La camera iperbarica (detta anche camera di decompressione) è un luogo fisico, presente nei più attrezzati centri ospedalieri, all’interno del quale è possibile respirare ossigeno a livelli di pressione decisamente superiori a quelli presenti nell’aria ambiente.
Tipi di camera iperbarica
Esistono due tipi di camera iperbarica: la camera iperbarica monoposto e la camera iperbarica multiposto.
CAMERA IPERBARICA MULTIPOSTO La camera iperbarica multiposto è un grande cilindro, realizzato in metallo, che ha la possibilità di ospitare al suo interno (e ovviamente sottoporre a trattamento) più pazienti per volta. |
CAMERA IPERBARICA MONOPOSTOLa camera iperbarica monoposto è un cilindro di dimensioni ridotte, in materiale acrilico trasparente (maggior parte dei casi) o in metallo (raramente), che – come si può intuire dal nome – ha la capacità di accogliere al suo interno un solo paziente alla volta. |
INDICAZIONI
Tra le condizioni mediche per cui vale l’indicazione alla camera iperbarica, rientrano:
- La malattia da decompressione;
- L’embolia gassosa;
- L’anemia severa;
- L’ascesso cerebrale;
- Le ustioni gravi;
- La sindrome compartimentale;
- Gli infortuni e le lesioni da schiacciamento;
- L’avvelenamento da monossido di carbonio;
- La cancrena gassosa;
- Le infezioni della pelle o delle ossa che provocano la morte dei tessuti (infezioni necrotizzanti);
- La presenza di ferite da radiazione;
- La sordità improvvisa;
- La perdita della vista improvvisa e indolore;
- La presenza di ferite che non guariscono (es: ferite dovute al diabete).
Procedura
Normalmente, i trattamenti in camera iperbarica non prevedono l’ospedalizzazione, salvo i casi in cui la condizione che rende necessario il ricorso all’ossigenoterapia iperbarica rappresenta una malattia meritevole di altre cure mediche.
All’interno di una camera iperbarica, la somministrazione dell’ossigeno avviene in presenza di livelli di pressione che sono 2-3 volte superiori ai livelli di pressione atmosferica (cioè dell’aria ambiente). Ricorrere a siffatti livelli di pressione fa sì che l’organismo umano sia in grado di incamerare più ossigeno di quello che introduce normalmente, quando è in condizioni di pressione noemali.
In altre parole, l’elevata pressione, presente all’interno di una camera iperbarica, aumenta la disponibilità dell’ossigeno utilizzabile dal corpo umano.
L’intero svolgimento di un trattamento in camera iperbarica – dall’alloggiamento del paziente all’accensione del macchinario che eroga l’ossigeno e regola la pressione – è sotto il controllo di un medico specialista e di personale tecnico altamente qualificato, pronto a intervenire immediatamente in caso di necessità.
Modalità di somministrazione dell’ossigeno
I trattamenti in camera iperbarica a base di ossigeno puro prevedono che la somministrazione di quest’ultimo avvenga mediante appositi caschi, maschere o cappucci erogatori.
Al contrario, l’ossigenoterapia iperbarica a base di aria compressa prevede che la somministrazione dell’ossigeno abbia luogo senza l’impiego di maschere o dispositivi erogatori alternativi.
Durata
In genere, un singolo trattamento in camera iperbarica ha una durata totale di circa 2 ore.
Cosa avverte il paziente in camera iperbarica?
La sensazione più comune, tra coloro che si sottopongono a un trattamento in camera iperbarica, è la pienezza auricolare; la pienezza auricolare è quella sensazione che si prova tipicamente quando si raggiunge un posto di alta montagna.
Per rimediare alla pienezza auricolare, è sufficiente eseguire una sorta di finto sbadiglio e deglutire
Rischi
Attualmente, l’utilizzo della camera iperbarica è una pratica considerata sicura e a basso rischio di effetti collaterali e complicanze.
Complicanze della camera iperbarica: quali sono?
Gli effetti collaterali e le complicanze, che possono derivare da un trattamento in camera iperbarica, sono una possibile conseguenza di un’eccessiva quantità di ossigeno assunto/erogato o dell’alta pressione.
Tra i possibili effetti collaterali e le possibili complicanze di una seduta in camera iperbarica, rientrano:
- Infortuni e lesioni a carico dell’orecchio medio (es: rottura del timpano). La causa di tali inconvenienti è l’alta pressione.
- Miopia temporanea. Si verifica quando l’ossigeno è presente in quantità eccessive. In genere, la vista ritorna ai livelli pre-trattamento dopo 3 settimane dall’ossigenoterapia iperbarica;
- Barotrauma polmonare. Da tale condizione può scaturire un episodio di pneumotorace;
- Crisi epilettiche. La causa è un eccesso di ossigeno nel sistema nervoso centrale;
- Dolore a fronte o zigomi.
- Reazioni incendiarie. Sono legate al fatto che l’ossigeno è un comburente ed è altamente infiammabile.
Preparazione
La preparazione a un trattamento in camera iperbarica è abbastanza semplice. Il paziente, infatti, deve soltanto porre attenzione a quelle misure precauzionali, impartite preventivamente dal personale medico e finalizzate a minimizzare il pericolo d’incendio, che si cela dietro l’utilizzo di un efficace comburente come l’ossigeno.
Entrando nello specifico delle suddette misure precauzionali, quest’ultime si possono riassumere, sostanzialmente, in due punti:
- Evitare di portare, all’interno della camera iperbarica, accendini e qualsiasi tipo di dispositivo a batteria.
- Nel giorno del trattamento, evitare di applicare sulla cute e sui capelli cosmetici derivanti dal petrolio. Qualora il paziente non avesse modo di mettere in pratica tale misura precauzionale, il personale medico provvederà a rimuovere i capelli e a detergere la pelle.
La tabella sottostante riporta, in breve, ciò che un paziente può fare o non fare, all’interno di una camera iperbarica.
Oggetti consentiti in camera iperbarica: | Oggetti proibiti in camera iperbarica: | Altri oggetti non consentiti in camera iperbarica: |
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Controindicazioni
Il trattamento in camera iperbarica presenta diverse controindicazioni; di queste, alcune sono di carattere assoluto, altre invece sono di carattere relativo.
Controindicazioni assolute alla camera iperbarica
Premessa: una controindicazione assoluta è una condizione in presenza della quale mancano del tutto i presupposti per intraprendere una determinata azione medica a scopo diagnostico-terapeutico.
Esempio per capire: la giovane età rappresenta una controindicazione assoluta alla somministrazione dell’aspirina (acido acetil-salicilico), in quanto quest’ultima, nei bambini e negli adolescenti, è responsabile della cosiddetta sindrome di Reye.
La camera iperbarica è controindicata in modo assoluto a:
- Le persone con pneumotorace o severa BPCO. Nelle suddette circostanze, l’ossigenoterapia iperbarica può indurre lo sviluppo di una condizione medica potenzialmente letale, nota come tensione pneumotoracica.
- Le persone che stanno seguendo o hanno da poco terminato una terapia farmacologica a base di doxorubicina, cisplatino, disulfiram o mafenide. Si tratta di una controindicazione temporanea, nel senso che vale solo per tutta la durata delle assunzioni e le prime settimane che seguono la fine di quest’ultime.
Controindicazioni relative alla camera iperbarica
Premessa: una controindicazione relativa è una condizione in presenza della quale una determinata azione diagnostica o terapeutica è sconsigliabile, salvo non sussistano circostanze più importanti, per cui il fatto di astenersi dalla suddetta azione sia più rischioso dell’intervenire.
Esempio per capire: i raggi X sono controindicati in caso di gravidanza, a meno che una donna incinta non lamenti gravi disturbi, le cui cause sono identificabili soltanto con una radiografia.
Tra le controindicazioni relative alla camera iperbarica, rientrano: le cardiopatie, la febbre alta, l’enfisema polmonare con ritenzione di anidride carbonica, una storia passata di chirurgia toracica, la presenza di un tumore maligno e l’otite barotraumatica (o barotrauma dell’orecchio medio).
Quali informazioni comunicare al medico?
Il paziente in procinto di sottoporsi a un trattamento in camera iperbarica deve assolutamente comunicare al personale medico se:
- Sta soffrendo di raffreddore, influenza, febbre, congestione nasale o congestione del torace;
- È in stato di gravidanza o ci sono alcune probabilità che lo sia (ovviamente, nell’eventualità in cui il paziente sia una donna);
- Assume farmaci o ha assunto farmaci fino a pochi giorni prima;
- Ha saltato l’ultimo pasto precedente al trattamento in camera iperbarica;
- Ha assunto l’insulina (ovviamente, nell’eventualità in cui sia presente una condizione di diabete);
- Soffre di ansia o ha qualche perplessità sulla terapia che sta per affrontare.
Risultati
La camera iperbarica è una risorsa terapeutica efficace e dai buoni risultati.
Tuttavia occorre precisare che, per trarne i benefici sperati, sono spesso necessarie più sedute.
Il preciso numero di sedute in camera iperbarica dipende dalla condizione di salute, che ha richiesto l’impiego dell’ossigenoterapia iperbarica.
Per esempio, gli episodi di avvelenamento da monossido di carbonio prevedono di norma un ciclo terapeutico di 3 appuntamenti, mentre i casi di ferite che non guariscono potrebbero richiedere anche dalle 20 alle 40 sessioni.
Da sola o in associazione con altri trattamenti?
Per alcune condizioni di salute – nello specifico queste sono soltanto la malattia da decompressione, l’avvelenamento da monossido di carbonio e l’embolia gassosa – l’ossigenoterapie iperbarica è sufficiente al raggiungimento della guarigione; per altre condizioni, invece, l’impiego della camera iperbarica deve associarsi ad altre cure, affinché il paziente ne tragga tangibili benefici.