoimmuni.
- – Immunoglobuline endovenose (IgG): Anticorpi sani provenienti da donatori, somministrati per via endovenosa, che possono aiutare a controllare la risposta immunitaria anomala. Vengono utilizzati in combinazione con i corticosteroidi o come terapia alternativa in alcuni casi.
- – Rituximab: Un anticorpo monoclonale che attacca e distrugge le cellule B (un tipo di cellula del sistema immunitario) che producono anticorpi anti-eritrociti. È usato in pazienti con AEI autoimmuni refrattarie ai corticosteroidi e alle IgG.
- – Altri immunosoppressori: In alcuni casi, possono essere utilizzati altri farmaci immunosoppressori, come azatioprina, ciclofosfamide o micofenolato mofetile, per sopprimere la risposta immunitaria.
- – Antibiotici: Per prevenire e trattare le infezioni, che possono peggiorare l’emolisi.
- – Farmaci per il dolore: Per alleviare il dolore addominale e altri sintomi dolorosi.
Terapie trasfusionali:
- – Trasfusioni di globuli rossi concentrati: Necessarie per correggere l’anemia e migliorare i sintomi, soprattutto in caso di anemia grave o di crisi emolitiche acute.
- – Trasfusioni di scambio: In alcuni casi di AEI alloimmuni severe, possono essere necessarie trasfusioni di scambio per rimuovere gli anticorpi anti-eritrociti dal circolo del paziente.
Altri interventi terapeutici:
- – Splenectomia: Rimozione della milza, che può essere utile in alcuni casi di AEI autoimmuni, in cui la milza contribuisce alla distruzione dei globuli rossi.
- – Trapianto di midollo osseo: Può essere curativo in alcuni casi gravi di AEI autoimmuni, in cui il midollo osseo malato viene sostituito con midollo osseo sano da un donatore compatibile.
Supporto nutrizionale:
- – Una dieta ricca di ferro, acido folico, vitamine e minerali è importante per supportare la produzione di globuli rossi e la salute generale.
- – In alcuni casi, possono essere necessari integratori orali o endovenosi di ferro o di altre sostanze nutritive.
Follow-up:
- – I pazienti con anemie emolitiche immuni devono essere sottoposti a regolari controlli medici per monitorare la loro condizione, valutare l’efficacia del trattamento e identificare precocemente eventuali complicanze.