DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
1 - Definizioni e Descrizioni Dettagliate dei Principali Disturbi Alimentari
Introduzione ai Disturbi Alimentari
I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA), spesso definiti semplicemente disturbi alimentari, rappresentano un gruppo di condizioni mediche complesse. Queste patologie sono caratterizzate da comportamenti alimentari disfunzionali, un’eccessiva preoccupazione per il peso corporeo e una percezione distorta della propria immagine corporea.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, nella sua quinta edizione (DSM-5), fornisce un sistema di classificazione standardizzato per questi disturbi, essenziale per la ricerca, la pratica clinica e la comunicazione tra professionisti del settore. Questa classificazione include diverse categorie principali, tra cui l’anoressia nervosa (AN), la bulimia nervosa (BN), il disturbo da alimentazione incontrollata (BED), il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID) e altri disturbi specificati della nutrizione o dell’alimentazione (OSFED). L’evoluzione dei criteri diagnostici nel DSM-5 rispetto alle versioni precedenti, come il DSM-IV-TR, riflette una crescente comprensione di queste condizioni e delle loro diverse manifestazioni.
La comprensione approfondita e la diagnosi precoce dei disturbi alimentari rivestono un’importanza cruciale, data la loro gravità e il significativo impatto sulla salute fisica e mentale. Infatti, i disturbi alimentari presentano uno dei tassi di mortalità più elevati tra tutte le condizioni di salute mentale. In particolare, l’anoressia nervosa è riconosciuta come il disturbo psichiatrico con il più alto tasso di mortalità.
Un intervento tempestivo è fondamentale per migliorare gli esiti del trattamento e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine. La rapidità nell’identificare i segni e i sintomi di questi disturbi e nell’offrire un supporto adeguato può fare una differenza sostanziale nel percorso di guarigione.
Anoressia Nervosa
L’anoressia nervosa è un disturbo alimentare grave caratterizzato principalmente dalla restrizione persistente dell’apporto calorico, che conduce a un peso corporeo significativamente basso rispetto all’età, al sesso, alla traiettoria di sviluppo e alla salute fisica dell’individuo. Parallelamente, si manifesta un’intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi.
Un altro elemento distintivo è l’alterazione nel modo in cui viene vissuto il proprio peso o la propria forma corporea, con un’eccessiva influenza del peso o della forma sull’autostima o una persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso. È importante notare che il termine “anoressia”, che letteralmente significa mancanza di appetito, è in realtà fuorviante, poiché nella maggior parte dei casi le persone affette da anoressia nervosa conservano l’appetito, ma esercitano un controllo patologico su questo stimolo.
I criteri diagnostici per l’anoressia nervosa secondo il DSM-5 si concentrano su questi aspetti fondamentali. Il primo criterio riguarda la restrizione dell’assunzione calorica che porta a un peso significativamente basso, definito come inferiore al minimo normale o atteso per età e sviluppo. Il secondo criterio è l’intensa paura di ingrassare o un comportamento persistente che ostacola l’aumento di peso, anche quando l’individuo è sottopeso. Infine, il terzo criterio si riferisce all’alterazione della percezione del proprio corpo, all’eccessiva importanza attribuita al peso e alla forma fisica per l’autostima, o alla negazione della serietà della propria magrezza.
Rispetto alle precedenti edizioni del DSM, il criterio dell’amenorrea (assenza di ciclo mestruale) è stato eliminato, e si pone maggiore enfasi sugli aspetti comportamentali che interferiscono con un sano peso corporeo e sulla persistente interferenza con l’aumento di peso, anche in presenza di un peso significativamente basso. La gravità dell’anoressia nervosa viene ora valutata in base all’Indice di Massa Corporea (IMC).
Clinicamente, l’anoressia nervosa si manifesta spesso attraverso una perdita di peso intenzionale ottenuta principalmente tramite la dieta, il digiuno e/o un’attività fisica eccessiva. Possono svilupparsi rituali alimentari specifici, come tagliare il cibo in pezzi molto piccoli o mangiare estremamente lentamente. Le persone affette da anoressia nervosa presentano tipicamente una bassa autostima, fortemente influenzata dalla forma fisica e dal peso corporeo.
Il DSM-5 distingue due sottotipi di anoressia nervosa: il tipo restrittivo, in cui la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’esercizio fisico eccessivo, e il tipo con abbuffate/condotte di eliminazione, in cui, durante gli ultimi tre mesi, l’individuo ha presentato ricorrenti episodi di abbuffata o condotte di eliminazione, come il vomito autoindotto o l’uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. Questa distinzione riconosce le diverse modalità comportamentali attraverso cui si manifesta il disturbo.
Bulimia Nervosa
La bulimia nervosa è un altro disturbo alimentare significativo, caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori inappropriati volti a prevenire l’aumento di peso. A differenza dell’anoressia nervosa, gli individui con bulimia nervosa mantengono spesso un peso corporeo normale o sono in sovrappeso.
I criteri diagnostici per la bulimia nervosa secondo il DSM-5 includono la presenza di ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è definito come il consumo, in un determinato periodo di tempo (solitamente entro due ore), di una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe in circostanze simili, accompagnato dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio.
Questi episodi di abbuffata sono seguiti da ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, il digiuno o l’attività fisica eccessiva. Per poter porre diagnosi di bulimia nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate devono verificarsi entrambe, in media, almeno una volta alla settimana per un periodo di tre mesi. Inoltre, i livelli di autostima di chi soffre di bulimia nervosa sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo , e l’alterazione del comportamento alimentare non deve manifestarsi esclusivamente durante episodi di anoressia nervosa.
È importante notare che la frequenza soglia per le abbuffate e i comportamenti compensatori nel DSM-5 è stata ridotta rispetto al DSM-IV, il che potrebbe portare a un aumento delle diagnosi. L’autostima di questi individui è fortemente legata alla loro immagine corporea.
Clinicamente, le abbuffate nella bulimia nervosa sono spesso innescate da stress psicosociali e possono avvenire di nascosto. Dopo un’abbuffata, sono comuni sentimenti intensi di colpa, vergogna e disagio. Le persone con bulimia nervosa tendono ad avere una maggiore consapevolezza dei loro comportamenti e sono più propense ad ammettere le loro preoccupazioni quando interrogate da un clinico, rispetto a coloro che soffrono di anoressia nervosa. La gravità della bulimia nervosa viene classificata in base alla frequenza delle abbuffate e dei comportamenti compensatori nell’arco di una settimana, distinguendo tra livelli lieve, moderato, grave ed estremo.
Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder)
Il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder, BED) si distingue dagli altri disturbi alimentari per la presenza di ricorrenti episodi di abbuffata senza le condotte compensatorie inappropriate tipiche della bulimia nervosa. Il BED è stato formalmente riconosciuto come un disturbo alimentare distinto solo con la pubblicazione del DSM-5 nel 2013, sottolineando l’importanza di affrontare il problema delle abbuffate anche in assenza di comportamenti compensatori.
I criteri diagnostici per il BED secondo il DSM-5 includono la presenza di ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato dal mangiare, in un periodo di tempo definito (solitamente entro due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe in circostanze simili, accompagnato dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio.
Questi episodi di abbuffata devono essere associati a tre o più dei seguenti elementi: mangiare molto più rapidamente del normale, mangiare grandi quantità di cibo anche se non si ha fame, mangiare da soli per l’imbarazzo riguardo alla quantità di cibo consumata, e provare sentimenti di disgusto verso se stessi, depressione o molta colpa dopo l’episodio. È inoltre necessario che vi sia un marcato disagio riguardo alle abbuffate , che queste si verifichino, in media, almeno una volta alla settimana per un periodo di tre mesi , e che non siano associate alla messa in atto sistematica di condotte compensatorie inappropriate come nella bulimia nervosa, né si verifichino esclusivamente durante episodi di bulimia nervosa o anoressia nervosa.
Chi soffre di BED spesso sviluppa obesità grave e presenta un significativo disagio psicologico, inclusi depressione e bassa autostima. Le abbuffate possono essere scatenate da emozioni negative e portano frequentemente a sentimenti di vergogna e colpa.
Disturbo Evitante/Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (ARFID)
Il Disturbo Evitante/Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder, ARFID) è caratterizzato da una limitazione nell’assunzione di cibo che porta a significative conseguenze mediche o psicosociali, ma senza la preoccupazione per il peso o la forma del corpo tipica dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa. L’ARFID ha sostituito la diagnosi di Disturbo della Nutrizione dell’Infanzia o della Prima Adolescenza presente nel DSM-IV-TR.
I criteri diagnostici per l’ARFID secondo il DSM-5 prevedono un disturbo dell’alimentazione o della nutrizione che si manifesta attraverso una persistente incapacità di soddisfare le appropriate necessità nutrizionali e/o energetiche. Questa incapacità è associata a uno o più dei seguenti: significativa perdita di peso o mancata crescita prevista, significativo deficit nutrizionale, dipendenza dalla nutrizione enterale o da supplementi nutrizionali orali, e marcata interferenza con il funzionamento psicosociale. Un elemento cruciale per la diagnosi di ARFID è che la restrizione alimentare non deve essere dovuta alla preoccupazione per il peso o la forma del corpo. L’ARFID si manifesta in diverse forme, tra cui la mancanza di interesse per il cibo, l’evitamento basato sulle caratteristiche sensoriali degli alimenti e le preoccupazioni riguardo alle conseguenze negative del mangiare. È importante distinguere l’ARFID dal normale comportamento alimentare selettivo (“picky eating”).
L’ARFID può esordire nell’infanzia e persistere fino all’età adulta. Le cause possono includere esperienze negative con il cibo, come il soffocamento, avversioni sensoriali specifiche a determinati alimenti o una generale mancanza di interesse per il cibo. Questo disturbo può portare a significative carenze nutrizionali e a problemi di crescita, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.
Altri Disturbi Specificati della Nutrizione o dell’Alimentazione (OSFED)
La categoria diagnostica degli Altri Disturbi Specificati della Nutrizione o dell’Alimentazione (Other Specified Feeding or Eating Disorders, OSFED) è stata introdotta nel DSM-5 per classificare quei disturbi alimentari in cui sono presenti sintomi caratteristici che causano un disagio clinicamente significativo o un danno nel funzionamento, ma che non soddisfano pienamente i criteri per nessuno degli altri disturbi specifici. In precedenza, questa categoria era nota come EDNOS (Eating Disorder Not Otherwise Specified).
L’OSFED non è una categoria residuale per condizioni meno gravi, ma comprende disturbi alimentari clinicamente significativi che non si adattano perfettamente alle definizioni di anoressia nervosa, bulimia nervosa, BED o ARFID. Le conseguenze per la salute possono essere altrettanto gravi. Alcuni esempi di OSFED includono:
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- Anoressia nervosa atipica: In questa condizione, tutti i criteri per l’anoressia nervosa sono soddisfatti, ad eccezione del peso corporeo, che si mantiene entro i limiti normali o è superiore. Questo evidenzia come una significativa perdita di peso non sia l’unico indicatore di gravità.
- Bulimia nervosa (a bassa frequenza e/o di durata limitata): Si soddisfano tutti i criteri per la bulimia nervosa, ma le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano con una frequenza inferiore a una volta alla settimana e/o per un periodo inferiore a tre mesi.
- Disturbo da binge-eating (a bassa frequenza e/o di durata limitata): Si soddisfano tutti i criteri per il BED, ma gli episodi di abbuffata si verificano con una frequenza inferiore a una volta alla settimana e/o per un periodo inferiore a tre mesi.
- Disturbo da condotta di eliminazione: Questa condizione è caratterizzata da ricorrenti condotte di eliminazione (come il vomito autoindotto o l’uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci) in assenza di episodi di abbuffata.
- Night eating syndrome: Questo disturbo è caratterizzato da ricorrenti episodi di alimentazione dopo il risveglio notturno o da un consumo eccessivo di cibo dopo il pasto serale.
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La categoria OSFED riconosce la varietà delle presentazioni dei disturbi alimentari e assicura che individui con sintomi clinicamente significativi ricevano una diagnosi e un trattamento appropriati, anche se non soddisfano pienamente i criteri per altri disturbi specifici.
2 - Epidemiologia e Prevalenza dei Disturbi Alimentari
Statistiche Globali Recenti sulla Prevalenza
A livello globale, i disturbi alimentari rappresentano un significativo problema di salute pubblica. Si stima che circa il 9% della popolazione mondiale sarà affetto da un disturbo alimentare nel corso della propria vita. Tra i diversi tipi di disturbi alimentari, il disturbo da alimentazione incontrollata (BED) sembra essere il più prevalente, con una stima del 5,5% di prevalenza nel corso della vita. Seguono la bulimia nervosa (2%) e l’anoressia nervosa (1,2%). Studi condotti negli Stati Uniti tra il 2001 e il 2004 hanno rilevato una prevalenza nel corso della vita dei disturbi alimentari del 2,7% tra gli adolescenti, con una percentuale più alta (3%) nella fascia di età compresa tra i 17 e i 18 anni. A livello geografico, il Giappone presenta la più alta prevalenza di disturbi alimentari in Asia, seguito da Hong Kong, Singapore, Taiwan e Corea del Sud. In Europa, l’Austria ha registrato il tasso di prevalenza più elevato, pari all’1,55% nel 2012. Questi dati indicano che i disturbi alimentari sono una preoccupazione sanitaria globale, con variazioni significative nelle percentuali di prevalenza tra diverse regioni del mondo.
Dati Epidemiologici Specifici per l’Italia
In Italia, la situazione epidemiologica dei disturbi alimentari evidenzia una crescente diffusione del problema. Si stima che la prevalenza dell’anoressia nervosa si aggiri tra lo 0,2% e lo 0,8%, mentre quella della bulimia nervosa sia di circa il 3%. L’incidenza di nuovi casi di anoressia è stimata tra 4 e 8 per 100.000 individui all’anno, e per la bulimia tra 9 e 12 per 100.000 individui all’anno, con un’età di esordio che si colloca generalmente tra i 10 e i 30 anni e un’età media di insorgenza di 17 anni. Un dato allarmante è il numero di persone in cura per disturbi alimentari in Italia, che ha superato i 3 milioni e 600 mila, con un raddoppio dei casi negli ultimi anni. Si osserva inoltre una tendenza all’abbassamento dell’età di esordio, con il 30% della popolazione affetta da disturbi alimentari che ha meno di 14 anni. Sebbene la maggior parte delle persone colpite siano di sesso femminile (circa il 90%), si registra un aumento dei casi anche nella popolazione maschile. Nel 2022, sono stati registrati 3.158 decessi in Italia con diagnosi correlate ai disturbi alimentari, con un’età media di 35 anni, sottolineando la gravità di queste condizioni. Questi dati evidenziano un aumento significativo del carico dei disturbi alimentari in Italia, con un esordio sempre più precoce e un impatto significativo sulla mortalità.
Dati Epidemiologici Specifici per la Regione Lombardia
Anche la regione Lombardia presenta dati preoccupanti riguardo alla diffusione dei disturbi alimentari. Tra il 2019 e il 2023, sono stati registrati 14.905 casi di disturbi alimentari nella regione, con una prevalenza maggiore per l’anoressia nervosa (7.136 casi), seguita dai disturbi alimentari non altrimenti specificati (ora OSFED) (6.882 casi) e dalla bulimia nervosa (2.718 casi). La prevalenza è significativamente più alta nel sesso femminile (76,8%), superando il 90% nei casi di anoressia e bulimia. Tuttavia, anche la popolazione maschile è coinvolta, rappresentando il 23,2% dei casi, in particolare nei disturbi NAS (OSFED) e nel binge eating disorder. In Lombardia, sono attualmente in carico ai servizi sanitari 1.500 giovani e 3.000 adulti con disturbi alimentari. Nel solo 2022, circa 1.000 persone con diagnosi di anoressia nervosa sono state ricoverate negli ospedali lombardi. Analizzando la fascia di età 18-24 anni tra le donne in Lombardia (dati ATS Milano), si osserva una prevalenza del 2,0% per l’anoressia nervosa, del 4,5% per la bulimia nervosa e del 6,2% per il BED e i disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati. Questi dati regionali riflettono le tendenze nazionali, con un numero elevato di casi registrati e una marcata predominanza femminile, pur evidenziando anche il coinvolgimento della popolazione maschile, specialmente nelle categorie OSFED e BED. La specifica prevalenza tra le giovani donne sottolinea un gruppo particolarmente a rischio nella regione.
Trend Attuali e Variazioni nel Tempo
I dati epidemiologici indicano un trend in costante aumento nella prevalenza dei disturbi alimentari. Si osserva un esordio sempre più precoce di queste patologie, con casi diagnosticati anche a partire dai 12 anni di età. Parallelamente, si registra un incremento nel numero di ricoveri ospedalieri correlati ai disturbi alimentari. Questi trend suggeriscono una crescente sfida per la salute pubblica, con un impatto sempre maggiore sulle fasce più giovani della popolazione. La maggiore consapevolezza e i miglioramenti nelle diagnosi precoci potrebbero in parte spiegare l’aumento dei casi segnalati. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che i disturbi alimentari rappresentano un problema in crescita che necessita di maggiore attenzione, interventi di prevenzione efficaci e opzioni di trattamento accessibili.
3 - Eziologia e Fattori di Rischio dei Disturbi Alimentari
Lo sviluppo dei disturbi alimentari è complesso e multifattoriale, risultando dall’interazione di diversi fattori biologici, psicologici, sociali e culturali.
Fattori Biologici
La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo nell’eziologia dei disturbi alimentari. Studi suggeriscono un legame familiare e una potenziale ereditabilità di queste condizioni. Sebbene la ricerca sui marcatori genetici specifici sia ancora in corso , la presenza di disturbi alimentari in più membri della stessa famiglia indica una vulnerabilità genetica. Inoltre, alterazioni neurochimiche a livello cerebrale, come squilibri nei neurotrasmettitori serotonina e dopamina, potrebbero essere coinvolte nella regolazione dell’appetito, dell’umore e del comportamento alimentare.
Fattori Psicologici
Diversi fattori psicologici sono associati a un aumentato rischio di sviluppare disturbi alimentari. Tratti di personalità come il perfezionismo, la bassa autostima, i tratti ossessivi e l’ansia sono spesso presenti in individui con DCA. La copresenza di disturbi dell’umore, come la depressione, e disturbi d’ansia crea un terreno fertile per l’insorgenza di problemi alimentari. Esperienze traumatiche pregresse, come abusi sessuali o episodi di derisione per il peso o la forma del corpo, possono aumentare la vulnerabilità allo sviluppo di un disturbo alimentare. Un’eccessiva valutazione del proprio peso, della forma del corpo e del controllo sull’alimentazione rappresenta un elemento centrale nella psicopatologia di questi disturbi. Inoltre, difficoltà nella gestione delle emozioni possono portare a utilizzare il cibo come una sorta di valvola di sfogo emotiva.
Fattori Sociali e Culturali
I fattori sociali e culturali esercitano una notevole influenza sullo sviluppo dei disturbi alimentari. L’esposizione a ideali di magrezza irrealistici promossi dai media e dalla cultura occidentale può contribuire significativamente all’insoddisfazione corporea e al desiderio di raggiungere standard di bellezza spesso inaccessibili. Pressioni sociali, come commenti negativi sul peso o sulla forma del corpo, possono innescare o esacerbare comportamenti alimentari disordinati. L’oggettificazione del corpo femminile nella cultura occidentale è un altro fattore che contribuisce alla prevalenza di questi disturbi. In alcuni casi, dinamiche familiari disfunzionali, come una difficoltà di adattamento in un sistema in cui il senso di appartenenza prevale su quello di identità individuale (come osservato nella bulimia nervosa), possono giocare un ruolo. Infine, lo stigma sociale associato ai disturbi alimentari può ritardare la ricerca di aiuto e perpetuare il problema.
4 - Sintomatologia e Criteri Diagnostici
Sintomi Fisici, Psicologici e Comportamentali per Ciascun Disturbo Alimentare
Anoressia Nervosa:
- Fisici: Significativa perdita di peso, amenorrea (sebbene non più un criterio diagnostico nel DSM-5, rimane un sintomo frequente), bradicardia, ipotensione, ipotermia, stipsi, dolori addominali, intolleranza al freddo, letargia o eccesso di energia, perdita di massa ossea, disturbi del sonno, debolezza muscolare, danneggiamento della fertilità, diminuzione del metabolismo basale.
- Psicologici: Intensa paura di aumentare di peso, alterazione della percezione del corpo, eccessiva influenza del peso sull’autostima, modificazione del modo di pensare, preoccupazioni ossessive per il cibo e l’alimentazione, difficoltà di concentrazione, pensiero inflessibile, difficoltà nel prendere decisioni, procrastinazione, modificazioni emotive (sbalzi dell’umore, depressione, irritabilità), aumento dell’ossessività.
- Comportamentali: Restrizione calorica, dieta ferrea, digiuno, esercizio fisico eccessivo e compulsivo, rituali alimentari (tagliare il cibo in piccoli pezzi, mangiare lentamente), comportamenti di eliminazione (nel sottotipo con abbuffate/condotte di eliminazione).
Bulimia Nervosa:
- Fisici: Peso normale o sovrappeso (ma con eccessiva preoccupazione per il peso), disturbi elettrolitici (specialmente ipopotassiemia), erosione dello smalto dentale, esofagite, rari casi di rottura dello stomaco o lacerazione dell’esofago, danni causati dal vomito frequente (denti danneggiati, segni di Russell), fluttuazioni del peso corporeo, assenza di mestruazioni o alterazioni nel ciclo mestruale, perdita del desiderio sessuale, aumento della frequenza di malattie e infezioni.
- Psicologici: Ricorrenti episodi di abbuffata con sensazione di perdita di controllo, eccessiva preoccupazione per la forma fisica e il peso corporeo, insoddisfazione corporea, consapevolezza e rimorso per i comportamenti, bassa autostima fortemente influenzata dal peso e dalla forma del corpo, sentimenti di vergogna, colpa e disgusto dopo i pasti, aumento dell’ansia o irritabilità durante i pasti, distorsione dell’immagine corporea.
- Comportamentali: Ricorrenti episodi di abbuffata, condotte compensatorie inappropriate (vomito autoindotto, abuso di lassativi/diuretici, digiuno, esercizio fisico eccessivo), mangiare in segreto o da soli, evitare il contatto sociale durante i pasti, nascondere o accumulare cibo, masticare e sputare il cibo (chewing-and-spitting), andare spesso in bagno dopo aver mangiato, esercizio fisico compulsivo (vigoressia), uso di soppressori dell’appetito.
Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder):
- Fisici: Sovrappeso o obesità, possibile dolore fisico (soprattutto allo stomaco) dopo le abbuffate, fluttuazioni del peso corporeo.
- Psicologici: Ricorrenti episodi di abbuffata con sensazione di perdita di controllo, marcato disagio riguardo alle abbuffate, sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o molto in colpa dopo l’episodio, bassa autostima, bassa percezione di autoefficacia, presenza di idee svalutanti, difficoltà nella gestione delle emozioni.
- Comportamentali:…source del normale, mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni, mangiare grandi quantità di cibo anche se non si ha fame, mangiare da soli a causa dell’imbarazzo, tentativi di ridurre il peso attraverso diete (spesso inefficaci), mangiare di nascosto.
Disturbo Evitante/Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (ARFID):
- Fisici: Significativa perdita di peso o mancato aumento di peso nei bambini, carenza nutrizionale significativa (che può causare stanchezza, insonnia e problemi di concentrazione), dipendenza dalla nutrizione enterale o da supplementi nutrizionali orali, dolore addominale e altri disturbi gastrointestinali, insofferenza al freddo, irregolarità del ciclo mestruale, difficoltà a concentrarsi, vertigini o svenimento, problemi legati al sonno, fatica.
- Psicologici: Apparente mancanza di interesse per il mangiare o per il cibo, evitamento basato sulle caratteristiche sensoriali del cibo (consistenza, odore, sapore, aspetto), preoccupazioni relative alle conseguenze negative del mangiare (soffocamento, vomito), ansia intensa al momento di mangiare certi alimenti, mancanza di interesse per il piacere di mangiare, paura di soffocare o vomitare, lamentare mal di stomaco o sensazione di pienezza durante i pasti.
- Comportamentali: Assunzione di una gamma molto limitata di cibi, rifiuto di provare nuovi cibi, evitare situazioni sociali come pranzi o cene, sviluppare rituali alimentari.
Altri Disturbi Specificati della Nutrizione o dell’Alimentazione (OSFED): I sintomi variano a seconda della sottocategoria di OSFED, ma possono includere una combinazione di sintomi fisici, psicologici e comportamentali simili a quelli osservati nell’anoressia, nella bulimia e nel BED, ma che non soddisfano pienamente i criteri diagnostici per questi disturbi. Ad esempio, nell’anoressia atipica si osservano gli stessi sintomi psicologici e comportamentali dell’anoressia nervosa, ma senza un peso significativamente basso. Nel disturbo da condotta di eliminazione si osservano condotte compensatorie in assenza di abbuffate. Nella night eating syndrome si osserva un’eccessiva assunzione di cibo durante la notte.
La dettagliata descrizione dei sintomi per i diversi disturbi alimentari evidenzia la complessità e la sovrapposizione tra queste condizioni. Riconoscere i profili sintomatologici specifici è fondamentale per una diagnosi accurata e un trattamento mirato. La categoria OSFED sottolinea ulteriormente lo spettro dei comportamenti alimentari disordinati.
Criteri Diagnostici del DSM-5 per i Principali Disturbi Alimentari
La seguente tabella riassume i criteri diagnostici del DSM-5 per i principali disturbi alimentari:
Disturbo | Criterio A | Criterio B | Criterio C | Criterio D | Criterio E | Caratteristiche Distintive |
Anoressia Nervosa | Restrizione dell’assunzione calorica che porta a un peso significativamente basso. | Intensa paura di aumentare di peso o comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso. | Alterazione del modo in cui viene vissuto il peso o la forma del corpo, eccessiva influenza del peso sull’autostima o mancanza di riconoscimento della gravità del sottopeso. | Peso corporeo significativamente basso, paura di ingrassare, alterazione della percezione del corpo. | ||
Bulimia Nervosa | Ricorrenti episodi di abbuffata. | Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso. | Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe, in media, almeno una volta alla settimana per 3 mesi. | I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo. | L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa. | Abbuffate seguite da comportamenti compensatori, autostima influenzata dal peso e dalla forma del corpo. |
Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED) | Ricorrenti episodi di abbuffata. | Gli episodi di abbuffata sono associati a tre o più sintomi specifici (es. mangiare rapidamente, mangiare fino a sentirsi pieni, mangiare da soli per l’imbarazzo, sentirsi in colpa). | È presente un marcato disagio riguardo alle abbuffate. | L’abbuffata si verifica, in media, almeno una volta alla settimana per 3 mesi. | L’abbuffata non è associata…source come nella bulimia nervosa e non si verifica esclusivamente in corso di bulimia nervosa o anoressia nervosa. | Ricorrenti episodi di abbuffata senza condotte compensatorie. |
Disturbo Evitante/Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (ARFID) | Un disturbo dell’alimentazione o della nutrizione…source si manifesta attraverso la persistente incapacità di soddisfare le appropriate necessità nutrizionali e/o energetiche associata a uno o più esiti significativi (es. perdita di peso, deficit nutrizionale, dipendenza da supporto nutrizionale, interferenza con il funzionamento psicosociale). | La restrizione alimentare non è dovuta alla preoccupazione per il peso o la forma del corpo. | Limitazione nell’assunzione di cibo senza preoccupazione per il peso o la forma del corpo. |
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5 - Complicanze Mediche e Conseguenze a Lungo Termine
Complicanze Fisiche Associate a Ciascun Disturbo
I disturbi alimentari possono portare a una vasta gamma di complicanze fisiche gravi, che variano a seconda del tipo di disturbo e dei comportamenti specifici adottati.
Nell’anoressia nervosa, le complicanze cardiovascolari sono frequenti e includono aritmie, bradicardia, prolasso della valvola mitrale e, nei casi più gravi, insufficienza cardiaca. A livello endocrinologico, si possono manifestare amenorrea, ipotiroidismo, osteoporosi e infertilità. Le complicanze gastrointestinali comprendono stipsi e rallentamento della motilità gastrica, mentre a livello ematologico si possono osservare anemia e leucopenia. In alcuni casi, l’anoressia nervosa può portare ad atrofia cerebrale e, purtroppo, può avere esiti fatali.
La bulimia nervosa è associata a complicanze cardiovascolari come aritmie e insufficienza cardiaca. A livello endocrinologico, si possono verificare irregolarità mestruali e infertilità. Le complicanze gastrointestinali includono esofagite, rari casi di rottura esofagea o gastrica, sindrome di Mallory-Weiss (lacerazioni nell’esofago), e danni dentali significativi a causa dell’acido gastrico presente nel vomito. I disturbi elettrolitici, in particolare l’ipopotassiemia, l’ipocloremia e l’alcalosi metabolica, sono comuni, così come la disidratazione e la dipendenza da lassativi. In rari casi, può verificarsi pancreatite.
Il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder) è principalmente associato alle complicanze mediche dell’obesità, tra cui il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, l’ipertensione, l’iperlipidemia, l’apnea notturna, i problemi articolari e un aumentato rischio di alcuni tipi di cancro. Possono anche manifestarsi problemi gastrointestinali come il reflusso gastroesofageo.
Il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID) può portare a malnutrizione e a specifiche carenze nutrizionali, come anemia e carenze di vitamine e minerali. Nei bambini e negli adolescenti, può causare ritardi nella crescita e nello sviluppo. Altre possibili complicanze includono problemi cardiaci, problemi neurologici e osteoporosi.
Infine, le complicanze associate agli altri disturbi specificati della nutrizione o dell’alimentazione (OSFED) dipendono dalla specifica sottocategoria e dai comportamenti messi in atto. Tuttavia, possono includere malnutrizione, squilibri elettrolitici, danni agli organi, complicanze cardiovascolari e gastrointestinali. È importante sottolineare che anche in assenza di una significativa perdita di peso, come nell’anoressia atipica o in alcune forme di OSFED, possono insorgere gravi conseguenze per la salute. La vasta gamma di complicanze mediche associate ai disturbi alimentari evidenzia il loro potenziale per causare gravi danni fisici e persino la morte. Le complicanze specifiche variano a seconda del tipo di disturbo e dei comportamenti coinvolti. Anche in assenza di una significativa perdita di peso (come nell’anoressia atipica o in alcuni OSFED), possono insorgere gravi conseguenze per la salute.
Conseguenze sulla Salute Mentale
I disturbi alimentari raramente si presentano in isolamento e sono frequentemente accompagnati da altre condizioni di salute mentale. Depressione, ansia, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi della personalità (in particolare il disturbo borderline), disturbo post-traumatico da stress (PTSD), ideazione suicidaria e autolesionismo sono comorbidità comuni nei disturbi alimentari. L’isolamento sociale e le difficoltà nelle relazioni interpersonali sono conseguenze frequenti. La qualità della vita complessiva risulta spesso ridotta. Una caratteristica centrale di questi disturbi è la distorsione dell’immagine corporea e una profonda insoddisfazione per il proprio corpo , accompagnata da una bassa autostima. Queste comorbidità possono complicare la diagnosi e il trattamento e influenzare significativamente il benessere generale e il funzionamento sociale dell’individuo. L’impatto negativo sull’autostima e sull’immagine corporea è centrale in questi disturbi.
Impatto sul Funzionamento Sociale e sulla Qualità della Vita
Oltre alle conseguenze sulla salute fisica e mentale, i disturbi alimentari compromettono significativamente il funzionamento sociale e la qualità della vita. Le persone affette possono avere difficoltà a partecipare a pasti in famiglia o ad attività sociali che coinvolgono il cibo. Possono insorgere problemi scolastici o lavorativi a causa di difficoltà di concentrazione, affaticamento o isolamento. Le relazioni interpersonali sono spesso compromesse , e si può verificare isolamento sociale. La partecipazione ad attività che un tempo erano considerate piacevoli può diminuire. Questi disturbi influenzano vari aspetti della vita quotidiana e delle relazioni interpersonali dell’individuo.
6 - Approcci Terapeutici e Strategie di Gestione
Il trattamento dei disturbi alimentari richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga professionisti della salute mentale, medici, nutrizionisti e, spesso, i familiari del paziente.
Terapie Psicologiche Individuali
Diverse forme di psicoterapia individuale si sono dimostrate efficaci nel trattamento dei disturbi alimentari. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) mira a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati al cibo, al peso e all’immagine corporea. La terapia dialettico-comportamentale (DBT) è utile per individui con disregolazione emotiva e comportamenti impulsivi spesso associati ai disturbi alimentari. La terapia psicodinamica esplora le dinamiche psicologiche profonde e le esperienze passate che possono contribuire al disturbo alimentare. La psicoterapia interpersonale (IPT) si concentra sul miglioramento delle relazioni interpersonali e del funzionamento sociale, che possono influenzare i sintomi del disturbo alimentare. La scelta della terapia dipende spesso dalle esigenze specifiche dell’individuo e dalla natura del suo disturbo alimentare.
Terapia di Gruppo e Terapia Familiare
La terapia di gruppo offre un ambiente di supporto in cui le persone con problemi simili possono condividere le proprie esperienze e apprendere strategie di coping. La terapia familiare è particolarmente importante nel trattamento di adolescenti con disturbi alimentari, coinvolgendo i familiari nel processo di guarigione e migliorando la comunicazione e il supporto all’interno del sistema familiare. La terapia familiare è un elemento fondamentale del trattamento per gli individui più giovani.
Consulenza Nutrizionale e Rieducazione Alimentare
La consulenza nutrizionale e la rieducazione alimentare forniscono informazioni sull’alimentazione sana, aiutano a ristabilire abitudini alimentari regolari e a superare le paure legate al cibo. L’obiettivo è favorire il recupero di condizioni nutrizionali accettabili e delle abilità che la malattia ha compromesso, affrontando i fattori che influenzano il sistema fame/sazietà e il controllo del peso corporeo. Nel BED, è spesso utile evitare diete rigide che possono scatenare le abbuffate.
Ruolo dei Farmaci nel Trattamento di Comorbidità
Sebbene i farmaci non siano tipicamente il trattamento primario per i disturbi alimentari, possono svolgere un ruolo prezioso nella gestione delle condizioni di salute mentale coesistenti. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) possono essere utilizzati per trattare la depressione e l’ansia spesso associate ai disturbi alimentari. La lisdexanfetamina è approvata per il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata da moderato a grave. Altri farmaci, come il topiramato o l’orlistat, possono essere utilizzati per la soppressione dell’appetito o la perdita di peso nel BED.
7 - Prevenzione dei Disturbi Alimentari
Strategie di Prevenzione Primaria
Le strategie di prevenzione primaria dei disturbi alimentari devono essere attuate a livello individuale, familiare e comunitario. È fondamentale promuovere un’immagine corporea positiva e l’accettazione della diversità corporea. L’educazione sui rischi delle diete restrittive e sull’importanza di un’alimentazione equilibrata è cruciale. Sviluppare abilità di coping sane per gestire lo stress e le emozioni può contribuire a ridurre la vulnerabilità. A livello familiare, è importante promuovere un ambiente sano e di supporto, incoraggiando la comunicazione aperta e la risoluzione dei problemi. Contrastare lo stigma sociale legato ai disturbi alimentari e promuovere la consapevolezza sono passi essenziali. Interventi scolastici volti a migliorare l’autostima e la resilienza possono avere un impatto positivo.
Identificazione Precoce e Interventi Tempestivi
L’identificazione precoce e gli interventi tempestivi sono fondamentali per migliorare gli esiti per gli individui con disturbi alimentari. È importante fornire formazione a operatori sanitari, insegnanti e genitori per riconoscere i segni precoci di questi disturbi. Lo screening per i disturbi alimentari in contesti clinici e scolastici può facilitare la diagnosi precoce. Interventi precoci per individui a rischio o che manifestano sintomi iniziali possono fare una differenza significativa nel corso della malattia.
8 - Impatto Sociale ed Economico dei Disturbi Alimentari
Costi Diretti
I disturbi alimentari comportano significativi costi diretti per il sistema sanitario, inclusi i costi associati a ricoveri ospedalieri, trattamenti ambulatoriali, farmaci e consulenze specialistiche. L’aumento dei tassi di ospedalizzazione per disturbi alimentari indica un incremento sostanziale dei costi sanitari diretti.
Costi Indiretti
Oltre ai costi diretti, i disturbi alimentari generano notevoli costi indiretti, tra cui l’assenteismo dal lavoro o dalla scuola e la ridotta produttività. L’impatto emotivo e finanziario sulle famiglie dei pazienti è un altro aspetto importante da considerare.
Impatto Sociale
Lo stigma sociale che circonda i disturbi alimentari può portare a isolamento e ritardare la ricerca di aiuto. La ridotta partecipazione sociale e la compromissione della qualità della vita per gli individui affetti e le loro famiglie rappresentano un impatto sociale significativo.
9 - Conclusioni
I disturbi alimentari rappresentano un gruppo di gravi condizioni mediche con un impatto significativo sulla salute fisica e mentale, sul funzionamento sociale e sull’economia. La loro crescente prevalenza, l’esordio sempre più precoce e l’aumento dei casi anche nella popolazione maschile sottolineano l’urgenza di una maggiore consapevolezza, di strategie di prevenzione efficaci e di opzioni di trattamento accessibili e multidisciplinari. La diagnosi precoce e l’intervento tempestivo sono fondamentali per migliorare gli esiti e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine e di mortalità. È essenziale continuare la ricerca per comprendere meglio l’eziologia complessa di questi disturbi e sviluppare interventi più mirati ed efficaci. Inoltre, è cruciale contrastare lo stigma sociale associato ai disturbi alimentari per incoraggiare le persone affette a cercare aiuto e supporto senza timore di giudizio.